Precisazioni in merito ai presupposti per il rinvio pregiudiziale

Redazione Scientifica
25 Settembre 2022

Il Consiglio di Stato sollecita la Corte di Giustizia dell'Unione europea, ai sensi dell'art. 267 TFUE, a pronunciarsi sui presupposti del rinvio pregiudiziale.

Il Consiglio di Stato solleva questione di pregiudizialità interpretativa invitando la Corte di giustizia dell'Unione europea, ai sensi dell'art. 267 TFUE, a pronunciarsi sui seguenti quesiti:

a) se la corretta interpretazione dell'art. art. 267 TFUE imponga al giudice nazionale, avverso le cui decisioni non possa proporsi un ricorso giurisdizionale di diritto interno, di operare il rinvio pregiudiziale su una questione di interpretazione del diritto UE, anche qualora possa escludersi un dubbio interpretativo sul significato da attribuire alla norma UE, ma non sia possibile provare in maniera circostanziata che l'interpretazione del giudice procedente sia quella suscettibile di essere data dai giudici degli altri Stati membri e dalla Corte di giustizia UE ove investiti di identica questione;

b) se sia possibile interpretare l'art. 267 TFUE, nel senso di escludere che il giudice nazionale, che abbia preso in esame e ricusato la richiesta di rinvio pregiudiziale di interpretazione del diritto della UE, sia sottoposto automaticamente o a discrezione della parte che propone l'azione, ad un procedimento per responsabilità civile e disciplinare.

c) per l'ipotesi in cui la Corte risolva negativamente i precedenti quesiti, se i principi euro-unitari - di libertà di stabilimento, di libera prestazione di servizi, di concorrenza, di proporzionalità, di legittimo affidamento, di non discriminazione, di libertà professionale, di libertà di accesso alle professioni e di abolizione delle «barriere all'accesso» delle professioni, di “diritto di lavorare”, di uguaglianza davanti alla legge, di motivazione degli atti nazionali - ostano ad una disciplina che prevede quale requisito di ammissione dei partecipanti al concorso notarile il “non essere stati dichiarati non idonei in tre precedenti concorsi”.

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