L'Adunanza plenaria si pronuncia in tema di intervento ad adiuvandum o ad opponendum e sui conflitti di competenza

Redazione Scientifica
25 Settembre 2022

Nel processo amministrativo, secondo l'Adunanza plenaria, l'intervento ad adiuvandum o ad opponendum può essere proposto solo da soggetto titolare di una posizione giuridica collegata o dipendente da quella del ricorrente in via principale o del controinteressato.

Secondo l'Adunanza plenaria nel processo amministrativo l'intervento ad adiuvandum o ad opponendumpuò essere proposto solo da un soggetto titolare di una posizione giuridica collegata o dipendente da quella del ricorrente in via principale o del controinteressato: pertanto, l'intervento non è ammissibile per il solo fatto che l'interveniente sia parte in un giudizio in cui venga in rilievo una quaestio iuris analoga o identica a quella da definire nel giudizio.

Qualora si affermasse la ritualità dell'intervento per la sola analogia o identità fra le quaestiones iuris controverse nei due giudizi, infatti, acquisterebbe rilievo nel processo amministrativo – in mancanza di un fondamento normativo - una nozione di interesse del tutto peculiare e svincolata dalla tipica valenza connessa a tale nozione, oltre che potenzialmente foriera di iniziative anche emulative, scisse dall'oggetto specifico del giudizio cui l'intervento si riferisce.

L'Adunanza plenaria, inoltre, relativamente ai conflitti di competenza, afferma i seguenti principi:

1) l'art. 10, comma 5, del d.lgs. n. 373 del 2003 va interpretato come riferito ai conflitti di competenza positivi o negativi, reali o virtuali, mentre la mera pendenza di due procedimenti identici, in assenza di provvedimenti giudiziari che costituiscano invasione della sfera di competenza riservata, non costituisce un'ipotesi di conflitto.

2) qualora il Tar per la Sicilia abbia declinato la propria competenza indicando la competenza di un altro Tar, il relativo regolamento di competenza va proposto dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana.

Infatti, ogni disposizione del codice del processo amministrativo, quando si riferisce al Consiglio di Stato, va intesa quale riferita a tutte le sezioni giurisdizionali, anche a quelle aventi sede a Palermo, ovvero al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, le cui competenze sono state date per presupposte dal codice del processo amministrativo, proprio perché costituisce una sezione del Consiglio di Stato.

Pertanto, le funzioni del giudice di appello (cioè del Consiglio di Stato) da esercitare ratione loci, e non già al solo mezzo dell'appello, ricomprendono anche il regolamento di competenza che il codice del processo attribuisce, per l'appunto, in via generale al giudice di appello.

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