Notifica dell'avviso ex art. 543: è possibile procedere via PEC?

27 Settembre 2022

Lo scritto si focalizza sugli adempimenti che vanno a perfezionare l'intera procedura del pignoramento presso terzi, chiarendo i dubbi sorti tra i professionisti a seguito della modifica all'art. 543 c.p.c. introdotta dalla legge n. 206/2021.

La modifica dell'art. 543 c.p.c. introdotta in virtù del combinato disposto dei commi 32 e 37 dell'art. 1 dalla legge 26 novembre 2021 n. 206, ha spiegato i propri effetti solo recentemente, stante l'entrata in vigore ritardata – di 180 giorno – rispetto al tempo della modifica vera e propria dell'articolo in parola.

Il nuovo art. 543 c.p.c., al comma 5, prevede oggi espressamente che: “Il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento”

Orbene, sin dalla data di entrata in vigore del presente aggiornamento normativo, gli avvocati hanno provveduto ad inviare gli avvisi de quibus sia tramite UNEP che tramite PEC – ove regolarmente censita nei registri pubblici per le notificazioni – ciò nonostante, a seguito di parere richiesto dall'UNEP di Salerno al Ministero della Giustizia, la Direzione Generale del Personale e della Formazione Ufficio IV- Reparto UNEP del Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi, si è espressa specificando quanto segue: “Trattandosi di adempimenti che vanno a perfezionare l'intera procedura del pignoramento presso terzi, l'attività posta in essere dal funzionario UNEP/ufficiale giudiziario va configurata nell'ambito dell'esecuzione forzata e i relativi atti di notifica dell'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura al debitore e al terzo sono da iscrivere nel registro cronologico Mod. C o C/ter con l'indicazione delle relative indennità di trasferta previste dalla normativa vigente per l'espletamento dei corrispettivi atti”.

Secondo parte degli Uffici NEP italiani, tale parere andrebbe interpretato nel senso di permettere la notifica di detti avvisi unicamente tramite Ufficiale Giudiziario e non, quindi, in proprio tramite l'utilizzo della PEC o della raccomandata prevista dalla legge n. 53 del 1994.

Tale interpretazione restrittiva, da un lato, non trova vero e proprio riscontro nel testo del parere appena citato che – come si evince dal tenore letterale dello stesso – in realtà si occuperebbe unicamente di determinare l'organizzazione interna degli Uffici in caso di notificazioni di questa tipologia di atti da parte dell'UNEP, dall'altro stabilisce – però – che l'attività del personale di detti uffici, finalizzata alla notificazione degli avvisi, dovrebbe inquadrarsi all'interno della medesima procedura esecutiva avviata tramite il pignoramento presso terzi.

Detta interpretazione ha portato ad ampie e complesse discussioni all'interno dei nostri uffici giudiziari che, proprio in questi giorni, sono sfociate anche in richieste di chiarimenti inviate direttamente all'indirizzo del Ministero della Giustizia.

In tal senso si segnala la nota del Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma del 22 settembre 2022, con la quale, l'Avv. Antonino Galletti ha sottolineato come detta interpretazioni, non solo non incontri affatto l'apprezzamento degli studiosi della materia – fra cui anche lo scrivente – e degli operatori del Diritto, ma anche come il dettato letterale della norma di cui all'art. 543 c.p.c. faccia – con tutta evidenza – riferimento al “creditore” come soggetto che deve – in via esclusiva – provvedere all'attività di comunicazione nei confronti del terzo e del debitore.

Posto che, il nuovo avviso previsto dal suddetto art. 543 c.p.c., ha a tutti gli effetti ampie similitudini e analogie con altre tipologie di avviso previste nell'ambito delle procedure esecutive – si veda ad esempio l'avviso ai creditori iscritti di cui all'art. 498 c.p.c. oppure anche l'avviso ai comproprietari di cui all'art. 599 c.p.c. – non si comprende come questo nuovo adempimento a carico del creditore procedente debba essere sottratto alla possibilità di notificazione in proprio degli atti giudiziari posto che, lo si ribadisce, non riveste carattere di specialità né risulta essere in alcun modo differente rispetto agli avvisi sopra esemplificati.

Da ultimo, poi, va ribadito il principio di carattere generale su cui si basano le procedure espropriative, e che prevede espressamente come gli atti di pignoramento debbano essere oggetto di attività diretta dell'ufficiale giudiziario, non tanto – però – in relazione all'attività notificatoria in sé e per sé ma, in realtà, in virtù dell'ingiunzione “che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'espropriazione e i frutti di essi.”, così come previsto dall'art. 492 c.p.c.

In virtù di quanto sin qui evidenziato, quindi, il parere fornito dal Ministero della Giustizia e, in particolare, l'interpretazione restrittiva che di tale parere stanno dando alcuni UNEP, deve – a parere dello scrivente – essere in toto criticata, poiché chiaramente non aderente al dettato normativo e ai principi fondanti dei procedimenti espropriativi previsti nel nostro ordinamento.

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