Il domicilio digitale rende nulla la notifica della sentenza di primo grado in cancellaria

Redazione scientifica
07 Ottobre 2022

La notifica della sentenza di prime cure in cancelleria, senza avvalersi della possibilità di eseguire la notifica presso l'indirizzo di posta elettronica del difensore e senza che sia emerso alcun problema di accessibilità del predetto indirizzo PEC per cause imputabili al destinatario, è affetta da nullità, senza che possa assumere rilievo l'eventuale restrizione del domicilio digitale alle sole comunicazioni.

Nell'ambito di una controversia relativa all'accertamento della sussistenza di un'impresa familiare, la Cassazione ha avuto modo di affrontare la questione relativa agli effetti della notifica della sentenza di merito in cancelleria a seguito dell'istituzione del domicilio digitale, indicato peraltro dal difensore nel primo atto difensivo.

Dopo aver richiamato le Sezioni Unite n. 10143/2012, la pronuncia ricorda l'intervento legislativo del 2014 con l'introduzione dell'art. 16-sexies d.l. n. 179/2012 rubricato «Domicilio digitale», in virtù del quale, eccettuata l'ipotesi di cui all'art. 366 c.p.c., «quando la legge prevede che le notificazioni degli atti in materia civile al difensore siano eseguite, ad istanza di parte, presso la cancelleria dell'ufficio giudiziario, alla notificazione con le predette modalità può procedersi esclusivamente quando non sia possibile, per causa imputabile al destinatario, la notificazione presso l'indirizzo di posta elettronica certificata, risultante dagli elenchi di cui all'art. 6-bis d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82, nonché dal registro generale degli indirizzi elettronici, gestito dal ministero della giustizia».

Ne consegue che «a seguito dell'introduzione della norma sul “domicilio digitale” - corrispondente all'indirizzo PEC che ciascun avvocato ha indicato al Consiglio dell'Ordine di appartenenza - la notificazione dell'impugnazione va eseguita all'indirizzo PEC del difensore costituito risultante dal ReGIndE, pur non indicato negli atti dal difensore medesimo, con conseguente nullità della notificazione effettuata presso la cancelleria dell'ufficio giudiziario innanzi al quale pende la lite, anche se il destinatario abbia omesso di eleggere il domicilio nel Comune in cui ha sede quest'ultimo, a meno che, oltre a tale omissione, non ricorra anche la circostanza che l'indirizzo PEC non sia accessibile per cause imputabili al destinatario».

Con particolare riferimento alla casistica in esame, è stato inoltre affermato che la notificazione del controricorso è validamente effettuata all'indirizzo di posta elettronica certificata indicata dal difensore di fiducia del ricorrente per cassazione esercente fuori giurisdizione. Dunque, fermo quanto previsto dall'art. 366 c.p.c. e salvo che non sia possibile per causa imputabile al destinatario, le notificazioni e le comunicazioni vanno eseguite al domicilio digitale. Concludendo, la notifica in cancelleria, senza avvalersi della possibilità di eseguire la notifica presso l'indirizzo di posta elettronica del difensore e senza che sia emerso alcun problema di accessibilità del predetto indirizzo PEC per cause imputabili al destinatario, è affetta da nullità, senza che possa assumere rilievo l'eventuale restrizione del domicilio digitale alle sole comunicazioni.

Non avendo la Corte territoriale correttamente applicato tali principi, la Cassazione accoglie il ricorso e cassa la sentenza impugnata con rinvio.

(Fonte: dirittoegiustizia.it)

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