Limite di lunghezza della relazione tecnica e invalutabilità delle eccedenze

Paola Martiello
27 Ottobre 2022

Se la lex specialis limita la lunghezza della relazione tecnica a un determinato numero di facciate, la Commissione non ha alcun margine di discrezionalità nella valutazione dell'offerta tecnica, in quanto le è precluso di prendere in considerazione tutte le pagine e i fogli prodotti in eccedenza, al fine di non alterare le regole della gara penalizzando le concorrenti che quei limiti, all'opposto, avevano rispettato. Con la conseguenza che se il numero di facciate valutabile determina l'incompletezza della relazione, l'Amministrazione dovrà escludere la concorrente che ha presentato tale relazione, o comunque attribuirle una valutazione estremamente penalizzante per mancata rispondenza dell'offerta stessa ai livelli minimi del servizio richiesti.

Il caso. Il Collegio è chiamato a valutare se, nel caso in cui la lex specialis limiti la lunghezza della relazione tecnica a un determinato numero di facciate, la Commissione abbia o meno margine di discrezionalità nella valutazione dell'offerta tecnica nella sua interezza e se possa dunque prendere in considerazione tutte le pagine e i fogli prodotti in eccedenza dai concorrenti.

La soluzione. Il Collegio, accogliendo il ricorso presentato dalla seconda in graduatoria, anzitutto osserva che se la Commissione avesse preso in considerazione il solo numero di pagine della relazione tecnica previste dalla lex specialis di gara, l'Amministrazione avrebbe dovuto procedere all'esclusione del concorrente o comunque procedere a una valutazione estremamente penalizzante della sua offerta, in quanto la relazione tecnica dello stesso, letta entro tali limiti, non dimostrava la rispondenza dell'offerta stessa ai livelli minimi del servizio richiesti.

Invero, osserva il TAR, se il seggio di gara, come previsto dal disciplinare, si fosse limitato a valutare gli elementi dell'offerta tecnica della prima in graduatoria, descritti nelle prime pagine della relazione, la seconda classificata avrebbe conseguito per il merito tecnico della propria offerta un punteggio superiore a quello dell'aggiudicataria.

A nulla rileva, poi, continua il Collegio, che il bando di gara e il disciplinare prevedessero espressamente l'esclusione solo in ipotesi di mancanza della relazione tecnica, nel caso di specie invece pacificamente dimessa dalla resistente: il punto è, infatti, che il disciplinare, con una formulazione perentoria, non consentiva alla Stazione appaltante di prendere in esame il contenuto dell'offerta tecnica eccedente i limiti dimensionali prescritti.

Né si potrebbe condurre a diversa conclusione l'osservazione secondo cui che il disciplinare, nello stabilire il numero massimo di fogli e facciate, si limita a indicare il formato della relazione, senza specificare in maniera circostanziata i requisiti dimensionali e di impaginazione da utilizzare all'interno di ciascun foglio.

Il Collegio, sul punto richiama l'orientamento giurisprudenziale secondo cui, in nome del principio di autoresponsabilità, “l'assenza di prescrizioni tipografiche (in ordine al tipo e formato dei caratteri, all'interlinea o ai margini), piuttosto che depotenziare la portata della prescrizione relativamente al numero di pagine, finendola sostanzialmente per farla ridondare in ambiguità o genericità, non fa altro che ampliare lo “spazio di libertà” di ciascun concorrente, il quale, ben può redigere la relazione nella forma prescelta (a tal proposito, v. Consiglio di Stato, n. 5112 del 5.7.2021) pur sapendo che lo sforamento del numero di pagine produce l'effetto penalizzante comminato dal bando” (così in T.A.R. Calabria, n. 1692/2021).

In conclusione: il Collegio, facendo applicazione dei suesposti principi, ritiene che se il numero di facciate della relazione tecnica presentata dal concorrente non rispetta quanto indicato dalla lex specialis di gara, la stessa deve considerarsi incompleta e pertanto l'Amministrazione dovrà escludere la concorrente che ha presentato tale relazione, o comunque attribuirle una valutazione estremamente penalizzante per mancata rispondenza dell'offerta stessa ai livelli minimi del servizio richiesti.

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