Onere di impugnare la lex specialis entro 30 gg dalla conoscenza dell'aggiudicazione, a nulla rilevando il momento dell'accesso agli atti

Il caso. Il Collegio è chiamato a valutare se la proposizione dell'istanza di accesso agli atti di gara da parte di un concorrente comporta la ‘dilazione temporale' del termine perentorio di trenta giorni previsto dall'art. 120 cod. proc. amm. per la contestazione degli atti di gara.

La soluzione. Il Tribunale, richiamando un precedente orientamento giurisprudenziale, rileva che la proposizione dell'istanza di accesso agli atti di gara comporta la dilazione temporale quando i motivi di ricorso conseguano alla conoscenza dei documenti che completano l'offerta dell'aggiudicatario (cfr. C.d.S., Ad. Plen. n. 12/2020).

Tale principio, non può applicarsi, come nel caso all'esame del Collegio, quando gli atti di gara oggetto dell'accesso erano già pienamente noti alla ricorrente già al tempo dell'aggiudicazione finale.

Se, a contrario, rileva il TAR, gli atti di gara diventano noti a seguito dell'accesso ai documenti, dai quale il concorrente può trarre i profili di possibile illegittimità, la dilazione temporale del termine utile alla proposizione del ricorso è consentita (cfr. C.d.S., Ad. Plen. n. 12/2020; vd altresì, tra le più recenti: T.A.R. Lazio, n. 13303/2022; T.A.R. Toscana, n. 369/2022).

In conclusione: il Tribunale, facendo applicazione dei suesposti principi, rileva che il termine di trenta giorni decorre dalla conoscenza dell'aggiudicazione e non dall'istanza di accesso agli atti ,ad eccezione della sopravvenuta conoscenza da parte del concorrente dei profili di invalidità all'esito dell'istanza di accesso ad atti di gara non noti al momento dell'indizione.