Istanza di astensione del verificatore (art. 20).

Gabriele Carlotti

Inquadramento

L'art. 20, comma 1, c.p.a. impone al verificatore l'obbligo di prestare il proprio ufficio, tranne che il giudice riconosca l'esistenza di un giustificato motivo per non svolgere l'incarico. L'ufficio di verificatore è dunque un munus publicum, il cui adempimento è obbligatorio per il soggetto nominato. In mancanza di un giustificato motivo, la non accettazione o l'inadempimento dell'incarico costituisce fonte di responsabilità civile, disciplinare e anche penale. In ogni caso la meritevolezza del motivo destinato a sorreggere l'eventuale richiesta di astensione del verificatore deve essere valutato dal giudice che lo ha nominato e al quale, dunque, il verificatore, onde provocarne una pronuncia, deve presentare un'apposita istanza, recante in motivazione la specifica indicazione delle ragioni che giustifichino la richiesta di poter essere esonerato dallo svolgimento dell'incarico. L'istanza deve anche esser corredata dei documenti, ove esistenti, idonei a dimostrare la sussistenza della causa di astensione ravvisata.

Il giudice può accogliere o rigettare la richiesta. Nel primo caso il verificatore sarà esonerato dall'incarico; nel secondo caso, invece, sarà comunque tenuto a prestare il proprio ufficio.

Sull'istanza di astensione decide il collegio che abbia, a norma degli artt. 65, comma 2, e 66 c.p.a., disposto la verificazione.

Il collegio decide con ordinanza e, nel caso in cui l'istanza sia accolta e l'effettuazione della verificazione ritenuta comunque necessaria, il giudice, con la stessa ordinanza o con altro successivo provvedimento, nominerà altro verificatore in sostituzione di quello astenutosi. Nel caso in cui l'istanza sia respinta, il verificatore, o il delegato di questi, potrà procedere allo svolgimento dell'incarico.

Per i depositi del ricorso, di atti, di richieste alla segreteria, di atti degli ausiliari del giudice e di parti non rituali e per istanze ante causam, occorre utilizzare i moduli informatici in formato PDF, rinvenibili sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa, con le istruzioni per la compilazione.

Formula

AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL ... [1]

SEZIONE ... [2]

ISTANZA [3] DI ASTENSIONE DEL VERIFICATORE [4]

Il sottoscritto, Sig./Dott. ... [5], nato a ... il ... (C.F. ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/presidente/direttore del ... [6], nominato organismo verificatore con l'ordinanza n. ... [7] del ..., in relazione al ricorso n. r.g. ... [8]

PROPOSTO DA

... [9],

CONTRO

Amministrazione/Ente/Autorità [10],

E NEI CONFRONTI DI

... ;

PER L'ANNULLAMENTO

- del provvedimento ..., prot. n. ..., notificato in data ..., avente ad oggetto ... [11];

- di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso ... [12].

PREMESSO IN FATTO

che, con suddetta ordinanza collegiale, pronunciata fuori udienza e comunicata allo scrivente dalla segreteria della sezione in data ... [13], Codesto Ecc.mo Tribunale ha disposto una verificazione, avente per oggetto i seguenti quesiti ... [14];

che, come accennato, con la predetta ordinanza, è stato individuato, quale organismo verificatore, ... [15];

CONSIDERATO IN DIRITTO

che il sottoscritto ha un giustificato motivo, ai sensi dell'art. 20, comma 1, c.p.a., per non svolgere l'incarico affidato [ricorrendo un obbligo di astensione/un caso di astensione facoltativa a norma dell'art. 51 c.p.c.], in quanto ... [16];

che la sussistenza di tale causa di astensione/giustificato motivo è dimostrata da ... [17];

che, quindi, il sottoscritto ha il dovere/ravvisa l'opportunità di astenersi dallo svolgere l'incarico affidato;

che, pertanto, sussistono i presupposti per l'accoglimento della istanza;

P.Q.M.

si chiede a Codesto Ecc.mo Tribunale di voler accogliere, ai sensi dell'art. 20, comma 1, c.p.a., l'istanza di astensione del sottoscritto, Dott./Sig. ..., sussistendo un giustificato motivo.

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [18].

Luogo e data ...

Firma ...

1. Va indicato il Tribunale amministrativo regionale avanti al quale pende la causa e che ha nominato il verificatore. Sebbene, infatti, il comma 1 dell'art. 20 c.p.a. non contenga una previsione analoga all'ultimo periodo del comma 2 della medesima disposizione, secondo cui della ricusazione del verificatore decide il giudice che lo ha nominato, tale regola di competenza risulta applicabile anche al caso della decisione sull'istanza di astensione del verificatore.

2. Nel caso di un tribunale amministrativo regionale articolato in più sezioni va indicata anche la sezione presso la quale è incardinato il giudizio.

3. L'istanza di astensione del verificatore non è un atto di parte e, pertanto, non debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il d.P.C.S. n. 167/2016, come modificato dal d.P.C.S. 16 ottobre 2017, n. 127.

4. L'art. 20, comma 2, c.p.a. prevede che il verificatore non ha l'obbligo di prestare l'incarico allorché ricorra un giustificato motivo e a tal fine occorre, dunque, presentare apposita istanza recante l'indicazione di detto motivo. L'art. 66 c.p.a., a differenza dell'art. 67, comma 2, c.p.a. (relativo alla consulenza tecnica d'ufficio), non fissa un termine entro il quale deve essere proposta, a pena di decadenza, l'istanza di astensione del verificatore. In ogni caso l'istanza deve essere presentata tempestivamente in relazione all'epoca in cui il capo dell'organismo verificatore abbia avuto conoscenza dell'ordinanza con il quale il collegio, a norma dell'art. 65, comma 2, c.p.a., abbia disposto la verificazione e lo abbia nominato (posto che in tale ordinanza sono indicate le parti ed è descritto l'oggetto della verificazione); dunque, l'istanza in parola dovrà esser presentata non appena ricevuta dall'organismo verificatore la comunicazione della segreteria, ai sensi dell'art. 66, comma 2, c.p.a., e comunque prima dell'inizio delle operazioni. Ha difatti chiarito la giurisprudenza, con riferimento al caso analogo della ricusazione del verificatore, che l'istanza di ricusazione del verificatore (che può essere proposta ai sensi dell'art. 20 c.p.a. per i motivi indicati nell'art. 51 c.p.c.), deve ritenersi sottoposta a precisi limiti temporali, idonei anche a scongiurare espedienti dilatori, e, segnatamente, entro e non oltre il primo atto del verificatore, comunque prima dell'inizio delle operazioni di verificazione, secondo un criterio desumibile anche dalla previsione di cui all'art. 52 comma 2 c.p.c. (T.A.R. Napoli II, n. 1502/2013).

Può anche accadere, tuttavia, che l'istanza di astensione non riguardi direttamente il capo dell'organismo verificatore, ma la persona da questi delegata, qualora il giudice abbia autorizzato la delega. In questa ipotesi deve reputarsi che non vada rivolta alcuna istanza direttamente al giudice, ma, almeno in prima battuta, al capo dello stesso organismo verificatore che provvederà all'indicazione, eventuale, di un altro delegato (e a richiedere la relativa autorizzazione al giudice)

5. Vanno indicate le generalità del capo dell'organismo verificatore.

6. Va indicata l'esatta denominazione dell'organismo verificatore e la qualifica rivestita dal capo di esso.

7. Occorre indicare gli estremi identificativi dell'ordinanza (o della sentenza non definitiva, ai sensi dell'art. 36, comma 2, c.p.a.) con la quale è stata ordinata la verificazione.

8. Inserire il numero di registro generale del ricorso.

9. Inserire il nome del ricorrente.

10. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica” o della diversa Autorità indicata nello statuto comunale; in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”.

11. Appare utile indicare altresì una breve descrizione dell'oggetto e del contenuto del provvedimento impugnato.

12. Indicare eventuali atti prodromici, preparatori o consequenziali di cui si chiede l'annullamento.

13. L'indicazione della data della comunicazione della segreteria può rilevare al fine di dimostrare, qualora occorra, la data in cui si sia avuta conoscenza dell'incarico di verificatore.

14. Stabilisce il comma 1 dell'art. 66 c.p.a. che il giudice, nell'ordinanza con la quale sia stata disposta una verificazione, debba anche formulare i quesiti, oltre a fissare un termine per il compimento delle operazioni di verificazione e per il deposito della relazione conclusiva.

15. Prevede il comma 2 dell'art. 19 c.p.a. che la verificazione deve essere affidata a un organismo pubblico, estraneo alle parti del giudizio, munito di specifiche competenze tecniche. Al riguardo si deve tener conto di quanto disposto dall'art. 7, comma 2, c.p.a., secondo cui, ai fini del codice del processo amministrativo, per pubbliche amministrazioni, si intendono anche i soggetti ad esse equiparati o comunque tenuti al rispetto dei principi del procedimento amministrativo.

16. Questa è la parte più rilevante dell'istanza. Occorre, infatti, indicare esattamente quale siano le circostanze di fatto che giustifichino l'istanza di astensione. Al riguardo l'art. 51 c.p.c., menzionato nel comma 2 dello stesso art. 20 c.p.a. (in relazione all'istanza di ricusazione), dispone che il giudice ha l'obbligo di astenersi:

1) se ha interesse nella causa o in altra vertente su identica questione di diritto;

2) se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto grado o legato da vincoli di affiliazione, o è convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori;

3) se egli stesso o la moglie ha causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito con una delle parti o alcuno dei suoi difensori;

4) se ha dato consiglio o prestato patrocinio nella causa, o ha deposto in essa come testimone, oppure ne ha conosciuto come magistrato in altro grado del processo o come arbitro o vi ha prestato assistenza come consulente tecnico;

5) se è tutore, curatore, amministratore di sostegno, procuratore, agente o datore di lavoro di una delle parti; se, inoltre, è amministratore o gerente di un ente, di un'associazione anche non riconosciuta, di un comitato, di una società o stabilimento che ha interesse nella causa.

In ogni altro caso in cui esistono gravi ragioni di convenienza, il giudice può richiedere al capo dell'ufficio l'autorizzazione ad astenersi; quando l'astensione riguarda il capo dell'ufficio l'autorizzazione è chiesta al capo dell'ufficio superiore.

Il codice di procedura civile prevede, dunque, alcune tassative ipotesi di astensione obbligatoria e reca una previsione generale in cui l'astensione è solo facoltativa; si tratta cioè di casi in cui la legge processuale rimette a una scelta discrezionale del giudice la decisione di astenersi, o no.

In ogni caso la genericità della locuzione normativa utilizzata dal comma 1 dell'art. 20 c.p.a. induce a ritenere che il verificatore possa chiedere di essere esonerato dall'incarico anche per motivi diversi da quelli indicati nell'art. 51 c.p.a., purché si tratti di motivi seri. Ad esempio, la giurisprudenza (T.A.R. Milano II, n. 1675/2021) ha chiarito che, dalla mera attività di pubblicazione di alcuni scritti, a firma congiunta del verificatore e del consulente di parte, non vi è ragione di inferire la sussistenza di una cointeressenza tra i due periti, né alcuno degli elementi fondanti l'obbligo di astensione previsti dall' art. 51 c.p.c., richiamato dall' art. 20, comma 2, c.p.a.

17. Particolare attenzione va prestata all'allegazione dei fatti o di elementi, anche documentali, idonei a dimostrare la ricorrenza di una causa di astensione onde comprovare la serietà di essa.

18. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, d.l. n. 168/2016, tutti gli adempimenti previsti dal Codice e dalle norme di attuazione inerenti ai giudizi introdotti con ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017, sono eseguiti con modalità telematiche, nel rispetto del decreto del Presidente del Consiglio di Stato, previsto dal comma 1 del predetto art. 13 e recante le regole tecnico-operative del processo amministrativo telematico (attualmente si tratta del d.P.C.S. 28 luglio 2021, pubblicato nella G.U. 2 agosto 2021, n. 183). Ai fini del deposito telematico, si dovranno utilizzare gli appositi moduli rinvenibili sul sito: www.giustizia-amministrativa.it. (in particolare, v. il Modulo Deposito per Ausiliari del Giudice e Parti non rituali/Atti, Tipologia: Altro).

Commento

Sebbene l'art. 20, comma 1, c.p.a. menzioni indifferentemente il verificatore e il consulente, non va obliterata la circostanza che il verificatore è, ai sensi dell'art. 19, comma 2, terzo periodo, c.p.a., un organismo pubblico, ossia un plesso organizzativo della pubblica amministrazione o un ente pubblico. Sicché il soggetto tenuto a presentare l'istanza di astensione è la persona fisica a capo dell'organismo verificatore (e che è, in genere, anche il rappresentante legale dell'organismo medesimo), responsabile del compimento di tutte le operazioni a norma dell'art. 66, comma 1, c.p.a. (oppure il soggetto da questo delegato, con l'autorizzazione del giudice).

L’istituto dell’astensione, al pari della ricusazione, sono volti ad assicurare la terzietà dell’ausiliario del giudice (Cass. I, n. 13667/2004).

La legge processuale non precisa in che cosa consista il “giustificato motivo” di astensione; sennonché, dal momento che sussiste una correlazione tra astensione e ricusazione, deve ritenersi che il verificatore debba o possa chiedere di non svolgere l'incarico per qualunque motivo di astensione, obbligatoria o facoltativa, riconducibile all'elenco di cui all'art. 51 c.p.c. Peraltro, stante l'ampia latitudine semantica della locuzione normativa, non può escludersi che possano giustificare l'accoglimento dell'istanza di astensione anche la sussistenza di ulteriori motivi, non espressamente contemplati dal sunnominato art. 51 c.p.c.

Deve, infine, reputarsi che sia rimessa al prudente apprezzamento del giudice la valutazione circa l'utilizzabilità, o meno, delle operazioni eventualmente compiute dal verificatore, poi astenutosi.

In ogni caso, la giurisprudenza ha escluso che l’obbligo di astensione di un verificatore possa discendere dalla mera attività di pubblicazione di alcuni scritti, a firma congiunta del verificatore e del consulente di parte (T.A.R. Milano II, n. 1675/2021).

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