Istanza per la ricusazione del verificatore (art. 20)

Gabriele Carlotti

Inquadramento

L'art. 20, comma 2, c.p.a. prevede che il verificatore possa essere ricusato dalle parti per i motivi indicati nell'art. 51 c.p.c. e che della ricusazione conosca il giudice che abbia nominato il verificatore. Onde provocare una pronuncia del giudice occorre dunque presentare un'apposita istanza, recante la specifica indicazione delle ragioni che giustifichino la richiesta. L'istanza deve anche esser corredata dei documenti, ove esistenti, idonei a dimostrare la sussistenza della causa di ricusazione denunciata. Sull'istanza decide il collegio che abbia adottato l'ordinanza con la quale, a norma degli artt. 65, comma 2, e 66 c.p.a., sia stata disposta la verificazione. Nel richiamare genericamente l'art. 51 c.p.c., in tema di astensione del giudice, l'art. 20, comma 2, c.p.a. non ha distinto tra astensione obbligatoria (per la quale può essere richiesta la ricusazione del giudice) e facoltativa e, quindi, deve ritenersi possibile ricusare il capo dell'organismo verificatore, o il delegato di questi (qualora il giudice abbia autorizzato la delega), anche quando ricorrano soltanto gravi ragioni di convenienza. Il collegio decide con ordinanza e, nel caso in cui l'istanza sia accolta e l'effettuazione della verificazione ritenuta comunque necessaria, il giudice, con la stessa ordinanza o con altro successivo provvedimento, nominerà altro verificatore in sostituzione di quello ricusato. Nel caso in cui l'istanza sia respinta, il verificatore, o il delegato di questi, potrà procedere allo svolgimento dell'incarico.

Formula

AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL .... [22] SEZIONE ....

ISTANZA [23] DI RICUSAZIONE DEL VERIFICATORE [24]

Nell'interesse di

- PERSONA FISICA] ...., nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ...., in relazione al ricorso n. r.g. [ ....] [25] proposto

- [PERSONA GIURIDICA] [26], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ...., in relazione al ricorso n. r.g. [ ....] proposto

CONTRO

[AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ] [27], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [28], elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ....,

E NEI CONFRONTI DI

Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ....,

PER L'ANNULLAMENTO

- del provvedimento ...., prot. n. ...., notificato in data ...., avente ad oggetto .... [29];

- di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso .... [30] .

PREMESSO IN FATTO

che, con ordinanza collegiale n. .... [31] del ...., pronunciata fuori udienza e comunicata dalla Segreteria della Sezione in data .... [32], questo Ecc.mo Tribunale ha disposto una verificazione, avente per oggetto i seguenti quesiti .... [33];

che, con la predetta ordinanza, è stato individuato, quale organismo verificatore, .... [34];

che il capo dell'organismo verificatore, responsabile del compimento di tutte le operazioni, è il Sig./ Dott. .... [35];

che il capo dell'organismo verificatore ha chiesto di poter delegare lo svolgimento delle operazioni di verificazione al Sig./Dott. .... [36], in servizio presso l'organismo verificatore sunnominato, e che tale delega è stata autorizzata da Codesto Ecc.mo Tribunale con ordinanza n. .... [37] del ....;

che, in data .... [38], si è conosciuto il nome del verificatore [o della persona delegata per la verificazione];

CONSIDERATO IN DIRITTO

che si ritiene che il capo dell'organismo verificatore/il funzionario delegato per la verificazione dovrebbe astenersi dallo svolgere l'incarico affidatogli, a norma dell'art. 51 c.p.c., in quanto .... [39];

che la sussistenza di tale causa di astensione è dimostrata da .... [40];

che, nondimeno, non risulta allo stato che il capo dell'organismo verificatore/il funzionario delegato per la verificazione abbia presentato alcuna istanza di astensione;

che, pertanto, sussistono i presupposti per ricusare il suddetto verificatore;

P.Q.M.

Voglia Codesto Ecc.mo Tribunale accogliere l'istanza di ricusazione del Dott./Sig. .... e provvedere, conseguentemente, alla nomina di altro verificatore [41] .

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, del d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che non è dovuto il contributo unificato, trattandosi di incidente processuale.

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [42] .

Luogo e data ....

Firma Avv. [43] .... [44]

[22] Va indicato il tribunale amministrativo regionale avanti al quale pende la causa e che ha nominato il verificatore. Dispone, infatti, il comma 2 dell'art. 20 c.p.a. che della ricusazione del verificatore decide il giudice che lo ha nominato.

[23]Nel caso di un tribunale amministrativo regionale articolato in più sezioni va indicata anche la Sezione presso la quale è incardinato il giudizio.

[24]L'istanza è un atto di parte e, pertanto, debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il d.P.C.S. n. 167/2016, come modificato dal d.P.C.S. n. 127/2017.

[25] L'art. 20, comma 2, c.p.a. prevede che il verificatore possa essere ricusato dalle parti e a tal fine occorre, dunque, presentare apposita istanza. L'art. 66 c.p.a., a differenza dell'art. 67, comma 2, c.p.a. (relativo alla consulenza tecnica d'ufficio), non fissa un termine entro il quale deve essere proposta, a pena di decadenza, l'istanza di ricusazione del verificatore. Si segue, tuttavia, al riguardo, l'indirizzo giurisprudenziale (v. il commento), secondo cui si applica in via analogica anche al verificatore il comma 2 dell'art. 67 c.p.a. e, nondimeno, la relativa istanza deve essere presentata non appena la parte abbia avuto conoscenza dell'ordinanza con il quale il collegio, a norma dell'art. 65, comma 2, c.p.a., abbia disposto la verificazione e nominato il verificatore e, dunque, in udienza (o in camera di consiglio), qualora l'ordinanza sia stata pronunciata in udienza (o in camera di consiglio); altrimenti, una volta ricevuta la comunicazione da parte della segreteria, ai sensi dell'art. 33, comma 3, c.p.a., se l'ordinanza sia stata pronunciata fuori dell'udienza (o della camera di consiglio). In ogni caso l'istanza dovrebbe essere presentata prima dell'avvio delle operazioni di verificazione. La segreteria, in tal caso, comunica l'ordinanza alle parti costituite entro 5 giorni (art. 89, comma 3, c.p.a.). Può anche accadere, tuttavia, che l'istanza di ricusazione non riguardi direttamente il capo dell'organismo verificatore, ma la persona da questi delegata, qualora il giudice abbia autorizzato la delega. In quest'ultima evenienza l'istanza di ricusazione dovrà essere proposta dalla parte subito dopo aver avuto conoscenza del nome della persona delegata.

[26]Inserire il numero di registro generale del ricorso.

[27]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, la stessa sta in giudizio in persona del legale rappresentante, e si dovranno indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale.

[28]A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro l'Amministrazione “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica” o della diversa Autorità indicata nello statuto comunale; in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”.

[29]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il tribunale amministrativo regionale; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979).

[30]Appare utile indicare altresì una breve descrizione dell'oggetto e del contenuto del provvedimento.

[31]Indicare eventuali atti prodromici, preparatori o consequenziali di cui si chiede l'annullamento.

[32]Occorre indicare gli estremi identificativi dell'ordinanza con la quale il collegio, a norma degli artt. 65, comma 2, e 66 c.p.a., ha disposto la verificazione.

[33]L'indicazione della data della comunicazione della segreteria può rilevante al fine di dimostrare, qualora occorra, la data in cui si sia avuta conoscenza del nome della persona incaricata della verificazione.

[34]Stabilisce il comma 1 dell'art. 66 c.p.a. che il giudice, nell'ordinanza con la quale sia stata disposta una verificazione, debba anche formulare i quesiti, oltre a fissare un termine per il compimento delle operazioni di verificazione e per il deposito della relazione conclusiva.

[35]Prevede il comma 2 dell'art. 19 c.p.a. che la verificazione deve essere affidata a un organismo pubblico, estraneo alle parti del giudizio, munito di specifiche competenze tecniche. Al riguardo si deve tener conto di quanto disposto dall'art. 7, comma 2, c.p.a., secondo cui, ai fini del codice del processo amministrativo, per pubbliche amministrazioni, si intendono anche i soggetti ad esse equiparati o comunque tenuti al rispetto dei principi del procedimento amministrativo.

[36]Va indicato il nome del capo dell'organismo verificatore che, in base all'art. 66 c.p.a., è responsabile del compimento di tutte le operazioni.

[37]Ai sensi dell'art. 66, comma 1, c.p.a. il capo dell'organismo verificatore può chiedere al giudice di essere autorizzato a delegare il compimento delle operazioni di verificazione a un altro soggetto. In questo caso la causa di ricusazione potrebbe riguardare direttamente il solo delegato.

[38]Occorre indicare gli estremi del provvedimento con il quale il tribunale abbia autorizzato il capo dell'organismo verificatore a delegare lo svolgimento dell'incarico a un'altra persona. Posto che l'art. 65, comma 2, c.p.a. stabilisce che il collegio provvede sulla verificazione con ordinanza, deve ritenersi che anche l'autorizzazione alla delega debba essere data con un'ordinanza collegiale.

[39]Anche in questo caso potrebbe rilevare, al fine di dimostrare la serietà dell'istanza e la buona fede del richiedente, l'indicazione della data in cui si sia avuto conoscenza del nome della persona delegata per la verificazione.

[40]Questa è la parte più rilevante dell'istanza. Occorre, infatti, indicare esattamente quale siano le circostanze di fatto che giustifichino, ad avviso del richiedente, la proposizione dell'istanza di ricusazione. Al riguardo il comma 2 dell'art. 20 c.p.a. prevede che il verificatore possa essere ricusato dalle parti per i motivi indicati nell'art. 51 c.p.c. L'art. 51 c.p.c. dispone che il giudice ha l'obbligo di astenersi: 1) se ha interesse nella causa o in altra vertente su identica questione di diritto; 2) se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto grado o legato da vincoli di affiliazione, o è convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori; 3) se egli stesso o la moglie ha causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito con una delle parti o alcuno dei suoi difensori; 4) se ha dato consiglio o prestato patrocinio nella causa, o ha deposto in essa come testimone, oppure ne ha conosciuto come magistrato in altro grado del processo o come arbitro o vi ha prestato assistenza come consulente tecnico; 5) se è tutore, curatore, amministratore di sostegno, procuratore, agente o datore di lavoro di una delle parti; se, inoltre, è amministratore o gerente di un ente, di un'associazione anche non riconosciuta, di un comitato, di una società o stabilimento che ha interesse nella causa. In ogni altro caso in cui esistono gravi ragioni di convenienza, il giudice può richiedere al capo dell'ufficio l'autorizzazione ad astenersi; quando l'astensione riguarda il capo dell'ufficio l'autorizzazione è chiesta al capo dell'ufficio superiore. Il codice di procedura civile prevede, dunque, alcune tassative ipotesi di astensione obbligatoria e reca inoltre una previsione generale in cui l'astensione è opportuna, ma solo facoltativa; si tratta cioè di casi in cui la legge processuale rimette a una scelta discrezionale del giudice la decisione di astenersi, o no. Va poi segnalato che il successivo art. 52, primo comma, c.p.c. prevede che ciascuna delle parti possa proporre istanza di ricusazione nei soli casi in cui sia fatto obbligo al giudice di astenersi. Sicché il codice di procedura civile circoscrive le ipotesi in cui sia possibile ricusare il giudice ai soli casi di astensione obbligatoria e non anche a quelli di astensione facoltativa. Deve allora ritenersi che, nel richiamare l'intero art. 51 c.p.c. senza operare alcuna distinzione tra astensione obbligatoria o facoltativa, l'art. 20, comma 2, c.p.a. ha dato rilievo, ai fini della ricusazione del verificatore, anche alle ipotesi di astensione soltanto facoltativa, la cui concreta rilevanza, ai fini dell'eventuale accoglimento dell'istanza proposta dalle parti, sarà valutata dal giudice.

[41]L'art. 52, primo comma, c.p.c. prevede l'istanza di ricusazione deve contenere i motivi specifici e i mezzi di prova. Particolare attenzione va dunque prestata all'allegazione dei fatti o di elementi, anche documentali, idonei a dimostrare la ricorrenza di una causa di astensione.

[42]La richiesta al tribunale di provvedere alla nomina di un altro verificatore, in sostituzione di quello ricusato (qualora la relativa istanza sia stata accolta), è una domanda consequenziale della parte che abbia interesse al rapido svolgimento dello specifico mezzo istruttorio.

[43]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, d.l. n. 168/2016, tutti gli adempimenti previsti dal Codice e dalle norme di attuazione inerenti ai giudizi introdotti con ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017, sono eseguiti con modalità telematiche, nel rispetto del decreto del Presidente del Consiglio di Stato, previsto dal comma 1 del predetto art. 13 e recante le regole tecnico-operative del processo amministrativo telematico (attualmente si tratta del d.P.C.S. 28 luglio 2021, pubblicato nella G.U.R.I. 2 agosto 2021, n. 183). Ai fini del deposito telematico, si dovranno utilizzare gli appositi moduli rinvenibili sul sito: www.giustizia-amministrativa.it. Si segnala che l'obbligo, di cui all'art. 7, comma 4, d.l. n. 168/2016, di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi, è venuto meno per effetto della sopravvenuta abrogazione del predetto comma 4 ad opera dell'art. 4, comma 1, d.l. n. 28/2020, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 70/2020.

[44]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dalle regole tecnico-operative del PAT (attraverso il Modulo Deposito Atto/Documenti, Atti, Tipologia: Altro).

[45]Deve ritenersi applicabile in via analogica l'art. 18, comma 3, c.p.a., secondo cui la domanda di ricusazione debba essere firmata personalmente dalla parte o dall'avvocato munito di procura speciale.

Commento

Va segnalato che l'art. 67, comma 2, c.p.a., in tema di consulenza tecnica d'ufficio, prevede che le istanze di astensione o di ricusazione del consulente devono essere presentate, a pena di decadenza, entro il termine di cui al comma 1 dello stesso articolo, ossia entro il termine (finale) – fissato nell'ordinanza collegiale con la quale sia stata disposta la consulenza – in cui il consulente deve comparire avanti al magistrato delegato per assumere l'incarico e prestare il giuramento. Tale disposizione, che segna la preclusione temporale per la proposizione di dette istanze (le quali devono, pertanto, ritenersi inammissibili, se tardive), è stata ritenuta dalla giurisprudenza (Cons. St. III, n. 5238/2021) applicabile analogicamente anche al caso delle medesime istanze proposte nei confronti del verificatore, sebbene l'art. 66 c.p.a., dedicato alla verificazione, taccia del tutto sul punto. Sennonché, non essendo previsto dal Codice che il verificatore presti il giuramento, la medesima giurisprudenza ha ritenuto che il termine finale per la proposizione delle istanze in parola debba essere individuato entro e non oltre il primo atto del verificatore e, comunque, prima dell'inizio delle operazioni di verificazione, secondo un criterio desumibile dall'art. 52, comma 2, c.p.c. Diversamente opinando, si ammetterebbe che la parte a sfavore della quale la relazione di consulenza si esprima possa dolersi strumentalmente dell'eventuale incompatibilità del tecnico incaricato solo dopo aver conosciuto la relazione. In caso di tardiva presentazione dell'istanza di ricusazione deve, pertanto, ritenersi che la verificazione rimarrà ritualmente acquisita al processo (almeno con riferimento a detto specifico profilo). In siffatta eventualità, rimane ferma, tuttavia, la facoltà per il giudice di sostituire, se del caso, il verificatore.

Sebbene l'art. 20, comma 2, c.p.a. menzioni indifferentemente il verificatore e il consulente, non va obliterata la circostanza che il verificatore è, ai sensi dell'art. 19, comma 2, terzo periodo, c.p.a., un organismo pubblico, ossia un plesso organizzativo della pubblica amministrazione; sicché il soggetto investito dall'istanza di ricusazione è più propriamente la persona fisica a capo dell'organismo verificatore (e che è, in genere, anche il rappresentante legale dell'organismo medesimo), nonché responsabile del compimento di tutte le operazioni a norma dell'art. 66, comma 1, c.p.a., oppure il soggetto da questi delegato, giusta autorizzazione del giudice.

Qualora l'istanza di ricusazione venga accolta, deve reputarsi rimessa al prudente apprezzamento del giudice la valutazione delle operazioni eventualmente compiute dal verificatore, poi ricusato.

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