Istanza di riunione (art. 70)

Roberto Chieppa

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 70 c.p.a., il collegio può, su istanza di parte o d'ufficio, disporre la riunione dei ricorsi. La riunione risponde a specifiche esigenze processuali e, in particolare, mira a realizzare economie processuali, oltre che una maggiore uniformità delle decisioni. Per chiedere la riunione occorre che i ricorsi pendano innanzi al medesimo tribunale e che tra loro esista una connessione. Quest'ultima può essere di tipo oggettivo e/o soggettivo. La prima ipotesi ricorre, ad esempio, quando vi sia una connessione tra gli atti impugnati, oppure quando i ricorsi siano accomunati da una identità di questioni; la seconda ipotesi ricorre quando vi sia identità di parti. Un tipico caso di connessione, che resta sempre una facoltà per il giudice, è costituito da ricorsi proposti per l'annullamento dello stesso provvedimento. In alcuni casi è possibile disporre la riunione anche in presenza di riti diversi, individuando il rito applicabile ai sensi dell'art. 32 c.p.a.

Formula

AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL .... SEZIONE .... [23]

ISTANZA DI RIUNIONE

Nell'interesse di [PARTE RICORRENTE], elettivamente domiciliato/a in ...., via/ piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti a margine del ricorso;

in relazione ai ricorsi:

N. R.G. ...., proposto da [PARTE RICORRENTE] contro [PARTE RESISTENTE] e nei confronti di [CONTROINTERESSATO];

N. R.G. ...., proposto da [PARTE RICORRENTE] contro [PARTE RESISTENTE] e nei confronti di [CONTROINTERESSATO];

[eventualmente indicare altri ricorsi interessati dall'istanza]

* * *

Si ritiene che, in relazione ai ricorsi indicati, sussistano i presupposti per procedere alla loro riunione, poiché ....

[indicare la sussistenza dei presupposti per disporre la riunione dei ricorsi, rappresentando che gli stessi pendono innanzi il medesimo giudice e sussiste una ragione di connessione, oggettiva/soggettiva, che rende opportuna la loro trattazione congiunta; rappresentare, se del caso, che ove non si disponesse la riunione, eventuali decisioni contrastanti potrebbero arrecare una lesione alla certezza del diritto e all'effettività della tutela]

PER TALI MOTIVI

si chiede che codesto Ecc.mo Giudice disponga, ai sensi dell'art. 70 c.p.a., la riunione dei suindicati ricorsi.

Luogo e data ....

Firma Avv. [24] ....

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [25] .

[23]Ai sensi dell'art. 136, comma 2, c.p.a., i difensori sono tenuti a depositare tutti gli atti e i documenti con modalità telematiche. A tal fine, il deposito avviene mediante l'utilizzo del modulo disponibile sul sito www.giustizia-amministrativa.it, da inviare via PEC alla segreteria del tribunale adito (vedi le relative istruzioni disponibili sul sito www.giustizia-amministrativa.it).

[24]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 1 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”).

[25]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo, di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi.

Commento

L'art. 70 c.p.a. conferisce al giudice amministrativo il generale potere discrezionale di disporre la riunione di ricorsi connessi. La competenza è del Collegio che può anche provvedervi d'ufficio. In caso di ricorso per motivi aggiunti, svolto con separato atto, il giudice provvede alla riunione ai sensi dell'art. 43 c.p.a.

I presupposti per la riunione dei ricorsi

Ai sensi dell'art. 70 la riunione può disporsi in caso di ricorsi “connessi”. La sinteticità della disposizione rende applicabile l'istituto della riunione in presenza di ragioni di connessione, qualificabili sia in termini oggettivi, sia soggettivi. Ai fini di tale apprezzamento, assume rilievo, in particolare, la circostanza che i giudizi vertono sulla medesima vicenda procedimentale e sostanziale, il coinvolgimento delle medesime parti processuali, nonché, più in generale, l'unitarietà della vicenda sostanziale dedotta in giudizio.

Tradizionalmente si individua una connessione procedimentale (quando gli atti impugnati con i diversi ricorsi siano tra loro collegati o dipendenti), una connessione oggettiva (quando le questioni sono identiche) e una di tipo soggettivo (che ricorre quando le parti dei diversi ricorsi sono identiche). Si pensi ad esempio al caso di ricorsi proposti dalle parti avverso il medesimo provvedimento sanzionatorio ovvero al caso di impugnazione da parte dei medesimi ricorrenti di un piano di governo del territorio e di successiva impugnazione di una delibera esecutiva del medesimo, o ancora a più domande risarcitorie avverso il medesimo provvedimento.

Diversità del rito

Si ritiene peraltro ostativo alla riunione la circostanza che le cause sono sottoposte a riti diversi (ad es., rito camerale nel caso di giudizio di ottemperanza e udienza pubblica in quello di merito ordinario), richiedendosi che le cause attengono al medesimo tipo di giudizio e sempre che i ricorsi pendano nel medesimo grado, salvo che la necessità di instaurare due distinti giudizi dipenda da una obiettiva incertezza su come configurare la patologia dell'atto adottato (precisamente: se esso debba essere considerato nullo, in quanto elusivo o violativo di giudicato, ovvero illegittimo per vizi propri e per la prima volta rilevabili), con la conseguenza che il giudice stesso non può che essere chiamato ad un esame complessivo della vicenda sulla base di una trattazione congiunta (Cons. St., Ad. plen., n. 2/2013).

Decisione

La decisione può essere assunta d'ufficio o su istanza di parte ed è assunta dal Collegio. La decisione del giudice di riunire i ricorsi connessi avviene generalmente dopo l'udienza di discussione, ed è adottata insieme con la decisione definitiva o, prima (con ordinanza) in vista di un'uniforme decisione definitiva delle cause e quando le parti hanno ormai definito le loro posizioni. Si tratta di un potere discrezionale, con conseguente insindacabilità della decisione in appello (Cons. St. III, n. 3518/2016; Cons. St. V, n. 1509/2016), se non nei ristretti limiti in cui la mancata riunione ha in concreto inciso sul contenuto della sentenza definitiva del processo, in senso sfavorevole alla parte soccombente, la quale è onerata di allegare e dimostrare il nesso causale tra diniego di riunione e ingiustizia della sentenza (Cons. St. VI, n. 2662/2013).

Naturalmente, anche dopo la riunione, stante l'autonomia dei singoli ricorsi, ben potranno aversi esiti diversi in ragione, ad esempio, di profili di inammissibilità che sussistono per taluni e non per altri. Ciò vale anche per la decisione in merito alla liquidazione delle spese giudiziali, la quale è operata in relazione a ciascun giudizio riunito, dovendosi avere riguardo alle singole domande al fine di accertare la soccombenza, non potendo riguardare soggetti che non sono parti in causa.

Il giudice può anche disporre, con decisione successiva, la separazione dei ricorsi riuniti, qualora apprezzi che siano venute meno le ragioni che avevano portato alla riunione. Il giudizio proseguirà in maniera autonoma per ciascun ricorso. Così il giudice può disporre, nel corso della decisione, la separazione delle cause, se vi è istanza di tutte le parti, ovvero quando la continuazione della loro riunione ritarderebbe o renderebbe più gravoso il processo (T.A.R. Abruzzo (L'Aquila) I, 19 marzo 2015, n. 183; Con. St. IV, n. 246/2004).

In caso di istanza di riunione, il Presidente può limitarsi a fissare la stessa udienza di discussione i ricorsi connessi, al fine di consentire che il Collegio disponga eventualmente la loro riunione.

Per la diversa ipotesi dell'abbinamento dei ricorsi, si veda il commento alla formula “Istanza di abbinamento dei ricorsi”.

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