Memoria conclusionale del ricorrente (art. 73)

Roberto Chieppa

Inquadramento

Fissata l'udienza di discussione, si apre la fase in cui le parti, mediante lo scambio di memorie e documenti, procedono ad un contraddittorio scritto sulle questioni di causa. Il Codice individua termini precisi e perentori per tale scambio che possono essere derogati, in casi eccezionali, solo su autorizzazione del giudice (per il deposito di memorie si prevedono, in particolare, 30 giorni liberi prima dell'udienza, soggetti a dimezzamento nel caso dei giudizi abbreviati ex art. 119 c.p.a.). Nella memoria conclusionale la parte ha l'opportunità di precisare i motivi di doglianza presenti nel ricorso, nonché di replicare alle difese eventualmente svolte nella costituzione delle altre parti processuali. Alla stessa di applicano i medesimi limiti dimensionali del ricorso.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [ ....] [1]

Sez. .... Ricorso R.G. .... - Udienza del ....

MEMORIA CONCLUSIONALE

Nell'interesse di

- [PERSONA FISICA/GIURIDICA], rappresentata e difesa da ...., presso il cui studio è elettivamente domiciliata in ....;

CONTRO

- [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato],

- resistente -

E NEI CONFRONTI DI

- [PERSONA FISICA]/[PERSONA GIURIDICA, in persona del legale rappresentante pro tempore], rappresentato e difeso da ....

- controinteressato -

FATTO E DIRITTO

[richiamare sinteticamente i fatti e le tesi svolte nel ricorso a sostegno delle proprie domande, soffermandosi su eventuali fatti o argomenti ritenuti principali o idonei a replicare alle eventuali difese svolte nella memoria di costituzione della parte resistente e dei controinteressati]

[indicare eventuali istanze di remissione in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea o di legittimità costituzionale, se non rappresentate nel ricorso]

[indicare eventuali istanze istruttorie, se non formulate nel ricorso]

[indicare eventuali motivi a cui si intende rinunciare]

P.Q.M.

Si chiede che codesto ecc.mo Tribunale voglia accogliere il ricorso in epigrafe, con consequenziale annullamento dell'atto impugnato, con vittoria di spese, diritti e onorari.

Luogo e data ....

Firma Avv. [2] ....

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [3].

[1]L'atto è indirizzato al T.A.R. adito per il ricorso principale.

[2]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”).

[3]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi.

Commento

La memoria conclusionale è l'atto con cui la parte ha la possibilità, da un lato, di richiamare gli argomenti principali del ricorso, ponendo l'enfasi sui profili più evidenti di illegittimità dell'atto; dall'altro, qualora la parte resistente o il controinteressato abbiano svolto nelle memorie di costituzione le loro difese, la memoria consente di svolgere una prima replica al riguardo.

Il trascorso di un certo lasso temporale tra il ricorso e la memoria può aver, inoltre, fatto emergere nuovi elementi in fatto o nuovi argomenti in diritto che, nei limiti in cui non integrino motivi aggiunti o domande nuove, possono essere rappresentati al giudice a sostegno delle proprie richieste, anche solo per evidenziare i profili di illegittimità già fatti valere.

Analogamente, può accadere che il ricorrente voglia rinunciare a uno o più dei motivi svolti nel ricorso originario.

Trattandosi di atto di parte, alla memoria si applicano i limiti di sinteticità previsti dal d.P.C.d.S. n. 167/2016 (art. 3), in relazione alle controversie indicate: nel caso del rito ordinario, rito abbreviato comune di cui all'art. 119 c.p.a., rito appalti, rito elettorale – e nei giudizi di ottemperanza a decisioni rese nell'ambito di tali riti – la memoria non deve superare i 70.000 caratteri (corrispondenti a circa 35 pagine nel formato standard di cui all'articolo 8 del decreto citato). Per effetto della modifica apportata dal d.P.C.d.S. 16 ottobre 2017, tali limiti si applicano anche alle morie di replica. Tali limiti sono derogabili, su autorizzazione, in determinati casi previsti dal decreto (v. anche formula “Istanza di autorizzazione preventiva al deposito di atti che superano i limiti del decreto sinteticità”).

Con riferimento ai termini previsti per il deposito della memoria, ai sensi dell'art. 73 c.p.a., questa si può presentare sino a 30 giorni liberi prima della udienza (in caso di termine che scade il giorno festivo, dovrà essere anticipato al giorno precedente non festivo e, per quanto riguarda i termini che si calcolano a ritroso, il sabato è da ritenersi un giorno lavorativo; cfr. T.A.R. Lazio (Roma) II, 22 gennaio 2014, n. 787).

Si tratta di termini perentori, come precisato dalla giurisprudenza, che ha anche chiarito che i termini previsti dall'art. 73, comma 1, non possono essere superati sul semplice accordo delle parti, essendo il deposito tardivo di memorie e documenti ammesso in via del tutto eccezionale nei soli casi di dimostrazione della estrema difficoltà di produrre l'atto nei termini di legge (art. 54, comma 1).

La violazione dei predetti termini, in quanto espressione di un precetto di ordine pubblico sostanziale posto a presidio del contraddittorio e dell'ordinato lavoro del giudice, conduce all'inutilizzabilità processuale delle memorie e dei documenti, che vanno considerati tamquam non essent ed espunti dagli atti del giudizio (Cons. St. V, n. 3705/2017; Cons. St. III, n. 24/2015; Cons. St. III, n. 1335/2015; Cons. St. III, n. 1640/2013; Cons. St. V, n. 6690/2012, T.A.R. Emilia-Romagna (Parma) I, n. 179/2016; T.A.R. Lombardia (Brescia) II, 18 ottobre 2017 n. 1255; T.A.R. Campania (Salerno) I, 17 ottobre 2017, n. 149).

A seguito dell'entrata in vigore del processo telematico la possibilità di depositare ricorso e atti con modalità telematiche ha posto il problema della rilevanza dell'orario di deposito, che era alle ore 12 per i depositi antecedenti all'entrata in vigore del Pat. L'art. 4, comma 4, disp. att. c.p.a. prevede che “È assicurata la possibilità di depositare con modalità telematica gli atti in scadenza fino alle ore 24:00 dell'ultimo giorno consentito. Il deposito è tempestivo se entro le ore 24:00 del giorno di scadenza è generata la ricevuta di avvenuta accettazione, ove il deposito risulti, anche successivamente, andato a buon fine. Agli effetti dei termini a difesa e della fissazione delle udienze camerali e pubbliche il deposito degli atti e dei documenti in scadenza effettuato oltre le ore 12:00 dell'ultimo giorno consentito si considera effettuato il giorno successivo”. La prima giurisprudenza ha interpretato tale disposizione nel senso che il termine ultimo di deposito alle ore 12 permane, anche all'indomani dell'entrata in vigore del Pat, come termine di garanzia del contraddittorio tra le parti e della corretta organizzazione del lavoro del Collegio giudicante Cons. St. III, n. 3136/2018 Cons. giust. amm. Sicilia, n. 344/2018 che applica lo stesso principio a tutti quegli atti depositati in funzione di un'udienza, camerale o pubblica); successivamente è stato affermato invece che la possibilità di depositare gli atti in forma telematica è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito dal citato art. 4, comma 4, e tale soluzione non contrasta con quanto indicato dell'ultimo periodo della stessa disposizione, secondo cui il deposito degli atti e dei documenti in scadenza effettuato oltre le ore 12 dell'ultimo giorno si considera eseguito il giorno successivo. Questo effetto, posto a garanzia del diritto di difesa delle controparti, significa unicamente che per contestare gli atti depositati oltre le ore 12 i termini per controdedurre decorrono dal giorno successivo (Cons. St. IV, n. 3309/2018; Cons. St. III, n. 4833/2018; T.A.R. Toscana, 4 gennaio 2019, n. 7).

In attesa di un chiarimento definitivo sul punto, si era suggerito rispettare l'orario delle 12 se si deposita l'ultimo giorno utile per evitare di incorrere in decadenze.

Tale chiarimento sembra tuttavia essere arrivato a seguito di Corte cost., n. 75/2019, che, benché con riferimento al processo civile, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 16-septies d.l. n. 179/2012 inserito dall'art. 45-bis, comma 2, lettera b), d.l. n. 90/2014, nella parte in cui prevede che la notifica eseguita con modalità telematiche la cui ricevuta di accettazione è generata dopo le ore 21 ed entro le ore 24 si perfeziona per il notificante alle ore 7 del giorno successivo, anziché al momento di generazione della predetta ricevuta. Ha osservato la Corte che il divieto di notifica per via telematica oltre le ore 21 ha lo scopo di tutelare il destinatario, per salvaguardarne, cioè, il diritto al riposo in una fascia oraria (dalle 21 alle 24) in cui egli sarebbe stato, altrimenti, costretto a continuare a controllare la propria casella di posta elettronica; ma non anche giustifica la corrispondente limitazione nel tempo degli effetti giuridici della notifica nei riguardi del mittente, al quale – senza che ciò sia funzionale alla tutela del diritto al riposo del destinatario e nonostante che il mezzo tecnologico lo consenta – viene invece impedito di utilizzare appieno il termine utile per approntare la propria difesa: termine che l'art. 155 c.p.c. computa «a giorni» e che, nel caso di impugnazione, scade, appunto, allo spirare della mezzanotte dell'ultimo giorno.

Applicando tale interpretazione anche al processo amministrativo si giunge alla conclusione che pure in tale giudizio la possibilità di depositare gli atti in forma telematica è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito, come chiarito da Cons. St. IV, n. 3419/2019, secondo cui la possibilità di depositare con modalità telematica atti in scadenza è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito secondo i termini perentori senza che l'orario di deposito telematico possa assumere rilevanza preclusiva.

Tuttavia, tale orientamento non si è consolidato e permane un contrasto tra le tesi che richiede che il deposito avvenga entro le ore 12 dell'ultimo giorno utile per la presentazione della memoria, dovendosi dopo tale orario intendersi come «effettuato il giorno successivo» (Cons. St. VI, n. 3149/2020; Cass. V, n. 1137/2020; Cass. V, n. 1372/2020; Cass. V, n. 8241/2020; T.A.R. Sicilia (Catania) I, 23 settembre 2020, n. 2292; T.A.R. Lombardia IV, 8 giugno 2020, n. 1031) e la tesi che consente invece anche nell'ultimo giorno utile il deposito entro le ore 24 (Cons. St. V, n. 1451/2020; T.A.R. Lazio II-quater, 18 marzo 2020, n. 3376). La prima tesi non sembra tenere conto della sopra menzionata sentenza della Corte costituzionale.

Il mancato rispetto dei termini deve essere verificato in relazione all'udienza in cui effettivamente l'affare viene trattenuto in decisione, poiché la perentorietà del termine per il deposito di memorie difensive e documenti è posta a presidio del contraddittorio. Sicché il differimento dell'udienza impone di computare i termini a ritroso sanciti dal menzionato art. 73 in relazione alla nuova data (Cons. St. V n. 6261/2012; T.A.R. Sicilia (Catania) I, n. 2950/2016).

Di conseguenza, si deve fare attenzione a prestare adesione ad una istanza di rinvio dell'udienza formulata da controparte, che potrebbe avere l'effetto non solo di posticipare la decisione del ricorso, ma di rimettere in termine controparte per la produzione di documenti e la presentazione di memorie.

Altra valutazione rimessa alla strategia processuale è il momento in cui “scoprire le carte” in relazione a determinate eccezioni o repliche; in assenza di richieste cautelari, può a volte essere opportuno utilizzare il termine ultimo di cui all'art. 73 c.p.a. per dare meno tempo alle parti di replicare; ciò vale soprattutto per il resistente che potrebbe in tal modo svelare le sue difese solo in tale momento.

Va infine aggiunto che la violazione dei termini previsti per il deposito di memorie e documenti integra una lesione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio e comporta che i documenti tardivamente prodotti non possono in alcun modo essere utilizzati ai fini della decisione della causa, anche se gli atti sono stati ormai acquisiti al fascicolo informatico d'ufficio e comunque visionati dal Collegio.

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