Memoria di replica (art. 73)InquadramentoIl Codice introduce un ulteriore termine per le memorie di repliche delle parti, con l'obiettivo di consentire alle parti di replicare alle memorie degli avversari e di evitare di affidare unicamente alle difese orali nell'udienza di discussione le repliche alla memoria di controparte. Ciò sul presupposto che controparte abbia depositato una memoria finale nel termine di trenta giorni (quindici nel rito abbreviato), previsto dall'art. 73, comma 1 c.p.a. La norma precisa inoltre che le repliche sono svolte in relazione “ai nuovi documenti e alle nuove memorie depositate in vista dell'udienza”. Gli atti indicati costituiscono altresì il limite contenutistico delle stesse repliche, nel senso che possono essere trattate nelle repliche solo questioni attinenti agli atti appena depositati. In sostanza, l'oggetto della replica deve restare contenuto nei limiti della funzione di contrasto alle difese svolte nella memoria conclusionale avversaria o dei nuovi documenti prodotti, onde evitare che il deposito della memoria di replica si traduca in un mezzo per eludere il termine di legge per il deposito delle memorie conclusionali. Il Codice individua termini perentori per il deposito delle memorie, che possono essere derogati, in casi eccezionali, solo su autorizzazione del giudice. Per le memorie di replica si prevede che le stesse debbano essere depositate fino a 20 giorni liberi prima dell'udienza, soggetti a dimezzamento nel caso dei giudizi abbreviati ex art. 119 c.p.a.). Nella memoria di replica la parte ha l'opportunità di replicare ai fatti e agli argomenti dedotti dalle altre parti, ribadendo – nel caso di parte ricorrente – i motivi posti a fondamento del ricorso. Alla memoria di replica si applicano i medesimi limiti dimensionali del ricorso. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [ ....] [1]Sez. .... Ricorso R.G. .... - Udienza del .... MEMORIA DI REPLICA Nell'interesse di - [PERSONA FISICA/GIURIDICA], rappresentata e difesa da ...., presso il cui studio è elettivamente domiciliata in ....; CONTRO - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], - resistente - E NEI CONFRONTI DI - [PERSONA FISICA]/[PERSONA GIURIDICA, in persona del legale rappresentante pro tempore], rappresentato e difeso da .... - controinteressato - FATTO E DIRITTO [richiamare sinteticamente i fatti e le tesi svolte dalle altre parti costituite nelle memorie depositate e nei documenti, fornendo in relazione alle medesime una replica idonea a dimostrarne la infondatezza] [indicare eventuali istanze di remissione in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea o di legittimità costituzionale, se non rappresentate nel ricorso] [indicare eventuali istanze istruttorie, se non formulate nel ricorso] P.Q.M. Si chiede che codesto ecc.mo Tribunale voglia accogliere il ricorso in epigrafe, con consequenziale annullamento dell'atto impugnato, con vittoria di spese, diritti e onorari. Luogo e data .... Firma Avv. [2] .... DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [3] . [1]L'atto è indirizzato al T.A.R. adito per il ricorso principale. [2]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”). [3]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi. CommentoAi sensi dell'art. 73, comma 1, c.p.a., le repliche sono svolte in relazione “ai nuovi documenti e alle nuove memorie depositate in vista dell'udienza”, indicazione che vuole consentire le repliche solo se è stata depositata, dalla controparte, una memoria o documenti in vista dell'udienza di discussione. Pertanto, le repliche sono ammissibili solo ove conseguenti ad atti della parte resistente ulteriori rispetto a quelli di risposta alle iniziative processuali della parte ricorrente stessa (ricorso, motivi aggiunti, memorie, documenti, ecc.); la chiara enunciazione dei termini perentori entro cui presentare le repliche di cui alla disposizione in esame ne evidenzia la ratio, che consiste anzitutto nel voler impedire la proliferazione degli atti difensivi, ma anche nel garantire la par condicio delle parti, nell'evitare elusioni dei termini per la presentazione delle memorie e, soprattutto, nel contrastare l'espediente processuale della concentrazione delle difese nelle memorie di ennesima replica, con la conseguente impossibilità per l'avversario di controdedurre per iscritto (T.A.R. Lazio (Roma) I, 28 giugno 2016, n. 7494). Si fa riferimento anche ai documenti e ciò significa che la replica può essere utilizzata anche, in assenza di nuove memorie di controparte, per rispondere alla produzione documentale (anche se in realtà già con l'ultima memoria è possibile rispondere a tale produzione). Tuttavia, non è consentito produrre nuovi documenti con le memorie di replica, anche se ai soli fini della confutazione delle tesi avversarie. Gli stessi, se prodotti andranno espunti, dal fascicolo d'ufficio (T.A.R. Friuli-Venezia Giulia (Trieste) I, 13 luglio 2016, n. 345), così come la memoria di replica presentata oltre i venti giorni prima dell'udienza (Cons. St. V, n. 1333/2016). È infondata l'eccezione di inammissibilità della memoria di replica non preceduta da memoria conclusionale, non ravvisandosi – dalla lettura del combinato disposto degli artt. 2 e 73 – una sorta di obbligo di produrre in ogni caso una memoria conclusiva, quale presupposto essenziale per depositare successiva memoria di replica. La stessa giurisprudenza civile, nelle rare occasioni in cui si è occupata della questione in relazione all'art. 190 c.p.c., ha escluso che il deposito della comparsa conclusionale assurga a condizione necessaria per il deposito della memoria di replica (T.A.R. Lombardia (Milano) II, 10 dicembre 2010, n. 7509). Nel processo amministrativo è inammissibile la memoria di replica depositata in carenza di atti e documenti di controparte alla quale replicare né la stessa può essere considerata prima memoria se depositata oltre il termine di 30 giorni previsto dall'art. 73 (Cons. St. III, n. 390/2015; nello stesso senso, T.A.R. Friuli-Venezia Giulia I, 7 marzo 2016, n. 66, secondo cui in forza del divieto generale di abuso degli strumenti processuali, non è consentito utilizzare la memoria di replica per opporsi alle argomentazioni proposte dalla controparte negli scritti difensivi diversi dalla memoria conclusiva di cui all'art. 73 comma 1, perché diversamente si determinerebbe una elusione dei termini decadenziali previsti per i suddetti incombenti processuali). Si è dunque affermato che il deposito di memorie conclusionali o di documenti costituisce il presupposto indefettibile per la presentazione nei termini prescritti delle memorie di replica, che sono quindi inammissibili in mancanza delle prime (T.A.R. Lazio (Roma) I, 11 giugno 2015, n. 8168. T.A.R. Liguria I, n. 220/2015; v. anche Cons. St., n. 1766/2017, che precisa che a tal fine è sufficiente, per la presentazione di memorie di replica, l'avvenuto deposito di memorie conclusionali, indipendentemente dal contenuto di queste ultime, atteso che la norma è finalizzata a garantire a ciascuna parte la possibilità di controbattere agli argomenti, ancorché ripetitivi, spesi dall'altra nelle proprie conclusioni). Anche le note di udienza, se non precedute dal deposito di controparte di una antecedente memoria conclusionale sono inammissibili (Cons. St. V, n. 6450/2014; Cons. St. V, n. 5757/2014; Cons. St. V, n. 1058/2012). La memoria di replica non può essere utilizzata per eludere il termine per la produzione di documenti attraverso l'inserimento dell'immagine del documento nella memoria stessa e in questi casi, pur in presenza di una memoria di replica ammissibile, alla immagine del documento, ivi riprodotta, non può essere attribuito alcun valore probatorio, trattandosi di documento prodotto dopo la scadenza del termine perentorio stabilito dall'art. 73 (Tar Piemonte, 13 ottobre 2023 n. 796). La preclusione opera, naturalmente, anche in presenza di termini dimidiati (Cons. St. III, n. 1401/2014). La norma precisa, con formula innovativa rispetto al precedente art. 23 l. T.A.R., che all'udienza le parti «possono discutere sinteticamente» (comma 2). Si rinvia al commento alla formula “Memoria conclusionale del ricorrente” per gli aspetti relativi all'applicazione dei limiti di sinteticità previsti dal d.P.C.S. n. 167/2016 e alle conseguenze derivanti dalla perentorietà del termine, anche con riferimento all'orario di deposito degli atti. |