Atto di diffida e messa in mora per l'esecuzione del giudicato o di sentenza esecutiva (facoltativo) (art. 112)InquadramentoL'art. 90 del r.d. n. 642/1907 prevedeva che il ricorso in ottemperanza potesse essere proposto finché fosse proponibile l'azione di giudicato, ma non prima di trenta giorni da quello in cui l'autorità amministrativa fosse messa in mora di provvedere. Era, quindi, necessaria la notificazione di una diffida ad adempiere con assegnazione di un termine di 30 giorni, alla cui scadenza l'amministrazione si considerava inadempiente. Una delle novità introdotte dal Codice del processo amministrativo è stata la semplificazione dell'azione di ottemperanza, oltre all'arricchimento della stessa con nuovi strumenti utilizzabili dalle parti. In base all'art. 114 c.p.a. non è più necessaria la diffida per agire in ottemperanza, ma il ricorso va notificato alla P.A. (o al soggetto equiparato) e ai controinteressati. L'eliminazione della diffida semplifica la tutela giurisdizionale, pur potendo la parte decidere comunque di mettere in mora l'amministrazione o anche di farlo con strumenti più semplici della notificazione della diffida (raccomandata; mail certificata o altra comunicazione). Formula
Alla .... (indicare l'amministrazione inadempiente cui deve essere indirizzata la diffida) OGGETTO: ATTO DI DIFFIDA E MESSA IN MORA PER L'ESECUZIONE DEL GIUDICATO (O DI SENTENZA ESECUTIVA) Nell'interesse di - [PERSONA FISICA], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [1]...., PEC: ..... - [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [2]...., PEC: .... PREMESSO CHE In data .... è passata in giudicato la sentenza del .... n. .... pubblicata in data .... / è stata pubblicata la sentenza del .... n. ...., che è allo stato esecutiva. Con la predetta sentenza è stato definitivamente accolto il ricorso del sottoscritto avente ad oggetto ..... In particolare, dalla sentenza sorge l'obbligo per l'amministrazione qui intimata di conformarsi al giudicato / alla statuizione esecutiva con le seguenti modalità: a) .... (specificare il contenuto dell'obbligo conformativo) Essendo fino ad oggi l'amministrazione qui intimata restata inerte e, pur non essendo necessaria la previa diffida prima di agire in ottemperanza, con il presente si intende invitare l'amministrazione intimata ad ottemperare al giudicato / alla sentenza esecutiva, rappresentando che in difetto si sarà costretti ad agire in ottemperanza davanti al giudice amministrativo, con conseguente aumento dei costi per codesta amministrazione, consistenti nelle spese giudiziali e nell'eventuale risarcimento del danno (indicare il danno derivante dall'inottemperanza se si hanno elementi specifici). Tali maggiori costi integrano senza dubbio anche un danno erariale, derivando da una palese e gravemente colposa sottrazione dell'amministrazione agli obblighi che su di essa gravano sulla base di una pronuncia del giudice; si anticipa, quindi, che in caso di perdurante inerzia all'azione di ottemperanza seguirà una segnalazione alla Procura della Corte dei Conti per le valutazioni di sua competenza. Sulla base delle precedenti considerazioni SI DIFFIDA codesta amministrazione a dare esecuzione alla sentenza sopraindicata entro il termine di giorni ...., con l'avviso che, in mancanza, si provvederà ad agire in ottemperanza e a segnalare alla competente Procura presso la Corte dei Conti la perdurante inerzia da cui deriva, come sopra rappresentato, un danno erariale Luogo e data .... Firma Avv. .... RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] [3] [1]Trattandosi di atto stragiudiziale, la rappresentanza tramite avvocato non è necessaria. [2]V. nt. precedente [3]La diffida può essere inviata in ogni altro modo anche con PEC, lettera raccomandata, ecc. .... CommentoL'eliminazione del carattere obbligatorio della diffida ad adempiere prima di agire in ottemperanza non significa che non può essere a volte utile e opportuno procedere comunque con previa diffida. Trattandosi di passaggio non necessario, l'utilità della diffida può anche essere quella di avvisare l'amministrazione dei danni che sta provocando con la sua inerzia e di avvisarla anche che per tali danni o in ogni caso per le spese del giudizio di ottemperanza sussistono i presupposti per una segnalazione alla competente Procura della Corte dei Conti per il danno erariale causato. Tale ultimo avviso può risultare talvolta particolarmente efficace per rendere maggiormente consapevole l'amministrazione del rischio che corre sottraendosi agli obblighi conformativi di un giudicato o comunque di una sentenza esecutiva. Infatti, il danno grave che integra l'elemento soggettivo della responsabilità amministrativo contabile è facilmente integrato nelle ipotesi in cui consapevolmente non si dà esecuzione ad una pronuncia del giudice. Va rilevato che la proposizione della diffida non sposta (o meglio pospone) la decorrenza dell'obbligo di dare attuazione al giudicato o alla sentenza esecutiva. Già prima dell'entrata in vigore del Codice, era stato rilevato come in realtà l'obbligo per la P.A. di dare attuazione al giudicato scatta subito, ancor prima della notificazione della diffida, quanto meno dal momento della conoscenza legale della sentenza ed era in passato stato sottolineato come la diffida potesse non risultare necessaria quando l'amministrazione avesse già chiaramente manifestato la volontà di non volere ottemperare in tutto o in parte (Cons. St. VI, n. 3160/2008) ovvero con il proprio comportamento avesse lasciato chiaramente intendere di non volere adempiere (Cons. St. IV, n. 4568/2001). Il momento in cui scatta l'obbligo di adempiere va, quindi, individuato nella conoscenza legale della sentenza. Peraltro, si deve tenere presente che tempi e modalità di attuazione della sentenza possono oggi essere fissati già dal giudice della cognizione, come prevede l'art. 34 c.p.a., che stabilisce che «In caso di accoglimento del ricorso il giudice, nei limiti della domanda: dispone le misure idonee ad assicurare l'attuazione del giudicato e delle pronunce non sospese, compresa la nomina di un commissario ad acta, che può avvenire anche in sede di cognizione con effetto dalla scadenza di un termine assegnato per l'ottemperanza» (v. formula “Richiesta di misure esecutive in sede di cognizione”). Il termine per provvedere e anche la nomina del commissario con effetto dalla infruttuosa scadenza del termine possono, quindi, essere stabiliti già in sede di cognizione, con evidente accelerazione della tutela del privato. |