Ricorso di ottemperanza con domanda di risarcimento (art. 112)InquadramentoOttemperanza e risarcimento del danno sono molto spesso strettamente connesse, a volte in rapporto di alternatività, altre volte di complementarietà, altre volte ancora l'uno e l'altro. In genere, la fase dell'esecuzione della pronuncia del giudice si pone in un momento anteriore rispetto a quello del risarcimento e, in particolare del risarcimento per equivalente. Molto spesso, l'azione di risarcimento svolge tendenzialmente un ruolo di completamento della tutela risultante dal giudicato amministrativo demolitorio, quando sopravviene un ostacolo insuperabile alla soddisfazione dell'interesse del ricorrente e il ruolo di completamento presuppone che sia certo il modo in cui l'amministrazione si è conformata alla decisione. Mentre in taluni casi è ben possibile che, già al momento della pronuncia della sentenza di annullamento, risulti chiaramente che non è più utile per il ricorrente il riesercizio conforme a diritto della funzione, potendo il giudice amministrativo immediatamente accogliere la domanda di risarcimento del danno per equivalente, in molti altri casi il giudice della cognizione non è in grado di prevedere già all'atto dell'annullamento se ed in che misura l'ottemperanza che eventualmente verrà assicurata dall'amministrazione alla sentenza potrà effettivamente ripristinare la situazione soggettiva lesa. In presenza di interessi legittimi pretesivi, quasi sempre la pretesa risarcitoria ha ad oggetto proprio il pregiudizio connesso alla mancata attribuzione del bene finale e, quando l'esito del giudizio di annullamento non contiene l'accertamento della spettanza di tale bene, ai fini dell'esame della domanda risarcitoria si dovrà attendere se il riesercizio del potere da parte della P.A. conduca, o meno, all'attribuzione al privato del bene richiesto e in questo caso si potrebbe prospettare il riconoscimento del danno per il ritardo nel conseguimento dell'utilità finale. Ad esempio, in materia di appalti, se l'annullamento in sede giurisdizionale dell'aggiudicazione interviene nell'immediatezza dei fatti, consente al ricorrente di stipulare il contratto con la P.A.; al contrario se interviene quando il contratto con l'originario aggiudicatario è stato non solo stipulato ma in parte eseguito, l'esecuzione della pronuncia (e, quindi, l'attribuzione del bene della vita, l'appalto) è possibile solo parzialmente per la parte residua non eseguita, mentre per la prima parte la tutela non può che avvenire attraverso i risarcimento per equivalente; se il rapporto è interamente eseguito, l'unica forma di tutela è il risarcimento, sempre per equivalente. Tale esempio dimostra come l'an e il quantum della pretesa risarcitoria siano molto spesso connessi e dipendenti dalle modalità di ottemperare la sentenza del g.a. e quando tali modalità sono determinate nel giudizio di ottemperanza può sorgere l'esigenza che nello stesso giudizio sia esaminata anche la domanda di risarcimento in modo da garantire la concentrazione delle azioni e delle tutele e rapidità ed effettività della risposta alla domanda di giustizia. Ciò ha condotto parte della giurisprudenza ad allargare nel passato le «maglie» del giudizio di ottemperanza, ammettendo la proponibilità in tale sede di domande risarcitorie in considerazione del fatto che il rapporto tra ottemperanza e risarcimento del danno per equivalente deve essere riconsiderato, non più in termini di incompatibilità, ma di coordinamento. Con l'entrata in vigore del Codice è stata ammessa esplicitamente la possibilità di proporre la domanda di risarcimento in sede di ottemperanza con modalità che sono cambiate dopo l'abrogazione del comma 4 dell'art. 112 e la riscrittura del comma 3 avvenute ad opera del primo correttivo al Codice (d.lgs. n. 195/2011). La nuova formulazione del comma 3 dell'art. 112 prevede che «3. Può essere proposta, anche in unico grado dinanzi al giudice dell'ottemperanza, azione di condanna al pagamento di somme a titolo di rivalutazione e interessi maturati dopo il passaggio in giudicato della sentenza, nonché azione di risarcimento dei danni connessi all'impossibilità o comunque alla mancata esecuzione in forma specifica, totale o parziale, del giudicato o alla sua violazione o elusione.». La novità risiede nell'ultimo periodo dove viene ammessa, in sede di ottemperanza, l'azione di risarcimento dei «danni connessi all'impossibilità o comunque alla mancata esecuzione in forma specifica, totale o parziale, del giudicato o alla sua violazione o elusione», in luogo della precedente e più restrittiva formula dei «danni derivanti dalla mancata esecuzione, violazione o elusione del giudicato». Il risultato è che in sede di ottemperanza non è più proponibile una qualsiasi domanda risarcitoria, purché connessa con l'ottemperanza, ma la sola domanda di risarcimento dei danni «connessi» alla mancata esecuzione o impossibilità di esecuzione del giudicato (totali o parziali), oltre che alla violazione o elusione sempre del giudicato. È chiarita anche la ammissibilità della richiesta di risarcimento del danno per equivalente derivante dalla mancata esecuzione del giudicato proposta direttamente in sede di ottemperanza davanti al Consiglio di Stato. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE .... [1] RICORSO PER L'OTTEMPERANZA E PER IL RISARCIMENTO DEL DANNO [2] Nell'interesse di - [PERSONA FISICA] [3], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [4]...., C.F. .... [5], PEC: .... [6], fax .... [7], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [8]. - [PERSONA GIURIDICA] [9], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [10]...., C.F. .... [11], PEC: .... [12], fax .... [13], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [14]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....] [15] - ricorrente - CONTRO - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ] [16], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [17], - resistente - E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. .... - controinteressato - PER L'OTTEMPERANZA in relazione al giudicato formatosi sulla sentenza del .... n. .... del .... [18] E PER IL RISARCIMENTO DEL DANNO FATTO In data .... è passata in giudicato la sentenza del .... n. .... pubblicata in data ..... Con la predetta sentenza è stato definitivamente accolto il ricorso del sottoscritto avente ad oggetto ..... In particolare, dalla sentenza sorge l'obbligo per l'amministrazione qui intimata di conformarsi al giudicato. Essendo fino ad oggi l'amministrazione qui intimata restata inerte o avendo adottato atti violativi o elusivi del giudicato (specificare se è stata proposta previa diffida, che non è comunque obbligatoria e se l'amministrazione ha adottato atti in violazione o elusione del giudicato), si agisce in questa sede per l'ottemperanza della menzionata sentenza per il risarcimento del danno ai sensi dell'art. 112, comma 3, c.p.a. DIRITTO 1. Alcun dubbio sussiste sul passaggio in giudicato della sentenza di cui si chiede l'esecuzione che è avvenuto in data .... a seguito del ..... L'obbligo conformativo che grava sull'amministrazione consiste in: a) (specificare il contenuto dell'obbligo conformativo) L'inadempimento della p.a. intimata è dimostrato dalla sua totale inerzia nel dare esecuzione alla sentenza / (alternativo) dall'aver adottato i seguenti atti palesemente posti in violazione o elusione del giudicato e da considerare, quindi, nulli e come tali tamquam non essent (indicare il contenuto degli atti e spiegare). Si chiede, pertanto, che venga ordinato all'amministrazione di dare esecuzione al giudicato entro il termine di quindici giorni, nominando fin da ora un commissario ad acta che intervenga in sostituzione dell'amministrazione alla scadenza del predetto termine. 2. Con il presente ricorso viene anche proposta domanda di risarcimento del danno ai sensi dell'art. 112, comma 3, c.p.a. Il giudicato da ottemperare ha riconosciuto l'illegittimità dell'azione amministrativa e, in particolare, dell'annullato provvedimento del .... con cui l'amministrazione ha .... (specificare). Il ritardo dell'amministrazione nell'ottemperare al giudicato ha già causato e sta causando ingenti danni al ricorrente e tali danni consistono: - nella ritardata attribuzione del provvedimento richiesto (in caso di interessi legittimi pretensivi) con conseguente impossibilità del ricorrente nel (iniziare l'attività ecc.); - nella privazione del bene della vita già attribuito ed ora sottratto per effetto del provvedimento annullato e non ancora reintegrato (in caso di interessi legittimi oppositivi); - eventuali altri elementi. Con il presente ricorso è già stata rappresentata l'impossibilità al momento parziale di dare esecuzione in forma specifica al giudicato e solo all'esito del presente giudizio si potrà stabilire se tale impossibilità resterà solo parziale o diventerà totale. In ogni caso, al ricorrente, oltre al danno derivante dalla non esecuzione della sentenza che è successivo al giudicato, spetta anche il risarcimento dei danni derivanti dal non poter essere data completa esecuzione al giudicato, che consistono in: a) .... (specificare). Sotto il profilo oggettivo è evidente l'ingiustizia del danno conseguito a seguito dell'adozione del provvedimento già accertato come illegittimo e altrettanto evidente è il nesso di causalità tra danno, provvedimento e omessa ottemperanza, in quanto (spiegare) Con riferimento all'elemento soggettivo, la accertata illegittimità del provvedimento costituisce indice presuntivo della colpa della parte resistente, che in alcun modo può nel caso di specie invocare alcun errore scusabile (non necessario nel contenzioso appalti), in quanto (descrivere circostanze di fatto e di diritto a sostegno della presunzione). La colpa dell'amministrazione risulta peraltro aggravata dall'avere la stessa non dato tempestiva esecuzione alla pronuncia del giudice, costringendo il ricorrente ad agire in ottemperanza. La quantificazione del danno pari ad Euro .... già emerge in questa fase dai seguenti elementi (indicare) che ci si riserva di meglio specificare nel corso del giudizio e in relazione ai quali, solo ove si ritenga necessario un approfondimento al fine di verificare la quantificazione della somma richiesta, si chiede in via subordinata di disporre una consulenza tecnica di ufficio. Il risarcimento dei danni successivi al giudicato viene chiesto a complemento della tutela ottenibile a seguito dell'annullamento del provvedimento illegittimo e il risarcimento dei danni derivanti direttamente dal provvedimento annullato viene chiesto, in via subordinata, qualora non risulti più possibile, in tutto o in parte, ottenere gli effetti conformativi della sentenza di annullamento. La somma spettante a titolo di risarcimento del danno va maggiorata a titolo di interessi e rivalutazione monetaria. RICHIESTA DI UNA SOMMA DOVUTA PER VIOLAZIONE, INOSSERVANZA O RITARDO NELL'ESECUZIONE DEL GIUDICATO (EVENTUALE) [V. Formula “Istanza per fissazione della somma dovuta per violazione, inosservanza o ritardo nell'esecuzione del giudicato (astreintes)”] [INDICARE EVENTUALI ISTANZE ISTRUTTORIE] 3. L'amministrazione dovrà altresì essere condannata al pagamento delle spese di giudizio, in relazione alle quali appare evidente la sussistenza di un danno erariale da segnalare alla competente Procura della Corte dei Conti, cui si chiede di inviare la sentenza con cui è deciso il presente ricorso anche per i profili relativi al risarcimento del danno. Si chiede che il difensore sia sentito in camera di consiglio. P.Q.M. Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di accogliere il ricorso di ottemperanza e, per l'effetto, di ordinare all'amministrazione intimata di dare esecuzione alla sentenza indicata in epigrafe entro il termine di giorni 15, nominando fin da ora un commissario ad acta che intervenga in sostituzione dell'amministrazione alla scadenza del predetto termine. Si chiede altresì di condannare la amministrazione resistente al risarcimento dei danni nella misura di Euro .... o nella misura maggiore che sarà dimostrata in corso di causa, oltre interessi e rivalutazione monetaria. Si chiede che la sentenza sia trasmessa alla competente Procura presso la Corte dei Conti. Con riserva di dedurre ulteriormente nel corso di causa. Con vittoria di spese e onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) [copia della sentenza di cui si chiede l'esecuzione] 2) [certificazione del passaggio in giudicato della sentenza] 3) [atto di diffida e messa in mora] (eventuale) 4) [documenti probatori relativi alla domanda di risarcimento] 5) [ ....] [19] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il contributo unificato è dovuto per un importo pari a Euro ...., trattandosi di ricorso di ottemperanza con connessa domanda di risarcimento [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”] Luogo e data .... Firma Avv. [20].... PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (EVENTUALE) [V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [21] [1]Il ricorso si deve proporre dinnanzi al T.A.R. che ha emesso la sentenza da ottemperare. Per le sentenze di altre giurisdizioni e per i lodi arbitrali la competenza spetta al T.A.R. nella cui circoscrizione ha sede il giudice che ha emesso la sentenza di cui è chiesta l'ottemperanza. La competenza è del tribunale amministrativo regionale anche per i suoi provvedimenti confermati in appello con motivazione che abbia lo stesso contenuto dispositivo e conformativo dei provvedimenti di primo grado. La giurisprudenza riconosce, infatti, la competenza funzionale in unico grado del Consiglio di Stato, quale giudice dell'esecuzione del giudicato, ogniqualvolta l'amministrazione si deve adeguare a statuizioni rese per la prima volta in appello, anche se la sentenza di primo grado è stata confermata con integrazione e modifiche della motivazione, e cioè qualora dalla motivazione della decisione di secondo grado emergesse un autonomo contenuto precettivo, quanto al contenuto e alle modalità dell'ottemperanza. [2]Il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 40 c.p.a. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 44 c.p.a., lo stesso deve recare, a pena di nullità, la sottoscrizione del ricorrente (se sta in giudizio personalmente) o del difensore (con indicazione, in questo caso, della procura speciale). Il ricorso è un atto di parte e, pertanto, debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il d.P.C.S. n. 167/2016. [3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). [4]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.). [5]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico. [6]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. [7]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]». [8]La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'art. 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. [9]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. [10]V. nt. 4. [11]V. nt. 5. [12]V. nt. 6. [13]V. nt. 7. [14]V. nt. 8. [15]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. [16]A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. [17]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). [18]In caso di azione di ottemperanza proposta in relazione ad una decisione resa su un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica vanno inseriti gli estremi di tale decisione. Per il lodo arbitrale vedi la formula “Ricorso per ottemperanza per lodo arbitrale ex art. 112 lett. e).”. [19]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”]. [20]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”). [21]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi. CommentoLa formula in commento è relativa al cumulo tra domanda di ottemperanza e domanda di risarcimento del danno. I danni risarcibili in sede di ottemperanza sono quelli «danni connessi all'impossibilità o comunque alla mancata esecuzione in forma specifica, totale o parziale, del giudicato o alla sua violazione o elusione». Il nuovo comma 3 dell'art. 112 c.p.a. estende, quindi, l'ambito di applicazione della disposizione oltre i meri danni maturatisi dopo il giudicato di annullamento, ricomprendendo i danni connessi anche alla impossibilità, totale o parziale, di dare esecuzione al giudicato. L'utilizzo del termine «connessi» in luogo di «derivanti» consente di proporre in sede di ottemperanza domande di risarcimento di danni già subiti per effetto dell'attività amministrativa oggetto del giudizio di annullamento. Rispetto alla disciplina antecedente il c.p.a. possono, quindi, essere chiesti in sede di ottemperanza non solo i danni successivi al giudicato, ma anche quelli antecedenti, mentre rispetto al primo testo del c.p.a. entrato in vigore non è sufficiente una semplice connessione tra risarcimento e ottemperanza, ma è necessario che la connessione sia riferita alla impossibilità o comunque alla mancata esecuzione in forma specifica, totale o parziale, del giudicato o alla sua violazione o elusione. Le locuzioni «totale e parziale» vanno riferite sia alla mancata esecuzione che alla impossibilità [di esecuzione] del giudicato e, di conseguenza, la domanda di risarcimento può essere sia alternativa alla esecuzione del giudicato, sia complementare alla stessa quando l'esecuzione è possibile solo in parte e nel completare la formula tale aspetto dovrà essere chiarito nel senso di precisare quali danni sono chiesti in ogni caso in quanto successivi al giudicato o comunque derivanti da una già verificatasi impossibilità di dare esecuzione al giudicato almeno in parte e quali danni sono invece chiesti in via subordinata solo nella eventualità che non sia possibile ottenere la completa ottemperanza. Un limite alla proposizione di domande di risarcimento in sede di ottemperanza è costituito dal rispetto del principio del ne bis in idem, tenuto conto che la parte, la quale in sede di decisione giurisdizionale non abbia ottenuto dal giudice adito il risarcimento del danno richiesto, non può riproporre con un giudizio di ottemperanza il petitum che gli era stato espressamente negato dalla sentenza ottemperanda, ostandovi appunto il principio del ne bis in idem e anche i confini propri del giudizio di ottemperanza (Cons. St. VI, n. 12/2018). La formula è predisposta per un ricorso da presentare davanti al T.A.R., ma è possibile qualora il giudice competente per l'ottemperanza sia quello di appello che un ricorso cumulativo sia presentato davanti al Consiglio di Stato e in questo caso la formula va adattata. La giurisprudenza ha chiarito che è ammissibile la richiesta di risarcimento del danno per equivalente derivante dalla mancata esecuzione del giudicato proposta direttamente in sede di ottemperanza davanti al Consiglio di Stato. Non si viola il principio del doppio grado di giudizio di cui all'art. 125 Cost., poiché quest'ultimo comporta soltanto l'impossibilità di attribuire al T.A.R. competenze giurisdizionali in unico grado, non potendo l'art. 125 Cost. comportare l'inverso, perché nessun'altra norma della Costituzione indica il Consiglio di Stato come giudice solo di secondo grado (Cons. St. V, n. 661/2012). La scelta di proporre la domanda di risarcimento insieme a quella di annullamento (v. formula “Ricorso di annullamento con contestuale domanda risarcitoria), o in modo autonomo [v. formule “Ricorso autonomo per il risarcimento del danno (dopo giudicato su annullamento)” e “Ricorso autonomo per il risarcimento del danno (senza aver impugnato l'atto)”], o ancora insieme a quella di ottemperanza, come nella formula in commento, attiene alla strategia processuale del difensore e dipende dagli elementi di fatto che caratterizzano la fattispecie. Come già evidenziato, molto spesso solo al momento dell'ottemperanza si possono valutare in modo completo e definitivo i danni subiti. Si ricorda, peraltro, che l'art. 30, comma 5, prevede che nel caso in cui sia stata proposta azione di annullamento la domanda risarcitoria può essere formulata nel corso del giudizio o, comunque, sino a centoventi giorni dal passaggio in giudicato della relativa sentenza». Con tale disposizione si è voluto evitare che la caduta della c.d. pregiudiziale amministrativa e l'introduzione della possibilità di proporre una domanda di risarcimento autonoma entro un termine di decadenza potesse limitare la strategia processuale della parte, che in questo modo può preferire di aspettare l'esito del giudizio di annullamento prima di proporre la domanda di risarcimento (in assenza della disposizione la domanda di risarcimento avrebbe dovuto comunque essere proposta entro il termine di decadenza, anche in caso di pendenza del giudizio di annullamento). Nella formula è inserita la richiesta di nomina di un commissario ad acta, che può tuttavia essere oggetto di una istanza specifica (v. formula “Istanza di nomina del commissario ad acta nel giudizio di ottemperanza”). Si consiglia di inserire sempre tale richiesta, utilizzando la appena citata formula nei casi in cui il giudice non nomini subito il commissario ad acta e si riservi di farlo, su istanza di parte, in caso di perdurante inottemperanza alla scadenza del termine assegnato all'amministrazione. Altra valutazione da fare per completare è l'inserimento della richiesta di pagamento di una somma per violazione, inosservanza o ritardo nell'esecuzione del giudicato, le c.d. astreintesex art. 114 comma 3, lett. e), c.p.a., la cui efficacia è evidente perché da un lato viene monetizzato il ritardo e dall'altro lato si ottiene un forte disincentivo per l'amministrazione nel proseguire l'inottemperanza. La trattazione del ricorso in ottemperanza in camera di consiglio consente una definizione generalmente celere del giudizio; non si può tuttavia escludere che si renda necessario proporre una istanza cautelare, per la quale si rinvia alla formula “Ricorso con contestuale istanza cautelare”. Nella formula è inserita anche la richiesta di trasmissione della sentenza che decide(rà) il ricorso alla competente Procura della Corte dei Conti per il danno erariale causato, in modo da rendere maggiormente consapevole l'amministrazione del rischio che corre sottraendosi agli obblighi conformativi di un giudicato, in quanto il danno grave che integra l'elemento soggettivo della responsabilità amministrativo contabile è facilmente integrato nelle ipotesi in cui consapevolmente non si dà esecuzione ad una pronuncia del giudice e nel caso di specie ulteriormente aggravato in caso di condanna al risarcimento dei danni. Il giudizio, oggetto della presente formula, si svolge secondo il rito camerale, non essendo stata inserita nel comma 3 la necessità di rispettare forme, modi e termini del processo ordinario e, di conseguenza, al procedimento, che si svolge in camera di consiglio, si applicano i termini del procedimento ordinario ridotti alla metà: la camera di consiglio deve svolgersi alla prima udienza utile decorso il termine di sessanta giorni dalla notificazione del ricorso e le parti possono produrre documenti fino a venti giorni liberi prima della camera di consiglio e memorie fino a quindici giorni liberi prima e presentare repliche fino a dieci giorni liberi prima (exartt. 73, comma 1 e 87, commi 2 e 3, c.p.a.). Nella formula è inserita la notificazione al controinteressato e tale onere deriva anche dal fatto che l'art. 41, comma 2, c.p.a. ha previsto che “Qualora sia proposta azione di condanna, anche in via autonoma, il ricorso è notificato altresì agli eventuali beneficiari dell'atto illegittimo, ai sensi dell'art. 102 del codice di procedura civile; altrimenti il giudice provvede ai sensi dell'art. 49.” Per l'azione di condanna (in particolare, al risarcimento del danno) viene introdotto un caso di litisconsorzio necessario con la parte privata beneficiaria dell'atto illegittimo. Si rinvia al riguardo al commento alla formula “Ricorso autonomo per il risarcimento del danno (senza aver impugnato l'atto)”. Per quanto riguarda la natura del giudizio di ottemperanza, misto di cognizione e di esecuzione, le questioni di competenza, le decisioni eseguibili in sede di ottemperanza, il concetto di giudicato, il rapporto tra giudicato e diritto dell'U.E. e tra giudicato e Cedu, l'inadempimento della p.a. quale presupposto per agire in ottemperanza, la richiesta di rivalutazione, interessi, il termine di prescrizione, la legittimazione, la notificazione, lo svolgimento del giudizio in camera di consiglio, la giurisdizione estesa al merito e le impugnazioni delle sentenze di ottemperanza, si rinvia al commento alla formula “ricorso di ottemperanza”. |