Ricorso per ottenere chiarimenti sull'ottemperanza (artt. 112 e 114)InquadramentoIl ricorso in ottemperanza «può essere proposto anche al fine di ottenere chiarimenti in ordine alle modalità di ottemperanza» ai sensi dell'art. 112, comma 5, c.p.a. Tale richiesta può, quindi, essere proposta dalla stessa amministrazione per ottenere chiarimenti su come dare attuazione al giudicato o alla sentenza esecutiva; analogamente, come espressamente previsto dall'art. 114, comma 7, può essere proposto anche dal commissario ad acta nominato dal giudice. È, infatti, proponibile dalla stessa parte soccombente nel giudizio di cognizione atteso che, normalmente, la parte vittoriosa non chiede chiarimenti circa le modalità di ottemperanza ma direttamente l'ottemperanza ex art. 112 comma 2, ovvero la condanna dell'Amministrazione nelle ulteriori ipotesi ex art. 112 comma 3; né presuppone, come l'azione di ottemperanza, una espressa volontà di non ottemperanza o una situazione di inottemperanza, né una situazione di violazione o di elusione del giudicato, presupponendo piuttosto dubbi o incertezze sull'esatta portata del comando giuridico oggetto dell'obbligo conformativo. Per tali caratteristiche il ricorso, ex art. 112, comma 5, non presenta caratteristiche che consentano di ricondurlo, in senso sostanziale, al novero delle azioni di ottemperanza (Cons. St., Ad. plen., n. 2/2013), avendo natura giuridica diversa dall'azione di ottemperanza propriamente detta, non potendo essere qualificato quale semplice strumento di «attuazione» del comando giudiziale ( ex art. 112 comma 2), né come mera azione «esecutiva» in senso stretto ( ex art. 112 comma 3). Dubbia è quindi la sua natura di incidente di esecuzione, ex art. 114, comma 7, c.p.a., ponendosi esso dal punto di vista logico-sistematico al di fuori del vero e proprio giudizio di ottemperanza. In definitiva il ricorso in esame ha specifica natura di azione volta all'accertamento dell'esatto contenuto della sentenza e/o del provvedimento ad essa equiparato che, per intervenuta soccombenza in precedente giudizio, si è ora tenuti ad attuare/eseguire quanto al comando contenuto. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE .... [1] RICORSO PER OTTENERE CHIARIMENTI IN ORDINE ALLE MODALITÀ DELL'OTTEMPERANZA (ART. 112, COMMA 5, C.P.A.) Nell'interesse di - [PERSONA FISICA] [2], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [3]...., C.F. .... [4], PEC: .... [5], fax .... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [7]. - [PERSONA GIURIDICA] [8], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [9]...., C.F. .... [10], PEC: .... [11], fax .... [12], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [13]. - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], - [COMMISSARIO AD ACTA] [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....] [14] - ricorrente - CONTRO - [Amministrazione/Ente/Autorità] [15], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [16], oppure: - [PERSONA FISICA], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ..... - [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ..... - resistente - E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. .... - controinteressato - PER OTTENERE CHIARIMENTI IN ORDINE ALLE MODALITÀ DELL'OTTEMPERANZA in relazione al giudicato formatosi sulla sentenza del .... n. .... del .... / della sentenza esecutiva del .... n. .... del .... [17] FATTO E DIRITTO In data .... è passata in giudicato la sentenza del .... n. .... pubblicata in data .... /è stata pubblicata la sentenza del .... n. ...., che è allo stato esecutiva. Con la predetta sentenza è stato accolto il ricorso del sottoscritto avente ad oggetto ..... In particolare, dalla sentenza sorge l'obbligo per l'amministrazione qui intimata di conformarsi al contenuto della sentenza. Tuttavia, sono sorti dubbi circa l'esatto contenuto dell'obbligo conformativo gravante sull'amministrazione. In particolare, non risulta chiaro se .... (indicare i punti controversi e le alternative su cui si chiede il chiarimento). Si chiede pertanto che il giudice voglia chiarire le esatte modalità dell'ottemperanza P.Q.M. Si chiede al Tribunale adito di fornire i chiarimenti sulle modalità dell'ottemperanza della decisione suindicata. Con vittoria di spese e onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) [copia della sentenza di cui si chiede l'esecuzione] 2) [certificazione del passaggio in giudicato della sentenza] (eventuale) 3) [ ....] [18] Ai sensi e per gli effetti dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002, si dichiara che si tratta di rito per il quale il contributo dovuto è di Euro ...., e in particolare di ricorso per ottemperanza ai sensi dell'art. 112 e ss. c.p.a. [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”] Luogo e data .... Firma Avv. [19].... PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [20]. [1]Il ricorso si deve proporre dinnanzi al T.A.R. che ha emesso la sentenza da ottemperare. La competenza è del tribunale amministrativo regionale anche per i suoi provvedimenti confermati in appello con motivazione che abbia lo stesso contenuto dispositivo e conformativo dei provvedimenti di primo grado. La giurisprudenza riconosce, infatti, la competenza funzionale in unico grado del Consiglio di Stato, quale giudice dell'esecuzione del giudicato, ogniqualvolta l'amministrazione si deve adeguare a statuizioni rese per la prima volta in appello, anche se la sentenza di primo grado è stata confermata con integrazione e modifiche della motivazione, e cioè qualora dalla motivazione della decisione di secondo grado emergesse un autonomo contenuto precettivo, quanto al contenuto e alle modalità dell'ottemperanza. Per l'azione di annullamento, Il T.A.R. come sopra individuato dovrebbe essere lo stesso che si determinerebbe in base alle regole generali sulla competenza, che prevedono che il ricorso si deve proporre dinnanzi al T.A.R. nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1, c.p.a.). [2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). [3]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.). [4]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico. [5]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. [6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato «sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]». [7]La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'art. 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. [8]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. [9]V. nt. 3. [10]V. nt. 4. [11]V. nt. 5. [12]V. nt. 6. [13]V. nt. 7. [14]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. [15]A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. [16]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). [17]In caso di azione di ottemperanza proposta in relazione ad una decisione resa su un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica vanno inseriti gli estremi di tale decisione. Per il lodo arbitrale vedi la formula “Ricorso per ottemperanza per lodo arbitrale ex art. 112 lett. e)”. [18]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”]. [19]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”). [20]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi. CommentoLa formula in commento è relativa al ricorso per ottenere chiarimenti sulle modalità di ottemperare ad una sentenza esecutiva o passata in giudicato. Lo strumento è previsto dall'art. 112, comma 5, c.p.a., ed è richiamato anche dall'art. 114, comma 7, c.p.a., che prevede che il giudice possa fornire tali chiarimenti anche su richiesta del commissario. Una giurisprudenza non consolidata aveva ritenuto che il ricorso rivolto al giudice per ottenere «chiarimenti in ordine alle modalità dell'ottemperanza» non potesse essere proposto dal commissario «ad acta», posto che se vi è commissario «ad acta» nominato, vi è già stato giudizio di ottemperanza, il che esclude la proponibilità del ricorso ex art. 112, comma 5; ciò salvo che la nomina sia avvenuta già con la sentenza di merito che conclude il giudizio di cognizione, ex art. 34, comma 1, lett. e), c.p.a.: in questo caso, però, occorre più propriamente parlarsi di istanza di chiarimenti in ordine alle modalità di ottemperanza ad opera dell'ausiliario del giudice, inserite «lato sensu» nell'ambito del (già instaurato) giudizio di ottemperanza (Cons. St. IV, n. 6468/2012). In senso contrario, è stato ritenuto che l'azione di ottemperanza può essere proposta anche al fine di ottenere chiarimenti in ordine alle modalità dell'ottemperanza e, ai sensi del successivo art. 114, il giudice amministrativo può fornire tali chiarimenti anche su richiesta del Commissario; peraltro i quesiti interpretativi da sottoporre al giudice dell'ottemperanza devono attenere alle modalità dell'ottemperanza e devono avere i requisiti della concretezza e della rilevanza, non potendosi sottoporre al giudice dell'ottemperanza questioni astratte di interpretazione del giudicato, ma solo questioni specifiche che siano effettivamente insorte durante la fase di esecuzione del giudicato (Cons. St. IV, n. 5409/2015). In definitiva, dal combinato disposto degli artt. 112, comma 5, e 114, comma 7, si desume che la richiesta di chiarimenti al giudice può essere proposta dalle parti del processo di cognizione come dallo stesso commissario ad acta. In entrambi i casi le forme sono quelle di una domanda giudiziale, non solo quale mezzo proprio di investitura del giudice del quesito, ma anche quale strumento della garanzia del contraddittorio, che pure va rispettata anche nel corso degli incidenti di esecuzione (Cons. St. VI, n. 914/2015). In relazione ad una penalità di mora ex art. 114 stabilità in forma di aumento progressivo si è posto il problema se la manifesta iniquità della stessa possa condurre ad una modifica della quantificazione della penalità in sede di chiarimenti ex art. 112; al riguardo la Plenaria ha precisato che è sempre possibile in sede di c.d. “ottemperanza di chiarimenti” modificare la statuizione relativa alla penalità di mora contenuta in una precedente sentenza d'ottemperanza, ove siano comprovate sopravvenienze fattuali o giuridiche che dimostrino, in concreto, la manifesta iniquità in tutto o in parte della sua applicazione. Salvo il caso delle sopravvenienze, l'unica modifica apportabile in sede di chiarimenti è possibile solo ove il giudice dell'ottemperanza non abbia esplicitamente fissato il tetto massimo della penalità, e la vicenda successiva alla determinazione abbia fatto emergere, a causa proprio della mancanza del tetto, la manifesta iniquità della penalità di mora (Cons. St., Ad. plen., n. 7/2019). La formula va adattata a seconda di chi propone la richiesta di chiarimenti, che – come già detto – può essere la parte privata, l'amministrazione o il commissario ad acta. La richiesta di chiarimenti presuppone elementi di dubbio o di non immediata chiarezza nella sentenza ottemperanda, per ottenere precisazioni e delucidazioni sui punti della decisione ovvero sulle concrete modalità di esecuzione, senza perciò che possano essere introdotte ragioni di doglianza volte a modificare o integrare l'oggetto delle statuizioni rese, né allo scopo di investire il giudice di questioni che devono trovare la loro corretta risoluzione nella sede dell'esecuzione della sentenza nell'ambito del rapporto tra le parti e l'Amministrazione (Cons. St. VII, n. 7742/2023), anche se va rilevato come con i chiarimenti possa essere integrato il contenuto del precetto conformativo (Cons. St. VII, n. 3409/2023, resa su istanza di chiarimenti proposta da una parte del giudizio diversa dall'amministrazione). Nella formula è inoltre inserita la richiesta di condanna di controparte alle spese, anche se va valutato se includere tale richiesta, potendo in genere la richiesta di chiarimenti non presupporre alcun tipo di soccombenza. Con riferimento all'appellabilità delle pronunce che forniscono chiarimenti ex artt. 112, comma 5, e 114, comma 7, vi sono tesi che attribuiscono alla decisione emessa a seguito dell'esperimento del rimedio previsto dall'art. 112, comma 5 c.p.a. – eventualmente in combinato disposto con il successivo art. 114, comma 7 – sia il rilievo di mero incidente di esecuzione, sia di accertamento autonomo dell'esatto contenuto della sentenza da eseguire. È stato evidenziato che è decisivo assodare, volta per volta, quale sia il contenuto effettivo del provvedimento (indipendentemente dalla veste formale di ordinanza o sentenza) adottato dal T.A.R.: le statuizioni rese in primo grado nell'ambito di un giudizio di ottemperanza che abbiano effetti meramente esecutivi e dunque sostanzialmente ordinatori (essendo prive di natura decisoria definitiva), non sono appellabili, restando in tutti gli altri casi la regola generale della impugnabilità di tutte le decisioni rese dal giudice di primo grado in sede di ottemperanza (Cons. St. IV, n. 2141/2018). Per quanto riguarda la natura del giudizio di ottemperanza, misto di cognizione e di esecuzione, le questioni di competenza, le decisioni eseguibili in sede di ottemperanza, il concetto di giudicato, il rapporto tra giudicato e diritto dell'U.E. e tra giudicato e CEDU, l'inadempimento della p.a. quale presupposto per agire in ottemperanza, la richiesta di rivalutazione, interessi, il termine di prescrizione, la legittimazione, la notificazione, lo svolgimento del giudizio in camera di consiglio, la giurisdizione estesa al merito e le impugnazioni delle sentenze di ottemperanza, si rinvia al commento alla formula “Ricorso di ottemperanza”. |