Azione avverso il silenzio con richiesta al giudice di risarcimento del danno da ritardo (art. 117)InquadramentoL'art. 117, comma 6, c.p.a. prevede espressamente la possibilità di proporre nel giudizio sul silenzio inadempimento l'azione di risarcimento del danno, ai sensi dell'articolo 30, comma 4. Si tratta di un'applicazione della regola contenuta nell'art. 32 c.p.a. che ammette, nello stesso giudizio, il cumulo di domande connesse sia in via principale che in via incidentale, risolvendo il problema del rito applicabile, con la prevalenza di quello ordinario. Ne deriva, quindi, che, se nel giudizio sul silenzio viene proposta la domanda risarcitoria, il rito avverso il silenzio dovrà essere convertito in rito ordinario, con la fissazione dell'udienza pubblica e con una sentenza ordinaria che concluderà il processo. L'impostazione prevalente in giurisprudenza, tuttavia, è che il comma 6 non impone al giudice del silenzio di convertire il rito, ben potendo questi decidere la domanda risarcitoria anche con il rito semplificato. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE, SEDE DI [ ....] RICORSO EX ART. 117 C.P.A. CON CONNESSA DOMANDA RISARCITORIA DA RITARDO Nell'interesse di - [PERSONA FISICA], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [1]. - [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ..... [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....] - ricorrente - CONTRO - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], - resistente - E NEI CONFRONTI DI - Sig./ Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. .... - controinteressato - PER L'ACCERTAMENTO DELL'ILLEGITTIMITÀ DEL SILENZIO/INERZIA serbato dal Comune di .... nel procedimento iniziato con istanza presentata dalla società ricorrente in data .... e non concluso entro il termine dalla stessa fissato del .... e la condanna all'adozione del provvedimento richiesto, oltre al risarcimento del danno da ritardo FATTO In data .... il ricorrente .... presentava istanza di .... Il Comune trascorsi i termini previsti dalla legge non emanava alcun provvedimento. Con atto del .... il ricorrente diffidava l'amministrazione ad emanare il provvedimento richiesto; nonostante tale diffida, il Comune restava silente. A questo punto, il ricorrente propone l'odierno ricorso per contestare il silenzio serbato dal Comune sull'istanza del ...., con la conseguente condanna all'adozione del provvedimento richiesto, oltre al risarcimento del danno da ritardo Il silenzio serbato dal Comune sull'istanza del .... è illegittimo per i seguenti motivi. MOTIVI 1. Violazione art. 2 l. n. 241/1990. Il silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata da [ ....] è illegittimo, perché formatosi in violazione dell'art. 2 l. n. 241/1990, il quale stabilisce che, in ogni caso, il procedimento deve concludersi entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza. Nel caso di specie, sono ampiamente decorsi i termini di legge per provvedere. Ne deriva, pertanto, che il silenzio serbato dall'amministrazione resistente è illegittimo. Sussiste, peraltro, anche l'obbligo a provvedere sull'istanza di parte. In quest'ottica il Consiglio di Stato ha chiarito che si verifica un silenzio-inadempimento da parte della Pubblica amministrazione tutte le volte in cui essa contravviene ad un preciso obbligo di provvedere, e tanto sia in base ad espresse previsioni di legge, sia nelle ipotesi che discendono dai principi generali o dalla peculiarità del caso (Cons. St. IV, n. 5529/2016). (Indicare eventuale norme speciali che fondano un obbligo a provvedere dell'amministrazione). 2. (Indicare altri motivi di ricorso legati alla disciplina speciale). 3. Risarcimento del danno da ritardo In ogni caso, l'odierna ricorrente chiede fin da ora il risarcimento del danno patito in conseguenza dell'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento. In particolare, sussistono tutti i presupposti per la configurabilità della responsabilità dell'amministrazione resistente ed, in particolare, sul piano oggettivo, è provata l'inosservanza del termine ordinamentale per la conclusione del procedimento; sul piano soggettivo, il ritardo è ascrivibile ad un'inosservanza dolosa o colposa dei termini di legge o di regolamento stabiliti per l'adozione dell'atto terminale. Per quanto riguarda i danni patiti causalmente collegati al comportamento colposo dell'amministrazione resistente si evidenzia che: (esporre analiticamente i danni patiti). In considerazione dei motivi appenale illustrati, il ricorrente, come sopra rappresentato e difeso, chiede, in via preliminare, accertare l'illegittimità del silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata dalla ricorrente in data ..... Conseguentemente, considerato che l'attività del Comune è vincolata o, comunque, non residuano margini di discrezionalità e il quadro istruttorio è completo, il giudice amministrativo dovrà accertare la fondatezza della pretesa sostanziale fatta valere, anche adottando il provvedimento amministrativo richiesto. Si chiede, inoltre, il risarcimento del danno da ritardo patito pari a complessivi Euro ...., o alla somma che il giudice amministrativo riterrà equitativamente di determinare. P.Q.M. Il ricorrente, come in epigrafe rappresentata e difesa, chiede che codesto Ecc.mo T.A.R. di .... voglia: 1) accertare l'illegittimità del silenzio/inerzia serbati nella vicenda che occupa dall'Amministrazione resistente; 2) per l'effetto, ordinare a quest'ultima di emanare il provvedimento richiesto dalla società ricorrente; 3) prevedere, fin d'ora, la nomina di un Commissario ad acta nell'ipotesi in cui l'inerzia della p.a. sia ulteriormente protratta oltre il termine assegnato da codesto G.A., ponendo i conseguenti costi a suo carico. 4) condannare il Comune di [ ....] al risarcimento del danno patito pari ad Euro .... o, comunque, alla somma che il giudice amministrativo riterrà equitativamente di determinare. Con vittoria di spese e onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) [Copia dell'istanza presentata dalla società ricorrente] 2) [ ....] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ..... Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro .... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”] Luogo e data .... Firma Avv. [2].... PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (EVENTUALE) [V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica e formule correlate”] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [3]. [1]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all. 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “ModuloDepositoRicorso”). [2]V. anche Formule “Attestazione di conformità al fine del deposito di copia informatica della documentazione relativa alla notifica (art. 14, comma 5, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021)” e “Attestazione di conformità al fine del deposito della prova della notifica a mezzo PEC che non possa essere fornita con modalità telematiche”. [3]Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso”, reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all. 2 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoL'impostazione tradizionale ritiene risarcibile solo il danno da ritardo, inteso come danno derivante dall'adozione tardiva di un provvedimento favorevole. In tale ipotesi si concretizza un'ipotesi responsabilità extracontrattuale, secondo il modello dell'art. 2043 c.c. A questa ricostruzione si oppone quella che attribuisce rilevanza al mero ritardo, elevando il tempo, la certezza, ad autonomo bene della vita. La prima ricostruzione ha prestato il fianco a numerose critiche, perché non attribuisce al tempo una rilevanza autonoma. Non rileva tanto l'incertezza creata da un provvedimento non rispettoso del termine a provvedere, quanto l'aver ottenuto il bene della vita con significativo ritardo. Il risarcimento del danno da ritardo, così inteso, rappresenta, quindi, una forma di risarcimento dei danni da lesione di interessi legittimi pretensivi. Tale ricostruzione, però, non legge la progressiva emersione del valore tempo come bene della vita, svalutandolo, nonostante emergano segnali da parte del legislatore tesi ad attribuire rilevanza al tempo come valore in sé, indipendentemente dal contenuto del provvedimento adottato in ritardo. Tali perplessità hanno consentito la diffusione di un altro orientamento, favorevole al risarcimento del ritardo in sé, indipendentemente dal tipo di provvedimento adottato. Il tempo è elevato a bene della vita autonomo da quello ottenibile tramite il provvedimento amministrativo. Il ritardo nella conclusione del procedimento crea, quindi, un'incertezza che, potendo produrre un danno, va risarcita. Le incertezze interpretative si sono riverberate sulla giurisprudenza amministrativa. L'orientamento prevalente, fortificato dalla sentenza del Cons. St., Ad. plen., n. 7/2005, ha sempre ritenuto risarcibile solo il risarcimento del danno da ritardo da emanazione del provvedimento favorevole. Tale impostazione è stata progressivamente scalfita dagli interventi legislativi. Prima la l. n. 69/2009 e poi gli artt. 30 e 133 c.p.a., nel prevedere che le pp.aa. sono tenute al risarcimento del danno ingiusto cagionato in conseguenza dell'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento amministrativo, hanno ridestato il dibattito e dato nuovo vigore alla teoria della risarcibilità del danno da ritardo in sé, ribadendo che il tempo deve essere considerato un bene della vita autonomo da quello finale collegato con il provvedimento richiesto. Si pone a favore del danno da mero ritardo Cons. St., Ad. plen., n. 5/2018. Diversamente, Cons. St., Ad. plen., n. 7/2021 sembra tornare sui binari tradizionali. La diversità di impostazione ha riflessi anche sull'azione risarcitoria da ritardo proposta unitamente alla domanda sul silenzio. Qualora il T.A.R. adito dovesse seguire l'orientamento tradizionale, l'azione risarcitoria -proposta unitamente a quella sul silenzio – potrebbe essere accolta solo se il giudice amministrativo accerta la fondatezza della pretesa sostanziale. Diversamente, invece, potrebbe accadere che il giudice accolga la domanda sul silenzio, senza accertamento della fondatezza della pretesa sostanziale, e rigetti quella sul risarcimento del danno da ritardo. |