Attestazione di conformità al fine del deposito di copia informatica della documentazione relativa alla notifica (art. 14, comma 5, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021)

Ines Pisano

Inquadramento

L'art. 136, comma 2-ter c.p.a. – inserito dall'art. 7, comma 1, lett. b) numero 3) del d.l. n. 168/2016, convertito, con modificazioni dalla l. n. 197/2016 – ha introdotto nel processo amministrativo il potere (rectius: dovere) di attestazione di conformità del difensore qualora occorra depositare in giudizio, con modalità telematiche, la copia informatica di un atto, di un provvedimento o di un documento originale analogico. In tale ambito si colloca anche il potere del difensore di attestare la conformità alla documentazione originale cartacea della copia informatica della prova della notificazione, ove effettuata con modalità cartacee. Anche in tal caso, secondo quanto previsto in via generale dall'art. 136, comma 2-ter, c.p.a., è necessario che il difensore attesti la conformità della copia informatica all'originale cartaceo compiendo l'asseverazione di cui all'art. 22, comma 2, del d.lgs. n. 82/2005. Secondo quanto previsto con specifico riferimento al deposito con modalità telematiche della copia informatica della documentazione relativa alla notificazione dall'art. 14, comma 5, all. 1, del d.P.C.S. 28 luglio 2021, l'asseverazione potrà essere contenuta nella stessa copia informatica dell'atto cartaceo depositato con modalità telematiche o in un documento separato. (L'art. 14, comma 5, all. 1, del d.P.C.S. 28 luglio 2021 prevede che qualora la notificazione non sia eseguita con modalità telematiche, la copia informatica degli atti relativi alla notificazione deve essere depositata nel fascicolo informatico secondo quanto previsto dalle specifiche tecniche di cui all'art. 19. In tale caso l'asseverazione prevista dall'art. 22, comma 2, del d.lgs. n. 82/2005 (CAD) è operata con inserimento della dichiarazione di conformità all'originale nel medesimo o in un documento informatico separato).

Trattandosi di attestazione compiuta da pubblico ufficiale, qualora se ne voglia contestare la veridicità unico rimedio possibile è la proposizione di querela di falso (Cass. pen. n. 26066/2004).

Va precisato che la disposizione di cui trattasi riguarda esclusivamente il deposito in giudizio delle copie della documentazione relativa alla notifica, e non incide sulla regolarità della notifica medesima. Al riguardo, di recente, App. Catania I, n. 276/2022 ha rilevato che la notifica della sentenza effettuata a mezzo PEC è idonea a far decorrere il termine breve d'impugnazione nei confronti del destinatario se la parte notificante alleghi e produca la copia del messaggio di trasmissione a mezzo posta elettronica certificata, le ricevute di avvenuta consegna e accettazione, la relata di notifica sottoscritta digitalmente dal difensore, nonché l'atto notificato e che anche l'eventuale allegazione di copia informatica della sentenza priva di regolare attestazione di conformità all'originale è idonea a far decorrere il termine breve per l'impugnazione. Trattandosi di interpretazione della disciplina generale in materia di notificazione, tale principio può ritenersi applicabile anche al PAT.

Il d.lgs. 149 del 2022 ha introdotto il nuovo Capo II del Titolo V-ter, disp. att. c.p.c., costituito dagli artt. dal 196 octies al 196 undecies c.p.c., contenente una nuova autonoma disciplina delle attestazioni di conformità delle copie e delle certificazioni di conformità. E' stato tuttavia osservato in una recente Relazione dell'Ufficio Studi della GA che tali innovazioni introdotte nel PCT dalle norme di cui al nuovo Titolo Titolo V-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile non sembrano destinate ad incidere più di tanto sul processo amministrativo, in quanto, in forza del combinato disposto dell'art. 13, disp. att. c.p.a., da un lato, e delle analitiche previsioni contenute nel d.P.C.S. 28 luglio 2021, dall'altro lato, il processo amministrativo telematico è già dotato di una disciplina autosufficiente, destinata a non essere modificata dalle recenti modifiche introdotte dal legislatore delegato.

Formula

ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ AL FINE DEL DEPOSITO DI COPIA INFORMATICA DELLA DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALLA NOTIFICA (ART. 14, COMMA 5, ALL. 1, D.P.C.S. 28 LUGLIO 2021)

Ai sensi e per gli effetti degli artt. 136, comma 2-ter, c.p.a., 22 comma 2 del d.lgs. n. 82/2005 e 14, comma 5, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 il sottoscritto difensore .... [1] attesta che la presente copia informatica [2] è conforme alla documentazione relativa alla notificazione effettuata con modalità cartacee in data .... [3], detenuta dal sottoscritto legale in originale.

Data e luogo .... [4]

Firma Avv. .... [5]

Qualora l'attestazione di conformità venga inserita su documento separato, ai fini del deposito della copia informatica della prova della notificazione effettuata in modalità cartacea, la formula sarà la seguente:

Ai sensi e per gli effetti degli artt. 136, comma 2-ter, c.p.a., 22 comma 2 del d.lgs. n. 82/2005 e 14, comma 5, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 il sottoscritto difensore .... attesta che la copia informatica del .... [6] ( .... HASH ....) è conforme alla documentazione relativa alla notificazione effettuata con modalità cartacee in data ...., detenuta dal sottoscritto legale in originale.

Data e luogo .... [7]

Firma Avv. .... [8]

[1] L'attestazione di conformità può essere compiuta solo dal difensore che materialmente detiene l'originale della documentazione relativa alla notificazione effettuata con modalità cartacea. Nel compimento dell'attestazione di conformità, per espressa previsione legislativa, i difensori assumono ad ogni effetto la veste di pubblici ufficiali. Va rammentato che nel periodo transitorio, dal 1° gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2017, ai sensi dell'art. 13, comma 1-quater, All. 2 n. t.a. del c.p.a. il deposito può essere effettuato dal domiciliatario non iscritto all'Albo degli avvocati, che tuttavia è sfornito del potere in questione. In tal caso, il domiciliatario può limitarsi a sottoscrivere con la propria firma digitale il Modulo di deposito, allegando la copia informatica della documentazione relativa alla notificazione contenente formula di attestazione apposta dal difensore, oppure un foglio informatico separato contenente l'attestazione del difensore effettuata come documento informatico sottoscritto con firma digitale.

[2] Secondo le definizioni del d.lgs. n. 82/2005 (CAD), la copia informatica può essere di tre diverse tipologie. La copia informatica di documento analogico (lett. i-bis) è descritta come il “documento informatico avente contenuto identico a quello del documento analogico da cui è tratto”: consiste nella riproduzione del solo contenuto, riscritto manualmente o acquisito con procedura OCR (il risultato sarà, quindi, un testo selezionabile). La copia per immagine su supporto informatico di documento analogico (lett. i-ter) è, invece, “il documento informatico avente contenuto e forma identici a quelli del documento analogico da cui è tratto”: trattasi solitamente della acquisizione tramite scanner di un'immagine del documento o la fotografia digitale del documento. La copia informatica di documento informatico (lett. i-quater), poi, è qualificata come “il documento informatico avente contenuto identico a quello del documento da cui è tratto su supporto informatico con diversa sequenza di valori binari”. Si avrà, in tal caso, identità di contenuto, ma non di forma, testimoniata dalla diversa sequenza di bit. L'ipotesi tipica è la conversione di un file di testo (doc, odt) in un file PDF: operazione che costituisce la regola nel Processo Telematico, in cui l'atto processuale, a è in formato PDF ed ottenuto da trasformazione di un documento testuale, senza restrizioni per le operazioni di selezione e copia di parti. Nel caso in esame, diversamente da quanto previsto dall'art. 8 in tema di procura alle liti, l'art. 14 del d.P.C.M. non prevede espressamente che si tratti di copia per immagine su supporto informatico di documento analogico, ai sensi della lett. i-ter.

[3]Nel caso in cui l'attestazione di conformità sia contenuta in un documento informatico separato, va inserita una sintetica descrizione della documentazione a cui l'attestazione si riferisce.

[4]La data, trattandosi di atto pubblico formato da un pubblico ufficiale, è quella in cui l'attestazione di conformità viene effettuata. Non necessariamente, quindi, tale data deve coincidere con quella in cui si procede al deposito con modalità telematiche. È importante evidenziare che la firma apposta al Modulo di deposito non può sopperire alla mancanza di attestazione di conformità.

[5] Qualora l'attestazione di conformità sia contenuta in documento informatico nativo digitale occorrerà sottoscrivere l'attestazione con la firma digitale della tipologia “PAdES”. La firma digitale consente di depositare atti e documenti con modalità telematica con piena validità legale. Ai fini del PAT – con l'unica eccezione dei cittadini delle province autonome di Trento e Bolzano, che potranno proporre ricorso con la consueta forma orale, secondo quanto previsto dal d.P.R. 15 luglio 1988, n. 574/1988 – dal 1° gennaio 2017 sono obbligati a dotarsi di firma digitale non soltanto gli avvocati, ma chiunque – parti private, parti pubbliche, ausiliari del Giudice etc. – necessiti di intervenire nel processo. Per ottenere il rilascio della firma digitale, occorre rivolgersi ai certificatori accreditati autorizzati da AgID che garantiscono l'identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale (per ogni informazione sul punto, consultare il sito http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/infrastrutture-architetture/firme-elettroniche). Si evidenzia che, a differenza del PCT, nel PAT l'unica tipologia di firma ammessa per la firma del ModuloDepositoRicorso e del ModuloDepositoAtto - attraverso i quali, sia che si utilizzi come mezzo di trasmissione la PEC sia che si utilizzi l'upload, vengono incardinati nel processo gli atti e i documenti con modalità telematiche - è la firma digitale PAdES (cfr. art. 6, comma 4, d.P.C.S. 28 luglio 2021). La PAdES (PDF Advanced Electronic Signatures) è una particolare tipologia di firma digitale che può essere apposta su un solo tipo di file, il PDF (Portable Document Format), che costituisce lo standard di riferimento per quanto riguarda i documenti in formato digitale. L'apposizione di una firma PAdES su un file.pdf genera un nuovo file la cui estensione (la parte finale del nome del file che succede il punto) resta immutata. La funzionalità di verifica della firma, inoltre, è solitamente contenuta nello stesso software utilizzato per leggere i file PDF (come, ad esempio, Adobe Acrobat Reader). A rigore, quindi, sia l'atto di parte in formato PDF che i documenti allegati al Modulo potrebbero essere firmati anche con la firma CAdES, senza che per questo vengano rifiutati dal Sistema (e si ritiene, a maggior ragione, che potrebbe essere sottoscritto con firma CAdES anche l'atto informatico notificato a mezzo PEC). Tuttavia, al fine di evitare che il CadES non venga riconosciuto/aperto dal SIGA, si ritiene consigliabile utilizzare sempre la firma PAdES, anche con riferimento alla eventuale procura firmata digitalmente dalla parte. È importante fare attenzione al fatto che al fine dell'attestazione di conformità, che implica precise assunzioni di responsabilità anche ai fini penali, non è sufficiente apporre la sottoscrizione nel Modulo di deposito ricorso. Se invece l'attestazione di conformità è effettuata con dichiarazione autografa inserita nell'atto cartaceo o in documento cartaceo separato depositato in formato di copia per immagine, anche la sottoscrizione dovrà essere autografa. Anche in tal caso, infatti, al fine dell'attestazione di conformità non potrebbe essere ritenuta sufficiente la firma digitale apposta nel Modulo di deposito.

[6]Trattandosi di una attestazione su documento informatico separato è opportuno indicare una sintetica descrizione dell'atto o del provvedimento cui l'attestazione si riferisce o il nome del file. Come noto, nel processo civile telematico, le specifiche tecniche contenute nell'art. 19-ter provvedimento del Ministero della Giustizia del 16 aprile 2014, recante le modalità di attestazione di conformità apposta su un documento informatico separato, richiede espressamente l'indicazione di una “sintetica descrizione del documento di cui si sta attestando la conformità” nonché del relativo “nome del file”. Nel processo amministrativo telematico, tale funzione di individuazione del documento informatico cui l'attestazione si riferisce è operata tramite l'indicazione dell'impronta informatica HASH. Tuttavia, l'opportunità di prevedere comunque una sintetica descrizione dell'atto o del nome del file è determinata dalla possibilità di indicare in un'unica attestazione di conformità molteplici copie informatiche per immagine. Ad esempio, sarà possibile attestare la conformità sia della procura alle liti che della prova di notificazione su documento separato, a condizione che si riporti l'impronta HASH di ogni copia informatica per immagine di cui si sta attestando la conformità. In tal senso, l'indicazione di una breve descrizione permette una lettura più agevole dell'attestazione di conformità. Tale documento informatico separato, una volta firmato digitalmente, andrà allegato al modulo di deposito nella sezione “Documenti”.

[7]La data, trattandosi di atto pubblico formato da un pubblico ufficiale, è quella in cui l'attestazione di conformità viene effettuata. Non necessariamente, quindi, tale data deve coincidere con quella in cui si procede al deposito con modalità telematiche. È importante evidenziare che la firma apposta al Modulo di deposito non può sopperire alla mancanza di attestazione di conformità.

[8]Qualora l'attestazione di conformità sia contenuta in documento informatico nativo digitale occorrerà sottoscrivere l'attestazione con la firma digitale della tipologia “PAdES”. La firma digitale consente di depositare atti e documenti con modalità telematica con piena validità legale. Ai fini del PAT – con l'unica eccezione dei cittadini delle province autonome di Trento e Bolzano, che potranno proporre ricorso con la consueta forma orale, secondo quanto previsto dal d.P.R. n. 574/1988 – dal 1° gennaio 2017 sono obbligati a dotarsi di firma digitale non soltanto gli avvocati, ma chiunque – parti private, parti pubbliche, ausiliari del Giudice etc. – necessiti di intervenire nel processo. Per ottenere il rilascio della firma digitale, occorre rivolgersi ai certificatori accreditati autorizzati da AgID che garantiscono l'identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale (per ogni informazione sul punto, consultare il sito http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/infrastrutture-architetture/firme-elettroniche). Si evidenzia che, a differenza del PCT, nel PAT l'unica tipologia di firma ammessa per la firma del ModuloDepositoRicorso e del ModuloDepositoAtto – attraverso i quali, sia che si utilizzi come mezzo di trasmissione la PEC sia che si utilizzi l'upload, vengono incardinati nel processo gli atti e i documenti con modalità telematiche – è la firma digitale PAdES (cfr.art. art. 6, comma 4, d.P.C.S. 28 luglio 2021). La PAdES (PDF Advanced Electronic Signatures) è una particolare tipologia di firma digitale che può essere apposta su un solo tipo di file, il PDF (Portable Document Format), che costituisce lo standard di riferimento per quanto riguarda i documenti in formato digitale. L'apposizione di una firma PAdES su un file.pdf genera un nuovo file la cui estensione (la parte finale del nome del file che succede il punto) resta immutata. La funzionalità di verifica della firma, inoltre, è solitamente contenuta nello stesso software utilizzato per leggere i file PDF (come, ad esempio, Adobe Acrobat Reader). A rigore, quindi, sia l'atto di parte in formato PDF che i documenti allegati al Modulo potrebbero essere firmati anche con la firma CAdES, senza che per questo vengano rifiutati dal Sistema (e si ritiene, a maggior ragione, che potrebbe essere sottoscritto con firma CAdES anche l'atto informatico notificato a mezzo PEC). Tuttavia, al fine di evitare che il CadEs non venga riconosciuto/aperto dal SIGA, si ritiene consigliabile utilizzare sempre la firma PAdES, anche con riferimento alla eventuale procura firmata digitalmente dalla parte.È importante fare attenzione al fatto che al fine dell'attestazione di conformità, che implica precise assunzioni di responsabilità anche ai fini penali, non è sufficiente apporre la sottoscrizione nel Modulo di deposito ricorso. Se invece l'attestazione di conformità è effettuata con dichiarazione autografa inserita nell'atto cartaceo o in documento cartaceo separato depositato in formato di copia per immagine, anche la sottoscrizione dovrà essere autografa. Anche in tal caso, infatti, al fine dell'attestazione di conformità non potrebbe essere ritenuta sufficiente la firma digitale apposta nel Modulo di deposito.

Commento

Anche dopo l'entrata in vigore del PAT, la notificazione a mezzo PEC nel processo amministrativo costituisce una semplice facoltà del difensore, e non un obbligo [9]. In tal senso depone espressamente la lettera dell'art. 3-bis[10] della l. n. 53/1994 (Facoltà di notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali per gli avvocati e procuratori legali) [11], applicabile nel processo amministrativo in virtù dell'espresso rinvio dell'art. 39, comma 2, del c.p.a. [12], oltre che l'art. 14 del d.P.C.S. 28 luglio 2021.

Il difensore, quindi, per scelta o perché impossibilitato ad avvalersi della notificazione a mezzo PEC [13] , potrà continuare ad effettuare le notificazioni relative al processo amministrativo avvalendosi delle tradizionali modalità cartacee, a mezzo Ufficiale Giudiziario oppure effettuando e notificazioni in proprio ai sensi della l. n. 53/1994.

Ciò non incide, comunque, sulla previsione di cui all'art. 136, comma 2-bis, c.p.a., ai sensi della quale per i ricorsi nati dopo il 1° gennaio 2017 l'originale dell'atto introduttivo del giudizio deve essere, sempre e comunque, redatto come atto nativo digitale, sottoscritto con firma digitale: pertanto, anche ove si intenda effettuare la notifica con le tradizionali modalità cartacee, l'atto introduttivo da notificare dovrà essere redatto in formato nativo digitale sottoscritto con firma digitale.

La notifica, in tale caso – come previsto espressamente dall'art. 14, comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 [14] e recentemente chiarito dal “Documento” elaborato nel tavolo di lavoro delle Associazioni degli avvocati coordinato dal Segretariato Generale della G.A. – potrà avere ad oggetto tanto la copia analogica dell'atto introduttivo del giudizio redatto come originale informatico (di cui, quindi, deve essere attestata la conformità all'originale) quanto il c.d. “doppio originale”, cioè un atto analogico del tutto identico a quello informatico, anche con riferimento alla data in cui lo stesso viene formato, ma redatto su supporto cartaceo e sottoscritto con firma autografa [15].

L'art. 14 [16], comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 – in attuazione di quanto sancito dalle richiamate norme di legge primaria – codifica gli adempimenti necessari al fine del deposito in giudizio con modalità telematiche della copia informatica della documentazione relativa alla notificazione del ricorso effettuata con modalità cartacea, quindi a mezzo posta o direttamente dal difensore [17].

In tal caso, il difensore procederà al deposito telematico della copia informatica della relativa documentazione compiendo l'asseverazione prevista dall'art. 22, comma 2, del d.l.gs. n. 82/2005 (CAD) con l'inserimento della relativa dichiarazione nel medesimo documento cartaceo (in tal caso si tratterà di attestazione autografa) o in un distinto documento. In tal caso, potrà trattarsi sia di un documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale (che andrà depositato con modalità telematiche unitamente all'atto a cui si riferisce, ai sensi dell'art. 14); sia di un documento cartaceo separato, del quale verrà estratta copia informatica, anche per immagine, da depositarsi con modalità telematiche unitamente all'atto a cui si riferisce [18] (in termini: T.A.R. Roma III, n. 5545/2017 che argomenta come sia sostenibile la tesi secondo cui la redazione digitale e la sottoscrizione con firma digitale dell'atto di parte siano requisiti funzionali al solo deposito, restando pur sempre possibile, ai fini della notifica cartacea, la formazione di un distinto originale analogico, richiamando T.A.R. Roma II, 2993/ 2017 secondo cui nessuna norma vieta di redigere il ricorso in doppio originale, uno digitale e uno cartaceo, avviando alla notifica, con le tradizionali modalità materiali, quest'ultimo; T.AR. Roma III-bis, ord. 7700/2017, evidenzia comunque che non può ritenersi corretta l'attestazione di conformità ai fini del deposito in giudizio della copia informatica della prova della notifica del ricorso effettuata in modalità cartacea quando il difensore si limiti a depositare in giudizio una mera copia informatica della ricevuta senza alcuna congiunzione né riferimento all'atto notificato, sicché non è possibile al collegio arguire se gli atti notificati a controparte e quelli depositati siano i medesimi. Tuttavia, al fine di valutare se si tratti di irregolarità sanabili, ha comunque invitato parte ricorrente a depositare copia conforme cartacea del ricorso, dei motivi aggiunti, di tutta la documentazione ad essa allegata ivi compresa quella della notificazione. Più di recente, T.A.R. Napoli, ord. 1628/2022, ha concesso 10 giorni per la regolarizzazione del deposito della copia della relata di notifica priva di attestazione di conformità). Di contro, secondo T.A.R. Napoli, n. 4191/2021 è stato ritenuto inammissibile il ricorso al T.A.R. per il quale sia stata prodotta la copia informatica della procura alle liti, rilasciata dal ricorrente, priva della necessaria firma digitale e di asseverazione di conformità all'originale cartaceo ad opera del difensore, e per non essere stata allegata agli atti in copia autentica la sentenza di cui si chiede l'ottemperanza.

La formulazione dell'art. 136 comma 2-ter, c.p.a. lascerebbe intendere che anche con riferimento alla copia informatica della documentazione relativa alla notifica effettuata con modalità cartacee il difensore debba obbligatoriamente procedere all'attestazione di conformità [19]. Resta pertanto dubbio se possa attribuirsi efficacia giuridica all'eventuale deposito in giudizio della copia semplice, priva di attestazione di conformità, secondo quanto previsto dall'art. 22, comma 3, del d.lgs. n. 82/2005 (CAD) [20].

Ai fini del deposito con modalità telematiche di un atto processuale di parte, di un provvedimento del giudice o di un documento formato su supporto analogico, per i ricorsi depositati dal 1° gennaio 2017 occorre obbligatoriamente utilizzare i moduli informatici in formato PDF, rinvenibili sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa. In particolare, al fine del deposito della documentazione relativa alla notificazione può essere utilizzare il Modulo deposito ricorso, allegando la documentazione nell'apposito campo “notificazione”, oppure – quando la documentazione non sia ancora disponibile al momento del deposito del ricorso (per esempio, qualora non sia ancora rientrata la ricevuta di ritorno) utilizzando il Modulo deposito Atti.

In caso di pluralità di destinatari della notifica, il Modulo consente di scegliere tra due modalità. In primo luogo, è possibile estrarre copia per immagine tramite la scansione di ogni relata di notifica e di ogni ricevuta di consegna (in caso di notifica a mezzo posta) e allegarle singolarmente, in correlazione ad ogni destinatario selezionato nel campo “Notifica”. In alternativa, è possibile estrarre un'unica scansione dell'intero atto notificato (comprensivo di tutte le relate e di tutte le ricevute se presenti, avendo cura di estrarne una scansione leggibile) e allegare la copia per immagine così ottenuta cliccando su “Allega copia notificata”. In questa ipotesi si dovranno comunque compilare i campi del modulo per ogni destinatario della notifica, ma col beneficio di dover allegare un'unica copia informatica.

Con riferimento particolare al caso in cui la notifica sia effettuata con modalità cartacea, occorre tener presente il decreto n. 154/2016, del Segretario generale della giustizia Amministrativa sui limiti di dimensione del singolo file allegato al modulo di deposito effettuato mediante PEC o upload. La scansione dei documenti cartacei, infatti – specie ove si tratti di ricorso collettivo – può rivelarsi particolarmente “pesante”.

Tale decreto è rinvenibile all'indirizzo della giustizia amministrativa.

[9]L'effettuazione, ove possibile, della notifica a mezzo PEC è comunque preferibile, se non altro in quanto al fine della relativa prova in giudizio sarà richiesto semplicemente di depositare, in allegato al ModuloDepositoRicorso o al ModuloDepositoAtto, le ricevute PEC degli atti notificati.

[10]Per poter effettuare la notifica a mezzo PEC, il difensore deve innanzitutto essere munito di procura alle liti ex art. 83 c.p.c. In secondo luogo, l'art. 3-bis, comma 1, della l. n. 53/1994 prescrive che il difensore non possa utilizzare qualsiasi indirizzo di posta elettronica certificata per effettuare la notifica, ma unicamente un indirizzo PEC risultante dai pubblici elenchi. Si tratta dell'indirizzo di posta elettronica certificata comunicato all'Ordine di appartenenza ai sensi dell'art. 16, comma 7, del d.l. n. 185/2008, e presente nel Registro Generale degli indirizzi di posta elettronica (ReGinde). Tale requisito è ribadito dall'art. 14, comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021. I servizi di gestione della casella di posta elettronica certificata utilizzata devono rispettare, inoltre, i requisiti indicati dall'art. 15, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021, in materia di sicurezza informatica. La casella dovrà essere fornita di un software antispam, un software antivirus, un servizio di conservazione delle ricevute di avvenuta consegna, uno spazio minimo di disco di 1 Gigabyte, oltre a un servizio automatico per la verifica e l'avviso dell'effettiva disponibilità dello spazio della Casella PEC. In secondo luogo, sarà indispensabile acquisire un dispositivo per l'apposizione della firma digitale sull'atto giudiziario da notificare e sulla relata di notifica. Una norma speciale rispetto a quanto previsto dall'art. 3-bis della l. n. 53/1994 è stata inserita nel Regolamento PAT per permettere la notifica a mezzo PEC anche per le parti che stiano in giudizio personalmente. Infatti, l'art. 14, comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 coordina lo strumento della notifica a mezzo PEC, subordinato al rilascio di una procura alle liti ex art. 83 c.p.c., con i ricorsi in materia elettorale di cui all'art. 129, comma 3, c.p.a.

[11]La l. n. 53/1994 inizialmente non contemplava la facoltà per il difensore di avvalersi della posta elettronica certificata per la notifica degli atti giudiziari. Tale potere è stato attribuito con l'introduzione dell'art. 3-bis, operata dal d.l. n. 179/2012, convertito con modificazioni dalla l. n. 221/2012.

[12]Ai sensi del quale “Le notificazioni degli atti del processo amministrativo sono comunque disciplinate dal codice di procedura civile e dalle leggi speciali concernenti la notificazione degli atti giudiziari in materia civile”.

[13]Ad esempio, quando il destinatario sia una pubblica amministrazione che non ha comunicato il proprio indirizzo pec al pubblico elenco di cui all'art. 16, comma 12 d.l. n. 179/2012 o quando di tratti di un controinteressato persona fisica.

[14]L'art. 14, comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 dispone che qualora l'atto di parte sia stato notificato con modalità' cartacea, il relativo deposito in giudizio deve essere comunque effettuato con modalità telematiche, nel rispetto dei formati di cui all'articolo 12. Quando la notifica abbia riguardato la copia analogica di un atto in originale informatico, la prova della medesima è data mediante deposito di copia informatica della relativa documentazione, dichiarata conforme a quanto notificato con le modalità di cui all'art. 14, comma 5, del d.P.C.S., nel rispetto dei formati previsti per i documenti. Qualora l'atto notificato con modalità cartacea consista, nei casi consentiti, in un atto nativo analogico, la prova della notifica è data mediante il deposito di copia informatica della relativa documentazione analogica, dichiarata conforme a quanto notificato con le modalità di cui all'art. 14, comma 5, del Regolamento, nel rispetto dei formati previsti per i documenti.

[15]È necessario, comunque, comprendere perché le Specifiche tecniche allegate al d.P.C.S. 28 luglio 2021 operino tale distinzione e a quali modalità di notifica esse si riferiscano. Il primo caso fa riferimento alla notifica a mezzo Ufficiale Giudiziario o a mezzo del servizio postale. Infatti, la copia analogica di un atto in originale informatico non è altro che la copia ottenuta dalla stampa del documento formato dal difensore scrivendo l'atto mediante un programma di videoscrittura. In questi casi, il documento nasce su un supporto informatico e la trasformazione in un supporto cartaceo è funzionale a permetterne la notifica. La seconda ipotesi, invece, fa riferimento ad alcuni casi particolari, nei quali la notifica “nasce” come atto analogico. Un primo esempio, potrebbe essere quello della notificazione effettuata per pubblici proclami, prevista dall'art. 41, comma 4 c.p.a. Nei casi in cui il numero delle persone da chiamare in giudizio sia tale da non permettere agevolmente la notifica con le modalità ordinarie, la parte può chiedere al Giudice di avvalersi di questa modalità alternativa, seguendo le istruzioni che verranno indicate nel decreto di autorizzazione. Nel processo civile, tali modalità sono invece espressamente richiamate dall'art. 150 c.p.c., che prescrive che copia dell'atto sia depositata nella casa comunale del luogo in cui ha sede l'ufficio giudiziario davanti al quale si promuove o si svolge il processo, mentre un estratto di esso è inserito nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. In primo luogo, l'avvocato dovrà pertanto estrarre dal fascicolo informatico la copia analogica del ricorso e del decreto di autorizzazione, attestandone la conformità ai sensi dell'art. 136, comma 2-ter c.p.a. La copia su supporto analogico così formata, sarà consegnata all'Ufficiale giudiziario per eseguire la notifica presso la casa comunale. Parallelamente, verrà richiesta la pubblicazione dell'estratto sulla Gazzetta Ufficiale. Una volta perfezionato il processo notificatorio così descritto, sarà necessario depositare la prova di avvenuta notifica utilizzando il ModuloDepositoAtto (nella voce “Tipologia” si indicherà la voce “Adempimento decreto presidenziale”). A tal fine, nel campo “Notifica”, il depositante dovrà creare due stringhe per ogni destinatario al fine di inserire, da una parte, la scansione dell'atto notificato a mezzo Ufficiale giudiziario e, nell'altra, la scansione dell'estratto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L'estratto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale corrisponde, quindi, alla definizione di “notifica cartacea che consista in un atto nativo analogico”, ma, al fine di attestare la conformità, si applicherà comunque quanto previsto dall'art. 22, comma 2, d.lgs. n. 82/2005 (CAD). In secondo luogo, nel processo amministrativo telematico l'avvocato, previa autorizzazione del Giudice ex art. 52 c.p.a. potrebbe effettuare notificazioni a mezzo FAX, ad esempio nelle circostanze indicate dall'art. 56 del c.p.a., o quando ad esempio si rinvenga l'urgenza di effettuare notificazioni a controinteressati all'estero. Anche in tale ipotesi, la prova di notifica ottenuta sarà un “atto nativo analogico”, così come definito dall'art. 14, comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021. Allo stesso modo di quanto visto per la notificazione per pubblici proclami, l'avvocato otterrà una copia informatica tramite la scansione del ricorso e del decreto ex art. 56 c.p.a. trasmesso, oltre al rapporto di trasmissione dell'apparecchio telefax. La medesima copia dovrà essere allegata e attestata conforme dal difensore.

[16]Art. 14, comma 6, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 (Notificazioni per via telematica). – 1. I difensori possono eseguire la notificazione a mezzo PEC a norma dell'art. 3-bis della l. n. 53/1994. 2. Le notificazioni di atti processuali alle amministrazioni non costituite in giudizio sono eseguite agli indirizzi PEC di cui all'art. 16, comma 12, del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 221/2012, fermo quanto previsto dal r.d. n. 1611/1933. 3. Ai fini della prova in giudizio della notificazione a mezzo PEC, le ricevute di avvenuta consegna contengono anche la copia completa del messaggio di posta elettronica certificata consegnato, secondo quanto previsto nell'articolo 6, comma 4, del d.P.R. n. 68/2005. 4. Le ricevute di cui all'art. 3-bis, comma 3, della l. n. 53/1994, la relazione di notificazione di cui al comma 5 dello stesso articolo e la procura alle liti sono depositate, unitamente al ricorso, agli altri atti e documenti processuali, esclusivamente sotto forma di documenti informatici, con le modalità telematiche stabilite dalle specifiche tecniche di cui all'art. 19. 5. Qualora la notificazione non sia eseguita con modalità telematiche, la copia informatica degli atti relativi alla notificazione deve essere depositata nel fascicolo informatico secondo quanto previsto dalle specifiche tecniche di cui all'articolo 19. In tale caso l'asseverazione prevista dall'art. 22, comma 2, del d.l. n. 82/2005 (CAD) è operata con inserimento della dichiarazione di conformità all'originale nel medesimo o in un documento informatico separato. 6. Nei casi di cui al comma 1, la prova della notificazione è fornita con modalità telematiche. Qualora tale prova non sia possibile per effetto della oggettiva indisponibilità del SIGA, resa nota ai difensori con le modalità definite dal Responsabile del SIGA anche attraverso il sito web della giustizia amministrativa, il difensore procede ai sensi dell'art. 9, comma 1-bis, l. n. 53/1994. In tal caso, la Segreteria dell'ufficio giudiziario presso cui l'atto notificato è depositato procede tempestivamente ad estrarre copia informatica degli atti depositati ai fini dell'inserimento nel fascicolo informatico. 7. Nei casi di cui all'art. 129, comma 3, lett. a), del c.p.a. il ricorso redatto nella forma del documento informatico può essere notificato anche direttamente dal ricorrente ai sensi dell'articolo 3-bis della l. n. 53/1994, in quanto compatibile, secondo quanto previsto nelle specifiche tecniche di cui all'art. 19.

[17]La FAQ n. 16 pubblicata sul sito web istituzionale della GA prevede: 16. Nel campo “Notifica”, qualora non si sia proceduto alla notifica via PEC, l'avvocato deve allegare la scansione della sola documentazione di notifica o di tutto l'atto notificato? Se la notifica è avvenuta con modalità tradizionali, chi effettua il deposito telematico deve allegare la copia notificata del ricorso completa della relativa asseverazione. In presenza di numerose notifiche in formato ‘ALTRO', va utilizzato il bottone Allega copia notificata. L'atto notificato e i documenti relativi a tutte le notifiche possono essere inseriti scansionati in questo campo, in un unico file, valevole per tutte le notifiche di tipo cartaceo.

[18]L'attestazione di conformità può essere inserita nella medesima copia per immagine o su documento informatico separato, a discrezione del difensore. La scelta, tuttavia, comporta un diverso procedimento per attestare la conformità dell'atto notificato, in quanto, come già visto, l'art. 22, comma 2, d.lgs. n. 82/2005, per mezzo del rinvio operato dall'art. 71, richiama le regole tecniche contenute nell'art. 4 d.P.C.M. 13 novembre 2014. Nel primo caso, l'attestazione di conformità potrà essere inserita mediante una casella di testo direttamente nel PDF immagine utilizzando la funzione “Compila e firma” di Adobe Acrobat Reader DC o software equivalenti. La copia per immagine così modificata potrà essere firmata digitalmente prima di essere allegata, utilizzando un apposito software di firma. Secondo il d.P.C.M. 13 novembre 2014, la copia per immagine di un documento analogico può essere attestata conforme anche in un documento separato, qualora esso contenga un riferimento temporale e l'impronta della copia per immagine. Si tratta, quindi, di creare un documento informatico tramite un software di videoscrittura e di inserire una dichiarazione di conformità seguita dall'HASH e riferimento temporale, in modo analogo a quanto già visto per l'attestazione di conformità della procura nella relata di notifica. L'attestazione di conformità su foglio separato così formata potrà essere firmata digitalmente e dovrà essere allegata all'interno della Sezione “Documenti”.

[19]Si tratta di una differenza rilevante rispetto al tradizionale processo cartaceo, nel quale i documenti di causa potevano essere depositati in giudizio anche quali semplici “fotocopie” non autenticate, come espressamente riconosciuto dagli artt. 2712 ss. c.c., secondo cui le riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime.

[20]L'art. 22, comma 3, del d.lgs. n. 82/2005 stabilisce che le copie per immagine su supporto informatico di documenti originali formati in origine su supporto analogico nel rispetto delle regole tecniche di cui all'art. 71 hanno la stessa efficacia probatoria degli originali da cui sono tratte se la loro conformità all'originale non è espressamente disconosciuta.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario