Relata di notifica a persona fisica (art. 41)

Ciro Daniele Piro

Inquadramento

Atto propedeutico all'instaurazione del procedimento giurisdizionale è la notificazione del ricorso, con il quale si porta a conoscenza la parte resistente ed eventuali controinteressati del ricorso giurisdizionale. Si tratta della prima fase del procedimento che porta alla pendenza del ricorso, alla quale dovrà necessariamente seguire il deposito dell'atto notificato presso il tribunale adito.

La notificazione è prevista anche per altri atti che incidono sul thema decidendum della lite, quali il ricorso incidentale e i motivi aggiunti, che il codice del processo amministrativo accomuna e sottopone al medesimo termine per la notificazione del ricorso.

La notificazione dell'atto deve avvenire entro determinati termini, che variano in funzione delle azioni che con il ricorso si introducono.

Il procedimento di notificazione è una fattispecie a formazione progressiva che trova la sua disciplina primaria nel codice di procedura civile – giusto il rinvio di cui all'art. 39 c.p.a. – e nelle leggi speciali che disciplinano tali atti.

Ai sensi dell'art. 137 c.p.c., l'ufficiale giudiziario esegue la notificazione mediante consegna al destinatario di copia conforme all'originale dell'atto da notificarsi. Nel caso di notificazione a persona fisica questa viene eseguita a mani proprie della medesima (art. 138 c.p.c.), ovvero nella residenza, dimora o nel domicilio, mediante consegna a familiare o addetto alla casa o all'azienda (art. 139 c.p.c.).

Formula

[DA APPORRE IN CALCE ALL'ORIGINALE E ALLA COPIA DEL RICORSO] [1]

RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE

Ad istanza dell'Avv. ...., che rappresenta e difende [NOME DELLA PARTE RICORRENTE] come specificato in atti, io sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto all'U.N.E.P. della Corte di Appello di ...., ho notificato il suesteso ricorso/atto a [PERSONA FISICA DESTINATARIA [2] ], residente in ...., alla via ...., ivi recandomi e consegnandone copia conforme all'originale a mani di .... [3][4]

Luogo e data ....

Firma del Destinatario ....

Firma Ufficiale Giudiziario ....

[1]V. anche Formule “Attestazione di conformità al fine del deposito di copia informatica della documentazione relativa alla notifica ” e “Attestazione di conformità al fine del deposito della prova della notifica a mezzo pec che non possa essere fornita con modalità telematiche”.

[2]Ai sensi dell'art. 145 c.p.c., in caso di notificazione alle persone giuridiche, la stessa si esegue nella loro sede mediante consegna di copia dell'atto al rappresentante o alla persona incaricata di ricevere le notificazioni, o, in mancanza, ad altra persona addetta alla sede stessa ovvero al portiere dello stabile in cui è la sede. La notificazione può anche essere eseguita alla persona fisica (applicandosi in tal caso gli artt. 138, 139 e 141), quale rappresentante dell'ente, dovendosi a tal fine espressamente indicare nell'atto tale qualità e specificare residenza, domicilio e dimora abituale. La notificazione alle società non aventi personalità giuridica, alle associazioni non riconosciute e ai comitati di cui agli artt. 36 ss. c.p.c. si esegue nella sede indicata nell'art. 19 c.p.c., ovvero alla persona fisica che rappresenta l'ente qualora nell'atto da notificare ne sia indicata la qualità e risultino specificati residenza, domicilio e dimora abituale.

[3]Ove non sia stato possibile consegnare la copia a mani proprie della persona fisica destinataria della notifica, l'Ufficiale Giudiziario potrà eseguire la notifica a mani di un familiare o addetto alla casa, ai sensi dell'art. 139, copia dell'atto a una persona di famiglia o addetta alla casa, all'ufficio o all'azienda, purché non minore di quattordici anni o non palesemente incapace. In mancanza delle persone, la copia è consegnata al portiere dello stabile dove è l'abitazione, l'ufficio o l'azienda, e, quando anche il portiere manca, a un vicino di casa che accetti di riceverla. Il portiere o il vicino deve sotto scrivere una ricevuta, e l'ufficiale giudiziario dà notizia al destinatario dell'avvenuta notificazione dell'atto, a mezzo di lettera raccomandata.

[4]In caso di notificazione a mezzo PEC, l'ufficiale giudiziario redige la relazione di notificazione su documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce. La relazione dovrà recare, in luogo della indicazione del luogo della consegna, l'indirizzo di posta elettronica presso il quale l'atto è stato inviato (art. 149-bis c.p.c.).

Commento

Disciplina applicabile

Con riferimento alle modalità della notificazione, la disciplina applicabile è da rinvenirsi nel codice di rito, giusto il rinvio esterno di cui all'art. 39, nonché nelle norme delle leggi speciali che disciplinano tali atti.

In linea generale, la notifica può essere effettuata tramite ufficiale giudiziario (sia direttamente sia a mezzo servizio postale, ex art. 149 c.p.c.), oppure «in proprio» dal procuratore che a tal fine ha ottenuto, ai sensi della l. n. 53/1994, l'autorizzazione dal Consiglio dell'Ordine (v. formula “Relata di autonotifica ex art. 3 l. n. 53/1994”.

Nello specifico, la disciplina della relazione di notificazione è contenuta nell'art. 148 c.p.c., ai sensi del quale, l'ufficiale giudiziario certifica l'eseguita notificazione mediante relazione da lui datata e sottoscritta, apposta in calce all'originale e alla copia dell'atto. La relazione indica la persona alla quale è consegnata la copia e le sue qualità, nonché il luogo della consegna, oppure le ricerche, anche anagrafiche, fatte dall'ufficiale giudiziario, i motivi della mancata consegna e le notizie raccolte sulla reperibilità del destinatario.

Perfezionamento della notifica con modalità cartacea

Il momento in cui la notifica si perfeziona assume rilevanza ai fini del rispetto dei termini di decadenza per introdurre le azioni disciplinate dal codice del processo amministrativo (v. infra, lo schema riepilogativo dei termini per la notificazione del ricorso).

Per il ricorrente, il perfezionamento avviene nel momento della consegna dell'atto da notificare all'ufficiale giudiziario (ossia alla data in cui quest'ultimo ha compiuto le formalità a lui imposte dalla legge). Si tratta di un momento diverso da quello della esistenza della notifica – intesa come prova della sua esistenza –, che si realizza solo mediante il deposito in giudizio della cartolina di ricevimento.

Al riguardo è stato chiarito, da costante giurisprudenza che:

– la prima parte del procedimento di notificazione si perfeziona per il notificante con la tempestiva consegna dell'atto da notificare all'ufficiale giudiziario e con l'indicazione di elementi sufficienti all'identificazione del destinatario e alla sua individuazione.

– a seguito dell'espletamento di tali incombenti si esaurisce l'attività di pertinenza di colui che chiede la notifica ed inizia la fase del procedimento di competenza dell'ufficiale giudiziario. Tale seconda fase è necessaria affinché si consolidi l'anticipazione del perfezionamento, e si conclude quando la notifica si realizza anche per il destinatario;

– con riguardo a tale seconda fase, il riconoscimento della sussistenza di un impedimento non imputabile al tempestivo esercizio della notifica e che dipende da eventi sottratti al potere di impulso e di controllo cui è tenuto il difensore del ricorrente, consente l'assegnazione di un nuovo termine per la ripetizione della notificazione (T.A.R. Trento (Trentino-Alto Adige) I, 26 gennaio 2010, n. 25). A seguito della sentenza della Corte cost., n. 148/2021, la rinnovazione è ammessa anche se l'esito negativo della notifica dipenda da causa imputabile al notificante (cfr. il commento sub Art. 44, in Chieppa, Codice del processo amministrativo commentato, Milano, 2022).

Anche dopo l'entrata in vigore del Processo Amministrativo Telematico che privilegia le forme di notificazione a mezzo PEC (v. infra), è consentito il ricorso alle formalità tradizionali di notificazione del ricorso, quale la notifica cartacea dell'atto introduttivo del giudizio non firmato digitalmente (Cons. St., n. 5504/2017; T.A.R. Lazio II, 1° marzo 2017, n. 2993; Cons. St. V, ord., n. 56/2018, che tuttavia richiede la regolarizzazione dell'atto, pur in presenza della costituzione della parte intimata).

Nei casi di notifica cartacea, le norme tecnico-attuative del PAT (v. art. 14, comma 5, all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021) prevedono che il professionista debba attestarne la conformità, ai sensi dell'art. 22 del Codice dell'Amministrazione Digitale (“CAD”). In particolare, “[q]ualora la notificazione non sia eseguita con modalità telematiche, la copia informatica degli atti relativi alla notificazione deve essere depositata nel fascicolo informatico secondo quanto previsto dalle specifiche tecniche di cui all'art. 19. In tale caso l'asseverazione prevista dall'art. 22, comma 2, del CAD è operata con inserimento della dichiarazione di conformità all'originale nel medesimo o in un documento informatico separato.”. Ai sensi dell'art. 22 CAD, ove la procura alle liti e/o la prova dell'avvenuta notifica dell'atto siano allegate al Modulo di deposito tramite copia informatica (ottenuta dalla scansione della procura cartacea e/o dell'atto notificato tramite UNEP o in proprio tramite ufficio postale exl. n. 53/1994) il professionista deve attestarne la conformità utilizzando una delle due seguenti modalità:

1) all'interno della copia informatica ottenuta dalla scansione del cartaceo: eseguita la scansione della procura alle liti o dell'atto notificato, si ottiene un file PDF. Il difensore deve “aprire” il file PDF con Adobe Reader o altro software per visualizzare i PDF e, utilizzando le funzionalità gratuite del software (“compila e firma” e “aggiungi testo”) deve inserire l'attestazione di conformità. A questo punto salva il file e lo firma digitalmente utilizzando la firma “PAdES”;

2) su documento informatico separato che poi deve essere allegato al Modulo di deposito: eseguita la scansione della procura alle liti o dell'atto notificato, si ottiene un file PDF il quale viene allegato (senza necessità che lo stesso sia firmato digitalmente) al Modulo di deposito.

Deve quindi essere predisposta, su documento informatico separato o all'interno del medesimo documento, l'attestazione di conformità per la quale si può così procedere: si prepara l'attestazione con il software utilizzato per redigere gli atti (word, openoffice, libre office ecc.) la quale deve contenere, oltre ad una sintetica formula con la quale il difensore attesta la conformità della copia informatica all'originale analogico in suo possesso, anche l'impronta (hash) e il riferimento temporale della copia informatica (vedi, amplius, la formula “Attestazione di conformità al fine del deposito di copia informatica della documentazione relativa alla notifica ”).

Se è possibile che la notificazione si perfezioni in un momento diverso per chi notifica e per chi è destinatario della notificazione (c.d. anticipazione degli effetti della notifica), il Codice, in conformità con l'insegnamento di Corte cost., n. 154/2005, ha precisato che il termine per procedere al successivo deposito dell'atto notificato decorre dalla data di perfezionamento della notificazione per il destinatario e che il richiedente può depositare l'atto anche prima che la notificazione si sia perfezionata per il destinatario (comma 2), evitando così ogni decadenza.

In tal caso, tuttavia, la procedibilità dell'atto depositato è condizionata all'ulteriore deposito del documento comprovante il perfezionamento della notificazione per il suo destinatario (comma 3), senza però che tale ulteriore deposito sia assoggettato ad alcun termine (v. Corte cost., n. 153/2004). Tale soluzione è idonea a individuare una data di deposito che è certa anche per il destinatario dell'atto, impedendo che la mancata conoscenza da parte del ricorrente di tale data (per la quale deve attendere il ritorno delle prove dell'avvenuta notificazione) possa pregiudicarlo.

La mancanza della produzione della prova dell'avvenuta notificazione per il destinatario dell'atto non implica alcuna decadenza, ma, in assenza di tale prova, le domande introdotte con l'atto non possono essere esaminate (v. il comma 3 dell'art. 45).

La prova del perfezionamento della notificazione nei confronti del destinatario può essere data sino al passaggio in decisione del ricorso perché essa, non riguardando la documentazione inerente la cognizione sostanziale della controversia su cui rileva il diritto di difesa, non soffre della preclusione stabilita dai termini prescritti dall'art. 73 comma 1 (T.A.R. Palermo, III, 6 dicembre 2018, n. 2579). A fronte della mancata costituzione in giudizio della parte resistente, o appellata, entro il momento ultimo suddetto, l'omessa produzione dell'avviso di ricevimento del plico contenente l'atto d'appello, avviato alla notificazione per mezzo del servizio postale, entro il termine suindicato, comporta l'inesaminabilità – e quindi l'inammissibilità – del gravame (Cons. St. VI, n. 1678/2016; v. anche Cons. St. V, n. 6241/2012, che chiarisce che la norma non ha portata retroattiva; T.A.R. Campania (Napoli) VII, 3 gennaio 2022, n. 16; T.A.R. Lazio, (Roma) II, 21 marzo 2019, n. 3767).

È bene precisare che la distinzione dei momenti di perfezionamento della notifica per il notificante e per il destinatario dell'atto trova applicazione solo quando, dall'intempestivo esito del procedimento notificatorio, per la parte di questo sottratta alla disponibilità del notificante, potrebbero derivare conseguenze negative per il notificante, quali la decadenza conseguente al tardivo compimento di attività riferibile all'ufficiale giudiziario o all'agente postale e non anche qualora la norma preveda che un termine debba decorrere (o un altro adempimento debba essere compiuto) dal tempo dell'avvenuta notificazione – come nel processo amministrativo, il termine per la costituzione del ricorrente ex art. 46 c.p.a., o nel processo civile il termine per la costituzione dell'appellante ai sensi del disposto degli artt. 347 e 165 c.p.c. – nel qual caso il termine decorre dal momento di perfezionamento della notificazione dell'atto introduttivo nei confronti del destinatario e non dal momento della consegna di tale atto all'ufficiale giudiziario, che rileva solo ai fini della tempestività del ricorso e/o dell'impugnazione (Cons. St. VI, n. 3150/2011).

Notificazione a mezzo PEC

Con riguardo alla notifica a mezzo PEC, con l'entrata in vigore del processo amministrativo telematico questa è divenuta la modalità ordinaria di notifica (cfr. Cons. St., Ad. plen., n. 6/2017 e v. formula “Attestazione di conformità della prova della notifica effettuata a mezzo PEC”).

Nel caso di notifiche a mezzo PEC, l'art. 149-bis c.p.c. prevede che l'ufficiale giudiziario trasmette copia informatica dell'atto sottoscritta con firma digitale all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante da pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni. In tal caso, la notifica si intende perfezionata nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario.

Sia per le notifiche a mani proprie, che a mezzo PEC si prevede che le stesse devono eseguirsi non prima delle ore sette e non dopo le ore ventuno (art. 147 c.p.c., valevole anche per le notificazioni telematiche). In base all'art. 16-septies, d.l. n. 179/2012, se la notifica telematica è eseguita dopo le ore 21, si considera perfezionata alle ore 7 del giorno successivo. Al riguardo, la Corte d'Appello di Milano ha sollevato questione di legittimità costituzionale di detta norma, nella parte in cui prevede che i limiti di orario si applichino anche alle notificazioni eseguite con modalità telematiche, osservando in particolare è se e in quale misura l'adozione di una modalità tecnologica nuova richieda una diversa disciplina giuridica o se la disciplina del “vecchio” procedimento di notifica possa agevolmente essere estesa alla nuova procedura, non incidendo tale estensione sull'esigenza di tutelare la sfera privata, sotto il profilo della inviolabilità del domicilio e dell'interesse al riposo e alla tranquillità. Oltre ai profili di violazione dell'art. 3 Cost. sotto il profilo della irragionevolezza derivante dal trattare situazioni differenti in modo uguale, i giudici di merito sottolineano anche la possibile violazione degli artt. 24 e 111 Cost., in quanto sussisterebbe una limitazione del diritto di difesa del notificante che, specialmente in caso di notifiche dell'ultimo giorno, non potrebbe avvalersi della notificazione via PEC dopo le ore 21 (App. Milano I, ord. 16 ottobre 2017).

Pronunciandosi su tale rinvio, la Corte costituzionale, con sentenza n. 75/2019, ha statuito la illegittimità costituzionale dell'art. 16-septies d.l. n. 179/2012 nella parte in cui prevede che la notifica eseguita con modalità telematiche la cui ricevuta di accettazione è generata dopo le ore 21 ed entro le ore 24 si perfeziona per il notificante alle ore 7 del giorno successivo, anziché al momento di generazione della predetta ricevuta. Con tale decisione, la Corte ha rilevato la irragionevolezza della limitazione nel tempo degli effetti giuridici della notifica per il notificante, senza che ciò sia funzionale alla tutela del diritto di riposo del destinatario, per il quale in ogni caso gli effetti della notifica sono differiti alle ore 7 del giorno successivo. La pronuncia conferisce rilevanza alla diversità tecnologica del mezzo di notifica – come colta nella disciplina del deposito telematico che prevede la tempestività del deposito se la relativa ricevuta è generata entro la fine del giorno di scadenza (cfr. art. 16-bis, comma 7, d.l. n. 179/2012) – che rende compatibile la fruizione completa dei termini del diritto di azione in giudizio, con la tutela del destinatario della notificazione, assicurando l'effettività del diritto alla tutela giurisdizionale.

Il ricevimento della notifica da parte del destinatario vale ad escludere la nullità qualora la notifica venga effettuata con modalità irrituali, consentendone la sanatoria con efficacia ex tunc (Cons. St. III, n. 3565/2016). Così si è dichiarata la nullità della notifica del ricorso al T.A.R. effettuata a mezzo PEC, senza aver ottenuto la preventiva autorizzazione di cui all'art. 52 comma 2, ribadendo tuttavia che la medesima nullità viene sanata dalla costituzione in giudizio delle controparti che hanno potuto esplicare i propri diritti difensivi sulla base dell'atto che, ancorché notificato in modo anomalo, è stato comunque tempestivamente conosciuto (T.A.R. Roma (Lazio) I, 16 dicembre 2016, n. 12555).

In tema di processo amministrativo telematico, ai sensi dell'art. 14, comma 3, all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021, ai fini della prova in giudizio della notificazione del ricorso a mezzo PEC, la ricevuta di avvenuta consegna deve contenere la copia completa del messaggio di posta elettronica certificata consegnato; pertanto, ai fini della dimostrazione della regolare instaurazione del contraddittorio, non è sufficiente l'inserimento nel fascicolo informatico della mera “scansione per immagini” della ricevuta di avvenuta consegna che non contenga i documenti notificati via PEC in formato “cliccabile” poiché tale modalità non consente al Collegio di verificare quale atto sia stato concretamente notificato alla controparte (T.A.R. Napoli 19 aprile 2017, n. 581).

Ai fini della validità della notifica per via telematica di un atto processuale a una amministrazione pubblica nel giudizio amministrativo, deve utilizzarsi in via esclusiva l'indirizzo PEC inserito nell'elenco tenuto dal Ministero della Giustizia, di cui all'art. 16, comma 12, del d.l. n. 179/2012, che contiene l'indirizzo di posta elettronica certificata al quale le pubbliche amministrazioni – di cui all'art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001 – dotate di autonoma soggettività processuale hanno comunicato o avrebbero dovuto comunicare entro il 30 novembre 2014 di voler ricevere le notificazioni per via telematica (c.d. ReGIndE) (T.A.R. Calabria I, 28 maggio 2018, n. 297). Peraltro, nel caso in cui la pubblica amministrazione non abbia comunicato un indirizzo PEC al Ministero della giustizia e il ricorrente procede a notificare presso un indirizzo PEC ottenuto da un diverso registro (ad es. l'IPA), può riconoscersi l'errore scusabile (CGA, sez. giurisdiz. – 12 aprile 2018, n. 216). Sulla base di un orientamento sviluppatosi da ultimo, il Consiglio di Stato ha affermato che dopo l'entrata in vigore del processo amministrativo telematico, la notifica, a mezzo posta elettronica certificata del ricorso effettuata all'amministrazione all'indirizzo tratto dall'elenco presso l'Indice P.A. è pienamente valida ed efficace, essendo tale indice un pubblico elenco utilizzabile in via generale per le notificazioni alle P.A. (Cons. St., n. 4796/2020; Cons. St. V, n. 7026/2018; Cons. St. III, n. 1379/2019).

Le ricevute di cui all'art. 3-bis, comma 3 l. n. 53/1994, in particolare la relazione di notificazione di cui al comma 5 dello stesso articolo e la procura alle liti, sono depositate, unitamente al ricorso, agli altri atti e documenti processuali, esclusivamente sotto forma di documenti informatici, con le modalità telematiche stabilite dalle specifiche tecniche di cui all'art. 19. Secondo un orientamento, la mancanza agli atti della relazione di notifica, ovvero della ricevuta di consegna della PEC, determina l'inesistenza del relativo rapporto processuale (T.A.R. Calabria I, n. 223/2019), ovvero la sua inammissibilità (T.A.R. Basilicata I, n. 312/2019; T.A.R. Campania I, n. 673/2014).

La notificazione dell'ufficiale giudiziario incompetente

Per costante giurisprudenza la costituzione in giudizio della parte resistente sana ex tunc il vizio della notifica effettuata, ad esempio, presso la sede della amministrazione anziché presso la sede della difesa erariale (v. art. 44). La costituzione è ritenuta infatti la dimostrazione da parte dell'intimato di essere in grado, per fatto volontario, di esercitare il diritto di difesa (Cons. St. VI, n. 227/2014; T.A.R. Liguria II, 17 giugno 2014, n. 958; T.A.R. Sicilia (Catania) IV, 19 dicembre 2013, n. 3043; Cons. St. IV, n. 2591/2013).

Tali principi sono applicabili anche nel caso di notifica eseguita da ufficiale giudiziario incompetente. Invero, ai sensi dell'art. 106 del d.P.R. n. 1229/1959, “l'ufficiale giudiziario compie con attribuzione esclusiva gli atti del proprio ministero nell'ambito del mandamento ove ha sede l'ufficio al quale è addetto, salvo quanto disposto dal secondo comma dell'articolo seguente”. Con riguardo alle notifiche a mezzo posta, ai sensi del cit. secondo comma dell'art. 107 del d.P.R. n. 1229/1959, “tutti gli ufficiali giudiziari possono eseguire, a mezzo del servizio postale, senza limitazioni territoriali, la notificazione degli atti relativi ad affari di competenza delle autorità giudiziarie della sede alla quale sono addetti e degli atti stragiudiziali”.

Ne segue che, ai sensi degli artt. 106 e 107 d.P.R. n. 1229/1959, l'Ufficiale giudiziario è competente a notificare, per mezzo del servizio postale, atti del suo ministero a persone residenti, dimoranti o domiciliate nella sua circoscrizione territoriale, mentre può procedere a notifiche nei confronti di soggetti residenti altrove solo se l'atto si riferisce ad un procedimento che sia o possa essere di competenza del giudice al quale il notificante è addetto (Cass. S.U., n. 6217/2005). Con riferimento ai ricorsi al Consiglio di Stato e al T.A.R., questi possono dunque essere notificati dagli ufficiali giudiziari solo nell'ambito del mandamento in cui ha sede l'ufficio al quale essi sono addetti, mentre la notificazione (a mezzo posta) al di fuori di tale mandamento può essere effettuata soltanto dagli ufficiali giudiziari aventi sede nella città in cui ha sede l'adito organo di giustizia amministrativa; pertanto, è inammissibile il ricorso al T.A.R. notificato a mezzo posta dall'ufficiale giudiziario il cui ufficio non si trovi nella stessa città del T.A.R. adito (Cons. St. IV, n. 649/1980; Cons. Giust. Amm. Sicilia n. 399/2009; T.A.R. Palermo, III, n. 1339/2013).

Ciò premesso, il principio di conservazione degli atti, ha condotto i giudici di legittimità a riconoscere comunque validità alla notifica eseguita dall'ufficiale giudiziario incompetente, stabilendo che non è affetta da tardività la notificazione che sia stata tempestivamente eseguita mediante consegna all'ufficiale giudiziario incompetente, il quale l'abbia poi consegnata al suo destinatario in una data non tempestiva. Se sussiste comunque la tempestiva consegna dell'atto, da parte del ricorrente, all'ufficio notificatore, anche quando vi sia stata una nullità della notificazione, vale la circostanza che il vizio sia stato sanato dalla costituzione in giudizio della parte destinataria dell'atto (Cass. I, n. 22995/2014).

Nel processo amministrativo, l'irrilevanza della incompetenza dell'ufficiale giudiziario è stata affermata in maniera ancora più decisa, riconducendola nell'ambito delle mere irregolarità e non richiedendo alcuna sanatoria. La giurisprudenza prevalente ha così affermato che la notifica del ricorso ad opera di ufficiale giudiziario incompetente non è affetta da nullità, ma da mera irregolarità che al più assume rilievo nei confronti dell'ufficiale giudiziario incompetente, ma è ininfluente sulla ritualità dell'eseguita notificazione (Cons. St. III, n. 954/2012). A seguito della rimessione operata da Cass. II, ord. n. 179/2018, le Sezioni Unite hanno affermato che la violazione delle norme relative alla organizzazione del servizio degli ufficiali giudiziari (i citati articoli 106 e 107 d.P.R. n. 1229/1959) costituiscono una mera irregolarità del comportamento del notificante, che non riverbera i suoi effetti ai fini processuali e non determina nullità della notificazione (Cass. S.U., n. 17533/2018).

La notificazione ai controinteressati

Nel caso dell'azione di annullamento, ai sensi dell'art. 27, resta ferma la sanzione della decadenza in caso di omessa notificazione del ricorso all'amministrazione e ad almeno un controinteressato. Tale regola processuale risponde al principio generale per cui la parte contro la quale venga proposta una domanda giudiziale deve essere evocata nel relativo processo onde poter difendere i propri interessi (art. 101 c.p.c.).

Deve ritenersi controinteressato ad un ricorso giurisdizionale diretto all'annullamento di un atto: a) il portatore di un interesse qualificato alla conservazione dell'atto impugnato, in quanto ne ricavi un vantaggio diretto ed immediato; b) che sia nominativamente indicato nell'atto o sia da esso agevolmente individuabile; c) la cui qualità va accertata con riferimento alla data di emanazione del provvedimento.

Come più volte evidenziato, la qualifica di controinteressato in senso processuale richiede un requisito formale, costituito dalla presenza del nominativo nel provvedimento amministrativo, e un requisito sostanziale, costituito dalla sussistenza di un interesse favorevole al mantenimento della situazione attuale, definita dal provvedimento stesso (Cons. St. IV, n. 1701/2017; Cons. St. VI, n. 3747/2013). In altre parole, la qualità di controinteressato all'annullamento di un atto amministrativo deve ricollegarsi direttamente ed immediatamente all'atto impugnato e non già ad atti successivi (anche se essi trovino nell'atto impugnato il loro presupposto) e va accertata con riferimento alla data di emanazione del provvedimento non potendosi riconoscere alcun rilievo a circostanze o fatti sopravvenuti (Cons. St. V, n. 128/2006; Cons. St. IV, n. 3971/2005; Cons. St., Ad. plen., n. 15/1997; T.A.R. Lazio (Roma) II, 4 marzo 2016, n. 2865; T.A.R. Trentino-Alto Adige (Trento), 12 luglio 2007, n. 131).

La prova circa l'esistenza del controinteressato, conosciuto dalla parte ricorrente al momento del ricorso deve essere data dalla parte che eccepisce la mancata notifica (T.A.R. Campania (Napoli) IV, 1° settembre 2016, n. 4142).

In caso di omessa notifica al controinteressato, il giudice amministrativo non può supplire ad errori o carenze della parte e, pertanto, non è legittimato a disporre l'integrazione del contraddittorio nel caso in cui il ricorso non sia stato ritualmente e tempestivamente notificato al controinteressato, né gli è consentito utilizzare i poteri previsti dall'art. 51 c.p.a. (Cons. St. V, n. 4530/2013; T.A.R. Sicilia (Catania) I, 18 novembre 2014, n. 2978).

Neppure l'inammissibilità conseguente alla mancata notifica nei confronti dell'unico controinteressato può essere sanata con la sua costituzione tardiva, vertendosi in una ipotesi di inesistenza (e non nullità) della notificazione, che fa venir meno il diritto di agire (è quindi di inapplicabilità dell'art. 44, comma 3 che dispone che «la costituzione degli intimati sana la nullità della notificazione del ricorso, salvi i diritti acquisiti anteriormente alla comparizione, nonché le irregolarità di cui al comma») (T.A.R. Sicilia (Catania) IV, 6 dicembre 2013, n. 2925).

Applicando tali principi ai casi di atti relativi alle procedure di affidamento, si è posto il problema della individuazione dei controinteressati prima dell'aggiudicazione, essendo potenzialmente tali i soggetti partecipanti alla gara.

Infatti, laddove siano impugnati degli atti infraprocedimentali può essere difficile individuare un controinteressato in senso formale. Nel caso di procedure concorsuali, si è ritenuto infatti che solo in presenza dell'aggiudicazione definitiva, quale atto ad effetto stabile suscettibile di accrescere e di consolidare la posizione giuridica del soggetto, si può prospettare una posizione di controinteressato (Cons. St. V, n. 4654/2015). Peraltro, Nel caso sia intervenuta l'aggiudicazione, potrebbe non essere sufficiente ai fini del rispetto dell'onere previsto dalla norma in commento la notifica ad una sola impresa controinteressata, ciò in particolare laddove il ricorrente introduca con il ricorso distinte domande dirette ciascuna a contestare la posizione delle diverse imprese classificatesi in posizione migliore al fine di conseguire l'aggiudicazione in suo favore (Cons. St. V, n. 2906/2017).

L'effetto sanante della costituzione spontanea in giudizio del controinteressato, pacificamente riconosciuto nelle ipotesi di eventuali irregolarità della notificazione, non si verifica: - nel caso in cui la notificazione sia stata totalmente omessa, non potendo l'intervento in giudizio porre nel nulla gli effetti della decadenza dall'impugnazione, che si producono allo scadere del termine per la sua proposizione; - nel caso di inesistenza della notificazione, allorché l'intervento spontaneo avvenga oltre il termine utile per la proposizione dell'impugnazione; al contrario, ove l'intervento ad opponendum si sia verificato nel segmento temporale fra la conoscenza del provvedimento impugnato ed i termini per la proposizione del ricorso, la spontaneità della costituzione, per di più intesa a tutelare, nel merito, gli interessi dell'opponente, rende superflua la notificazione, essendosi il contraddittorio comunque costituito ed essendo quindi stato raggiunto lo scopo della prescrizione tassativa (Cons. St. IV, n. 58622021; Cons. St. VI, n. 5852/2013; Cons. St. IV, n. 2923/2009; T.A.R. Catanzaro (Calabria) I, 27 luglio 2017, n. 1225; T.A.R. Catanzaro I, 12 giugno 2019, n. 1182).

In caso di azione di accertamento di un diritto soggettivo proposta innanzi al T.A.R. (adito in sede esclusiva), non si applica il principio di cui all'art. 41, comma 2, che dispone la previa notifica, a pena di inammissibilità, ad almeno un controinteressato del ricorso introduttivo, quanto piuttosto il solo principio processuale di integrazione del contraddittorio. Conseguentemente, ai sensi dell'art. 102, se il giudizio è stato promosso contro una sola o alcune sole delle parti che devono essere ritenute litisconsorti necessari, il giudice ordinerà l'integrazione del contraddittorio (T.A.R. Toscana I, 28 gennaio 2013, n. 134).

Rifiuto o irreperibilità del destinatario

Se non è possibile eseguire la consegna per irreperibilità o per incapacità o rifiuto delle persone indicate, l'ufficiale giudiziario deposita la copia nella casa del comune dove la notificazione deve eseguirsi, affigge avviso del deposito in busta chiusa e sigillata alla porta della abitazione o dell'ufficio o dell'azienda del destinatario, e gliene da notizia per raccomandata con avviso di ricevimento (art. 140 c.p.c.). L'avviso deve contenere il nome della persona che ha chiesto la notificazione e del destinatario; indicazione della natura dell'atto e del giudice che ha pronunciato il provvedimento; data o termine di comparizione ed infine data e firma dell'ufficiale giudiziario (art. 48 disp. att. c.p.c.).

In caso di rifiuto o irreperibilità, l'attività dell'ufficiale giudiziario è costituita da tre formalità: 1) il deposito di una copia dell'atto presso la sede del comune mediante consegna al segretario comunale o ad un impiegato; 2) l'affissione dell'avviso di deposito alla porta dell'abitazione o dell'ufficio o dell'azienda del destinatario; 3) la spedizione di una lettera raccomandata con cui si comunica al destinatario il deposito suddetto (Cass., n. 137/2016).

Lo scopo perseguito dall'art. 140 c.p.c. è quello di assicurare il perfezionamento della notifica a prescindere dalla materiale ricezione dell'atto oggetto di notifica, essendo sufficiente la prova dell'invio della raccomandata attestante il deposito del documento presso la casa comunale. In questo modo, si vuole individuare in maniera convenzionale il momento di perfezionamento della notifica con quello della spedizione dell'avviso, che rappresenta il dies a quo di produzione di ogni effetto di legge. In particolare, il perfezionamento per il destinatario si ha con la ricezione della raccomandata informativa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla spedizione (Corte cost., n. 3/2010).

Riepilogo dei termini per la notificazione del ricorso e loro decorrenza

Con riguardo ai termini per la notificazione si applicano i termini stabiliti dallo stesso Codice per le varie azioni.

In estrema sintesi, il termine per ricorrere è pari a:

a) sessanta giorni per l'azione di annullamento ex art. 29 (ridotti in alcuni casi tipizzati, come ad esempio in materia di appalti ex art. 120);

b) centoventi giorni per l'azione di risarcimento di danni causati a posizioni di interesse legittimo ex art. 30 (vale il termine di prescrizione per il risarcimento dei danni causati a posizioni di diritto soggettivo);

c) centottanta giorni per la domanda volta all'accertamento delle nullità previste dalla legge, ex art. 31, comma 4;

d) un anno dal termine di conclusione del procedimento per l'azione avverso il silenzio ex art. 31;

e) trenta giorni in materia di accesso ex art. 116.

Esistono termini diversi per particolari tipologie di controversie, come previsto, ad esempio, per il giudizio elettorale (v. formule “Ricorso in materia di operazioni elettorali”, “Ricorso avverso atti di esclusione”).

In caso di residenza fuori dall'Italia di una delle parti scatta una proroga legale del termine di trenta giorni se le parti, o alcune di esse, risiedono in altro Stato dell'Europa, o di novanta giorni se risiedono fuori d'Europa (art. 41, comma 5). Tale proroga non è applicabile alle controversie soggette ad un termine legale accelerato per l'impugnazione degli atti di gara (come nel caso di affidamento di pubblici appalti) che non tollera deroghe ed è destinato a prevalere sulla disciplina generale dei termini processuali (Cons. St. IV, n. 1896/2015).

Decorrenza del termine per l'azione di annullamento

Nel caso dell'azione di annullamento, il termine per ricorrere decorre dal giorno in cui l'interessato abbia ricevuto la notifica o la comunicazione del provvedimento, o ne abbia comunque avuta piena conoscenza, o, per gli atti di cui non sia richiesta la notifica individuale, dal giorno in cui sia scaduto il termine della pubblicazione, se questa sia prevista dalla legge o in base alla legge.

Il termine per impugnare un provvedimento amministrativo decorre, quindi, o dalla notifica dell'atto o dalla scadenza del termine di pubblicazione o dalla piena conoscenza comunque acquisita.

In particolare:

– per i soggetti direttamente interessati dagli effetti dell'atto, il termine decorre dal giorno in cui ha avuto luogo la notifica del provvedimento;

– per i soggetti non direttamente contemplati (e non individuabili come diretti destinatari degli effetti dell'atto), il termine decorre dal giorno di scadenza del periodo di pubblicazione se questa sia prevista dalla legge o in base alla legge;

– in ogni caso, anche se non vi è ancora stata pubblicazione o notificazione, la piena conoscenza dell'atto fa decorrere i termini per impugnare.

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