Impugnazione per nullità del lodo con istanza di sospensione (artt. 827,828,829 e 830 c.p.c.)InquadramentoL'impugnazione per nullità del lodo può essere proposta dalla parte interessata con citazione alla Corte d'Appello territorialmente competente affinché verifichi la sussistenza di uno dei vizi previsti dall'art. 829 c.p.c. L'impugnazione può essere proposta entro un anno dalla data dell'ultima sottoscrizione del lodo. FormulaCORTE D'APPELLO DI [1].... ATTO DI CITAZIONE EX ART. 828 C.P.C. Nell'interesse di - [PERSONA FISICA] [2], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/p.za .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [3]...., C.F. .... [4], PEC .... [5], fax .... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [7]. - [PERSONA GIURIDICA] [8], con sede legale in ...., via/p.za ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [9]...., C.F. .... [10], PEC .... [11], fax .... [12], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [13]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di ....] PREMESSO - che questo esponente .... e - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ] [14], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [15], hanno concluso in data .... un contratto avente ad oggetto [16]....; - che all'articolo n. .... del citato contratto, le parti hanno previsto una clausola compromissoria e devoluto ogni controversia relativa al citato contratto ad un collegio arbitrale formato da numero .... arbitri; - che tra le parti in data .... è insorta una lite relativa all'interpretazione/esecuzione del citato contratto e precisamente [17]....; - che tutti gli arbitri nominati hanno accettato l'incarico e che il collegio si è costituito ed ha pronunciato in data .... lodo con cui .... è stato così deciso .... (doc. 2); che, il citato lodo è stato munito di exequatur [18], con decreto del tribunale di .... in data .... e comunicato in data .... (doc. 5 e 6); - che il lodo ha così disposto: ....; - che, il lodo, è del tutto carente di motivazione, riducendosi sostanzialmente al semplice dispositivo, cosicché lo stesso lodo è da ritenersi nullo ai sensi dell'art. 823, comma 2, n. 5, c.p.c.; - che, quindi, questo attore .... ha interesse ex art. 100 c.p.c. ad impugnare e a far dichiarare nullo il citato lodo rituale, per i sopra esposti motivi ed a vedere l'adito giudice accogliere le conclusioni disattese dall'arbitro; CITA - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], a comparire davanti all'intestata Corte d'Appello di ...., all'udienza del [19]...., ore di rito, con invito a costituirsi nelle forme di legge ed almeno venti giorni prima la fissata udienza e con avvertimento che la costituzione oltre il termine indicato darà luogo alle decadenze e preclusioni di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che, comunque, in mancanza di costituzione, si procederà in sua contumacia, per sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI - disattesa ogni contraria istanza, eccezione e deduzione; - in via cautelare preventiva, sospendere la efficacia esecutiva del lodo qui impugnato; - dichiarare la nullità del lodo impugnato e per tutti i motivi indicati in narrativa; - per l'effetto, condannare .... al .... ed al pagamento di Euro .... a titolo di ristoro del danno ed oltre ad accessori; - con vittoria di spese. Si articolano i seguenti mezzi istruttori: .... Si depositano: 1. originale del contratto contenente la clausola compromissoria; 2. originale del lodo; 3. comunicazione del lodo in data ....; 4. istanza agli arbitri per correzione di errore materiale depositata in data .... Ai fini del versamento del contributo unificato per le spese di giustizia, dichiara che il valore della causa è di Euro ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] RELATA DI NOTIFICA [20] [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] [1]La Corte d'Appello competente è quella nella cui circoscrizione ha sede l'arbitrato. [2]Ai sensi dell'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv. in l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. [3]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.). [4]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8 comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. [5]A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti da avvocati che introducono un giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC del difensore come si evince dal novellato testo dell'art. 125 c.p.c. L'indicazione dell'indirizzo PEC può risultare in goni caso utile al fine di ottenere mediante tale strumento le comunicazioni di cancelleria. [6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv. con modif., nella l. n. 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [7]La procura può essere apposta in calce o a margine dell'atto o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. art. 83 c.p.c. [8]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovranno indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. [9]V. nt. 3. [10]V. nt. 4. [11]V. nt. 5. [12]V. nt. 6. [13]V. nt. 7. [14]A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. [15]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). [16]Indicare il tipo di contratto concluso, nonché la data, il luogo e il numero di registrazione. [17]Descrivere l'oggetto della lite insorta tra le parti. [18]Si ricorda che per procedere all'impugnazione non è necessario che il lodo sia stato depositato o dichiarato esecutivo. L'impugnazione è possibile anche nell'ipotesi in cui il decreto di esecutorietà viene rifiutato, atteso che il rimedio è collegato alla efficacia di sentenza del lodo e non alla eventuale esecutorietà. [19]L'art. 350 c.p.c. rinvia all'art. 163-bis c.p.c. che, allo scopo di assicurare il diritto di difesa della controparte, impone che fra la data della notificazione – effettiva e valida – della citazione e la data della prima udienza di comparizione trascorra un congruo termine (dilatorio) minimo. Tale termine di comparizione è di 90 giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di 150 giorni se si trova all'estero (art. 163-bis, comma 1, c.p.c.) con l'avvertenza che, ai fini del computo, non si calcolano né il dies a quo (giorno della notificazione della citazione), né il dies ad quem (giorno della comparizione). [20]Si precisa che ai sensi dell'art. 816-bis c.p.c. il difensore – costituito nel procedimento arbitrale – può essere destinatario della comunicazione della notificazione del lodo e della notificazione della sua impugnazione. Risulta quindi possibile notificare l'impugnazione del lodo direttamente all'avvocato costituito nel procedimento arbitrale. CommentoLe ipotesi di nullità del lodo L'art. 829 c.p.c. sancisce il principio per cui l'impugnazione del lodo per nullità è sempre ammessa, ma stabilisce quali sono i vizi dell'atto per cui è possibile accedere a tale rimedio. Il giudizio di impugnazione si configura, quindi, come un rimedio a critica vincolata, non potendo le parti impugnare il lodo per una generica ingiustizia, ma solo facendo valere uno dei motivi tassativamente elencati nel citato art. 829 c.p.c. Il primo dei motivi di impugnazione del lodo è l'invalidità della convenzione arbitrale. La nozione di nullità di cui all'articolo in esame, non è limitata alla sola ipotesi di inesistenza del lodo o a specifici vizi genetici del negozio compromissorio, ma deve intendersi estesa a qualsiasi fattispecie in cui si riveli insussistente la volontà contrattuale delle parti, che rappresenta il fondamento della potestà decisoria degli arbitri (Cass. n. 1191/2001; Cass. n. 3293/1997). Le nullità del patto compromissorio, menzionate nell'art. 829, comma 1, n. 1, c.p.c., peraltro, non sono solo riconducibili a vizi di forma estrinseca, ma comprendono anche quelle che traggono origine dai limiti di compromettibilità della controversia e da ogni altra ipotesi di nullità, annullabilità o inefficacia della convenzione arbitrale (Cass. n. 8206/2004). Il lodo può essere impugnato, inoltre, nel caso in cui “gli arbitri sono stati nominati con le forme e nei modi prescritti nei capi II e VI del presente titolo”. Tale impugnazione è, tuttavia, subordinata alla preventiva deduzione della nullità nel giudizio arbitrale. L'obbligo di dedurre nel giudizio arbitrale tale nullità attinente alla nomina degli arbitri, si applica anche al caso in cui si censuri il lodo per mancanza di chiarezza ed univocità della clausola che prevede le modalità di nomina del terzo arbitro, in quanto la norma citata non distingue tra le diverse ragioni di difformità della nomina rispetto alle regole dettate in materia (Cass. n. 10000/2014). Tuttavia, la Corte di Cassazione (Cass. n. 6425/2006) ha chiarito che il difetto di potestas iudicandi del collegio arbitrale può essere rilevato anche d'ufficio, indipendentemente dalla sua precedente deduzione nell'ambito del procedimento arbitrale, qualora derivi dalla nullità del compromesso o della clausola compromissoria, mentre, in tutti gli altri casi – e, cioè, nelle ipotesi di nomine avvenute con modalità diverse da quelle previste dalle parti o, in difetto, dal codice di rito civile – l'irregolare composizione del collegio decidente può costituire motivo di impugnazione soltanto quando essa sia stata già denunciata nel corso del giudizio arbitrale. Il lodo può essere impugnato anche se è stato pronunciato da chi non poteva rivestire la funzione di arbitro ai sensi dell'art. 812 c.p.c. Viziato da nullità è anche il lodo che si esorbitante rispetto ai limiti sanciti con il patto compromissorio o che decida il merito della controversia quando non poteva essere deciso – cd. ultrapetizione. Il numero 5 dell'art. 829 c.p.c. individua poi i requisiti formali che il lodo deve tenere a pena nullità, ossia: i motivi, il dispositivo e la sottoscrizione. Costituisce motivo di impugnazione del lodo anche il mancato rispetto del termine fissato dalle parti o previsto ex lege per la pronuncia del lodo. Tale vizio può essere eccepito come causa di nullità del lodo se la parte, prima della deliberazione del lodo risultante dal dispositivo sottoscritto dalla maggioranza degli arbitri, abbia notificato alle altre parti e agli arbitri che intende far valere la loro decadenza (ex art. 821 c.p.c.). Le parti possono impugnare il lodo anche quando non siano state rispettate le forme previste a pena nullità per il procedimento arbitrale e nell'ipotesi di contrasto fra giudicati, ossia quando sia contrario ad altro lodo non più impugnabile o a sentenza passata in giudicata tra le parti “purché tale lodo o tale sentenza sia stata prodotta nel procedimento”. La violazione del principio del contraddittorio dà luogo ad un vizio del lodo che può altresì formare oggetto di impugnazione, così come la mancata pronuncia nel merito, quando gli arbitri avrebbero dovuto deciderlo. Tale ultimo motivo di nullità conferma che contro il lodo non è ammissibile il regolamento di competenza e che l'unico rimedio è l'impugnazione per nullità, a cui deve farsi ricorso quando gli arbitri abbiano erroneamente ritenuto di emettere una decisione accogliendo una questione processuale di natura impediente. Sono cause di nullità del lodo, infine, anche la sussistenza di disposizioni contraddittorie e il difetto di pronuncia, ossia l'ipotesi in cui gli arbitri abbiano omesso di decidere su una domanda o eccezione proposta dalle parti. Infine, il terzo comma dell'art. 829 c.p.c. prevede la possibilità di impugnare il lodo per violazione delle regole di diritto. Tale motivo nella disciplina previgente era sempre proponibile, salvo che le parti avessero espressamente devoluto agli arbitri la decisione secondo equità o quando avessero dichiarato il lodo non impugnabile. L'attuale disciplina sancita dall'art. 829 c.p.c. al contrario consente il ricorso a tale rimedio solo ove le parti lo abbiano espressamente previsto. L'impugnazione per violazione delle regole di diritto relative al merito della controversia è sempre ammessa nelle controversie in materia di lavoro e “se la violazione delle regole di diritto concerne la soluzione di questione pregiudiziale su materia che non può essere oggetto di convenzione di arbitrato”. Il procedimento di impugnazione Il giudizio di impugnazione si svolge secondo le norme dettate per il giudizio ordinario di cognizione, compresa la sospensione feriale dei termini ed è devoluto alla Corte d'Appello nella cui circoscrizione ha sede l'arbitrato. L'impugnazione deve essere introdotta con atto di citazione, alla cui notificazione dovrà seguire la costituzione nel termine di cui all'art. 165 c.p.c. Quest'ultima deve ritenersi a critica limitata, ovverosia deve essere ritenuta ammissibile soltanto sul fondamento di specifici motivi, riconducibili ad altrettanti vizi, qualificabili in errores in procedendo o in errores in judicando. Alla parte che ha dato causa a un motivo di nullità, o vi ha rinunciato, o che non ha eccepito nella prima istanza o difesa successiva la violazione di una regola che disciplina lo svolgimento del procedimento arbitrale, è inibita l'impugnazione del lodo per il medesimo motivo. Il procedimento di impugnazione dinanzi alla Corte d'Appello non è oggetto di specifica disciplina per cui risulta modellato sulla base delle norme che regolano il procedimento di appello delle sentenze. Il legislatore però detta talune disposizioni sulla decisione. L'art. 830 c.p.c. precisa, infatti, che la Corte d'Appello se accoglie l'impugnazione dichiara la nullità del lodo, ma se il vizio incide solo su una parte dello stesso che sia scindibile dalle altre, ne dichiara la nullità parziale – cd. pronuncia rescindente. La Corte d'Appello di norma provvede alla pronuncia rescissoria se annulla per i motivi di cui all'art. 829, comma 1, nn. 5, 6, 7, 8, 9, 11 o 12, e 3, 4 e 5 comma, a meno che le parti abbiano espresso volontà contrario nella convenzione arbitrale o in atto successivo. |