Istanza cautelare in corso di causa (art. 55)InquadramentoSolitamente l'stanza cautelare è proposta unitamente al ricorso introduttivo del giudizio. Va, tuttavia, evidenziato che l'istanza cautelare non costituisce una mera appendice del ricorso ma è fondata su autonomi presupposti, la cui sussistenza può non esservi al momento della proposizione del ricorso e sopravvenire successivamente. In questi casi si pone l'esigenza di presentare una istanza cautelare in corso di causa, che può essere abbinata alla proposizione di motivi aggiunti se il pregiudizio deriva da nuovi atti lesivi adottati dall'amministrazione o può essere presentata autonomamente se il pregiudizio o il suo aggravarsi deriva da sopravvenienza di fatto (ad esempio, il pregiudizio derivante da un originario provvedimento sanzionatorio può aggravarsi in conseguenza di un peggioramento della situazione patrimoniale del ricorrente o del fatto che la sanzione preclude al ricorrente di partecipare ad ulteriori procedimenti amministrativi). FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] ISTANZA CAUTELARE in relazione al ricorso R.G. n. [ ... ] - proposto da [PERSONA FISICA/GIURIDICA] (C.F. ...), elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [2] ..., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... . CONTRO - [Amministrazione/Ente/Autorità] [3], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [4], E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ... ; PER L'ANNULLAMENTO - del provvedimento ..., prot. n. ..., notificato in data ..., avente ad oggetto ..., nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso ... . FATTO [richiamare sinteticamente il ricorso principale e indicare le circostanze di fatto che determinano la necessità di proporre l'istanza cautelare, quali, a titolo esemplificativo, eventuali fatti o atti conosciuti, avvenuti o adottati successivamente alla proposizione del ricorso principale, dai quali un pregiudizio o un aggravamento del pregiudizio] DIRITTO Le considerazioni svolte nel ricorso introduttivo e qui richiamate dimostrano ampiamente che il ricorso è assistito da fumus boni iuris. Le sopravvenienze sopra descritte dimostrano che il provvedimento impugnato arreca al ricorrente un pregiudizio grave e irreparabile, durante il tempo necessario a giungere alla decisione sul ricorso. Il pregiudizio già in astratto ipotizzabile al momento della notificazione del ricorso è diventato attuale in conseguenza del ... (indicare le sopravvenienze poste a fondamento della domanda cautelare). In caso di interesse pretensivi, indicare le ragioni per le quali il mancato conseguimento del bene della vita danneggia il ricorrente; ad esempio, il diniego opposto dall'amministrazione preclude al ricorrente l'inizio della propria attività causando un pregiudizio solo in parte risarcibile. In caso di interessi oppositivi, indicare il pregiudizio causato dalla sottrazione del bene della vita; ad esempio, l'atto adottato dall'amministrazione sottrae al ricorrente l'utilizzo del bene finora in godimento con una immediata interruzione dell'attività svolta e gravissimi danni derivanti da tale interruzione. La misura cautelare richiesta consiste nella sospensione dell'impugnato provvedimento e (eventuale) nell'ordine nei confronti dell'amministrazione di rilasciare il provvedimento richiesto (in caso di contestuale proposizione dell'azione di condanna) / di riesaminare l'istanza del ricorrente alla luce della fondatezza dei motivi proposti in giudizio / di ingiungere il pagamento in via provvisoria della somma di Euro ..., o di ogni altra misura cautelare idonea ad assicurare interinalmente gli effetti della decisione sul ricorso, con condanna alle spese della fase cautelare. Il difensore chiede di essere sentito in camera di consiglio. P.Q.M. Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di emanare le misure cautelari indicate in parte motiva (può essere opportuno ripetere qui la specifica misura cautelare richiesta). Con vittoria di spese e onorari anche della fase cautelare. Si producono i seguenti documenti: 1) [copia dei nuovi atti conosciuti in pendenza del ricorso] 2) [ ... ] [5]. Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che non è dovuto il contributo unificato, trattandosi della proposizione della sola domanda cautelare proposta in corso di causa ai sensi dell'art. 55 c.p.a. . Luogo e data ... Firma Avv. ... [6] RELATA DI NOTIFICA [7] [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [8]. 1. L'atto si propone innanzi al medesimo Tar adito con il ricorso principale. 2. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...). 3. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. 4. In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). 5. Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni introdotte con i motivi aggiunti. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”]. 6. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2). 7. I motivi aggiunti c.d. propri devono essere notificati al domicilio eletto, in caso di parti costituite, ovvero nel domicilio reale, in caso di parti non costituite. 8. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoIn caso di domanda cautelare proposta in corso di causa è necessario che la motivazione sul periculum evidenzi in modo chiaro quali sono i fatti sopravvenuti che determinano l'esigenza della concessione di una misura cautelare. Va anche attentamente valutato se può essere proposta la sola istanza cautelare o se le sopravvenienze impongano l'introduzione di altre domande di merito, come la proposizione di motivi aggiunti con cui si impugnano nuovi provvedimenti o si chiede ad esempio la condanna dell'amministrazione all'adozione di un determinato provvedimento. La atipicità delle misure cautelari non fa venir meno il rapporto di strumentalità con quello che si può ottenere con la sentenza e, di conseguenza, specie se si intende chiedere una misura cautelare atipica, diversa dalla tradizionale sospensione del provvedimento impugnato, occorre che vi sia una corrispondente domanda di merito. Ad esempio, nelle alternative contenute nella presente formula vi è l'ordine all'amministrazione di rilasciare un determinato provvedimento; tale atipica misura cautelare è ammissibile se con la sentenza l'amministrazione può essere condannata al rilascio di un determinato provvedimento e quindi se è stata proposta l'azione di condanna (v. formula: “Domanda di condanna al rilascio di un determinato provvedimento”). La tutela cautelare nel Codice Tale processo evolutivo ha registrato un netto consolidamento con l'entrata in vigore del Codice, che contiene una compiuta disciplina della tutela cautelare nel Titolo II del Libro II. Con il Codice il processo cautelare è stato disciplinato in modo da garantire una posizione di equilibrio tra le parti, rafforzando la garanzia del contraddittorio e, al contempo, salvaguardando le esigenze di tempestività della tutela cautelare. L'art. 55 fa riferimento alla «emanazione di misure cautelari, compresa l'ingiunzione a pagare una somma in via provvisoria, che appaiono, secondo le circostanze, più idonee ad assicurare interinalmente gli effetti della decisione sul ricorso». È, quindi, rafforzata l'atipicità delle misure cautelari. Con l'art. 55 sono state introdotte le seguenti novità: - la previa presentazione di istanza di fissazione dell'udienza per la discussione del merito è stata elevata a condizione di procedibilità dell'azione cautelare, salvo che per i casi di fissazione d'ufficio dell'udienza di merito; - l'ordinanza con cui è disposta una misura cautelare fissa la data di discussione del ricorso nel merito in primo grado; - sono stabiliti nuovi termini del procedimento cautelare: la camera di consiglio è la prima successiva al ventesimo giorno dal perfezionamento, anche per il destinatario, dell'ultima notificazione e, altresì, al decimo giorno dal deposito del ricorso; - le parti possono depositare memorie e documenti fino a due giorni liberi prima della camera di consiglio; le parti possono costituirsi anche alla camera di consiglio, ma senza presentare memorie. In via eccezionale, può essere autorizzata la tardiva presentazione di documenti, ma non di memorie; - ai fini del giudizio cautelare, se la notificazione è effettuata a mezzo del servizio postale, il ricorrente, se non è ancora in possesso dell'avviso di ricevimento, può provare la data di perfezionamento della notificazione producendo copia dell'attestazione di consegna del servizio di monitoraggio della corrispondenza nel sito internet delle poste. È fatta salva la prova contraria; - è generalizzato il meccanismo, in passato presente nel solo rito ex art. 23-bis (l. n. 1034/1971) l. T.A.R., in base al quale il giudice, in sede di esame della domanda cautelare, può limitarsi a fissare la trattazione di merito del ricorso quale meccanismo idoneo a risolvere in tutto o in parte le esigenze poste a base della richiesta cautelare.; non vi è termine per la fissazione dell'udienza di merito, che deve essere sollecita; - nel nuovo sistema di inderogabilità della competenza è necessaria la verifica della sussistenza della competenza quale presupposto per la concessione della misura cautelare. Il Codice ha previsto che sulla domanda cautelare il collegio pronuncia alla prima camera di consiglio utile, dopo che siano decorsi venti giorni dal perfezionamento dell'ultima sua notificazione ai soggetti intimati, nonché dieci giorni dal suo deposito presso la segreteria del giudice adito. Il criterio automatico di individuazione della data della camera di consiglio (ossia la prima udienza in calendario dopo la scadenza di ambo i predetti termini) non rende necessaria una specifica comunicazione della data di trattazione dell'istanza cautelare alle parti costituite, le quali ne acquisiscono diretta cognizione sin dal momento della loro costituzione in giudizio, mediante verifica ex actis delle date di deposito dell'istanza cautelare e della sua notificazione alle altre parti, nonché confrontando tali date con il calendario delle udienze dell'ufficio giudiziario. Il Codice garantisce il diritto di difesa e di conoscenza degli atti da parte del giudice, anche mediante l'introduzione di un termine (fino a due giorni liberi prima della camera di consiglio) per il deposito di memorie e documenti. Trattandosi di un termine a ritroso, non vi è ulteriore anticipazione in caso di scadenza di sabato, come prescritto dall'art. 52 dello stesso Codice; ad esempio in caso di camere di consiglio fissate di martedì, il deposito di memorie e documenti può, quindi, avvenire fino alla giornata del sabato. Ulteriore novità è costituita dalla espressa previsione, secondo cui, in sede di esame della domanda cautelare il collegio adotta, su istanza di parte, i provvedimenti necessari per assicurare la completezza dell'istruttoria e l'integrità del contraddittorio. La cauzione Il giudice amministrativo può subordinare la concessione della misura cautelare (o il diniego) alla prestazione di una cauzione (anche mediante fideiussione), qualora dalla decisione sulla domanda cautelare derivino effetti irreversibili. In caso di diniego, invece, l'irreversibilità deve essere riferita all'esecuzione del provvedimento. La cauzione non può essere imposta però quando la richiesta cautelare attenga ad interessi essenziali della persona quali il diritto alla salute, alla integrità dell'ambiente, ovvero ad altri beni di primario rilievo costituzionale. La cauzione costituisce una sorta di «controcautela». Le modalità procedurali di imposizione della cauzione, l'oggetto e i termini entro cui prestarli sono rimessi del tutto alla decisione del giudice amministrativo e non sono disciplinati dal Codice. In alcuni casi può essere utile dare la disponibilità a prestare una cauzione cui subordinare la concessione di una misura cautelare; ovviamente si tratta di una scelta da ponderare bene perché la cauzione ha dei costi; in sostanza, va valutata la probabilità che ha tale disponibilità di rendere più agevole la concessione della misura cautelare. Si tratta di una disponibilità che può anche essere data verbalmente in udienza, tenuto conto dello svolgimento della stessa. Competenza e fase cautelare Il Codice non ha innovato sui presupposti per la concessione della misura cautelare, se non per un unico, ma rilevante, aspetto, costituito dalla necessaria verifica della sussistenza della competenza da parte del giudice. Il Codice prevede che il giudice adito possa disporre misure cautelari solo se ritiene sussistente la propria competenza; altrimenti il giudice non provvede sulla domanda cautelare e richiede d'ufficio, con ordinanza, il regolamento di competenza, indicando il tribunale che reputa competente Il nuovo regime dell'inderogabilità della competenza territoriale è stato introdotto anche per porre rimedio al fenomeno del c.d. forum shopping, che ha spesso caratterizzato il processo cautelare di primo grado: la derogabilità della competenza, abbinata al potere di disporre misure cautelari da parte del giudice incompetente, aveva a volte determinato che i ricorrenti fossero indotti a cercare il Tribunale amministrativo regionale, favorevole alle proprie tesi, per ottenere una misura cautelare. Le spese della fase cautelare Con l'art. 57 viene generalizzata la condanna alle spese della fase cautelare, non più limitata ai casi di reiezione della domanda cautelare e la statuizione sulle spese della fase cautelare è resa autonoma, conservando efficacia anche dopo la sentenza che definisce il giudizio, salvo diversa statuizione espressa nella sentenza. La condanna alle spese non viene, quindi, assorbita dalla statuizione sulle spese contenuta nella sentenza che definisce il merito del ricorso, ma assume un carattere autonomo, che rende possibile che a seguito della reiezione della domanda cautelare, il ricorrente possa essere condannato alle spese per la soccombenza in tale fase del giudizio, anche se poi il ricorso venga accolto nel merito con vittoria anche delle spese, che non incide sulla precedente condanna della fase cautelare, a meno che il giudice non disponga in senso diverso. Deve ritenersi che il giudice debba sempre pronunciare sulle spese della fase cautelare, potendo eventualmente anche compensarle e che non possa omettere di decidere sul punto. Non si può invece statuire sulle spese in caso di rinvio al merito dell'esame della domanda cautelare, con cui la fase cautelare non si chiude ma viene «abbinata» al giudizio di merito e può comportare l'adozione di una ordinanza soprattutto in quei casi in cui non è previsto o richiesto il dispositivo. |