Adempimenti fiscali del curatore

28 Dicembre 2022

Il curatore è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi ai fini IRES e IRAP relativi all'anno precedente l'apertura della liquidazione giudiziale?

Nel caso in cui la sentenza di apertura del fallimento o della liquidazione giudiziale sia precedente al termine per la presentazione della dichiarazione da presentare ai fini IRES e IRAP e la società fallita non vi abbia ancora provveduto, chi è il soggetto obbligato a adempiere?

L'art. 183 TUIR prevede che, nei casi di “fallimento” (ora “liquidazione giudiziale” ai sensi dell' art. 349 CCI), il reddito di impresa relativo al periodo compreso tra l'inizio dell'esercizio e la dichiarazione di liquidazione giudiziale è determinato in base al bilancio redatto dal curatore che è obbligato a presentare la dichiarazione, ai fini IRES e IRAP, entro l'ultimo giorno del 9° mese successivo alla nomina (art. 5, comma 4, D.P.R. 322/1998).

Anche ai fini dell'IVA la legge prevede specifici obblighi dichiarativi a carico del curatore. Infatti egli è obbligato presentare la dichiarazione IVA dell'anno solare precedente nel caso in cui al momento della sua nomina il termine non sia ancora scaduto (art. 8, comma 4, D.P.R. 322/1998).

La norma concede al curatore un termine di quattro mesi dalla nomina nel caso in cui tra la data di nomina e quella di scadenza del termine ordinario decorrano meno di quattro mesi.

Nessuna norma prevede espressamente che il curatore sia obbligato a presentare la dichiarazione ai fini IRES e IRAP per il periodo di imposta precedente alla apertura della liquidazione giudiziale, il che porta a pensare che non vi sia alcun dovere a suo carico e che l'obbligo permanga in capo al debitore (fallito) o al rappresentante legale. Il curatore non è il rappresentante legale del debitore assoggettato a liquidazione giudiziale e non pare debba adempiere ai suoi obblighi fiscali se non in forza di una specifica norma di legge.

Sul punto si segnala peraltro l'orientamento della Suprema Corte (Cass. 2 marzo 2021, n. 5623) che obbliga il curatore a presentare la dichiarazione ai fini delle imposte dirette ove la procedura sia stata aperta prima della scadenza del termine per la presentazione. Secondo la Cassazione “se all'imprenditore fallito non può essere imputata la mancata esposizione dei redditi prima della sua scadenza, al contrario, al curatore compete presentare la dichiarazione la cui scadenza sia successiva alla sua nomina nell'ufficio. Infatti, questo adempimento incombe, per la citata generale disposizione di legge (art. 1 D.P.R. 600/1973) in capo a chi sia al governo della persona giuridica al momento della scadenza del termine per adempiere”.

La sentenza ha il pregio di risolvere un problema, visto che il legale rappresentante successivamente alla apertura della liquidazione perde il potere del governo della società ma potrebbe porre il curatore di fronte ad una situazione molto difficile nel caso in cui la sua nomina precedesse magari di un solo giorno il termine di scadenza. Tanto sarebbe il tempo che gli sarebbe concesso per presentare la dichiarazione.

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