Sulla natura perentoria del termine per la conclusione del procedimento sanzionatorio dell'Anac

11 Gennaio 2023

La natura perentoria del termine per la conclusione del procedimento sanzionatorio dell'Anac comporta che l'audizione dell'operatore economico interessato non provoca la sospensione del termine di conclusione del procedimento per l'esercizio del potere sanzionatorio da parte di ANAC.

Il caso. La vicenda trae origine dalla gara bandita dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria (ARPACAL) per “l'affidamento del servizio di installazione, configurazione, personalizzazione, manutenzione correttiva ed evolutiva per 24 mesi, nonché assistenza help desk dei sub Sistemi Informativi Ambientali per la gestione Arpacal del PT…”.

A seguito dell'indizione di tale gara, l'operatore economico risultato primo nella graduatoria provvisoria veniva escluso per aver reso dichiarazioni non veritiere ai sensi dell'art. 80, comma 5, lett. c) e f-bis) e comma 6 d.lgs. n. 50/2016. Tale esclusione veniva poi comunicata anche all'ANAC, che dopo aver avviato il relativo procedimento sanzionatorio, finiva per determinare a carico dell'operatore economico una sanzione pecuniaria, oltre all'interdizione dalla partecipazione alle procedure di gara per 30 giorni e all'inserimento dell'annotazione della delibera nel casellario informatico.

L'operatore economico de quo impugnava la delibera dell'ANAC innanzi al Tar Lazio, censurando – tra le altre cose – il fatto che tale delibera fosse stata adottata dopo la scadenza del termine di 180 giorni.

La natura perentoria del termine per la conclusione del procedimento sanzionatorio dell'Anac. Nella pronuncia in questione, l'adito Tar affronta innanzitutto la problematica relativa alla qualificazione del termine – ordinatorio o perentorio - per la conclusione del procedimento sanzionatorio ANAC.

A tal riguardo, il Tar Lazio chiarisce che seppur in linea generale i termini procedimentali non espressamente qualificati come perentori da una norma di legge sono considerati ordinatori, nei procedimenti sanzionatori, anche in assenza di espressa previsione legislativa, i termini debbono sempre considerarsi perentori.

Nello specifico, il Giudice amministrativo fonda la perentorietà degli anzidetti termini sulla necessità di garantire l'effettività del diritto di difesa dell'incolpato e la certezza dei rapporti giuridici; esigenza, quest'ultima, che si impone per far sì che l'esercizio di una potestà sanzionatoria non resti esposta sine die all'inerzia dell'autorità preposta al procedimento.

Sulla sospensione del termine di conclusione del procedimento per l'esercizio del potere sanzionatorio da parte di ANAC in caso di audizione dell'operatore economico. Dopo aver riconosciuto la natura perentoria del termine di conclusione del procedimento sanzionatorio dell'ANAC, il Tar Lazio si occupa infine di valutare se detto termine debba considerarsi sospeso tra la convocazione per l'audizione personale dell'operatore economico interessato e l'espletamento dell'audizione stessa.

A tal riguardo, il Giudice amministrativo osserva che il regolamento unico per l'esercizio del potere sanzionatorio di ANAC non prevede una simile sospensione: segno evidente come debba essere svolta nei “canonici” 180 giorni, senza garantire la possibilità di allungare la scadenza.

Sulla scorta di tali considerazioni, il Tar Lazio ha ritenuto che nel caso di specie la sospensione per l'audizione dovesse essere contenuta nello spazio temporale ragionevole del suo svolgimento, rispetto al quale la sospensione – che nel caso di specie ammontava a 69 giorni intercorrenti tra la data di convocazione per l'audizione personale e la data di svolgimento dell'audizione stessa - risultava del tutto sproporzionata.

Per questi motivi, il Giudice amministrativo ha ritenuto che l'adozione del provvedimento impugnato, essendo avvenuta oltre i 180 giorni, risultasse tardiva, ed ha quindi annullato tale provvedimento.

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