Sussiste la giurisdizione del G.O. sulla controversia in tema di risoluzione del contratto di appalto e su tutti i provvedimenti conseguenti a detta risoluzione

03 Febbraio 2023

Sulle controversie relative agli atti di risoluzione del contratto di appalto intervenuti nella fase di esecuzione sussiste la giurisdizione del Giudice Ordinario, essendosi in presenza di atti paritetici. Il difetto di giurisdizione del Giudice Amministrativo si estende, poi, anche a tutti i provvedimenti conseguenti a detta risoluzione, tra i quali la segnalazione all'ANAC e la richiesta di escussione della garanzia fideiussoria che, in quanto tali, discendono inevitabilmente dalla determinazione di risoluzione.

Il caso. La vicenda trae origine dall'impugnazione del provvedimento con cui l'amministrazione aveva disposto la risoluzione del contratto precedentemente stipulato con la ricorrente per la progettazione ed esecuzione di lavori di mitigazione di dissesto idrogeologico assumendo l'inadempimento totale del contratto. Successivamente, all'esito di una nuova gara, la stazione appaltante aveva aggiudicato i lavori a favore di diversa impresa.

In punto di giurisdizione, la ricorrente ha ritenuto che l'impugnazione andasse proposta dinanzi al giudice amministrativo, nonostante si versasse nella fase esecutiva del contratto, trattandosi di “un intreccio di provvedimenti e atti” che sarebbero ascrivibili ad entrambe le giurisdizioni. In particolare, secondo quanto rappresentato dall'impresa, la giurisdizione sarebbe determinata non in base alla prospettazione delle parti, bensì con riguardo alla concreta posizione giuridica dedotta in giudizio, avuto riguardo ai fatti allegati e al rapporto giuridico sottostante, che nel caso di specie, sarebbe dato dalla illegittimità dell'atto impugnato.

La soluzione. Con la sentenza in commento, in conformità alla consolidata giurisprudenza, il Collegio ha dichiarato inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione da declinarsi in favore del giudice ordinario. Al riguardo, si legge nel provvedimento in esame, che la risoluzione della controversia dipende non già da profili di legittimità “provvedimentale” che investono interessi legittimi, ma dalla legittimità della risoluzione del contratto stipulato tra le parti, che presuppone l'accertamento della esecuzione del rapporto obbligatorio e negoziale e che, in quanto tale, può essere scrutinata solo dal giudice ordinario.

Ebbene, il TAR ha ricordato che la connessione tra la domanda di annullamento della gara d'appalto (soggetta alla giurisdizione amministrativa) e la domanda di risoluzione o di annullamento di un contratto di appalto (di competenza del giudice ordinario), viene risolta in favore del giudice amministrativo in via eccezionale dalla legge, a seguito della previsione contenuta nella direttiva 11 dicembre 2007 n. 2007/66/Ce che impone agli Stati membri di assicurare che un contratto risultante da un'aggiudicazione illegittima sia considerato privo di effetti da un organo di ricorso indipendente dall'amministrazione aggiudicatrice ed in forza del quale “la esigenza della cognizione dal g.a. sulla domanda di annullamento dell'affidamento dell'appalto, per le illegittime modalità con sui si è svolto il relativo procedimento e della valutazione dei vizi di illegittimità del provvedimento di aggiudicazione di un appalto pubblico, comporta che lo stesso giudice adito per l'annullamento degli atti di gara, che abbia deciso su tale prima domanda, può conoscere pure della domanda del contraente pretermesso dal contratto illecitamente, di essere reintegrato nella sua posizione, con la privazione di effetti del contratto eventualmente stipulato dall'aggiudicante con il concorrente alla gara scelto in modo illegittimo. La posizione soggettiva del ricorrente, che ha chiesto il risarcimento in forma specifica delle posizioni soggettive a base delle sue domande di annullamento dell'aggiudicazione e di caducazione del contratto concluso dall'aggiudicatario, è da trattare unitariamente dal g.a. in sede di giurisdizione esclusiva ai sensi della direttiva Ce n. 66/2007, che riconosce il rilievo peculiare in tal senso alla connessione tra le due indicate domande, che pertanto vanno decise di regola da un solo giudice” (Cass., sez. un., 10 febbraio 2010, n. 2906).

Ciò posto, il Collegio ha evidenziato come il principio di diritto sopra riportato non fosse applicabile al caso di specie ove l'oggetto della lite era costituito dalla risoluzione del contratto di appalto dalla quale era dipesa poi la domanda di annullamento degli atti di gara posti in essere dalla stazione appaltante per effetto della prima. Ebbene, nel caso di specie, non ricorrevano, pertanto, previsioni di legge in deroga al normale riparto di giurisdizione basato sulla distinzione tra interessi legittimi e diritti soggettivi.

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