Integrità del contraddittorio processuale e controinteressati sopravvenuti

Redazione Scientifica
13 Febbraio 2023

Nel giudizio di annullamento le persone fisiche membri di un comitato sono controinteressati formali riguardo al ricorso per motivi aggiunti e controinteressati sopravvenuti riguardo al ricorso originario.

Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza di primo grado, rimettendo la causa al TAR, per il difetto di integrazione del contraddittorio, in violazione dell'art. 49 c.p.a., per la mancata notificazione del ricorso per motivi aggiunti alle persone nominate membri di un organo collegiale, nella specie un comitato di gestione, che non hanno partecipato al processo di primo grado.

Ad avviso del Collegio i componenti del comitato devono ritenersi controinteressati formali rispetto al ricorso per motivi aggiunti e controinteressati sopravvenuti rispetto al ricorso originario. Ciò in quanto, in linea con il costante orientamento del Consiglio di Stato in materia , la posizione soggettiva delle singole persone fisiche che compongono il comitato di gestione presenta simultaneamente entrambi i requisiti, formale e sostanziale, per l'integrazione della posizione processuale del controinteressato: ciascun componente è nominativamente indicato nel decreto di nomina o facilmente individuabili in base alla disciplina di nomina (requisito formale), ed è titolare di un interesse “morale” a far parte del comitato e a conservare lo status acquisito di componente, (requisito sostanziale).

In particolare il Collegio osserva che, a seguito del ricorso con i motivi aggiunti, che pregiudica il “munus” di componente, le singole persone fisiche del comitato sono titolari di una posizione soggettiva personale, qualificata e differenziata, rispetto a quella posseduta dall'organo o ente di cui sono espressione finalizzata alla conservazione dei provvedimenti impugnati, che, dunque, attribuisce loro interesse e legittimazione a resistere alle istanze annullatorie.

Peraltro, le persone nominate membri del comitato, che non hanno partecipato al processo di primo grado e che, per effetto della sentenza di annullamento, sarebbero privati della relativa carica di componente, potrebbero proporre opposizione di terzo alla sentenza di primo grado in quanto controinteressati sopravvenuti, atteso che, come precisato da una pronuncia resa dall'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato sulla legittimazione alla proposizione dell'opposizione di terzo, sono “titolari di una situazione giuridica autonoma ed incompatibile rispetto a quella riferibile alla parte risultata vittoriosa per effetto della sentenza oggetto di opposizione” (o a quella che definisse l'intero giudizio).

La legittimazione alla proposizione dell'opposizione di terzo dimostra che è mancato il pieno contraddittorio processuale.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.