Sui criteri di valutazione dell'offerta tecnica di tipo “on/off”

14 Febbraio 2023

Va confermato il principio per cui “va esclusa la violazione dell'art. 95, comma 10 bis, del d.lgs. n. 50/2016 ogniqualvolta, in un appalto di servizi, i criteri di valutazione dell'offerta tecnica definiti dalla lex specialis, pur essendo in parte del tipo c.d. on/off, per altra parte comportano l'assegnazione di punteggi gradualmente crescenti in ragione della tipologia degli elementi qualitativi dell'offerta presi in considerazione, diversi dai requisiti minimi di partecipazione e caratterizzanti le modalità di svolgimento del servizio”.

Il caso. A seguito dell'aggiudicazione di una procedura di gara telematica ristretta, la seconda classificata ricorreva al Tar chiedendo l'annullamento dell'atto sulla base di diversi motivi di censura. Il giudice adito riconosceva le ragioni della ricorrente, ritenendo carente l'istruttoria svolta in sede di sub-procedimento di anomalia e per l'effetto ne disponeva la ripetizione. Avverso tale pronuncia, la ricorrente in primo grado – ancorché vittoriosa – interponeva appello, sostenendo che la decisione del primo giudice conteneva una serie di imprecisioni ed errori suscettibili di riverberarsi – in senso sfavorevole ai propri interessi – sugli esiti del rinnovando giudizio di anomalia.

La pronuncia del Consiglio di Stato. Il Collegio, dopo aver respinto i primi due motivi di appello, procede ad analizzare il terzo motivo di appello, con la quale la ricorrente deduceva la presunta illegittimità dei criteri di valutazione delle offerte in quanto prevalentemente di natura tabellare (più precisamente di tipo “on/off”).

Sul punto, il Consiglio di Stato afferma che erroneamente l'appellante individuava il metodo attributivo dei relativi punteggi, come di tipologia “on/off”. Invero, risulta dagli atti che la quasi totalità sub-criteri valutativi predeterminati dalla stazione appaltante, ancorché tabellari non erano basati su un metodo rigido del tipo “on/off” – nel quale il punteggio viene assegnato in toto in ragione della ricorrenza di un elemento ritenuto rilevante dalla legge di gara – bensì erano gradualmente crescenti in ragione del contenuto dell'offerta tecnica.

Posta tale premessa, i giudici ricordano che “la scelta operata dall'amministrazione appaltante, in una procedura di aggiudicazione con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente ai criteri di valutazione delle offerte, ivi compresa anche la disaggregazione eventuale del singolo criterio valutativo in sub-criteri, è espressione dell'ampia discrezionalità attribuitale dalla legge per meglio perseguire l'interesse pubblico; come tale è sindacabile in sede di giurisdizione di legittimità solo allorché sia macroscopicamente illogica, irragionevole ed irrazionale ed i criteri non siano trasparenti ed intellegibili(Cons. Stato, sez. V, 30 aprile 2018, n. 2602; sez. III, 2 maggio 2016, n. 1661; sez. V, 18 giugno 2015, n. 3105).

Ciò detto, il Collegio ribadisce che non è di per sé ravvisabile un diretto contrasto con l'art. 95, comma 10-bis d.lgs. n. 50/2016 neppure nell'ipotesi in cui l'amministrazione abbia optato, nell'esercizio (a monte) della propria discrezionalità tecnica, per una modalità di attribuzione del punteggio di tipo “on/off”, in quanto il metodo di attribuzione si/no, pur ridimensionando in parte il margine di apprezzamento del merito tecnico dell'offerta, non lo esclude, anticipando, piuttosto, la valutazione dei requisiti tecnici che devono essere offerti, con la conseguenza di un

controllo finalizzato a comprovarne il possesso. Ciò, secondo i giudici, significa che comunque la valutazione dell'offerta ha tenuto conto della componente tecnica (Cons. Stato, sez. V, 26 marzo 2020, n. 2094, cit.).

A maggior ragione, prosegue il Collegio, “la violazione della richiamata disposizione del Codice dei contratti pubblici va esclusa […] nel caso di specie in cui non si verte affatto nell'ipotesi nella quale i criteri on/off assorbono gran parte del complessivo punteggio tecnico”, ma “tutti i restanti criteri di valutazione erano tabellari, attenevano ad elementi qualitativi dell'offerta e, garantendo in maggioranza la graduazione dei punteggi in range ragionevolmente ampi, erano atti ad assicurare un effettivo confronto concorrenziale sugli elementi qualitativi del servizio (dislocazione territoriale, numero e competenza dei selezionatori, test di valutazione dei candidati)”.

In conclusione, il Consiglio di Stato afferma che, per l'effetto, va confermato il principio per cui “va esclusa la violazione dell'art. 95, comma 10-bis, del d.lgs. n. 50/2016 ogniqualvolta, in un appalto di servizi, i criteri di valutazione dell'offerta tecnica definiti dalla lex specialis, pur essendo in parte del tipo c.d. on/off, per altra parte comportano l'assegnazione di punteggi gradualmente crescenti in ragione della tipologia degli elementi qualitativi dell'offerta presi in considerazione, diversi dai requisiti minimi di partecipazione e caratterizzanti le modalità di svolgimento del servizio” (cfr. Cons. Stato, sez. III, 22 ottobre 2020, n. 6380; Cons. Stato, sez. V, 12 maggio 2020, n. 2967).

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