Controversie aventi ad oggetto appalti pubblici: le modifiche apportate dal nuovo Codice dei contratti pubblici

Redazione Scientifica
10 Aprile 2023

L'articolo 209 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 apporta modifiche agli articoli 120, 121 e 124 del codice del processo amministrativo, in materia di controversie aventi ad oggetto appalti pubblici, in relazione ai relativi giudizi, all'inefficacia del contratto a fronte dell'annullamento dell'aggiudicazione in caso di gravi violazioni e alla tutela resa dal giudice amministrativo.

L'articolo 209 del d.lgs. n. 36/2023 modifica l'articolo 120 c.p.a., sostituendo i riferimenti alle disposizioni del previgente Codice appalti con quelli del nuovo Codice dei contratti pubblici e aggiungendo lo specifico riferimento alle concessioni.

È modificata la disciplina recata dall'articolo 121 c.p.a., in materia di dichiarazione di inefficacia del contratto a fronte dell'annullamento dell'aggiudicazione definitiva ad opera del giudice amministrativo.

Infine, è modificato l'articolo 124 c.p.a., con l'estensione della cognizione del giudice amministrativo anche delle azioni risarcitorie e all'azione di rivalsa proposte dalle stazioni appaltanti nei confronti dell'operatore economico che, con un comportamento illecito, ha concorso a determinare un esito della gara illegittimo.

È previsto, inoltre, che l'arbitrato si applichi anche alle controversie relative ai “contratti” in cui siano coinvolti gli operatori economici. Il CIG andrà indicato in tutti gli atti di parte e in tutti i provvedimenti del giudice.

L'innovazione punta a rafforzare la tutela risarcitoria sia del terzo pretermesso, leso dall'aggiudicazione illegittima, il quale può agire direttamente, oltre che nei confronti della stazione appaltante, anche nei confronti dell'operatore economico che contravvenendo ai doveri di buona fede ha conseguito una aggiudicazione illegittima, sia della stessa stazione appaltante, che può agire in rivalsa nei confronti di quest'ultimo o dell'eventuale terzo concorrente che abbia concorso, con la sua condotta scorretta, a determinare un esito della gara illegittimo.

Ulteriore modifica viene apportata con l'introduzione del nuovo terzo comma, rispondente all'esigenza di adattare, alle specificità del giudizio in materia di appalti, il meccanismo di liquidazione del danno previsto dall'articolo 34, comma 4, c.p.a.

Tale disposizione crea disincentivi economici nei confronti della parte danneggiante che manchi di formulare una proposta transattiva, o che la determini in misura incongrua rispetto alla reale entità del danno suscettibile di ristoro.

L'intento è quello di favorire la rapida definizione del tema risarcitorio nell'ambito dell'unico giudizio di cognizione, evitando l'attivazione di un secondo giudizio di ottemperanza, previsto dall'articolo 34, comma 4, per il caso del mancato accordo tra le parti.

Al contempo, si lascia intatta la devoluzione della questione al giudice dell'ottemperanza, nel caso in cui le parti non riescano a raggiungere un accordo, in modo tale da preservare la pluralità degli sbocchi (giudiziali e stragiudiziali) attraverso i quali può trovare soluzione il contrasto sulla quantificazione del ristoro.

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