CNC: il trasferimento d’azienda deve essere immediato e non meramente eventuale

La Redazione
16 Giugno 2023

Il Tribunale di Piacenza, richiamata la funzione del regime autorizzatorio di cui all'art. 22 CCII, ritiene l'estraneità al relativo campo applicativo di una istanza volta ad ottenere l'autorizzazione alla stipulazione di un contratto d'affitto d'azienda quinquennale, con assunzione dell'obbligo da parte dell'affittuaria al successivo acquisto, nella forma della proposta irrevocabile d'acquisto.

Il Giudice piacentino si pronuncia, nell'ambito di un procedimento di composizione negoziata della crisi, su una istanza di autorizzazione ex art. 22 CCII [in particolare, comma 1, lett. d)].

L'istanza è volta ad ottenere l'autorizzazione per la stipula di un contratto d'affitto d'azienda, con l'obbligo dell'affittuaria, nella forma della proposta irrevocabile d'acquisto, al successivo acquisto della medesima azienda. Viene altresì precisato che l'accettazione della proposta d'acquisto da parte della debitrice sarà subordinata e condizionata all'esito della procedura competitiva per la selezione dell'acquirente, indetta ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 22 CCII.

Il Giudice, chiamato a decidere ai sensi del comma 2 dell'art. 22 CCII, ricostruisce la finalità della norma contenuta nel primo comma. Quest'ultimo, in particolare la lett. d), dispone un regime autorizzatorio per il trasferimento dell'azienda (o di uno o più suoi rami) che comporta, per il cessionario, il beneficio dell'esenzione dalla responsabilità solidale con il cedente per i debiti inerenti all'esercizio dell'azienda ceduta, normalmente disposto dall'art. 2560, comma 2, c.c.

Chiarisce il Giudice che la finalità perseguita dal Legislatore mediante l'art. 22 CCII è proprio quella di incentivare all'acquisto i potenziali interessati, i quali, per poter acquistare l'azienda “purgata” dei debiti, sarebbero altrimenti indotti ad attendere l'apertura di una procedura concorsuale.

A conferma della “funzione anticipatoria” del trasferimento d'azienda autorizzato ex art. 22 CCII starebbe, secondo il Giudice, la previsione che il Tribunale deve verificare “il rispetto del principio di competitività nella selezione dell'acquirente”. Tale elemento “rafforza la similitudine tra il trasferimento in sede di composizione negoziata e la cessione competitiva endoconcorsuale”.

Fatte queste premesse, il Giudice ne trae che l'autorizzazione – e, dunque, l'effetto “purgativo” che ne consegue – può logicamente riguardare “solo la cessione il cui perfezionamento sia previsto prima della conclusione delle trattative o, al massimo, nell'ambito di una soluzione di risanamento puramente negoziale e stragiudiziale ex art. 23, comma 1, CCII (…) che direttamente si riallacci a quelle trattative”.

Nel caso di specie, vi sarebbero diversi elementi che depongono a favore della estraneità dell'operazione delineata al campo di applicazione del regime autorizzatorio ex art. 22 CCII, e segnatamente la non immediatezza dell'effetto traslativo dell'azienda, che avverrebbe al termine del quinquennio di durata dell'affitto, nonché il carattere meramente eventuale del trasferimento (essendo questo subordinato all'esercizio da parte della concedente del diritto potestativo di accettazione dell'offerta irrevocabile d'acquisto).

Tenuto conto che il piano di risanamento prospettato dalla debitrice si fonda sull'intenzione di concludere un accordo di ristrutturazione exart. 57 CCII, con annessa domanda di transazione fiscale e previdenziale ex art. 63 CCII, Giudice riconduce la suddetta estraneità alle seguenti circostanze:

  • Il fatto che, nel caso in esame, “il trasferimento dell'azienda non avrebbe, in realtà, la funzione di agevolare il pronto acquisto della stessa e la continuità aziendale, bensì l'unico effetto di garantire all'affittuario/futuro cessionario l'effetto favorevole di deroga alla responsabilità solidale ex art. 2560, co 2, c.c. il tutto ben prima che la funzionalità della intera operazione rispetto al prioritario obiettivo del risanamento dell'impresa venga sottoposta al vaglio giurisdizionale e dei creditori nella sede concorsuale prospettata come soluzione della crisi”;
  • La qualità, in capo alla affittuaria ed eventuale acquirente dell'azienda, di parte correlata con la società debitrice, “sicché garantire alla prima, fin da ora, un sostanziale effetto esdebitativo rispetto ai creditori concorsuali appare palesemente non funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori”.

Peraltro, quanto al principio di competitività, rileva il Giudice che:

  • non risulta effettuata alcuna operazione seria volta a sondare il mercato al fine di reperire potenziali interessati;
  • la stessa possibilità di una selezione competitiva del potenziale acquirente è in realtà già ex se pregiudicata dal fatto che le procedure competitive di una impresa gravata da un affitto sono, logicamente, meno penetranti sul mercato.

Per tali motivi, il Giudice dichiara l'istanza inammissibile.



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