Ammissibile la richiesta di riesame inviata a mezzo PEC in duplice forma

Redazione scientifica
26 Giugno 2023

Non è inammissibile la richiesta di riesame di un'ordinanza che dispone una misura coercitiva ex art. 309 c.p.p. inviata a mezzo PEC, in formato pdf.p7m, e, quindi, con firma digitale, anche se a tale invio, per maggiore facilità di consultazione, è aggiunta anche la trasmissione di una ulteriore copia dell'atto in semplice formato pdf, non essendo configurabile, in questa ipotesi, una delle cause di inammissibilità dell'impugnazione inviata a mezzo PEC previste dall'art. 24, comma 6-sexies, del d.l. n. 137/2020, convertito con modificazioni della l. n. 176/2020.

La vicenda trae origine dal provvedimento con cui il Tribunale del riesame de L'Aquila dichiarava inammissibile l'impugnazione ex art. 309 c.p.p. proposta avverso l'ordinanza del GIP che aveva disposto una misura cautelare nei confronti dell'imputato, in quanto il riesame era stato depositato sotto forma di scansione e, quindi, senza l'osservanza delle forme previste dalla legge.

L'imputato impugnava tale provvedimento in cassazione, denunciando violazione di legge con riferimento agli artt. 24, commi 4, 6-bis, 6-sexies, 6-septies, 6-octies d.l. n. 137/2020, anche in relazione al provvedimento del 9/11/2020 del D.G.S.I.A., in quanto l'atto di riesame era stato inviato via PEC sia in formato pdf.p7m, quindi con firma digitale e, per maggiore facilità di consultazione, anche in semplice formato pdf, risultando dunque la richiesta di riesame regolarmente inviata.

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso, evidenziando che dalla documentazione in atti e, in particolar modo, dalla ricevuta di accettazione e da quella di avvenuta consegna, risultava che la richiesta di riesame fosse stata trasmessa in data 1/08/2022 alle ore 20.30.08 e ricevuta alle ore 20.30.09; risultava, inoltre, la missiva di accompagnamento, da cui si evinceva che in allegato fosse stata inviata la richiesta di riesame di riesame sia firmata digitalmente che inviata in formato .pdf (ciò era evidenziato, dalla indicazione, sulla missiva di accompagnamento, sia logo recante “proc.p..df.p7m” che del logo recante l'indicazione “proc.p..re.pdf”). Evidente risultava, quindi, l'invio dell'impugnazione in duplice forma, sia con firma digitale che in formato .pdf.

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