Appalto di servizi di ingegneria e architettura: dimostrazione della capacità tecnica e professionale

Davide Cicu
17 Luglio 2023

La dimostrazione della capacità tecnica e professionale presuppone lo svolgimento degli incarichi da parte dell'operatore economico in proprio e non l'esecuzione degli stessi nella qualità di dipendente di una società di ingegneria (parte del contratto di appalto nell'ambito del quale i predetti servizi sono stati eseguiti), in quanto è l'operatore economico concorrente, e non i suoi dipendenti uti singuli, a maturare la qualificazione.

L'oggetto di causa. Parte ricorrente ha impugnato il provvedimento con il quale è stata esclusa dalla gara per l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura relativi agli interventi di allargamento di una via comunale del Comune di Verbania nonché, ove necessario, per la declaratoria di nullità del disciplinare di gara, artt. 7 e 7.3.

Alla gara hanno partecipato due R.T.I. e quello di cui il ricorrente è mandatario si è classificato primo; in sede di verifica dei requisiti l'operatore economico è tuttavia stato escluso per difetto dei requisiti di qualificazione tecnica.

Infatti, è stato ritenuto che il mandatario dell'operatore escluso, un ingegnere, non potesse spendere quali requisiti di qualificazione tecnica i certificati di regolare esecuzione rilasciati in favore di terza società di cui era stato in precedenza dipendente, avendo egli, in tal caso, svolto il ruolo di direttore dei lavori quale dipendente della società stessa e non in proprio o quale collaboratore autonomo.

Il quadro normativo. Va premesso che nel sistema delineato dagli art.. 24, commi 2 e 5, 46, 83 e 86 del Codice dei Contratti pubblici, i requisiti speciali per la selezione sono incentrati essenzialmente (oltre che sui requisiti prescritti dal D.M. n. 263/2016 cit.) sulla capacità economica e finanziaria e sulla capacità tecnica e professionale (al pari di quanto previsto per la generalità dei servizi), che l'operatore economico può dimostrare attraverso una documentazione la quale presuppone che il professionista (nelle diverse articolazioni giuridiche consentite dall'art. 46 cit.) abbia stipulato un contratto per l'affidamento e lo svolgimento dei servizi.

Quanto esposto appare del tutto evidente con riferimento al requisito di capacità economica e finanziaria dal momento che non sembra ipotizzabile provare questi elementi se l'operatore economico non sia stato parte del contratto e quindi centro di imputazione di tutti gli effetti derivanti dall'incarico. Alla medesima conclusione si deve giungere per i requisiti di capacità tecnica.

L'infondatezza del ricorso. Ebbene, nel caso di specie,il ricorrente ha presentato documentazione relativa ad attività di direttore lavori svolta quale dipendente di una società di ingegneria, cioè attività ascrivibile ad altro operatore economico.

Non è infatti in discussione, che nel contesto dei lavori oggetto di censure, il ricorrente operasse quale dipendente di una società di ingegneria e non quale libero professionista.

Il TAR ha dunque rigettato il ricorso.

Secondo il Collegio è risultato del tutto irrilevante la voluminosa documentazione prodotta da parte ricorrente per comprovare il buon esito dei servizi e l'operatività del ricorrente in quel contesto; non è infatti in discussione che i lavori e servizi siano stati eseguiti ed andati a buon fine né che egli vi abbia operato, il punto essendo a quale titolo vi ha operato. Ed inconferente è altresì risultato il paragone con le associazioni di professionisti, ove evidentemente i vari professionisti partecipano come lavoratori autonomi associati e non quali dipendenti; ancora non si tratta di indebita o formalistica restrizione della concorrenza non trattandosi di una problematica documentale bensì sostanziale.

Infatti, è l'operatore economico concorrente, e non i suoi dipendenti uti singuli,a maturare la qualificazione; altrimenti opinandosi si potrebbe verificare, al limite, il fenomeno per il quale il dipendente, in ipotesi anche all'insaputa dall'impresa, spenda i requisiti di qualificazione maturati dal suo ex datore di lavoro, con una evidente non ammissibile moltiplicazione degli effetti qualificanti dei medesimi servizi.

D'altro canto il professionista tecnico, pur nella peculiarità del suo ruolo e qualifica, che ne garantisce l'autonomia ed individualizza la prestazione, là dove ove opera come dipendente inevitabilmente si avvale dell'organizzazione aziendale in cui è inserito che è e resta un presupposto della prestazione del servizio e quindi, a pieno titolo, contribuisce alla maturazione della qualificazione, il che rende non sovrapponibile l'attività del professionista che agisce in proprio rispetto a quello che agisce come dipendente.

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