Il termine per la conclusione del procedimento di annotazione sul Casellario ANAC ha natura perentoria

Tommaso Cocchi
18 Luglio 2023

Il termine per la conclusione del procedimento di annotazione sul casellario ANAC ha carattere perentorio. Infatti, se è vero che la finalità propria del Casellario è quella di fornire a tutte le Stazioni appaltanti ogni informazione utile per la valutazione dell'affidabilità e dell'integrità degli operatori economici ai sensi dell'art. 80, comma 5, lett. c, d.lgs. n. 50/2016, ovvero una finalità di razionalizzazione del sistema affinché le informazioni comunicate dalle singole Stazioni appaltanti siano rese pubbliche per consentire a tutte le Amministrazioni di avere conoscenza de gli elementi necessari per il corretto esercizio delle procedure di affidamento ed effettuare così le verifiche prescritte dalla legge, è chiaro la realizzazione di tale finalità dipende sempre dal tempestivo esercizio del potere di annotazione.

La questione. Una stazione appaltante comunicava all'ANAC di aver disposto la revoca dell'aggiudicazione nei confronti di un operatore economico per gravi inadempimenti nell'esecuzione del contratto. L'Autorità avviava quindi il procedimento per l'annotazione del fatto contestato all'impresa nel Casellario Informatico ai sensi dell'art. 213, comma 10, d.lgs. n. 50/2016 e lo concludeva dopo quasi un anno, quindi oltre il termine di 180 giorni previsto dal relativo Regolamento ANAC.

La società impugnava il provvedimento di annotazione lamentando, tra l'altro, il mancato rispetto del termine per la conclusione del procedimento fissato in 180 giorni dall'art. 17, comma 1, del Regolamento per la gestione del Casellario Informatico ANAC sostenendone la natura perentoria. L'Autorità, di contro, confermando di aver concluso il procedimento dopo la scadenza del termine de quo, sosteneva in memoria la sua natura meramente ordinatoria.

I due orientamenti giurisprudenziali contrapposti. Per dirimere la controversia il TAR Lazio ha dapprima dato conto della presenza di due contrapposti orientamenti giurisprudenziali circa la natura del termine previsto dal regolamento ANAC per la conclusione del procedimento di annotazione. Nello specifico, secondo un primo orientamento, il procedimento di annotazione di notizia utili ai fini della valutazione di affidabilità degli operatori economici non sarebbe sottoposto al termine perentorio proprio dei procedimenti aventi natura sanzionatoria, costituendo l'annotazione un atto a contenuto meramente informativo. Secondo altro orientamento, al contrario, il termine di cui all'art. 17 del richiamato Regolamento ANAC avrebbe natura perentoria sia in ragione della natura “anche” sanzionatoria delle annotazioni “pubblicità notizia”, sia in ragione del fatto che il carattere perentorio di detto termine possa comunque essere desunto dal quadro normativo di riferimento.

La decisione del TAR Lazio. Nella fattispecie il TAR ha ritenuto di condividere il secondo orientamento richiamato, pur sulla base di un percorso argomentativo lievemente differente. In particolare, secondo il TAR, pur incidendo significativamente il provvedimento di annotazione sulla posizione degli operatori economici, esso non può essere qualificato come atto sanzionatorio. Ciononostante, ad avviso del Collegio, deve riconoscersi natura perentoria al termine di cui al richiamato art. 17 del Regolamento ANAC “sulla base di un'interpretazione teleologico-sistematica della predetta disposizione”.

Infatti, se è vero che la finalità propria del Casellario è quella di fornire a tutte le Stazioni appaltanti ogni informazione utile per la valutazione dell'affidabilità e dell'integrità degli operatori economici ai sensi dell'art. 80, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 50/2016, ovvero una finalità di razionalizzazione del sistema affinché le informazioni comunicate dalle singole stazioni appaltanti siano rese pubbliche per consentire a tutte le Amministrazioni di avere conoscenza degli elementi necessari per il corretto esercizio delle procedure di affidamento ed effettuare così le verifiche prescritte dalla legge, è chiaro la realizzazione di tale finalità dipende sempre dal tempestivo esercizio del potere di annotazione. Ciò a maggior ragione se si considera che la giurisprudenza è consolidata nel ritenere che il fatto costitutivo di una delle cause di esclusione di cui all'art. 80 comma 5, lett. c), del Codice cessi di avere rilevanza una volta decorsi tre anni dalla data della sua commissione. Circostanza, quest'ultima, che rende oltremodo evidente come l'interesse pubblico cui è preposto il provvedimento di annotazione sarebbe pregiudicato ove l'esercizio di tale potere da parte dell'Autorità non avvenisse entro un termine ragionevolmente breve (atteso che tanto maggiore è il tempo che decorre tra il fatto annotato e la sua iscrizione nel casellario, tanto minore sarà l'utilità della notizia stessa per le stazioni appaltanti).

Per le suddette ragioni il TAR Lazio ha ritenuto che il termine di 180 giorni per la conclusione del procedimento di annotazione:

i) appare del tutto congruo allo svolgimento di un'adeguata istruttoria, avuto riguardo sia al tipo di valutazioni che l'Autorità è chiamata a svolgere, sia alla previsione di diverse ipotesi di sospensione dei termini (cfr. art. 16 del Regolamento) che consentono l'estensione di detto termine per specifiche attività istruttorie;

ii) contempera la ragionevole esigenza di ANAC di avere un tempo sufficiente a istruire in maniera adeguata la notevole mole di pratiche avviate in conseguenza delle segnalazioni ricevute, con l'esigenza pubblica di tempestività nell'aggiornamento del Casellario;

iii) deve pertanto essere interpretato come perentorio, proprio avuto riguardo (non solo alla sua evidente congruità ma soprattutto) alle conclamate esigenze di tempestività che sono connaturate al procedimento di annotazione.

Il tutto, anche con riferimento alle esigenze di certezza del diritto di cui è portatore l'operatore economico nei confronti del quale viene aperto il procedimento.

In conclusione, il TAR ha disposto l'annullamento del provvedimento gravato, precisando tuttavia che tale decisione “non fa venir meno il dovere dell'operatore economico di segnalare alle stazioni appaltanti in sede di partecipazioni alle gare il fatto annotabile ove persistano i presupposti per una sua valutazione ex art. 80, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 50/2016”.

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