Pregiudizialità tra controversie: sussiste l’obbligo di sospensione del processo

Redazione Scientifica Processo amministrativo
10 Gennaio 2024

L'art. 295 c.p.c. attribuisce al giudice un vero e proprio obbligo procedurale di sospendere il processo quando ricorra la sussistenza di un rapporto di pregiudizialità di un'altra controversia rispetto alla causa devoluta alla sua cognizione.

Il giudice di primo grado non può pronunciare sentenza, ma deve attendere la formazione del giudicato sulla causa pregiudiziale rispetto a quella devoluta alla sua cognizione, come vincolativamente prevede l'art. 295 c.p.c., richiamato dall'art. 79, comma 1, del c.p.a., in quanto egli non è chiamato a rendere una sentenza condizionata, quanto piuttosto una decisione (potenzialmente) definitiva, che non dipenda dagli ipotetici esiti di altri giudizi.

Infatti, l'art. 295 c.p.c. (diversamente dal successivo art. 296) non attribuisce al giudice una facoltà, bensì un vero e proprio obbligo procedurale , allorché egli ravvisi la sussistenza del rapporto di pregiudizialità di un' altra controversia rispetto alla causa devoluta alla sua cognizione.

Né il giudice di primo grado può legittimamente confidare nell'appellabilità delle proprie sentenze per differire a fasi processuali successive la verifica del definitivo esito delle cause pregiudiziali, giacché ogni sentenza correttamente resa deve essere ex se passibile di passare in giudicato senza la pendenza di ulteriori condizioni ancora da verificare.

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