Offerte anomale: giustificazione del ribasso dell’offerta con preventivi di spesa

15 Febbraio 2024

A fronte dei rilevanti scostamenti tra i prezzi offerti rispetto a quelli di mercato, la scelta della stazione appaltante di non ritenere sufficiente la loro giustificazione mediante preventivi (cioè di mere proposte contrattuali provenienti da terzi) e di esigere la dimostrazione di congruità esclusivamente con fatture o libri cespiti (documenti che comprovano l'avvenuta esecuzione di un contratto a determinate condizioni o la disponibilità in proprio di attrezzature e macchinari) non è certamente irragionevole (rispondendo infatti all'esigenza di tutelare la stazione appaltante da offerte eccessivamente basse) né discriminatoria (in quanto riferita a materiali di uso comune e facilmente reperibili).

Il caso. La sentenza in commento definisce la controversia relativa all'esclusione di un'impresa da una procedura negoziata (appalto di interventi straordinari di manutenzione su edifici scolastici) nella quale la stessa era risultata aggiudicataria a seguito di un'offerta con un ribasso pari approssimativamente al 30%. L'esclusione è stata motivata dal fatto che le giustificazioni fornite dall'aggiudicataria per le sessantuno voci di prezzo in merito alle quali il R.U.P. aveva richiesto dei chiarimenti, non sono state ritenute sufficienti. Più precisamente il R.U.P., per tutte dette voci ha chiesto l'esposizione di preventivi o fatture d'acquisto quali giustificativi, mentre, per le voci che presentavano significativi scostamenti rispetto al prezzo di progetto, ha chiesto esclusivamente la produzione di fatture quietanzate o libri cespiti per le attrezzature e i macchinari.

La decisione del TAR. Secondo detta pronuncia, la società ricorrente ha esibito a giustificazione solo i preventivi, ma non le fatture richieste per le voci (tredici su sessantuno) con scostamenti sui prezzi di progetto superiori al 20% (per la maggior parte superiori al 30%, con punte del 60%). In particolare, è emersa l'omessa produzione di giustificativi a mezzo fatture d'acquisto o libri cespiti per costi che presentano evidenti (e, ictu oculi, rilevanti) scostamenti di ben oltre il 20-30% sui prezzi di progetto.

A parere del Collegio, la richiesta del R.U.P. di giustificare in tal modo scostamenti in tutta evidenza significativi è ben chiara ed è congrua (e pertanto non erano necessarie ulteriori delucidazioni o precisazioni), considerato che a fronte dei rilevanti scostamenti tra i prezzi offerti dalla ricorrente rispetto a quelli di mercato la scelta della stazione appaltante di non ritenere sufficiente la loro giustificazione mediante preventivi - cioè di mere proposte contrattuali provenienti da terzi - e di esigere la dimostrazione di congruità esclusivamente con fatture o libri cespiti, documenti che comprovano l'avvenuta esecuzione di un contratto a determinate condizioni o la disponibilità in proprio di attrezzature e macchinari, non è certamente irragionevole, rispondendo infatti all'esigenza di tutelare la stazione appaltante da offerte eccessivamente basse, né discriminatoria, in quanto riferita a materiali di uso comune e facilmente reperibili (cfr. T.A.R. Lombardia, Milano, sez. I, 2 gennaio 2020, n. 9).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.