Certificazione di qualità: è inidonea a dimostrare il possesso del requisito se rilasciata da organismi di accreditamento appartenenti a Paesi extra UE

16 Febbraio 2024

Laddove ai fini della partecipazione ad una gara d'appalto sia prevista la certificazione di qualità certificazione UNI EN ISO 9001 è legittima l'esclusione di un operatore che abbia prodotto una certificazione rilasciata in ambito extra UE.

Il caso. La vicenda sottoposta al vaglio del Collegio attiene al tema dell'invalidità delle certificazioni di qualità rilasciate da un ente certificatore accreditato presso un organismo di accreditamento di uno Stato terzo.

In particolare, il Tribunale è chiamato a valutare se sia o meno legittima l'esclusione da una procedura di gara di un soggetto che in sede di partecipazione ha indicato una certificazione ISO 9001 rilasciata da un Organismo di accreditamento extra UE atteso che la lettera di invito prevedeva espressamente che i partecipanti dovessero possedere “una certificazione di sistema qualità di cui all'art. 63 del d.P.R. n. 207/2010 conforme alle norme europee della serie UNI EN ISO 9000 rilasciata da organismi accreditati ai sensi delle norme europee della serie UNI CEI EN ISO 45000 e della serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000”.

La soluzione. Il Collegio, richiamando un precedente orientamento giurisprudenziale (Cons. Stato n. 4089/2023) conferma l'inidoneità delle certificazioni rilasciate in ambito extra UE che, in quanto tali, possono avere un rilievo solo per gli appalti privati.

Il Tribunale osserva che l'art. 46 d.P.R.  n. 207/2010 prevede che “per le attività di verifica sono Organi di accreditamento, per gli Organismi di ispezione di tipo A, B e C ai sensi della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020, e per gli Organismi di certificazione del sistema di controllo interno di qualità coerente con i requisiti della norma UNI EN ISO 9001, gli enti partecipanti all'European cooperation for accreditation (EA)”.

A sua volta l'E.A. (European cooperation for Accreditation) è un'organizzazione europea istituita ai sensi dell'art. 14 del Regolamento (CE) n. 765/2008 e riconosciuta dalla Commissione europea, il cui compito principale è promuovere un sistema trasparente e fondato sulla qualità per valutare la competenza degli organismi di valutazione della conformità in tutta Europa e gestire un sistema di valutazione inter pares fra gli organismi nazionali di accreditamento degli Stati membri e di altri paesi europei (considerando n. 23 del Regolamento CE). Ne consegue che l'espresso riferimento normativo agli “enti partecipanti all'European cooperation for accreditation (EA)”, contenuto nell'art. 46 sopra citato, ha l'effetto di sancire in modo inequivocabile che, per il rilascio delle certificazioni UNI EN ISO 9001, gli enti di accreditamento sono solo quelli che fanno parte dell'E.A.

È dunque la stessa normativa a richiedere che la certificazione UNI EN ISO 9001, quale presupposto della SOA, sia rilasciata da organismi accreditati presso enti aderenti ad E.A.

Inoltre, continua il TAR, la lettera invito richiamava altrettanto espressamente l'art. 63 del regolamento n. 207/2010, il cui ultimo comma prevede che “la regolarità dei certificati di qualità deve essere riscontrata dalle SOA mediante il collegamento informatico con gli elenchi ufficiali tenuti dagli enti partecipanti all'European cooperation for accreditation (EA)”.

Tale disposto è da mettere in correlazione con il Regolamento CE n. 765/2008, il quale definisce “organismo nazionale di accreditamento” solo l'organismo che in uno Stato membro è stato autorizzato da tale Stato a svolgere attività di accreditamento, con la conseguenza che gli unici certificati di qualità utilizzabili ai fini della partecipazione alle procedure di gara devono essere rilasciati da soggetti interni o di altri Stati membri (c.d. organismi di valutazione di conformità), il cui accreditamento sia stato a sua volta ottenuto da un organismo di accreditamento unico nazionale di uno Stato Membro”.

Il Collegio rileva, inoltre, che la pronuncia del Consiglio di Stato è stata adottata a seguito di una risposta ad uno specifico quesito posto dallo stesso Consiglio, con la formazione di un principio che è stato poi confermato dalla giurisprudenza successiva e, ciò, senza che la ricorrente abbia dimostrato l'esistenza di presupposti per discostarsene (in questo senso si veda ad esempio, TAR Lazio, sez. II-bis, 27 luglio 2023, n. 12752; TAR Lazio, sez. V-ter, 25 luglio 2023, n. 12618).

In presenza di dette circostanze deve, allora, ritenersi non condivisibile l'argomentazione mediante la quale la ricorrente sostiene l'idoneità della certificazione depositata, in quanto quest'ultima era stata emessa a seguito dell'adesione dell'ente di accreditamento ad un accordo internazionale e, quindi, a seguito di un processo di valutazione inter pares volto a garantire la competenza il rigore procedurale e l'uniformità di modus operandi tra gli enti che svolgono attività di accreditamento nel mondo.

In conclusione: Il Tribunale, facendo applicazione dei suddetti principi, ritiene legittima l'esclusione adottata dalla Stazione Appaltante, risultando evidente che la certificazione del sistema di gestione di qualità ISO 9001/2011 rilasciata da un organismo extra UE non avrebbe potuto essere utilizzata ai fini della qualificazione e partecipazione alle procedure indette ai sensi del d.lgs. n. 50/2016, risultando inidonea a dimostrare il possesso del requisito richiesto dalla lex specialis di gara.

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