Contratto a forma libera: prova della sua conclusione in costanza di disconoscimento della scrittura

26 Febbraio 2024

La Cassazione, nel provvedimento in commento, si sofferma sulla questione della prova della conclusione del contratto, distinguendo i casi in cui è richiesta una forma scritta ad substantiam o ad probationem da quelli in cui non è richiesta alcuna forma in senso stretto (come nel caso del contratto di noleggio). 

Massima

“[…] soltanto nei contratti per i quali sia richiesta, per legge o per volontà delle parti, la forma scritta ad probationem ovvero ad substantiam, colui che intenda avvalersi del documento in giudizio ha, ove la sottoscrizione non sia stata autenticata al momento dell'apposizione né riconosciuta, ancorché tacitamente, dalla controparte, l'onere di avviare, pur senza formule sacramentali, il procedimento di verificazione, producendo in giudizio il contratto in originale, senza che possa avvalersi della prova testimoniale o di quella per presunzioni per dimostrare l'esistenza, il contenuto e la sottoscrizione del documento medesimo, salvo che ne abbia previamente dedotto e dimostrato la perdita incolpevole dell'originale (in questi termini, Cass. 16 ottobre 2017 n. 24306), ma non anche quando, come nella specie, il contratto sia a forma libera, incombendo, in tal caso, su chi ne invoca l'esistenza, validità ed efficacia, l'onere di dimostrare l'avvenuto perfezionamento del negozio, anche mediante presunzioni semplici, purché aventi caratteri della gravità e precisione, nonché, qualora siano più d'una, della concordanza ai sensi dell'art. 2729 c.c., la cui valenza probatoria deve essere valutata e adeguatamente motivata dal giudice del merito (Cass. 14 maggio 2018 n. 12971)”.

Il caso

A séguito di un contratto di noleggio di materiali rimasto parzialmente ineseguito relativamente al pagamento del prezzo, come da preventivo inviato via fax, da parte della Engeeniring Solutions s.r.l., la Carli produzioni s.r.l. ha agito per ottenere un decreto ingiuntivo, che controparte ha prontamente opposto, contestando l'esistenza di un preventivo accettato e chiedendo, in via riconvenzionale, la ripetizione di quanto pagato in acconto (50.000 €), in quanto ritenuto indebito.

La sentenza di accoglimento del Tribunale è stata, quindi, impugnata davanti alla Corte d'Appello da parte della Carli produzioni s.r.l. la quale ne ha ottenuto la riforma e, dunque, la conferma del decreto ingiuntivo nonché la condanna di controparte alla restituzione delle somme pagate in esecuzione della sentenza di I grado.

Avverso la sentenza di gravame, poi, la Engeeniring Solutions s.r.l. ha proposto ricorso per Cassazione affidandosi a sette motivi, tutti fondamentalmente tesi a scardinare la prova dell'esistenza di un preventivo accettato e, quindi, del contratto di noleggio con la Carli produzioni s.r.l.

In particolare, con il secondo motivo, parte ricorrente ha contestato la mancata considerazione, da parte della Corte di Appello, delle eccezioni sollevate in sede di opposizione concernenti l'inesistenza del contratto di noleggio sottostante la richiesta di pagamento. Invero, a dire del ricorrente, la Corte di Appello avrebbe condotto una erronea ricostruzione dei fatti di causa non apprezzando la circostanza della mancata sottoscrizione di tutte le pagine del documento inviato, quanto, piuttosto, solo sull'ultima, e, conseguentemente, avrebbe ritenuto erroneamente concluso un contratto in assenza di una formalizzazione dell'accordo sull'intero contenuto.

Ancóra, con i motivi dal terzo al sesto il ricorrente ha lamentato, principalmente, la violazione e la falsa applicazione dell'art. 2712 c.c. secondo varie angolazioni contestando, ora la qualità di prova privilegiata attribuita al fax nonostante il disconoscimento della sottoscrizione, ora la sua conformità all'originale, nonché la violazione e la falsa applicazione dell'art. 2967 c.c. laddove, ai fini della prova dell'esistenza del contratto, il principio di non contestazione sia stato usato in data antecedente alla sua codificazione.

La questione

La questione in esame è la seguente: posto che il contratto di noleggio è un contratto a forma libera e, ai fini della prova della sua esistenza, non è richiesta la forma scritta, la conclusione del medesimo, in caso di disconoscimento del documento inviato via fax senza successivo procedimento di verificazione, può essere dimostrata attraverso altri mezzi di prova?

Le soluzioni giuridiche

Il tema della conclusione del contratto e della sua prova è da sempre un campo in cui dottrina e giurisprudenza si confrontano per rispondere alle nuove esigenze sociali quale quella di velocizzazione degli scambi commerciali. All'uopo, progressivamente, si è riconosciuta la formazione dell'accordo contrattuale tramite lo scambio della proposta e dell'accettazione espresse con nuovi mezzi di comunicazione della volontà.

In tale contesto si inserisce il telefax – particolare sistema di posta elettronica che permette il trasferimento della corrispondenza mediante la riproduzione a distanza, utilizzando reti telefoniche e terminali facsimile – al quale può, pacificamente, riconoscersi valore di scrittura privata, ai fini non solo probatori (come riconosce la giurisprudenza che applica ad esso l'art. 2712 c.c. sulle «riproduzioni meccaniche»), ma anche ai fini sostanziali: il contratto che richiede forma scritta non solenne si conclude validamente con proposta e accettazione scambiate per telefax. La legittimazione di questo mezzo formale è esplicita, tra l'altro, per i contratti di subfornitura (art. 2 c. 1 L. 192/1998) mentre, in campo processuale, la avvalora la L.183/1993, che consente la trasmissione via telefax degli atti giudiziari.

L'ordinanza in commento tratta, giustappunto, di un caso di contratto di noleggio che si assume concluso tramite scambio di proposta (il preventivo) e accettazione (il preventivo sottoscritto) via telefax relativamente al quale il destinatario del preventivo inviato, senza contestare il materiale invio di una risposta al proponente, disconosce la sottoscrizione.

In assenza di un contratto «originale» sottoscritto, il problema si radica, principalmente, sull'efficacia probatoria del documento telefax anche in considerazione del fatto della mancata attivazione di un giudizio di verificazione della scrittura, successivo al disconoscimento, da parte del soggetto onerato (chi vuol far valere la scrittura contro altri) e, quindi, dell'impossibilità che la conclusione del contratto venga provata, in via risolutiva, dal documento.

La Corte, tuttavia, supera l'impasse osservando che l'onere di avviare, pur senza formule sacramentali, il procedimento di verificazione, producendo in giudizio il contratto originale, senza la possibilità di avvalersi di altre prove quali la testimonianza e le presunzioni, sussiste solo laddove la forma scritta sia richiesta, convenzionalmente o legalmente, ad substantiam o ad probationem.

Perciò, nei casi di contratti a forma libera anche ai fini della prova e, quindi, nella specie, nel contratto di noleggio, incombendo su chi vuole far valere l'esistenza del contratto l'onere di dimostrare il perfezionamento del negozio tramite qualsiasi mezzo di prova e, dunque, anche presunzioni gravi precise e concordanti, il documento telefax, benchè non possa assumere efficacia probatoria dirimente in quanto disconosciuto, può senz'altro orientare il libero convincimento del giudice, non perdendo del tutto il suo valore probatorio anche in assenza di giudizio di verificazione.

Osservazioni

Di regola, il procedimento di conclusione del contratto si considera perfezionato nel momento in cui le parti esprimono il loro definitivo consenso. Tale momento, nel normale schema di formazione del negozio e quindi nell'ordinario avvicendarsi degli atti proposta- accettazione, coincide con il momento ed il luogo in cui il proponente ha avuto conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. Il contratto concluso mediante lo scambio di proposta-accettazione trasmesse via telefax, può essere senza dubbio fatto rientrare tra i contratti stipulati tra persone che si trovano in luoghi diversi e si avvalgono di mezzi mediati di comunicazione. In particolare, qualora la proposta comunicata via telefax segue immediatamente l'accettazione dell'altra parte, poiché la comunicazione per telefax si realizza in tempi reali, l'accordo così raggiunto può essere assimilato al contratto concluso per telefono.

In base all'orientamento dominante, il telefax rientra fra le riproduzioni meccaniche ai sensi dell'art. 2712 c.c. con piena prova dei fatti e delle cose in esso rappresentati se colui nei confronti del quale è prodotto non de disconosce la conformità.

Il disconoscimento della rappresentazione meccanica, come quello della scrittura privata, priva il documento di ogni qualità giuridica di prova. Questa conseguenza risulta evidente dall'onere dell'istanza di verifica imposto ai sensi dell'art. 216 c.p.c. alla parte che intende valersi della scrittura disconosciuta. Perciò, l'intento di valersi del documento meccanico disconosciuto pone il detto documento non «nella folla delle prove, soggette al prudente apprezzamento del giudice» ma nella stessa situazione processuale della scrittura soggetta a verifica ovvero rientra tra le prove che il giudice può valutare per decidere sulla sua autenticità ma non può di per sé sola fondare il convincimento del decidente (l'opinione secondo cui, al di fuori delle ipotesi disciplinate dall'art. 2702 c.c., la scrittura privata resterebbe assoggettata al libero convincimento del giudice, a norma dell'art. 116 c.p.c., è condivisa da autorevole dottrina. Si v. tra molti S. Patti, Delle prove, in Comm. Scialoja-Branca, Bologna, 2015, p. 412 ss.; A. Scardaccione, Scrittura privata, in Noviss. Dig. it., XVI, Torino, 1969, p. 813; G. Laserra, La scrittura privata, Napoli, 1959, p. 251 ss. e 322 ss.)

Guida all'approfondimento

  • L. Montesano, Sul documento informatico come rappresentazione meccanica nella prova civile, in Dir. inf, 1987, p. 23 s.
  • T. Pasquino, Aspetti problematici della conclusione del contratto mediante «telefax», in Dir. inf, 1989, p. 567 s.
  • V. Roppo, Il contratto, in Tratt. dir. priv. Iudica Zatti, II ediz., Milano, 2011

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