Decreto del Presidente della Repubblica - 22/09/1988 - n. 448 art. 9 - Accertamenti sulla personalità del minorenne.

Andrea Conti

Accertamenti sulla personalità del minorenne.

 

1. Il pubblico ministero e il giudice acquisiscono elementi circa le condizioni e le risorse personali, familiari, sociali e ambientali del minorenne al fine di accertarne l'imputabilità e il grado di responsabilità, valutare la rilevanza sociale del fatto nonché disporre le adeguate misure penali e adottare gli eventuali provvedimenti civili.

2. Agli stessi fini il pubblico ministero e il giudice possono sempre assumere informazioni da persone che abbiano avuto rapporti con il minorenne e sentire il parere di esperti, anche senza alcuna formalità.

Inquadramento

Gli accertamenti sulla personalità del minore «costituiscono l'elemento qualificante del rito minorile» (Presutti, 89) – anche in considerazione del divieto di compiere indagini psicologiche sull'imputato maggiorenne (artt. 194, comma 1 e 220, comma 2, c.p.p.) – e ribadiscono la centralità della figura del minore all'interno del processo.

Tali accertamenti devono essere effettuati con l'osservanza delle garanzie previste in tema di formazione della prova, consentendo, pertanto, al minore di poter produrre le proprie ed autonome risultanze investigative.

L'art. 9 d.P.R. n. 448/1988 risulta perfettamente allineato alle fonti sovranazionali: l'art. 15, § 2 delle Regole di Pechino afferma che «in tutti i casi, fatta eccezione per i reati minori, prima che l'autorità competente emetta un provvedimento definitivo, i precedenti del minore, le sue condizioni di vita e le circostanze nelle quali è stato commesso il reato formano oggetto di un'inchiesta approfondita in maniera da facilitare il giudizio sul caso da parte dell'autorità competente»; il § 18 della Raccomandazione Rec (2003) 20 del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa concernente le nuove modalità di trattamento della delinquenza giovanile e il ruolo della giustizia minorile precisa, seppur limitatamente all'applicazione delle misure cautelari, che «il tribunale dovrà procedere ad una valutazione approfondita dei rischi sulla base di informazioni esaurienti ed attendibili sulla personalità e sulle condizioni sociali del minore» ed il § 16, parte IV delle Linee Guida del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa per una giustizia a misura di minore, adottata il 17 novembre 2010, afferma che «dovrebbe essere incoraggiata una stretta collaborazione tra diversi professionisti al fine di pervenire a un'approfondita comprensione del minore e a una valutazione della sua situazione legale, psicologica, sociale, emotiva, fisica e cognitiva».

La dottrina evidenzia che «la centralità dell'esame della personalità, nella doppia funzione di mezzo diagnostico e prognostico, consente di realizzare il principio di individualizzazione» (Vigoni, 1980). Infatti, il compito a cui è chiamato il Giudice minorile in ordine all'accertamento del fatto di reato «presuppone sempre l'acquisizione di un quadro descrittivo della personalità del minore, sia sotto il profilo psicologico, sia con riferimento alle condizioni e ai contesti familiari ed economici in cui egli risulta inserito, comportando [...] l'individuazione dei significati attribuiti ai singoli elementi della fattispecie concreta di reato» tanto che «è dagli accertamenti sulla personalità che nascono sia il programma processuale, sia il progetto educativo» (Patanè, 136-137).

I soggetti coinvolti nell'accertamento

I legittimati ad effettuare l'accertamento di cui all'art. 9 d.P.R. n. 448/1988 sono il Giudice minorile (sia di primo sia di secondo grado – cfr. Cass. pen. II, n. 19989/2005 –, con l'unica esclusione della Corte di Cassazione a cui è preclusa l'indagine sul merito) ed il Pubblico Ministero minorile.

Resta esclusa la legittimazione autonoma della polizia giudiziaria, la quale, tuttavia, da un lato, invia all'Autorità Giudiziaria minorile il c.d. «Mod. 174», in cui sono contenute – nei settori III e IV – sommarie informazioni relative al minore ed al contesto familiare (Reynaud, 89) e, dall'altro lato, potrà eseguire ricerche e verifiche su delega dell'Autorità Giudiziaria.

Il soggetto passivo dell'accertamento è il minore al momento della commissione del fatto, essendo irrilevante il raggiungimento della maggiore età nelle more del processo. Inoltre, occorre ricordare che gli accertamenti devono essere effettuati anche nei confronti dei soggetti infraquattordicenni nella misura in cui le informazioni raccolte potranno essere utili ai fini dell'adozione delle misure civili, penali ed amministrative (artt. 25 ss. r.d.l. n. 1404/1934) applicabili al minore di anni quattordici.

L'art. 9, comma 2, d.P.R. n. 448/1988 precisa che è possibile assumere informazioni dalle persone che abbiano avuto rapporti con il minore e sentire il parere di esperti. La norma prevede che tali attività possano essere compiute «anche senza formalità». Tuttavia, al fine di salvaguardare i principi costituzionali in tema di principio del contraddittorio e del giusto processo, occorrerà verificare se, anche alla luce dei principi processual penalistici, sia possibile prescindere dalle regole ordinarie (Patanè, 144-145; Camaldo, 93 ss.; Reynaud, 93 ss.; Presutti, 437; Casciano, 78 ss.).

L'indagine sulla personalità del minore non richiede necessariamente l'audizione di esperti o di soggetti che abbiano avuto rapporti con l'imputato – attività indicate dall'art. 9, comma 2, d.P.R. 448/1988 solo quali strumenti eventuali ai quali si consente il ricorso ove necessario a tali fini –, potendo essere condotta sulla base di tutti gli elementi desumibili dagli atti, tra cui le modalità del fatto, rapportate all'età del soggetto agente (Cass. pen. IV, n. 3276/2023; Cass. pen. V, n. 27243/2011 e Cass. pen. IV, n. 10233/2005).

Le finalità dell'accertamento

L'accertamento di cui all'art. 9 d.P.R. n. 448/1988 riguardano le risorse e le condizioni personali del minore, ma si estende anche all'ambito familiare, sociale ed ambientale, imponendo un'indagine del minore non limitata all'aspetto soggettivo ma destinata a ricomprendere la vita del minore ed ogni ambito in cui esprime la propria personalità. Si tratta di un accertamento olistico del minore, rivolto sia a comprendere l'attuale situazione in cui versa il minore, ma che si protende verso il futuro, cercando di comprendere di quali risorse il minore dispone e, quindi, quali risorse potrà mettere in campo a fronte dell'intervento dell'Autorità Giudiziaria minorile.

La finalità dell'accertamento è molteplice. Infatti, appare funzionale ad indagare l'imputabilità (art. 98 c.p.), il grado di responsabilità – «stando all'interpretazione preferibile, deve ritenersi implicato un accertamento non di tipo psicologico-giuridico, ma strettamente giuridico, vale a dire attinente alla capacità di intendere e di volere con conseguente sua ricaduta sul giudizio di commisurazione della sanzione alla stregua dei parametri fissati dall'art. 133 c.p.» (Presutti, 91) ed anche con riferimento all'intensità dell'elemento soggettivo (Reynaud, 84 ss.) – e la rilevanza sociale del fatto – rilevante ai fini della valutazione in merito all'applicabilità dell'istituto dell'irrilevanza del fatto (art. 27 d.P.R. n. 448/1988), ma «anche per verificare la praticabilità della sospensione e messa alla prova ex art. 28» d.P.R. n. 448/1988 –. Inoltre, è utile al fine di adottare le adeguate misure penali – sul punto si veda il riferimento alla personalità del minorenne gli artt. 16, comma 3 (arresto in flagranza), 25, comma 2 (procedimenti speciali ammessi condizionatamente), 28-29 (sospensione del processo e messa alla prova), 30, comma 1 (sanzioni sostitutive), 31, comma 2 e 5 (allontanamento del minore dall'udienza ed audizione dei soggetti convocati o citati) e 37, comma 2 (applicazione provvisoria delle misure di sicurezza) d.P.R. n. 448/1988, anche se occorre considerare che «la conoscenza del minore è imprescindibile elemento fondante ogni risposta penale adeguata, conducendo a soluzioni «individualizzate»» (Vigoni, 1980-1981) – e gli eventuali provvedimenti civili (artt. 32, comma 4 e 33, comma 4, d.P.R. n. 448/1988).

Gli accertamenti dovranno essere periodicamente aggiornati in considerazione della mutevolezza e della dinamicità dell'oggetto dell'accertamento, ovvero il minore, la sua personalità ed il contesto di riferimento (Giannino, 47 e Cipolla, 452).

L'indagine sulle condizioni personali, familiari, sociali e ambientali del minore di cui all'art. 9 d.P.R. n. 448/1988, può essere svolta, in relazione alla fase cautelare, con accertamenti provvisori suscettibili di successivi approfondimenti e, comunque, sufficienti a una prima ricognizione delle caratteristiche del soggetto e del suo contesto di riferimento (fattispecie in cui la Corte ha ritenuto sufficienti gli accertamenti svolti nella prima fase delle indagini preliminari, in relazione all'ambiente familiare e al percorso scolastico del minore) (Cass. pen. I, n. 20601/2023).

L'obbligatorietà

Gli accertamenti di cui all'art. 9 d.P.R. n. 448/1988 sono obbligatori – come suggerisce anche l'uso dell'indicativo presente «acquisiscono» –, rimanendo nella discrezionalità dell'Autorità Giudiziaria l'individuazione dei mezzi di indagini (che potranno sostanziarsi, come ricorda Cass. pen. V, n. 24004/2010, anche nella diretta osservazione della personalità e del comportamento del minore). Non vi sono dubbi sul fatto che un ruolo primario, seppur non esclusivo, nell'espletamento degli accertamenti sulla personalità debba essere riconosciuto ai servizi minorili.

Il mancato espletamento degli accertamenti di cui all'art. 9 d.P.R. n. 448/1988 non è previsto a pena di nullità e non può essere qualificato come nullità generale ex art. 178 c.p.p., ma «poiché le risultanze acquisite devono sorreggere i provvedimenti adottati, la loro omissione si riflette sulla relativa motivazione integrando il vizio di cui all'art. 125 comma 2 c.p.p.» (Presutti, 91; Reynaud, 88; Patanè, 66 e Camaldo, 90).

L'indagine sulla personalità del minore non può essere considerata un adempimento del Pubblico Ministero minorile la cui omissione determini la nullità di ordine generale sanzionata dall'art. 178, comma 1, lett. b), c.p.p., che concerne l'iniziativa dello stesso nell'esercizio dell'azione penale. Qualora l'indagine venga erroneamente omessa, il conseguente vizio di ordine procedurale, ove configurabile, può valere ad integrare una nullità a regime intermedio ma non certo una nullità assoluta ed insanabile ex art. 179, comma 1, c.p.p. (Cass. pen. IV, n. 11884/1994). L'omissione da parte del Giudice di primo grado dell'indagine sulla personalità del minore prevista dall'art. 9 d.P.R. n. 448/1988 non integra una nullità assoluta, bensì una nullità a regime intermedio, di cui all'art. 178, comma 1, lett. c), c.p.p., che, se non eccepita nei motivi d'appello è sanata ai sensi dell'art. 182, comma 2, c.p.p. (Cass. pen. III, n. 46356/2016).

Gli accertamenti sulla personalità del minore, eseguiti nel corso delle indagini preliminari e dell'udienza preliminare, potranno confluire nel fascicolo dibattimentale – ove sono, secondo le regole generali fissate dal codice di rito (art. 431 c.p.p.), inseriti gli elementi relativi al giudizio sulla personalità ex art. 236 c.p.p. e le acquisizioni relative alla sussistenza dell'imputabilità – trattandosi di elementi che integrano atti irripetibili nella misura in cui riguardano un soggetto in fase evolutiva e dalla personalità necessariamente mutevole in ragione dell'età (Vigoni, 1982 e Casciano, 78-79).

Bibliografia

Bouchard, voce Processo penale minorile, in Dig. disc. pen., vol. X, Torino, 1995, 142 ss.; Camaldo, Gli accertamenti sull'età e sulla personalità: aspetti processuali, in Aa.Vv., Il difetto di imputabilità del minorenne, a cura di Vigoni, Torino, 2016, 73 ss.; Casciano, Sub art. 9 d.P.R. 448/1988, in Esp. giust. min., 1989, 76 ss.; Cipolla, Sub art. 9 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e di dottrina, a cura di Lattanzi e Lupo, vol. X, Milano, 2017, 443 ss.; Cocuzza, voce Procedimento a carico dei minorenni, in Enc. giur., vol. XXIV, Roma, 1991, 4 ss.; De Leo, Categorie psicosociali e interazioni operative nel nuovo processo penale minorile, in Aa.Vv., Il sistema del nuovo processo penale minorile, a cura di Palomba, Milano, 2002; De Luca, Gli accertamenti sulla personalità dell'autore di reato minorenne e il divieto di perizia psicologica nel rito ordinario: riflessioni e nuove prospettive, in Cass. pen., 2018, 2140 ss.; Giannino, Il processo penale minorile, Padova, 1997; Moro, Manuale di diritto minorile, Bologna, 2008; Patanè, L'intervento dell'imputato minorenne nelle varie fasi del procedimento, in Aa.Vv., La giurisdizione specializzata nella giustizia penale minorile, a cura di Zappalà, Torino, 2019, 59 ss.; Patanè, Sub art. 9 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Il processo penale minorile. Commento al D.P.R. 448/1988, a cura di Giostra, Milano, 2016, 133 ss.; Pellegrino, voce Imputato minorenne, in Dig. disc. pen., vol. III agg., tomo I, Torino, 2005, 755 ss.; Presutti, La posizione del minore, in Aa.Vv., Trattato di diritto di famiglia, a cura di Zatti, vol. V, Milano, 2011, 437 ss.; Presutti, I soggetti e le parti private, in Aa.Vv., Procedura penale minorile, a cura di Bargis, Torino, 2021, 88 ss.; Reynaud, Sub art. 9 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Commento al codice di procedura penale, a cura di Chiavario, vol. I - Leggi collegate, Torino, 1994, 83 ss.; Rizzo, Accertamenti sull'età e sulla personalità del minore nel procedimento penale, Milano, 2007; Vigoni, Sub art. 9 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Codice di procedura penale commentato, a cura di Giarda e Spangher, tomo IV, Milano, 2023, 1979 ss.

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