Codice di Procedura Civile art. 473 bis 5 - Modalità dell'ascolto1Modalità dell'ascolto1 [I]. L'ascolto del minore è condotto dal giudice, il quale può farsi assistere da esperti e altri ausiliari. Se il procedimento riguarda più minori, di regola il giudice li ascolta separatamente. [II]. L'udienza è fissata in orari compatibili con gli impegni scolastici del minore, ove possibile in locali idonei e adeguati alla sua età, anche in luoghi diversi dal tribunale. [III]. Prima di procedere all'ascolto, il giudice indica i temi oggetto dell'adempimento ai genitori, agli esercenti la responsabilità genitoriale, ai rispettivi difensori e al curatore speciale, i quali possono proporre argomenti e temi di approfondimento e, su autorizzazione del giudice, partecipare all'ascolto. [IV]. Il giudice, tenuto conto dell'età e del grado di maturità del minore, lo informa della natura del procedimento e degli effetti dell'ascolto, e procede all'adempimento con modalità che ne garantiscono la serenità e la riservatezza. Il minore che ha compiuto quattordici anni è informato altresì della possibilità di chiedere la nomina di un curatore speciale ai sensi dell'articolo 473-bis.8. [V]. Dell'ascolto del minore è effettuata registrazione audiovisiva. Se per motivi tecnici non è possibile procedere alla registrazione, il processo verbale descrive dettagliatamente il contegno del minore.
[1] Articolo inserito dall'art. 3, comma 33, del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". InquadramentoL'ascolto del minore, secondo il disposto testuale dell'art. 473-bis.5, è condotto dal giudice, il quale può farsi assistere da esperti e altri ausiliari; se più sono i minori da sentire, essi sono ascoltati separatamente. La disposizione secondo cui l'ascolto è condotto dal giudice è idonea a porre una regola precisa su una modalità che aveva veduto applicazioni diverse nella giurisprudenza. Alcune pronunce avevano negato che il giudice potesse affidare l'incarico dell'ascolto a terze persone, sia pure munite di competenze specialistiche (Cass. I, ord. n. 1474/2021; cfr. Cass. n. 12957/2018); altre avevano ammesso questa possibilità (Cass. I, ord. n. 19327/2015). Il disposto del primo comma della norma in esame sembra attualmente stabilire la regola che esclude la delega dell'ascolto del minore , ai fini processuali, a soggetti diversi dal giudice. Tuttavia, quella regola così posta subisce un duplice ordine di eccezioni. Una una prima deroga è prevista per il particolare caso in cui al minore sia nominato dal giudice un curatore speciale. Dispone al riguardo l'art. 473-bis.8 c.p.c. che il curatore speciale procede all'ascolto del minore ai sensi dell'art. 315-bis c.c. (che configura il diritto del minore ad essere sentito) nel rispetto dei limiti di cui all'art. 473-bis.4 c.p.c. L'art. 473-bis.1. consente al giudice, nei procedimenti davanti al tribunale per i minorenni aventi ad oggetto la responsabilità genitoriale, di delegare ad un giudice onorario il compimento di atti del processo. Ma anche in questo caso restava confermava la regola della riserva al giudice dell'ascolto del minore. Infatti, tra gli atti di possibile delega non può, secondo il testo della norma rimasto immutato, rientrare l'ascolto del minorenne. La limitazione è poi caduta, sempre con riferimento ai procedimenti suddetti, per effetto dell'art. 3 del d.l. 10 agosto 2023, n. 105, conv. dalla l. 9 ottobre 2023, n. 137, per il quale il giudice può delegare, con provvedimento motivato, ad un giudice onorario specifici adempimenti, compresi tra essi l'audizione delle parti e l'ascolto del minore. Per la disposizione così introdotta si disponeva una vigenza a scadere alli 30 aprile 2024; successivamente il termine finale è stato fatto coincidere con l'entrata in vigore delle norme istitutive del tribunale per le controversie in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia, prevista allo scadere di due anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del d.lgs. n. 149/2022 di riforma del processo civile (art. 49 richiamato dall'art. 5 del “Decreto milleproroghe ……. N. ). L'ascolto deve essere tenuto con accorgimenti conformi agli orari scolastici del minore, non necessariamente nelle stanze dell'ufficio giudiziario, ove siano agibili altri luoghi idonei e adeguati alla sua età. Dell'ascolto è effettuata una registrazione audiovisiva (dapprima prevista come meramente facoltativa e ora divenuta regola applicativa generale), sostituita da una verbalizzazione ove essa non sia possibile per motivi tecnici. La registrazione dà conto delle reazioni e degli atteggiamenti dell'ascoltato, della sua spontaneità e dei suoi imbarazzi. Per questa ragione si richiede che la verbalizzazione sostitutiva descriva dettagliatamente il contegno del minore. La normativa sul punto richiede specificazioni da emanarsi con provvedimento ministeriale (art. 152-quinquies disp. att. c.p.c.). L'art. 38-bis disp. att. c.c. consentiva ai difensori delle parti, al curatore speciale e al pubblico ministero di seguire l'ascolto del minore anche senza l'autorizzazione del giudice ove fossero disponibili idonei strumenti tecnici di audizione a distanza. La disposizione è stata trasportata nella disciplina processuale, quale art. 152-quater delle disposizioni di attuazione. Le disposizioni di maggiore importanza sono dettate dai commi terzo e quarto dell'art. 473-bis.5. Esse sono rivolte direttamente al giudice che deve procedere all'ascolto e costituiscono precetti regolatori della sua condotta in proposito. L'ascolto, nella attuale disciplina, richiede una fase di preparazione. Esso non può costituire oggetto di improvvisazione ma, per la sua delicatezza, deve essere predisposto con la collaborazione dei soggetti interessati al procedimento e con l'assunzione di precise precauzioni. Prima di procedere all'ascolto il giudice indica ai genitori, agli esercenti la responsabilità genitoriale, ai rispettivi difensori e all'eventuale curatore speciale i temi oggetto dell'adempimento. Gli argomenti dell'audizione non costituiscono un segreto tra giudice e minore ma devono essere esposti a garanzia della trasparenza e della terzietà della procedura. Inoltre, su quei temi coloro cui essi sono comunicati possono proporre argomenti e motivi di approfondimento da sviluppare ad opera del giudice nel corso dell'audizione. Gli stessi soggetti possono poi anche partecipare all'ascolto su autorizzazione del giudice. E senza l'autorizzazione del giudice possono seguire l'ascolto del minore da remoto quando la salvaguardia del minore è assicurata con idonei mezzi tecnici, quali l'uso di un vetro a specchio unitamente a un impianto citofonico (così già l'art. 38-bis disp. att. c.p.c., ora abrogato). L'autorizzazione, quando è necessaria, risponde allo scopo di evitare che il minore, consapevole della presenza dei genitori e dei difensori, possa sentirsi psicologicamente condizionato e inibito nell'esprimersi con la necessaria sincerità. Analoghe doverose indicazioni di temi di indagine riguardano il minore di cui si dispone l'ascolto. A questi devono essere date informazioni che tengano conto della sua capacità di intenderle e di recepirle, in considerazione dell'età e del grado di maturità. Le informazioni riguardano in primo luogo la natura del procedimento. La natura del procedimento ha di per sé un notevole significato; diverso è apprendere che i genitori intendono lasciarsi oppure venire a sapere che si controverte sul suo stato di figlio legittimo. La norma di cui al quarto comma dell'art. 473-bis.5 non scende al dettaglio ma è evidente che l'informazione deve chiarire al minore le ragioni per le quali è stato disposto il suo ascolto su questioni intime al nucleo familiare; e rendergli noto l'oggetto e lo scopo del procedimento. Inoltre, il giudice deve indicare al minore anche gli effetti dell'ascolto (gli effetti che l'ascolto potrebbe determinare) nei suoi confronti: sul suo status, sul suo mantenimento, sulla svolta che potrebbe subire la sua vita. Il riferimento agli effetti dell'ascolto è improprio, posto che esso fornisce soltanto opinioni, pareri e manifestazioni di sentimenti dei quali il giudice fa libero apprezzamento, con l'unico vincolo del perseguimento dell'interesse del minore. Ma è comunque espressivo del contenuto delle informazioni preliminari che devono essere fornite prima dell'audizione. Una fattispecie specifica di informazione è prevista per il minore ultraquattordicenne e riguarda la facoltà di chiedere la nomina di un curatore speciale. In proposito è fatto richiamo all'art. 473-bis.8: deve intendersi che tale richiamo sia riferito al caso di cui al primo comma, lett. d), di questa disposizione. 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