Bando di gara: la clausola di una lex specialis deve essere interpretata applicando il c.d. criterio letterale

26 Marzo 2024

Le clausole contenute nel bando di gara devono essere interpretate facendo applicazione delle disposizioni previste dal codice civile in materia di contratti e dunque, in primo luogo, secondo il significato immediatamente evincibile dal tenore letterale delle parole utilizzate e dalla loro connessione, non potendo essere oggetto di un procedimento ermeneutico in funzione integrativa diretto a evidenziare pretesi significati impliciti o inespressi.

La questione oggetto del giudizio. Il giudizio de qua ha ad oggetto la legittimità del provvedimento di aggiudicazione di una procedura aperta indetta da un Comune per l'affidamento del servizio di raccolta differenziata.

Il ricorrente, secondo classificato, impugnava dinanzi al T.A.R. Lazio l'aggiudicazione e gli altri atti della procedura e, a seguito del rigetto del ricorso, interponeva appello avverso la sentenza di primo grado deducendo, con un unico articolato motivo, la violazione dell'art. 95, comma 3, del d.lgs. n. 50/2016, oltre a diversi profili di eccesso di potere.

Più nel dettaglio, nella specie il disciplinare di gara prevedeva l'applicazione di un punteggio premiale in favore delle imprese che raggiungessero una determinata percentuale di raccolta differenziata in almeno un Comune. La clausola di gara prevedeva che tale requisito dovesse essere posseduto “direttamente” e “non con avvalimento” dalle imprese partecipanti, senza null'altro aggiungere con riferimento all'ipotesi in cui le imprese partecipassero alla gara in R.T.I. Nel caso di specie, tuttavia, solo una delle imprese costituenti l'R.T.I. aggiudicatario possedeva integralmente il know how aziendale richiesto dal disciplinare di gara per l'attribuzione del punteggio premiale, per aver raggiunto direttamente l'obiettivo di raccolta differenziata indicato nella lex specialis.

L'appellante evidenziava al riguardo che - contrariamente a quanto avvenuto nel caso de qua - il disciplinare di gara dovesse essere interpretato nel senso di escludere la possibilità di applicare il punteggio premiale alle imprese in R.T.I. che (come l'aggiudicataria) non fossero singolarmente in possesso del requisito prescritto.

Il ragionamento del Collegio. Dopo aver ricordato che, ai fini dell'interpretazione delle clausole di una lex specialis, trovano applicazione le norme in materia di contratti e anzitutto il criterio letterale e quello sistematico, ex artt. 1362 e 1363 c.c., il Collegio evidenzia che le stesse clausole non possono essere assoggettate a procedimento ermeneutico in funzione integrativa, diretta a evidenziare in esse pretesi significati impliciti o inespressi, ma vanno interpretate secondo il significato immediatamente evincibile dal tenore letterale delle parole utilizzate e dalla loro connessione.

Soltanto nell'ipotesi in cui il dato testuale presenti evidenti ambiguità, l'interprete deve scegliere il significato più favorevole al privato; in considerazione di ciò – proseguono i giudici - se si accogliesse la tesi dell'appellante, si attribuirebbero alla lex specialis significati impliciti o inespressi in presenza di un dato testuale che non presenta elementi di ambiguità, in quanto chiarisce espressamente il suo ambito di applicazione e di non applicazione.

Conclusioni. Il Consiglio di Stato respinge il ricorso, evidenziando come l'interpretazione fornita dal giudice di primo grado non presentasse i profili di illogicità censurati dall'appellante, non essendo rinvenibile nella lex specialis alcuna prescrizione che imponesse ai singoli concorrenti partecipanti in R.T.I. la detenzione dei requisiti relativi al punteggio “premiale”, ed essendo l'unica prescrizione di tale tenore quella relativa al caso dell'avvalimento.

La non applicabilità del punteggio premiale in caso di avvalimento, conclude il Collegio, trova infatti la propria ratio giustificativa nel fatto che, in tal caso, l'impresa che partecipa alla gara “prende in prestito” i requisiti da un'altra impresa che non partecipa, a differenza di quanto avviene nel caso del R.T.I., in cui tutte le imprese raggruppate partecipano alla gara ed eseguono il contratto, anche se in diversa misura e secondo i requisiti posseduti.

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