Ricorso per il riconoscimento e l'esecutività del lodo straniero

Mauro Di Marzio

Inquadramento

Chi vuol far valere in Italia un lodo straniero deve proporre ricorso al presidente della Corte d'appello nella cui circoscrizione risiede l'altra parte; se tale parte non risiede in Italia è competente la corte d'appello di Roma.

Il ricorrente deve produrre il lodo in originale o in copia conforme, insieme con l'atto di compromesso, o documento equipollente, in originale o in copia conforme. Qualora i documenti di cui al secondo comma non siano redatti in lingua italiana la parte istante deve altresì produrne una traduzione certificata conforme.

Il presidente della Corte d'appello, accertata la regolarità formale del lodo, dichiara con decreto l'efficacia immediatamente esecutiva del lodo straniero nella Repubblica, a meno che: 1) la controversia non potesse formare oggetto di compromesso secondo la legge italiana; 2) il lodo contenga disposizioni contrarie all'ordine pubblico.

La formula che segue è predisposta al fine del riconoscimento dell'esecuzione del lodo straniero in Italia.

Formula

ALL'ILLMO SIG. PRESIDENTE DELLA CORTE DI APPELLO DI .... [1]

RICORSO PER RICONOSCIMENTO ED ESECUZIONE DI LODO STRANIERO

Il Sig. ...., nato a .... il .... (C.F. [2] : ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ...., con sede in .... ( ....), via/piazza ...., C.F.: .... P. IVA: ....)], elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [3] ...., C.F. [4] ...., fax .... [5] , che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti .... [6] ;

PREMESSO

– tra l'esponente ed il Sig. .... [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ...., con sede in .... ( ....), via/piazza ...., C.F.: .... P. IVA: ....)], è insorta controversia sul seguente oggetto: .... [7] ;

– le parti hanno affidato la decisione della controversia ad un arbitrato estero, avente cioè sede in ...., in forza di clausola compromissoria contenuta all'art. .... del contratto in data .... da esse sottoscritto;

– il Collegio arbitrale, costituito da ...., Presidente, nonché .... e ...., Arbitri scelti dalle parti, ha deciso la controversia con lodo arbitrale del ...., con il quale è stato stabilito quanto segue [8] : ....;

– la parte ricorrente intende far valere ed eseguire nella Repubblica italiana il predetto lodo;

– la controparte, nei cui confronti si intende far valere ed eseguire il lodo, è residente in Italia, ...., sicché la competenza appartiene al Sig. Presidente dell'intestata Corte d'appello.

Tanto premesso la parte ricorrente, come sopra rappresentata e difesa

CHIEDE

che l'Ill.ma S.V. voglia, ai sensi dell'art. 839 c.p.c., accertatane la regolarità formale, dichiarare con decreto l'efficacia immediatamente esecutiva del lodo straniero nella Repubblica.

Si producono i seguenti documenti:

– copia conforme del lodo con relativa traduzione asseverata;

– copia conforme del compromesso con relativa traduzione asseverata;

–  .....

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara ai fini del versamento del contributo unificato per le spese di giustizia che il valore della presente causa è di Euro .....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]È competente la Corte d'appello nel cui distretto risiede la controparte, nei cui confronti si intende far valere ed eseguire il lodo; se tale parte non risiede in Italia è competente la Corte d'appello di Roma.

[2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

[3]A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014.

[4]L'indicazione del codice fiscale dell'Avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.

[5]L'indicazione del numero di fax dell'Avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi del citato art. 13, comma 3-bis: «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

[6]La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

[7]L'art. 839 c.p.c. prevede che il riconoscimento venga negato se la controversia non poteva formare oggetto di arbitrato secondo la legge italiana ovvero se il lodo contenga disposizioni contrarie all'ordine pubblico: per questo è opportuno che il ricorrente indichi l'oggetto della controversia, come pure il contenuto, in sintesi, del lodo.

[8]Trascrivere il dispositivo del lodo.

Commento

Il lodo straniero non ha in Italia alcuna efficacia prima dello svolgimento del procedimento previsto dall'art. 839 c.p.c. Il lodo straniero è cioè disciplinato diversamente sia dal lodo interno sia dalla sentenza statale straniera, che hanno in Italia efficacia di accertamento senza bisogno di riconoscimento, occorrendo un apposito procedimento solo a fini esecutivi.

La disposizione richiamata, adottata in attuazione dell'art. III, Convenzione di New York 10 giugno 1958 sul riconoscimento e l'esecuzione dei lodi arbitrali stranieri (art. 24, l. n. 25/1994), contempla un'azione diretta, senza la preventiva instaurazione del contraddittorio al riconoscimento del lodo straniero, così da attribuirgli l'efficacia di sentenza, ed all'esecuzione del medesimo.

Nella legislazione italiana non vi è una norma che chiarisca i concetti di arbitrato estero e interno. Si osserva in giurisprudenza che il criterio di distinzione tra arbitrato interno e arbitrato estero è dato dalla sede, determinata all'inizio della procedura arbitrale dalle parti o, in mancanza, dagli arbitri nella loro prima riunione ai sensi dell'art. 816, mentre nessun rilievo assume il luogo di effettivo svolgimento del giudizio arbitrale (Cass. n. 1808/2000).

Il procedimento complessivamente delineato dagli artt. 839 e 840 si compone di due fasi: la prima volta al riconoscimento del lodo; la seconda, soltanto eventuale, di opposizione, disciplinata dall'art. 840.

La prima fase, che si svolge inaudita altera parte, è introdotta con ricorso dalla parte interessata del giudizio arbitrale, ovvero dai suoi successori a titolo particolare o universale (Cass. n. 1301/1999, in riferimento al previgente art. 800).

Non è previsto un termine entro il quale depositare il ricorso, sicché è da ritenere che esso debba essere identificato con il termine ordinario di prescrizione del diritto riconosciuto dal lodo.

Competente è il Presidente della Corte d'appello del luogo in cui risiede la parte convenuta, ma, se la sua residenza è all'estero, la competenza appartiene al presidente della Corte d'appello di Roma. In caso di arbitrato litisconsortile, l'interessato può far riferimento al luogo di residenza di una qualunque delle controparti, ricorrendo alla competenza della Corte d'appello di Roma solo se nessuna di esse risieda in Italia. Territorialmente competente a dichiarare l'efficacia del lodo, nell'ipotesi in cui sia convenuta una società di capitali, è alternativamente, o la Corte d'appello del luogo in cui questa ha la sede legale, o quella nel cui distretto la società ha la sua sede effettiva, intesa questa come centro di propulsione della gestione societaria e, dunque, come il luogo in cui esercita l'attività amministrativa e direttiva (Cass. n. 2183/1992).

Il ricorrente deve allegare al ricorso introduttivo il lodo e la convenzione arbitrale, entrambi in originale o in copia conforme, accompagnati, se in lingua straniera, da traduzione asseverata. Occorre la produzione, contestualmente con la proposizione della domanda, dell'originale della decisione arbitrale, ovvero di copia debitamente autenticata di essa, conformemente alle regole di procedura vigenti nel territorio in cui la decisione è invocata, con la conseguenza che, in caso di delibazione richiesta in Italia, devono applicarsi le formalità di autenticazione previste dalla legge italiana; la verifica dell'autenticità della copia della decisione invocata – costituendo, nel sistema della citata Convenzione, un adempimento correlato alla stessa possibilità di introduzione del giudizio di delibazione – deve essere effettuata d'ufficio dal giudice, indipendentemente dalle deduzioni e dalle eccezioni di parte, atteso anche che il mancato disconoscimento e la mancata contestazione secondo la legge italiana (artt. 214 e 215), dell'autenticità della sottoscrizione del documento prodotto, non può assumere, comunque, rilevanza processuale, in quanto le parti del giudizio di delibazione non sono destinatarie dell'onere di disconoscimento, non essendo autori dello stesso, che è stato reso e sottoscritto all'estero dagli arbitri (Cass. n. 2919/1995).

La produzione del compromesso, in originale o in copia autentica, contestualmente alla proposizione della domanda, prescritta dall'art. 4 della Convenzione di New York del 10 giugno 1958 e dall'art. 839, comma 2, configura non già una condizione dell'azione, ma un presupposto processuale, necessario per la valida introduzione del giudizio, che deve pertanto sussistere, quale requisito formale di procedibilità della domanda, al momento dell'instaurazione del procedimento e non può essere integrata mediante il deposito del documento nel giudizio di opposizione al decreto emesso dal presidente della Corte d'appello, non essendo soggetta alla disciplina dettata dall'art. 184 per la produzione di documenti (Cass. n. 17291/2009; Cass. n. 16701/2020).

Il riconoscimento del lodo consegue alla verifica della regolarità formale del lodo, ma il Presidente della Corte d'appello ha il potere di verificare d'ufficio, sulla base della legge nazionale, che l'oggetto della controversia sia compromettibile e che il provvedimento non sia in contrasto con i principi di ordine pubblico. Il controllo di regolarità formale ha gli stessi contenuti e limiti del controllo di regolarità formale che effettua il giudice per concedere l'exequatur ad un lodo interno ai sensi dell'art. 825, verificando l'esistenza di un lodo sottoscritto sulla base di un patto compromissorio. La riforma del 2022 (d.lgs. n. 149/2022) ha chiarito che il decreto del Presidente della Corte d'appello dichiara l'efficacia immediatamente esecutiva del lodo straniero nella Repubblica, fatte salve le eccezioni previste.

In particolare, il rispetto dell'ordine pubblico (che si ritiene essere l'ordine pubblico internazionale, ossia l'insieme delle regole e dei valori che l'ordinamento italiano non può vedere disconosciuti neanche nei rapporti transnazionali) deve essere valutato relativamente alla sola parte dispositiva del lodo, senza estendersi alla motivazione del provvedimento (Cass. n. 6947/2004). Ai fini del riconoscimento e dell'esecuzione del lodo straniero, in applicazione dell'art. 5, comma 2, lett. b), della Convenzione di New York del 10 giugno 1958 (resa esecutiva con la l. n. 62/1968), il requisito della non contrarietà all'ordine pubblico deve essere riscontrato con riferimento alla parte dispositiva, nella quale si compendia il decisum della pronuncia arbitrale e, anche se, a tal fine, è consentito prendere in esame il contenuto del lodo, ciò non può mai tradursi in un controllo sulla motivazione, il quale darebbe corso a quel riesame nel merito categoricamente escluso dalla Convenzione (Cass. n. 3255/2022).

All'esito dello scrutinio normativamente previsto il Presidente accoglie l'istanza ovvero la rigetta per motivi di rito (carenza di un lodo definibile ictu oculi come straniero, carenza della dovuta produzione documentale o altra carenza di presupposto processuale) o per motivi di merito (irregolarità formale del lodo, non compromettibilità della controversia, violazione dell'ordine pubblico).

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