Verbale di conciliazione ex art. 6, d.lgs. n. 23/2015InquadramentoLa conciliazione in ambito giuslavoristico può essere giudiziale o stragiudiziale. Il d.lgs. n. 23/2015 (c.d. Jobs Act) ha introdotto una nuova forma di conciliazione stragiudiziale, non alternativa rispetto alle altre forme di conciliazione previste dalla legge, che prevede un'offerta da parte del datore di lavoro al lavoratore, entro i termini di impugnazione stragiudiziale del licenziamento, in sede amministrativa, sindacale o arbitrale, di un ammontare pari a una mensilità della retribuzione globale di fatto per ogni anno di servizio, in misura non inferiore a tre e non superiore a ventisette mensilità, che non costituisce reddito imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e non è assoggettato a contribuzione previdenziale che comporta, in caso di accettazione, l'estinzione del rapporto alla data del licenziamento e la rinuncia all'impugnazione, anche quando il lavoratore l'abbia già proposta. FormulaVERBALE DI CONCILIAZIONE (ART. 31, COMMA 13, L. N. 183/2010; ART. 410 C.P.C.; ART. 2113, COMMA 4, C.C.; ART. 6, D.LGS. N. 23/2015) Oggi, ...., la Commissione di certificazione ...., iscritta nell'albo delle Commissioni di certificazione costituite presso le Università con Decreto Direttoriale del Ministero del Lavoro del 14 marzo 2011, in composizione monocratica, nella persona del prof. ...., presso la sua sede in .... ha esperito, ai sensi e per gli effetti degli artt. 31, comma 13, l. n. 183/2010, 410 c.p.c., 2113, comma 4, c.c., e 6 d.lgs. n. 23/2015 il tentativo di conciliazione TRA il ...., C.F. ...., residente in .... ed elettivamente domiciliato ai fini del presente procedimento in ...., via ...., (di seguito anche “Lavoratore”) E .... C.F. e P.IVA .... con sede in .... ed elettivamente domiciliata ai fini del presente procedimento .... in persona del ...., nato a .... il .... C.F. (di seguito anche “Società”); LA COMMISSIONE Preso atto dell'offerta di conciliazione presentata dalla Società ai sensi dell'art. 6, d.lgs. n. 23/2015, accertata l'identità della Parti, la capacità ed i poteri di ciascuna di esse, ha preventivamente provveduto ad avvertire le Parti stesse circa le caratteristiche e gli effetti propri della conciliazione in sede assistita, ai sensi del combinato disposto degli artt. 6, d.lgs. n. 23/2015; 31, comma 13, l. n. 183/2010; 410 c.p.c.; 2113, comma 4, c.c. La Commissione precisa altresì la natura del proprio ruolo alle Parti invitandole a manifestare le rispettive posizioni, nonché eventuali richieste di chiarimento e/o riserve. PREMESSO CHE 1.Tra le Parti intercorre un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fin dal ....; 2.Il Datore di lavoro, con comunicazione del ...., consegnata il .... al Lavoratore ha licenziato il Lavoratore per ....; 3.[Con lettera del .... il Lavoratore ha impugnato il licenziamento]; 4.In relazione al licenziamento di cui al punto 2 la Società intende offrire [oppure ha offerto in data .... ] al Lavoratore ai sensi dell'art. 6, d.lgs. n. 23/2015 una somma calcolata con i criteri ivi stabiliti al fine di evitare il giudizio. 5.[È altresì intenzione della Società offrire al Lavoratore una somma ulteriore a titolo transattivo al fine di risolvere ogni ulteriore controversia anche potenziale relativa al rapporto di lavoro intercorso fra le Parti]; TUTTO CI[c326]#8217; PREMESSO dopo ampia discussione, le Parti, nel rispetto degli obblighi di legge, hanno raggiunto i seguenti accordi, dando seguito al tentativo di conciliazione svolto dalla Commissione. 1.La premessa forma parte integrante del presente accordo, anche ai fini della sua interpretazione. 2. Assumendosi al riguardo ogni responsabilità anche ai fini fiscali e previdenziali, le Parti dichiarano che l'ammontare della mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto percepita dal Lavoratore ed utile ai fini del calcolo dell'importo di cui all'art. 6, comma 1, d.lgs. n. 23/2015 è pari a Euro .... e dichiarano che l'anzianità di servizio del Lavoratore è pari a ..... 3.Il Lavoratore riceve e accetta detto importo mediante consegna dell'assegno circolare n. .... tratto su .... a lui intestato e dichiara di essere consapevole che, in forza della previsione di cui all'art. 6 d.lgs. n. 23/2015, l'accettazione dell'assegno in questa sede comporta l'estinzione del rapporto di lavoro alla data del licenziamento e la rinuncia all'impugnazione del licenziamento stesso anche qualora il Lavoratore l'abbia già proposta. 4.Le Parti convengono inoltre di risolvere transattivamente ogni controversia anche potenziale relativa al rapporto di lavoro intercorso con il pagamento da parte del Datore di lavoro della somma di Euro .... ( ....) al lordo delle ritenute di legge. 5.La transazione convenuta tra le Parti ha natura generale e novativa artt. 1965, comma 2 e 1975, comma 1, c.c. viene stipulata senza riconoscimento alcuno delle pretese avanzate, ma al solo fine di evitare futuri contenziosi giudiziari ed i costi che da essi comunque deriverebbero. 6.Dalla transazione generale sono escluse solo e tassativamente le seguenti voci: a) il TFR; b) le retribuzioni dovute fino alla cessazione del rapporto; c) i ratei di 13a mensilità; d) l'indennità per ferie non godute relativamente all'anno in corso; e) le somme espressamente previste nel presente Accordo ai punti 3 e 4. La transazione generale riguarda, in via esemplificativa e non esaustiva, ogni diritto di credito riconducibile, direttamente ed indirettamente, all'intercorso rapporto di lavoro ed alla sua risoluzione. E quindi qualsiasi diritto relativo a: differenze retributive quale che sia il titolo o la natura, premi di produzione, premi aziendali, incentivi di qualunque natura, M.B.O.; differenze retributive e indennità collegate allo svolgimento di mansioni anche superiori; crediti per lavoro straordinario, indennità sostitutiva delle ferie, delle festività, anche soppresse, dei riposi, dei permessi e dei r.o.l. non goduti; indennità di trasferta, di trasferimento e relativi rimborsi spese; diritti connessi con l'uso personale di beni aziendali anche sotto il profilo dell'incidenza sul calcolo della retribuzione e delle altre indennità indirette e differite; di diritti conseguenti alla violazione degli artt. 2087,2103,2116, comma 2, 2043,2059 c.c. ed ogni risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale all'immagine, alla professionalità, alla salute, alla vita di relazione e biologico, alla costituzione della rendita ex art. 13,l. n. 1338/1962. 7.Il pagamento dell'importo di cui al punto 4 avverrà a mezzo .... entro .... giorni dalla data di sottoscrizione del presente Accordo. Il Lavoratore accetta le somme indicate con le imputazioni, per i titoli e con le modalità ed i termini di pagamento indicati. 8.Il Datore di lavoro dichiara di rinunciare ad ogni e qualsiasi diritto nei confronti del Lavoratore in relazione al rapporto di lavoro con il medesimo intercorso, fatti espressamente salvi i casi di dolo o colpa grave. 9.A seguito di quanto convenuto nel presente Accordo ed alla sua esecuzione, le Parti dichiarano di non aver null'altro a pretendere a qualsiasi titolo, causa o ragione in relazione, diretta o indiretta, al rapporto di lavoro ed alla sua estinzione e si danno pertanto atto della intervenuta definitiva conciliazione generale a tutti gli effetti di legge. 10.Le Parti dichiarano espressamente di aver ricevuto esaustiva informazione da parte della Commissione del contenuto dell'Accordo, del significato delle clausole ed espressioni tutte in esso contenute. Le Parti dichiarano dunque di aver compreso che l'accettazione dell'Importo di cui al punto 2 comporta l'estinzione del rapporto di lavoro alla data di licenziamento e la rinuncia all'impugnazione del licenziamento e di aver compreso che le rinunce e le transazioni contenute nel Verbale sono valide, immediatamente efficaci e non impugnabili ai sensi dell'art. 2113, comma 4, c.c. 11.La Commissione, accertato che le Parti sono pienamente consapevoli del significato dei patti raggiunti e delle conseguenze che ne derivano, redige il presente Verbale che viene letto, confermato e sottoscritto. La Società .... Il Lavoratore .... La Commissione, dopo aver proceduto all'identificazione delle Parti, dichiara che le sottoscrizioni medesime sono autografe e che sono state apposte in calce al presente verbale di conciliazione, composto di n. .... pagine, contestualmente ed in sua presenza. La Commissione .... CommentoLa fattispecie di conciliazione antegiudiziale introdotta dall'art. 6, comma 1, d.lgs. n. 23/2015, attuativo del c.d. Jobs Act, è applicabile ai contenziosi relativi ai lavoratori assunti, convertiti a tempo indeterminato, o qualificati da rapporti di apprendistato a partire dal 7 marzo 2015, il cui rilievo risulta fortemente ridimensionato. La disposizione prevede che, in caso di licenziamento dei lavoratori rientranti nella sfera di applicazione della norma, il datore di lavoro abbia facoltà di offrire al lavoratore, in sede protetta, nei due mesi per l'impugnativa stragiudiziale del licenziamento, un importo esente da imposizione fiscale e contributiva pari ad una mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR per ogni anno di servizio, in misura non inferiore a tre e non superiore a ventisette mensilità. Il testo antecedente alle modifiche apportate dall'art. 3, comma 1-bis del d.l. n. 87/2018 prevedeva, quali estremi minimo e massimo dell'offerta conciliativa, rispettivamente due e diciotto mensilità della retribuzione utile. L'accettazione dell'assegno circolare, previsto come modalità di pagamento, determina l'estinzione del rapporto alla data del licenziamento e la rinuncia all'impugnazione, benché già proposta. Il vasto campo di applicazione, delimitato dalla norma in commento, è quello di cui all'art. 1, d.lgs. n. 23/2015, id est i licenziamenti comminati ai lavoratori che rivestono la qualifica di operai, impiegati e quadri, assunti con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato successivamente all'entrata in vigore della riforma (7 marzo 2015), ovvero assunti con contratto a tempo determinato o di apprendistato anteriormente a tale data, nei casi di conversione a tempo indeterminato in data successiva, quantunque i datori rientrino nei requisiti occupazionali di cui all'art. 18, commi 8 e 9, l. n. 300/1970 ed indipendentemente dalla causale del licenziamento, fatte salve le diverse fattispecie di conciliazione prevista da norme ad hoc (es. art. 1, comma 40, l. n. 92/2012). L'iniziativa compete al datore di lavoro, il quale potrà notificare al lavoratore l'offerta conciliativa, sulla base dei parametri rigidamente predeterminati dalla norma, nel termine di impugnativa stragiudiziale del licenziamento, vale a dire nei sessanta giorni contemplati dall'art. 32, l. n. 183/2010, decorrenti dalla comunicazione al lavoratore del recesso datoriale. Al fine di ritenere soddisfatta la condizione della norma, è richiesto che l'offerta conciliativa pervenga entro il termine indicato, benché a ridosso della sua scadenza, ben potendo l'Ente adito in sede conciliativa convocare le parti e concludere la procedura successivamente alla scadenza del termine. La formalizzazione dell'offerta deve avvenire in una delle sedi di cui all'art. 2113, comma 4, c.c., e all'art. 76, d.lgs. n. 276/2003. Il comma 4 dell'art. 2113 c.c., in materia di inimpugnabilità delle conciliazioni, richiama gli artt. 185, 410, 411, 412-ter e 412-quater. Esclusa la sede giudiziale evocata dall'art. 185 c.p.c., essendo l'ipotesi conciliativa in commento finalizzata ad evitare l'iniziativa giudiziale, l'offerta conciliativa potrà avere luogo dinanzi alle Commissioni di conciliazione, istituite presso la Direzione provinciale del lavoro territorialmente competente, in sede sindacale, presso le sedi previste dai contratti collettivi sottoscritti dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative (art. 412-ter c.p.c.), nonché dinanzi al collegio di conciliazione e arbitrato ex art. 412-quater. Del pari, la formalizzazione potrà avere luogo dinanzi agli organi e Commissioni di certificazione di cui all'art. 76, d.lgs. n. 276/2003. L'iniziativa, facoltativa e non rilevante quale condizione di procedibilità del successivo ricorso giurisdizionale, si concreta nell'offerta di una somma netta, poiché non costituente reddito imponibile né imponibile previdenziale, parametrata all'anzianità di servizio del lavoratore, ricompresa tra un minimo di tre ed un massimo di ventisette mensilità della retribuzione utile ai fini del calcolo del TFR. La norma prevede che l'offerta abbia luogo mediante predisposizione e consegna al lavoratore di un assegno circolare, contenente l'importo calcolato sulla base dei parametri di legge, da consegnare in caso di accettazione da parte del lavoratore dinanzi all'organo investito. Non sembrano esserci, tuttavia, preclusioni nei confronti di diverse modalità di pagamento (ad es. in contanti, per somme contenute, o con bonifico bancario), laddove vi sia il consenso di ambedue le parti. L'accettazione dell'assegno da parte del lavoratore comporta l'estinzione del rapporto alla data del licenziamento – recte: il consolidamento di una situazione giuridica già in essere a seguito del recesso, attese le conseguenze di fatto preclusive nei confronti dell'impugnativa del licenziamento – e la rinuncia alla impugnazione del licenziamento anche qualora il lavoratore l'abbia già proposta. Laddove le parti diano atto dell'intervento di conciliazione, in assenza di rinuncia espressa a domanda ed azione, con le conseguenze di cui all'art. 306 c.p.c., il giudice dovrà pronunciare sentenza di cessazione della materia del contendere, per intervenuta conciliazione stragiudiziale (Trib. Foggia, sez. lav., 29 gennaio 2019, n. 563, che evidenzia come il giudice dovrà pronunciarsi in ogni caso sulle spese). Come precisato dal Ministero del lavoro (cfr. nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 24 aprile 2015, n. 132/2015), l'adesione del lavoratore alla procedura di conciliazione agevolata di cui alla norma in commento non precluderà il riconoscimento, in favore dello stesso, del trattamento indennitario della NASpI, non mutandosi, con l'accettazione dell'offerta, il titolo di risoluzione del rapporto di lavoro. L'indiscutibile originaria appetibilità dell'offerta conciliativa del datore di lavoro, derivante dall'analogia del meccanismo di quantificazione dell'offerta conciliativa e dell'indennità risarcitoria, eventualmente determinata dal giudice in caso di accertamento dell'illegittimità del licenziamento, e della natura netta della somma corrisposta in fase antegiudiziale (diversamente da quella, lorda, determinata a titolo di indennità risarcitoria) è venuta meno per effetto dell'intervento della sentenza della Corte cost. n. 194/2018 che, pronunciando l'illegittimità costituzionale dell'art. 3, comma 1, d.lgs. n. 23/2015, ha eliminato il meccanismo di quantificazione automatica dell'indennità risarcitoria sulla sola base degli anni di anzianità di servizio o frazioni di esso, ripristinando ampi margini di discrezionalità in capo al giudice e rendendo maggiormente appetibile, per il lavoratore, la prospettiva giudiziaria, nonostante l'alea che inevitabilmente la caratterizza. |