Verbale attestante l'accordo raggiunto in sede di mediazioneInquadramentoIn caso di raggiungimento dell'accordo in sede di mediazione, il mediatore ne dà atto nel verbale al quale va allegato il testo dell'accordo medesimo. Il verbale conclusivo della mediazione è sottoscritto dalle parti, dai loro avvocati e dagli altri partecipanti alla procedura nonché dal mediatore, il quale certifica l'autografia della sottoscrizione delle parti o la loro impossibilità a sottoscrivere e, senza indugio, ne cura il deposito presso la segreteria dell'organismo. In caso di esito positivo, quindi, la mediazione si conclude con la redazione di due documenti: il verbale (formato dal mediatore e afferente al concreto svolgimento della procedura) e l'accordo (di competenza esclusiva delle parti), rappresentato da una scrittura privata (art. 2702 c.c.). FormulaORGANISMO [1] DI MEDIAZIONE .... Iscritto al n. .... del Registro degli Organismi di mediazione. Sede legale: ..... VERBALE DI ACCORDO (ART. 11, D.LGS. N. 28/2010) Procedimento n. .... del ..... Verbale n. .... [2] . L'anno .... il giorno .... del mese di ...., alle ore .... in via .... n. ...., presso la sede di .... dell'Organismo di mediazione “ .... ”, iscritto presso il registro degli organismi accreditati alla gestione delle procedure di conciliazione al n. .... del registro degli Enti di Mediazione presso il Ministero della Giustizia, alla presenza di: Avv./Dott. .... (mediatore); (eventuale) mediatori-uditori: .... è stato chiamato il procedimento n. .... promosso da: .... nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F. .... – documento di riconoscimento ...., NEI CONFRONTI DI .... nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F. .... – documento di riconoscimento ....; avente ad oggetto: ..... Sono comparsi [3]: – l'istante sig. ...., assistito dall'Avv. ...., come da delega in atti già depositata e nota a tutte le parti [4] ; – la parte invitata, sig. ...., assistito dall'Avv. .... [5] , (Eventuali soggetti delegati) [6] – sig. ...., nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F. .... – documento di riconoscimento ....; delegato in forza di ...., [7] per la parte istante/invitata PREMESSA Le parti presenti prendono visione del regolamento di mediazione di questo Organismo e dichiarano, con la sottoscrizione del presente verbale, di accettarlo integralmente. Acconsentono al trattamento dei propri dati sensibili, al fine dell'espletamento della presente procedura di mediazione, secondo la normativa vigente in materia. Il mediatore identifica le parti mediante i documenti esibiti e verifica i poteri di rappresentanza delle parti e/o dei delegati. Preliminarmente, il mediatore, ai sensi dell'art. 8, comma 6, in questo primo incontro, prima di entrare nel merito della controversia, espone la funzione e le modalità di svolgimento della mediazione. Illustra quali sono i vantaggi, anche fiscali della mediazione e le informa delle conseguenze relative alle spese legali ex art. 13, d.lgs. n. 28/2010, in caso di rifiuto della proposta di conciliazione. Tutto ciò premesso LE PARTI MANIFESTANO LA VOLONTÀ DI ACCETTARE LA PROCEDURA DI MEDIAZIONE Il mediatore entra nel merito della controversia ed ascolta liberamente le pretese e le ragioni delle parti. La parte istante ritiene di avere diritto a ....; l'Avv. .... che l'assiste dichiara ..... La parte invitata dichiara ....; l'Avv. .... che l'assiste precisa che ..... A questo punto le parti decidono di conciliare l'insorgenda lite e ritengono opportuno formulare la seguente PREMESSA La parte istante sig. .... ha chiesto il procedimento di mediazione civile volendo radicare causa avanti il Tribunale di .... con il seguente oggetto: ....; IL MEDIATORE Prende atto che: le parti raggiungono l'accordo allegato al presente verbale [8] . A norma dell'art. 12 del d.lgs. n. 28/2010 gli avvocati attestano e certificano la conformità dell'accordo alle norme imperative e all'ordine pubblico. I legali delle parti sottoscrivono il presente accordo ad ogni effetto di legge e per rinuncia ad avvalersi nei confronti delle reciproche controparti del vincolo di solidarietà di cui all'art. 13 della legge professionale forense [9] . Il presente verbale consta di n. .... fogli, è redatto in n. .... [10] originali, di cui uno consegnato direttamente a ciascuna delle parti comparse e uno trasmesso senza ritardo alla Segreteria dell'Organismo. È sottoscritto dalle parti in ogni foglio. Luogo e data .... Firma dell'/degli istante/i .... Firma Avv. .... Firma del/dei chiamato/i .... Firma Avv. .... (eventuale) Firma accompagnatori .... Il sottoscritto mediatore certifica [11] ai sensi dell'art. 11, comma 4, d.lgs. n. 28/2010 che le predette firme sono state apposte in sua presenza previo accertamento dell'identità dei sottoscrittori, mediante verifica del documento di riconoscimento [12] . Firma del mediatore .... (eventuale: il mediatore, ai sensi dell'art. 11, comma 4, d.lgs. n. 28/2010 attesta che la/le parte/i .... è/sono impossibilitata/e a sottoscrivere il presente verbale in sua presenza [13] . Il mediatore .... N.B.: Qualora la procedura di mediazione si sia svolta in modalità telematica, si dovranno osservare i disposti dell'art. 8-bis, comma 1, d.lgs. n. 28/2010 (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022): ciascun atto del procedimento deve essere firmato e sottoscritto in osservanza delle disposizioni del CAD (d.lgs. n. 82/2005) e può essere trasmesso a mezzo PEC, oppure con altro servizio di recapito certificato qualificato. In ordine alla fase conclusiva della procedura dispone il comma 3 della disposizione citata. [1]Solo un Organismo iscritto al Ministero della Giustizia è legittimato a gestire una mediazione ai sensi del d.lgs. n. 28/2010 e del d.m.n. 150/2023. [2]Per comodità, anche di lettura, è consigliabile numerare i verbali in modo progressivo dal primo all'ultimo. [3]Ai sensi del comma 4 dell'art. 8, d.lgs. n. 28/2010, introdotto dal d.lgs. n. 149/2022, con effetto dal 30 giugno 2023 le parti “partecipano personalmente alla procedura di mediazione”; in presenza di giustificati motivi le persone fisiche possono delegare un rappresentante a conoscenza dei fatti e munito dei poteri necessari per la composizione della controversia. Il contrasto giurisprudenziale in ordine alla necessità della personale partecipazione della parte in mediazione (sulla quale si erano espressi Trib. Vasto 9 marzo 2015 e Trib. Vasto 17 dicembre 2018) e, ritenuta, invece, derogabile, a determinate condizioni, da Cass. III, n. 8473/2019 e poi Trib. Velletri 19 ottobre 2021, App. L'Aquila 15 luglio 2021, è stato risolto dalla Riforma Cartabia. Invece, la partecipazione dei soggetti diversi dalle persone fisiche deve essere assicurata mediante rappresentanti o delegati a conoscenza dei fatti e muniti dei poteri di cui sopra. [4]“Io sottoscritto/a ...., nato/a a .... il ...., residente in ...., via/piazza .... n. ...., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura, l'Avv. .... del foro di ...., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare e transigere, incassare somme dalla controparte, quietanzare, nominare sostituti. Dichiaro, inoltre, di avere ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs. per l'espletamento del mandato conferito. Il/la delegante ...., lì .... ”. [5]Vedi nota 3. [6]Per la delega la legge sulla mediazione non richiede forme particolari, salvo precisare che deve avere lo specifico oggetto della mediazione. Valgono, quindi, i generali principi del codice civile (art. 1392 c.c.) in forza dei quali la delega deve corrispondere a quella richiesta ex lege per l'atto che il delegato dovrà/potrà sottoscrivere. Quindi, ove sia prescritta la forma pubblica o autenticata, la delega non potrà essere autenticata dal difensore ma unicamente dal notaio non trattandosi di materie ove il difensore abbia tale potere, riconosciuto in via generale solo al notaio. [7]L'espressa previsione della possibilità di partecipare mediante un delegato ha reso necessario stabilire in modo chiaro che il mediatore deve verificare la sussistenza dei poteri rappresentativi delle persone comparse davanti a lui e darne atto a verbale (art. 8, comma 4: “Ove necessario, il mediatore chiede alle parti di dichiarare i poteri di rappresentanza e ne dà atto a verbale”). [8]Ai sensi dell'art. 8-bis, d.lgs. n. 28/2010, introdotto dal d.lgs. n. 149/2022, nei casi di procedura svoltasi in modalità telematica il verbale dovrà essere sottoscritto dal mediatore e dagli avvocati e dalle parti con firma digitale ai fini dell'esecutività dell'accordo prevista dall'art. 12 del d.lgs. n. 28/2010. [9]Art. 13, legge professionale forense (l. n. 247/2012) che al comma 8 recita: “Quando una controversia oggetto di procedimento giudiziale o arbitrale viene definita mediante accordi presi in qualsiasi forma, le parti sono solidalmente tenute al pagamento dei compensi e dei rimborsi delle spese a tutti gli avvocati costituiti che hanno prestato la loro attività professionale negli ultimi tre anni e che risultino ancora creditori, salvo espressa rinuncia al beneficio della solidarietà”. [10]Ai sensi dell'art. 11, comma 5 del d.lgs. n. 28/2010, nel testo introdotto dal d.lgs. n. 149/2022 nei casi di verbale redatto in forma analogica, devono essere realizzati tanti originali quante sono le parti più uno che deve essere depositato presso l'Organismo, la cui Segreteria è legittimata a rilasciarne copia in caso di richiesta. [11]In calce al verbale il mediatore provvede a certificare «l'autografia della sottoscrizione delle parti o la loro impossibilità di sottoscrivere» (art. 11, comma 3). Si tratta di una autentica c.d. minore o vera di firma, con la sola funzione di attestare la riferibilità della sottoscrizione apposta alla persona fisica in quel momento presente avanti al mediatore. Il visto del mediatore consente la prova, ai soli fini processuali, dell'avvenuto esperimento del tentativo di mediazione e quindi di avveramento della condizione di procedibilità della domanda di cui all'art. 5 del decreto. Non svolge alcuna altra funzione. La certificazione della autografia resa dal mediatore è del tutto analoga ad un'altra autentica minore che è quella estesa a margine della procura alle liti, anche qui a fini esclusivamente processuali, del difensore (avvocato) e regolata dall'art. 83, comma 3, c.p.c.: «La procura speciale [alle liti] può essere anche apposta in calce o a margine della citazione, ricorso, del controricorso, della comparsa di risposta o d'intervento, del precetto o della domanda d'intervento nell'esecuzione, ovvero della memoria di nomina del nuovo difensore, in aggiunta o in sostituzione del difensore originariamente designato. In tali casi l'autografia della sottoscrizione della parte deve essere certificata dal difensore». L'art. 11 della mediazione evidentemente riproduce nella sostanza il testo dell'art. 83, comma 3, c.p.c. Non è davvero un caso che entrambe le autentiche minori menzionate siano così somiglianti nel testo normativo che le regola. Esse rispondono ad analoghe finalità di conferma a fini processuali dello svolgimento di alcune attività di parte: lo svolgimento della mediazione (mediatore) e la sussistenza della rappresentanza processuale (l'avvocato). [12]I disposti in tema di certificazione dell'autografia delle sottoscrizioni delle parti, previsti dall'art. 11 del d.lgs. n. 28/2010 con riguardo alle ipotesi di raggiungimento di accordo o di mancata conciliazione devono ritenersi applicabili in tutte le fasi della procedura di mediazione [13]Il d.lgs. n. 28/2010 non reca disposizioni in ordine all'acquisizione della sottoscrizione della parte impossibilitata ad apporla, limitandosi (v. art. 11, comma 4) a disporre che il mediatore deve certificare tale impossibilità. Soluzione al problema potrebbe essere data mediante il conferimento ab origine di procura speciale al difensore oppure nei modi descritti nell'art. 12, comma 1-bis, d.lgs. n. 28/2010 (omologazione). CommentoPrincipi generali Il procedimento di mediazione può concludersi con la redazione di uno, oppure di due documenti: il verbale che sarà sempre steso, sia in caso di esito negativo che di esito positivo della procedura, e l'“accordo” che accompagnerà, invece, il verbale solo quando le parti abbiano definito la controversia (sia nel caso in cui venga raggiunto un accordo amichevole, sia nel caso in cui tutte le parti aderiscano alla proposta formulata dal mediatore). I due documenti sono anche concettualmente diversi, anche se nella prassi si procede generalmente alla redazione di un unico testo (con accordo in calce al verbale). L'obbligo di redazione di un verbale – inteso come documento che contiene una verbalizzazione, atto giuridico che consiste nella narrazione in forma scritta, in modo sintetico ma fedele, fatta dalla persona incaricata, di dichiarazioni, azioni o altro avvenuti in sua presenza, allo scopo di ricordarli e costituirne prova – è stata prevista dall'art. 11 del d.lgs. n. 28/2010 che ne definisce anche le pur sintetiche regole redazionali in apparente contrasto con il principio della libertà della forma e degli atti e attività che caratterizza il procedimento di mediazione. La ratio di tale apparente eccezione al carattere informale della mediazione si rinviene nell'utilizzo della stessa nell'ambito del diritto civile, in alternativa rispetto alla soluzione giudiziaria ne ha imposto infatti una regolamentazione più stringente con riferimento agli aspetti del procedimento (di mediazione appunto) destinati ad influenzare la successiva ed eventuale fase processuale. Pertanto la libertà delle forme del procedimento di mediazione deve arrestarsi nella fase conclusiva della quale si impone una documentazione scritta, per esigenze probatorie. La forma e il contenuto del verbale I verbali delle mediazioni normali (non telematiche), con partecipazione in presenza o da remoto, potranno essere redatti in formato analogico o in formato digitale (art. 11, comma 5 del d.lgs. n. 28/2010). Il formato digitale sembrerebbe da privilegiare, rispetto a quello analogico, quantomeno per i verbali conclusivi di mediazioni non telematiche con esito positivo, in ragione della dizione testuale dell'art. 11 come riformato dal d.lgs. n. 149/2022: “il verbale contenente l'eventuale accordo di conciliazione è redatto in formato digitale, se in formato analogico...”. Il verbale deve essere, quindi, redatto, sottoscritto, consegnato alle parti e all'organismo senza indugio: quindi i verbali in formato analogico devono essere redatti in tanti originali quante sono le parti, oltre ad un originale in deposito presso l'organismo (art. 11, comma 5, d.lgs. n. 28/2010). Quanto al contenuto del verbale il mediatore dà atto della presenza di coloro che hanno partecipato agli incontri e delle parti che, pur regolarmente invitate, sono rimaste assenti. A tale proposito sarà necessario che il mediatore dia conto delle modalità in cui la parte è stata invitata alla mediazione e della regolarità della relativa comunicazione. Parimenti sarà necessario che sia data contezza di quale parte sia assente sebbene regolarmente invitata: ciò per consentire al giudice, nella successiva fase giudiziale, di applicare le c.d. “conseguenze processuali della mancata partecipazione al procedimento di mediazione” di cui all'art. 12-bis, d.lgs. n. 28/2010[14] . Il mediatore certifica l'autografia della sottoscrizione delle parti o la loro impossibilità di sottoscrivere. In caso di mediazione in modalità telematica – art. 8-bis – nella fase conclusiva il mediatore forma un unico documento informatico “in formato nativo digitale” contenente il verbale e l'eventuale accordo e lo invia alle parti per la sottoscrizione mediante firma digitale o altro tipo di firma elettronica qualificata. Nei casi di mediazione obbligatoria (art. 5, comma 1) e di mediazione demandata dal giudice (art. 5-quater), il documento elettronico è inviato anche agli avvocati che lo sottoscrivono con le medesime modalità. Il documento informatico sottoscritto è quindi inviato al mediatore che lo firma digitalmente e lo trasmette alle parti, agli avvocati e alla segreteria dell'organismo [15] . Efficacia probatoria Il mediatore attesta lo svolgimento della mediazione: domanda, avvio, termini, presenze, esito. L'attestazione è contestabile in giudizio senza necessità di querela di falso (artt. 221 e ss. c.p.c.) giacché il mediatore non è un pubblico ufficiale (artt. 2699 e 2700 c.c.) e alle sue dichiarazioni non può riconoscersi efficacia probatoria privilegiata (fino a querela di falso). Pertanto la prova contenuta nel verbale della mediazione potrà essere liberamente valutata dal giudice, per la formazione del proprio convincimento, quanto agli eventi descritti. Certamente la capacità probatoria del verbale sarà maggiore ove sottoscritto anche dalle parti, avvocati ed eventuali altri partecipanti alla procedura: tuttavia, anche ove dette sottoscrizioni mancassero, il verbale firmato dal solo mediatore manterrebbe intatta la propria efficacia. La riproduzione a verbale non di fatti ed eventi ma delle dichiarazioni rese agli incontri dalle parti o dagli avvocati incontra il limite dell'obbligo di riservatezza [16] e quindi la verbalizzazione non potrebbe mai avere ad oggetto dichiarazioni attinenti il merito della controversia (salvo quanto fosse verbalizzato in sede di accordo conclusivo). Ovviamente in caso di accordo positivo all'esito della mediazione il verbale conclusivo sarà privo di qualunque rilievo processuale esplicando solo effetti sostanziali. Il verbale formerà un tutt'uno con accordo, accompagnandolo e attestando che lo stesso si è formato all'esito di una mediazione consente alle parti di accedere a due importanti benefici previsti dal decreto legislativo: l'efficacia di tiolo esecutivo (art. 12) e le agevolazioni fiscali (art. 17). Il deposito “senza indugio” del verbale e il momento di chiusura della procedura Il legislatore della riforma c.d. Cartabia ha stabilito che il verbale sottoscritto debba essere depositato dal mediatore “senza indugio” presso la segreteria dell'organismo. Sebbene l'invito a non tardare il deposito sia riferito solo al verbale già redatto e sottoscritto, la prescrizione non può che riguardare l'obbligo del mediatore di non procrastinare neanche la redazione e sottoscrizione del verbale. Detta prescrizione di celerità mira a consentire alle parti di avere la pronta diponibilità del documento in funzione delle successive fasi procedimentali: in caso di esito negativo, per intraprendere o proseguire l'azione giudiziaria; in caso di esito positivo, per avviare o beneficiare della fase esecutiva dell'accordo. Redazione, sottoscrizione e consegna del verbale dovrebbero avvenire in coincidenza con la chiusura dell'incontro. Inoltre solo al momento del “deposito” del verbale la procedura può dirsi formalmente conclusa nel rispetto del termine di tre mesi di cui all'art. 6 (prorogabile di ulteriori tre con accordo scritto delle parti). Nella nuova formulazione dell'art. 8, comma 2 si individua espressamente il momento a partire dal quale inizia e decorrere nuovamente e per intero il termine decadenziale interrotto, ovvero dalla comunicazione, ad opera dell'organismo, alla parte invitata della domanda di mediazione (unitamente alla designazione del mediatore, sede, orario dell'incontro, modalità di svolgimento della procedura e data del primo incontro). Nella precedente formulazione [17] dell'art. 5 era previsto infatti che “se il tentativo fallisce la domanda giudiziale deve essere proposta entro il medesimo termine di decadenza, decorrente dal deposito del verbale di cui all'art. 11 presso la segreteria dell'organismo”. Il nuovo comma 2 dell'art. 8 (dove è stata spostata la previgente disposizione del citato art. 5, comma 6) non prevede più espressamente il dies a quo dal quale far ripartire il termine decadenziale per la proposizione della domanda giudiziale. Tuttavia sembra ragionevole ritenere che anche con l'attuale formulazione, il novo termine di decadenza, ove il tentativo di mediazione fallisca, decorra dal deposito del verbale di cui all'art. 11 presso la segreteria dell'organismo. Il verbale attestante l'accordo conciliativo È centrale la distinzione tra accordo e verbale, atti tra loro separati non solo sul piano formale-documentale, ma anche su quello della relativa paternità, l'accordo facendo capo alle parti, il verbale di spettanza invece del mediatore. Recita l'art. 11, comma 1: “Se è raggiunto un accordo di conciliazione, il mediatore forma processo verbale al quale è allegato il testo dell'accordo medesimo”. La verbalizzazione è quindi un elemento essenziale di questa fase da distinguere sia sul piano formale che su quello sostanziale dall'“accordo”. Quest'ultimo è atto delle parti, che esse devono sottoscrivere ed al quale il mediatore non partecipa (né sottoscrive) se non per l'attività che si pone a monte, quella che ha condotto all'incontro delle volontà. Il d.lgs. n. 28 cit. si disinteressa di descrivere limiti, contenuti, profili di validità dell'accordo perché esso non appartiene alla mediazione, se non per segnarne gli esiti. L'attività del mediatore (facilitatore o valutatore che sia) consiste infatti nel favorire l'emersione degli interessi, ma – una volta che ciò sia avvenuto – il contratto che le parti stipulano non è diverso da quello che esse avrebbero potuto concludere autonomamente senza il contributo del terzo. L'accordo tra le parti può avere quindi qualsiasi contenuto in conformità alla atipicità della autonomia contrattuale ex art. 1322 c.c. ss., come può avere qualsiasi contenuto la manifestazione di volontà negoziale in cui l'incontro delle parti sia avvenuto senza la partecipazione di terzi. La natura del verbale è diversa da quella dell'accordo, essendo questo un atto proprio del mediatore – che spetta a lui redigere – ed espressione dell'epilogo della mediazione (è perciò che la verbalizzazione della fase conclusiva si impone anche in caso di mancata conciliazione: art. 11, comma 4, d.lgs. cit.). La differente natura tra accordo conciliativo e verbale è confermata dal fatto che, mentre l'accordo è sottoscritto dalle sole parti, il verbale “deve essere sottoscritto dalle parti e dal mediatore, il quale certifica l'autografia della sottoscrizione delle parti o la loro impossibilità di sottoscrivere” (art. 11, comma 2, d.lgs. cit.). Tra l'uno e l'altro vi è tuttavia un rapporto di complementarietà, nel senso che al verbale deve essere allegato l'accordo (di cui fa parte integrante). [14]L'art. 12-bis è stato inserito dal d.lgs. n. 149/2022 e contiene, collocate in un unico articolo, le disposizioni sulle conseguenze processuali della mancata partecipazione, senza giustificato motivo, al procedimento di mediazione. In particolare: – il giudice può desumere argomenti di prova, ai sensi dell'art. 116, comma 2, c.p.c., dalla mancata partecipazione di una parte, senza giustificato motivo, al primo incontro della procedura di mediazione cui la controparte l'ha invitata. – la parte costituita viene condannata a versare all'erario una somma di importo corrispondente al doppio del contributo unificato dovuto per il giudizio instaurato dopo l'infruttuoso tentativo obbligatorio di mediazione; – il giudice, se richiesto, può condannare la parte soccombente, che non ha partecipato alla mediazione, al pagamento in favore della controparte di una somma equitativamente determinata in misura non superiore nel massimo alle spese del giudizio maturate dopo la conclusione del procedimento di mediazione; – l'ingiustificata partecipazione alla procedura di mediazione da parte delle amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, d.lgs. n. 165/2001 o da parte di soggetti sottoposti a un'autorità di vigilanza comporta che il giudice segnala la mancata partecipazione, nel primo caso, al pubblico ministero presso la Corte dei conti e nel secondo caso, all'autorità di vigilanza. [15]La conservazione e l'esibizione dei documenti del procedimento di mediazione svolto con modalità telematiche avvengono, a cura dell'organismo di mediazione, in conformità dell'art. 43, d.lgs. n. 82/2005. L'organismo deve conservare i verbali e tutti gli atti dei procedimenti trattati per almeno un triennio dalla data della loro conclusione; dei verbali rilascerà copia alle parti che ne facciano richiesta (art. 11, comma 6). [16]L'art. 9 impone tale obbligo rispetto alle dichiarazioni rese e alle informazioni acquisite durante il procedimento di mediazione. [17]Prima della modifica ad opera del d.lgs. n. 149/2022. |