Istanza di omologa dell'accordo di mediazione al presidente del tribunaleInquadramentoquando l'accordo non è sostenuto dalla presenza degli avvocati e dalla loro certificazione di conformità all'ordinamento, l'esecutività del titolo stragiudiziale è condizionata al positivo esito del controllo rimesso al Tribunale, attraverso il procedimento di omologazione. FormulaAL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI .... [1] ISTANZA DI OMOLOGAZIONE (ART. 12, D.LGS. N. 28/2010) Il Sig. ...., nato a .... ivi residente alla via .... n. .... C.F. .... rappresentato e difeso [2] , come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... (C.F. .... fax ....) ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ...., via ....; PREMESSO CHE – nell'ambito del procedimento di mediazione avente numero prot. .... dinanzi all'organismo di ...., con sede a .... via ...., n. .... e accreditato presso il Ministero della Giustizia il sig. .... e il sig. .... raggiungevano un accordo [3] in virtù del quale il sig. .... si impegnava nei confronti di .... a .... entro la data di ....; – in particolare, nel detto verbale di accordo che si allega è stato previsto che “ .... ”; – che l'accordo non ha efficacia di titolo esecutivo non essendo stato sottoscritto dagli avvocati (ovvero che all'accordo deve essere attribuita efficacia di titolo esecutivo europeo) [4] e, che per il disposto dell'art. 12, d.lgs. n. 28/2010 deve essere omologato con decreto del Presidente del Tribunale previo accertamento della regolarità formale e del rispetto delle norme imperative e di ordine pubblico; – che codesto tribunale sarebbe stato competente per la controversia (ovvero che, trattandosi di controversia transfrontaliera di cui all'art. 2 della direttiva 2008/52/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, l'accordo deve avere esecuzione in Italia, nel Comune di .... appartenente al circondario di questo Tribunale), CHIEDE Alla S.V., a norma dell'art. 12, d.lgs. n. 28/2010, di omologare [5] il verbale di mediazione con allegato accordo, sottoscritto dalle parti in data .... avanti all'Organismo di mediazione, accreditato presso il Ministero di Giustizia ..... Produce copia del verbale di mediazione contenente l'accordo sottoscritto dalle parti alla presenza del mediatore Dott. ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA [6] Delego a rappresentarmi e difendermi agli effetti del presente atto l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]A seguito delle modifiche introdotte dal d.l. n. 69/2013, conv., con modif., in l. n. 98/2013, era stata già abrogata la disposizione che indicava la competenza per l'omologazione del Tribunale dove aveva sede l'organismo di mediazione. Rimane, anche dopo la Riforma dell'art. 12, apportata dal d.lgs. n. 149/2022, la competenza espressa per le sole controversie transfrontaliere (attribuita al Tribunale nel cui circondario l'accordo deve avere esecuzione). Tuttavia, sembra preferibile la tesi secondo la quale competente per l'omologazione è il Tribunale che sarebbe competente per la controversia risolta estragiudizialmente e comunque il Tribunale del circondario nel quale si trova l'organismo di mediazione nel quale è stato raggiunto l'accordo. [2]La rappresentanza tecnica è necessaria. [3]Ai sensi dell'art. 12, d.lgs. n. 2872010, anche dopo le modifiche apportate dal d.lgs. n. 149/2022, l'accordo è titolo esecutivo a prescindere dalla omologazione del Tribunale se sia stato sottoscritto dalle parti e dai loro avvocati e sempreché questi ultimi abbiano attestato e certificato la conformità dell'accordo alle norme imperative a all'ordine pubblico. La formula riportata, quindi, riguarda l'ipotesi in cui l'accordo non sia stato sottoscritto e munito dell'attestato di legittimità degli avvocati delle parti ad esso aderenti. [4]Infatti solo la conciliazione omologata dal Tribunale può divenire titolo esecutivo europeo ai sensi del Regolamento n. 805/2004. [5]Oltre alla regolarità formale, dovrà essere effettuata una valutazione in ordine alla conformità dell'accordo raggiunto alle norme imperative e all'ordine pubblico (App. Firenze 2 luglio 2015). In questa sede rilevano, quindi, anche i vizi del verbale attinenti al rispetto di quel minimum di forma richiesta, in via eccezionale per il verbale conclusivo del procedimento di mediazione ex art. 11 (e art. 8-bis per la mediazione telematica). Il Tribunale di Modica ad esempio ha negato la omologazione (decreto 9 dicembre 2011) ritenendo che la regolarità formale del verbale debba avere ad oggetto: 1) la sottoscrizione delle parti e del mediatore; 2) la dichiarata titolarità del sottoscrittore mediatore del suo legittimo status quale soggetto incluso nei ruoli di un organismo di conciliazione regolarmente registrato presso il Ministero della Giustizia; 3) la provenienza del verbale da un organismo iscritto nel registro del Ministero; 4) l'inserimento nel verbale degli estremi di tale iscrizione al registro; 5) la riconducibilità dell'accordo all'ambito della mediazione, cioè l'appartenenza dell'accordo alla materia civile e commerciale. Tutti elementi ritenuti mancanti dal tribunale. [6]Nel caso in cui l'avvocato agisce in forza di una procura rilasciata in precedenza indicare l'atto nel quale è contenuto il mandato. CommentoPrincipi generali Quando l'accordo non è sostenuto dalla presenza degli avvocati e dalla loro certificazione di conformità all'ordinamento, l'esecutività del titolo stragiudiziale è condizionata al positivo esito del controllo rimesso al Tribunale, attraverso il procedimento di omologazione. L'oggetto di tale controllo si estende alla “regolarità formale” nonché al rispetto delle norme imperative e dell'ordine pubblico. Il procedimento di omologa mira ad evitare che vengano posti in esecuzione accordi negoziali totalmente invalidi o inesistenti (perché ad esempio vertenti su diritti disponibili, oppure con causa illecita o del tutto inesistente) [7]. Parimenti il procedimento di omologa mira ad assicurare che la speciale efficacia esecutiva sia riconosciuta solo agli accordi amichevoli raggiunti in sede di mediazione, formalmente regolari e corrispondenti alla fattispecie astratta prevista. La regolarità formale Ai fini della omologa rilevano anche i vizi attinenti al rispetto di quel minimum di forma richiesta, in via eccezionale, giacché ai sensi dell'art. 3, comma 3, d.lgs. n. 28/2010 “Gli atti del procedimento di mediazione non sono soggetti a formalità” per il verbale conclusivo del procedimento di mediazione ex art. 11 (e art. 8-bis per la mediazione telematica) [8] come, in via esemplificativa, in caso di mancanza dell'iscrizione dell'organismo di mediazione nell'apposito registro, alla certificazione dell'autografia delle parti ad opera del mediatore etc.). Peraltro, anche quei verbali che avrebbero dovuto recare la sottoscrizione dell'accordo anche da parte degli avvocati e la certificazione ad opera degli stessi della conformità dell'accordo alle norme imperative e all'ordine pubblico, non costituiscono titolo esecutivo e potranno essere posti a fondamento dell'esecuzione forzata solo ove venga concesso l'exequatur da parte del Presidente del Tribunale. Invece, il giudice dell'omologa non dovrebbe svolgere alcun approfondimento di merito sulla volontà delle parti, sulla titolarità dei diritti di cui esse abbiano disposto e neppure sulla regolarità fiscale. Il procedimento Il procedimento di omologa si svolge secondo le regole generali dei provvedimenti in camera di consiglio; è ritenuto di tipo non contenzioso anche se appare necessaria la rappresentanza tecnica. In conseguenza delle modifiche introdotte dal d.l. n. 69/2013, conv., con modif., in l. n. 98/2013, era stata già abrogata la disposizione che indicava la competenza per l'omologazione del Tribunale dove aveva sede l'organismo di mediazione. Rimane, anche dopo la Riforma dell'art. 12 apportata dal d.lgs. n. 149/2022, la competenza espressa per le sole controversie transfrontaliere di cui all'art. 2 della direttiva 2008/52/CE del parlamento Europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008 (attribuita al Tribunale nel cui circondario l'accordo deve avere esecuzione). Tuttavia sembra preferibile la tesi secondo la quale competente per l'omologazione è il Tribunale che sarebbe competente per la controversia risolta estragiudizialmente e comunque il Tribunale del circondario nel quale si trova l'organismo di mediazione nel quale è stato raggiunto l'accordo. Prima della omologazione il processo verbale sottoscritto dal mediatore e dalle parti, unitamente all'accordo sottoscritto dalle stesse parti configura una scrittura privata semplice e non consente di avviare una esecuzione forzata. Detto processo verbale legittima l'avvio della espropriazione forzata quando le sottoscrizioni delle parti in calce all'accordo ed al verbale vengano autenticate da un pubblico ufficiale. L'autenticazione del mediatore, il quale pure certifica l'autografia delle sottoscrizioni delle parti non è sufficiente, come si deduce dal fatto che l'intervento del pubblico ufficiale è richiesto espressamente per rendere possibile la trascrizione nei pubblici registri del processo verbale di conciliazione. Ai sensi dell'art. 20, d.m. n. 150/2023 “Il giudice che nega l'omologazione, provvedendo ai sensi dell'art. 12 del decreto legislativo, trasmette al responsabile del registro e all'organismo copia del provvedimento di diniego”. [7]Il Tribunale di Firenze (decreto 2 luglio 2015) non ha omologato un verbale di mediazione in cui le parti avevano adottato la generica dizione “liquidazione del debito di X verso Y” dove neppure la successiva acquisizione della copia della domanda di mediazione e della dichiarazione di adesione della controparte aveva chiarito le ragioni giustificative del debito. La radicale mancanza di ogni indicazione circa la causa delle pretese creditorie aveva così reso impossibile la verifica della conformità dell'accordo all'ordine pubblico o alle norme imperative, comportando il rigetto dell'istanza di omologazione. [8]Il Tribunale di Modica, decreto 9 dicembre 2011, ha negato l'omologazione ritenendo che la “regolarità formale” del verbale debba avere ad oggetto: 1) la sottoscrizione delle parti e del mediatore; 2) la dichiarata titolarità del sottoscrittore mediatore del suo legittimo status quale soggetto incluso nei ruoli di un organismo di conciliazione e regolarmente registrato presso il Ministero della Giustizia; 3) la provenienza del verbale da un organismo iscritto nel registro ex artt. 3 e 4, d.m. n. 180/2020 (ora, quindi ai sensi del d.m. n. 150/2023); 4) l'inserimento nel verbale degli estremi di tale iscrizione al registro; 5) la riconducibilità dell'accordo all'ambito della mediazione ex art. 2 e cioè l'appartenenza dell'accordo alla materia civile e commerciale. Tutti elementi ritenuti mancanti nel caso all'esame del Tribunale. |