Opposizione a precetto per violazione dell'accordo di mediazione che prevede astreintes

Roberta Nardone

Inquadramento

nell'ipotesi di inadempimento dell'obbligo versato nel titolo esecutivo è possibile che nel corso dell'esecuzione ed anche prima della stessa si innestino incidenti cognitivi correlati all'an dell'esecuzione, ossia alla sussistenza del diritto del creditore a procedere in executivis (opposizione all'esecuzione) ovvero al quomodo della procedura, ovvero alla nullità o irregolarità degli atti compiuti nel processo esecutivo (opposizione agli atti esecutivi). Ove l'opposizione sia proposta prima dell'inizio dell'esecuzione forzata a seguito della notifica dell'atto di precetto si verte in ipotesi di opposizione c.d. pre-esecutiva che investe il diritto del creditore ad agire in via esecutiva.

Formula

TRIBUNALE (OPPURE GIUDICE DI PACE) DI [1]....

ATTO DI CITAZIONE PER OPPOSIZIONE A PRECETTO SU ACCORDO DI MEDIAZIONE

(ART. 615, COMMA 1, C.P.CART. 614-BIS C.P.C.)

Il/La sig./ra .... [2] nato/a a .... il ...., codice fiscale .... rappresentato e difeso per procura rilasciata a margine o in calce al presente atto [3] dall'avvocato ...., codice fiscale .... fax n. ...., PEC .... elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ....;

PREMESSO CHE

– nell'ambito del procedimento di mediazione dinanzi all'organismo di ...., il sig. .... e il sig. .... raggiungevano un accordo in virtù del quale il sig. .... si impegnava nei confronti di .... a .... entro la data di .... [4] ;

– che il verbale è stato notificato in data .... [5] ;

– che in data .... il sig. .... ha notificato atto di precetto per il pagamento della somma complessiva di Euro .... sul presupposto che l'odierno attore si sarebbe reso inadempiente alle proprie obbligazioni ed invocando il pagamento della pena pecuniaria disposta ai sensi dell'art. 614-bis c.p.c.;

– che, tuttavia, non sussiste il diritto del sig. .... a procedere ad esecuzione forzata nei confronti dell'odierno attore per i seguenti motivi:

.... (specificare i motivi) [6]

– che ricorrono gravi motivi per i quali può essere sospesa l'efficacia esecutiva del titolo, in quanto .... (indicare i gravi motivi a fondamento dell'istanza di sospensione);

CITA

1) il/la sig./sig.ra ...., nato/a a .... il .... C.F. ...., residente in .... alla via ....;

a comparire innanzi al Tribunale ordinario di ...., sezione e giudice designandi, all'udienza del .... [7] , ore 9:30;

con l'invito alle parti convenute a costituirsi in giudizio nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata e con l'avvertimento che la costituzione oltre il termine suddetto implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c.;

per ivi, in accoglimento della presente domanda, ogni contraria istanza, eccezione e deduzione disattesa, sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

– Voglia l'Ill.mo Tribunale [8] adito, in accoglimento della presente opposizione:

– in via preliminare e cautelare, sospendere [9] , anche inaudita altera parte, l'efficacia esecutiva del titolo posto a fondamento della minacciata esecuzione forzata;

– nel merito, accertare e dichiarare che il/la sig./sig.ra .... non ha diritto a procedere ad esecuzione forzata nei confronti dell'opponente.

Ai sensi dell'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002, si dichiara che il valore del presente processo è pari ad Euro .... (ovvero non supera l'importo di Euro .... [10].

Si allegano:

1. ....;

2. ....;

3. .....

Luogo, data ....

Firma Avv. ....

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio di opposizione a precetto, in ogni fase e grado dello stesso, l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

[1]L'opposizione c.d. preventiva all'esecuzione forzata si propone con atto di citazione dinanzi al giudice competente per materia e valore secondo le regole ordinarie. Pertanto il giudice competente potrebbe anche essere il giudice di pace che, invece, non è competente per l'esecuzione forzata e, quindi, a conoscere dell'opposizione all'esecuzione c.d. successiva.

[2]Nominativo dell'opponente.

[3]Nel caso in cui l'avvocato agisce in forza di una procura rilasciata in precedenza indicare l'atto nel quale è contenuto il mandato.

[4]Ai sensi dell'art. 12, d.lgs. n. 28/2010 l'accordo è titolo esecutivo ove omologato dal tribunale ovvero se sia stato sottoscritto dalle parti e dai loro avvocati e sempreché questi ultimi abbiano attestato e certificato la conformità dell'accordo alle norme imperative e all'ordine pubblico.

[5]In alternativa, l'art. 479 c.p.c. prevede che la notificazione del titolo avvenga contestualmente a quella dell'atto di precetto.

[6]Tra i motivi individuati in giurisprudenza: la contestazione di parte dei compensi e del rimborso delle spese legali autoliquidati in precetto; la inesistenza originaria del titolo esecutivo (Cass. n. 3979/2012); l'estinzione del diritto di credito incorporato nel titolo; la erroneità dell'importo precettato (Cass. III, ord. n. 24704/2020); la qualità soggettiva del creditore procedente (Cass. III, ord. n. 25264/2023); la inesistente notifica del titolo esecutivo (Cass. III, ord. n. 51/2023); il disconoscimento della sottoscrizione del titolo esecutivo stragiudiziale (Cass. III, n. 27381/2022); il computo degli interessi (Cass. ord., n. 34812/2021); la sussistenza della legittimazione attiva o passiva all'azione esecutiva (ad esempio, per l'operatività di un beneficium ordinis od excussionis, o per la contestata qualità di erede o successore del creditore, ovvero del debitore o coobbligato cui il titolo si estenda senza altra formalità). Con particolare riferimento alle astreintes i motivi di opposizione potranno riguardare: la stessa esistenza dell'inadempimento o del parziale adempimento dell'obbligato, l'interesse del creditore all'adempimento, la congruità della misura di coercizione indiretta applicata; l'individuazione, compiuta ed esatta, della prestazione da adempiere da parte dell'obbligato; la concreta articolazione dell'entità della astreinte, stabilita secondo i parametri previsti dall'ultimo comma dell'art. 614-bis c.p.c. (valore della causa, natura della prestazione, danno quantificato o prevedibile, ogni altra circostanza utile) ed altresì apprezzata con riguardo all'interesse del creditore alla prestazione.

[7]Il termine a comparire dopo la Riforma c.d. Cartabia (d.lgs. n. 149/2022) e, quindi, per le opposizioni promosse dal 28 febbraio 2023 deve essere non inferiore a 120 giorni, se il convenuto è residente in Italia, e non inferiore a 150 giorni se è residente all'estero.

[8]Oppure, giudice di Pace, trovando applicazione le ordinarie regole di determinazione della competenza per materia e valore. Inoltre, nei giudizi di opposizione all'esecuzione ex art. 615, comma 1, c.p.c., ai fini della competenza, il valore della controversia si determina in base al “credito per cui si procede” a norma dell'art. 17 c.p.c. e, cioè, in riferimento alla somma precettata nella sua interezza (Cass. VI-3, ord. n. 37581/2021; Cass. VI-3, n. 2882/2022).

[9]Le Sezioni Unite hanno chiarito che il provvedimento con il quale il giudice dell'opposizione all'esecuzione proposta prima che questa sia iniziata e ai sensi del comma 1 dell'art. 615 c.p.c. decide sull'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo è impugnabile col rimedio del reclamo ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. al Collegio del Tribunale cui appartiene il giudice monocratico – o nel cui circondario ha sede il giudice di Pace – che ha emesso il provvedimento (Cass. S.U., n. 19889/2019).

[10]Trattandosi, infatti, dell'atto introduttivo di un ordinario giudizio di cognizione, il contributo unificato è dovuto, come chiarito nella circolare del Ministero della Giustizia del 3 marzo 2015, a scaglioni, secondo il valore della domanda. Il contributo deve essere versato al momento della iscrizione della causa a ruolo.

Commento

L'art. 615 c.p.c. individua l'oggetto dell'opposizione all'esecuzione nella contestazione del diritto a procedere ad esecuzione forzata e la locuzione codicistica è tanto generica da risultare omnicomprensiva, di tutte le questioni inerenti l'esercizio dell'azione esecutiva.

Sebbene, infatti, l'esecuzione forzata non sia volta all'accertamento dei diritti bensì a dare concreta attuazione agli stessi è possibile che, nell'ipotesi di inadempimento dell'obbligo versato nel titolo esecutivo, nel corso dell'esecuzione ed anche prima della stessa si innestino incidenti cognitivi correlati all'an dell'esecuzione, ossia alla sussistenza del diritto del creditore a procedere in executivis (opposizione all'esecuzione) ovvero al quomodo della procedura, ovvero alla nullità o irregolarità degli atti compiuti nel processo esecutivo (opposizione agli atti esecutivi).

Ove l'opposizione sia proposta prima dell'inizio dell'esecuzione forzata a seguito della notifica dell'atto di precetto si verte in ipotesi di opposizione c.d. pre-esecutiva che investe il diritto del creditore ad agire in via esecutiva.

In questo caso, tuttavia, va operata una distinzione tra esecuzione fondata su titolo giudiziale ed esecuzione fondata su titolo stragiudiziale.

Nel caso di titolo esecutivo giudiziale, infatti, con l'opposizione (al pari di quella all'esecuzione già iniziata sulla base di quello) non si può giammai addurre alcuna contestazione su fatti anteriori alla sua formazione o alla sua definitività, poiché quelle circostanze avrebbero dovuto dedursi esclusivamente con i mezzi di impugnazione previsti dall'ordinamento (per tutte: Cass. n. 3850/2011; Cass. n. 3712/2016; Cass. S.U., 1238/2015; Cass. ord., n. 21954/2017). Mentre la contestazione per fatti posteriori alla definitività o alla maturazione delle preclusioni per farli valere non integra, a stretto rigore, un'impugnazione del titolo, ma appunto l'articolazione di fatti di cui in precedenza non si è legittimamente potuto tener conto.

Nel caso di opposizione a precetto su titolo stragiudiziale cui – in casi ben definiti – l'ordinamento riconosce efficacia esecutiva prima di un accertamento giudiziale ed anzi a prescindere da quello, si attiva appunto un'ordinaria azione per sovvertire l'apparenza dell'esecutività del titolo a favore di chi vi appare come creditore.

Pertanto, per i titoli stragiudiziali è possibile dedurre, in sede di opposizione all'esecuzione, anche vizi del titolo; ed è possibile mettere in discussione l'esistenza del diritto in esso consacrato, sotto i profili della certezza, liquidità ed esigibilità, nonché del rapporto sottostante; come è noto, invece, laddove il titolo sia di natura giudiziale, possono essere dedotti in sede di opposizione all'esecuzione solo quei fatti modificativi o estintivi della pretesa del creditore che, per essere venuti ad esistenza successivamente alla formazione del titolo, non possono che essere presi in considerazione nell'ambito del giudizio di merito ovvero in sede di impugnazione della sentenza conclusiva dello stesso (in caso di loro omessa od errata considerazione da parte del Giudice di prime cure) [11].

Tra i motivi deducibili con l'opposizione a precetto la casistica giurisprudenziale consente di individuare i seguenti: la contestazione di parte dei compensi e del rimborso delle spese legali autoliquidati in precetto; la inesistenza originaria del titolo esecutivo (Cass. n. 3979/2012); l'estinzione del diritto di credito incorporato nel titolo; la erroneità dell'importo precettato (Cass. III, ord. n. 24704/2020[12]); la qualità soggettiva del creditore procedente (Cass. III, ord. n. 25264/2023); la inesistente notifica del titolo esecutivo (Cass. III, ord. n. 51/2023); il disconoscimento della sottoscrizione del titolo esecutivo stragiudiziale (Cass. III, n. 27381/2022); il computo degli interessi (Cass. ord., n. 34812/2021); la sussistenza della legittimazione attiva o passiva all'azione esecutiva (ad esempio, per l'operatività di un beneficium ordinis o excussionis, o per la contestata qualità di erede o successore del creditore, ovvero del debitore o coobbligato cui il titolo si estenda senza altra formalità).

L'opposizione a precetto: competenza e rito

L'opposizione ex art. 615 c.p.c. può essere proposta anche prima dell'inizio dell'esecuzione forzata a seguito della notifica del precetto, ossia dell'intimazione di carattere stragiudiziale mediante la quale il creditore rende noto al debitore che, se entro il termine indicato non adempie spontaneamente, procederà ad esecuzione forzata nei suoi confronti.

L'opposizione c.d. preventiva all'esecuzione forzata si propone con atto di citazione dinanzi al giudice competente per valore e materia secondo le regole ordinarie.

Nei giudizi di opposizione all'esecuzione il valore della controversia si determina ai sensi dell'art. 17 c.p.c. in base all'importo indicato nell'atto di intimazione (Cass. VI-3, n. 2882/2022; il che comporta che non assume rilievo il maggior importo – pari a quello del credito precettato aumentato della metà – al quale deve stendersi il vincolo imposto al terzo pignorato ai sensi dell'art. 546, comma 1, c.p.c.; Cass. VI-3, n. 37581/2021).

Quanto alla competenza, in tema di foro relativo all'opposizione a precetto, ove il creditore, ai sensi dell'art. 480, comma 3, c.p.c. abbia eletto il proprio domicilio in un luogo “anomalo” rispetto a quello dell'esecuzione vanno distinte due ipotesi.

Ai fini della notifica dell'atto introduttivo del giudizio di opposizione all'esecuzione, l'opponente è vincolato dal luogo del domicilio eletto dal creditore nel precetto quand'anche questo non abbia alcun legame con quello della esecuzione (analogamente in Cass. VI-3, ord. n. 20356/2020) [13].

Invece, ai fini della individuazione del giudice competente per territorio a conoscere della opposizione all'esecuzione, l'elezione di domicilio c.d. anomala contenuta nel precetto è inefficace e la competenza per territorio va individuata in base al possibile luogo dell'esecuzione, compreso il luogo della notificazione del precetto (Cass. n. 13430/2020; Cass. n. 16649/2016; Trib. Roma VI, sent. n. 9920 del 30 maggio 2023).

Poiché l'opposizione a precetto costituisce giudizio di cognizione, tutte le vicende relative al credito portata in esecuzione, ancorché successive alla data di notificazione del predetto atto, devono essere considerate dal giudice dell'opposizione il quale è tenuto a procedere ad una verifica dell'esistenza del credito stesso e del suo esatto ammontare, con riferimento alla data di decisione del predetto giudizio di opposizione (cfr. Cass. II, n. 14705/2022 la quale ha evidenziato che il creditore opposto, ove non abbia specificato nel precetto la fonte del suo credito è legittimato a fornire detta specificazione nel corso del giudizio di opposizione al precetto, documentando l'esistenza e l'importo attuale del credito stesso).

Opposizione a precetto e astreintes

Il perimetro delle ragioni deducibili con lo strumento della opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c. (e, per conseguenza, l'estensione dei poteri del giudice in tal guisa adito) nel caso in cui in virtù dell'astreinte o misura di coercizione indiretta stabilita in sede di accordo in mediazione venga intrapresa (o anche solo minacciata con il prodromico precetto) l'espropriazione forzata è particolarmente ampio.

Infatti, come ben chiarito in Cass. III, n. 22714/2023 in caso di misura applicata dal giudice della cognizione e, quindi, nell'ambito di un titolo esecutivo giudiziale, al giudice dell'opposizione all'esecuzione, chiamato a verificare l'applicazione dell'astreinte o misura di coercizione indiretta «non è consentito di dar rilievo alla scarsa importanza dell'inadempimento o del ritardo nell'adempimento» e praticare una riduzione dell'originaria misura, dovendosi invece tener conto soltanto della integralità o meno dell'adempimento.

In questi casi, proprio la matrice giudiziale del titolo esecutivo traccia i limiti della possibile reazione della parte nei cui confronti sia promossa (o soltanto intimata) l'azione esecutiva per la soddisfazione del credito corrispondente alla astreinte (nell'entità autoliquidata dal creditore sul presupposto dell'avvenuto inadempimento o del ritardo nello stesso).

Quando, invece, l'astreinte sia il frutto di un accordo stragiudiziale il diritto a procedere all'esecuzione in base alla misura di coercizione indiretta può essere contrastato sollevando contestazioni inerenti elementi che non hanno mai formato oggetto di cognizione giudiziale e i motivi legittimamente deducibili con il rimedio di cui all'art. 615 c.p.c. non saranno circoscritti ai fatti estintivi, impeditivi o modificativi del diritto di credito verificatisi successivamente alla formazione del titolo potendo estendersi alle doglianze relative alla sussistenza dei presupposti legittimanti la concreta attuazione della misura coercitiva, la quantificazione della stessa oltre che, in radice, alla effettiva debenza.

In caso di precetto fondato su titolo stragiudiziale, infatti, come nel caso di accordo raggiunto in mediazione, non si applica il principio della insensibilità del processo esecutivo alle questioni relative al titolo esecutivo (giudiziale), da cui deriva la inammissibilità nelle incidentali controversie oppositive di ogni e qualsivoglia allegazione relativa alla formazione o all'intrinseco del titolo (per tutte, si veda Cass. S.U., n. 19889/2019, punto 31 della motivazione; cfr. anche Cass. S.U., n. 1238/2015; Cass. n. 3277/2015; Cass. n. 21954/2017; Cass. n. 3716/2020).

L'apprezzamento demandato al giudice dell'opposizione potrà investire anche la stessa esistenza dell'inadempimento o del parziale adempimento dell'obbligato, l'interesse del creditore all'adempimento e la congruità della misura di coercizione indiretta applicata; l'individuazione, compiuta ed esatta, della prestazione da adempiere da parte dell'obbligato; la concreta articolazione dell'entità della astreinte, stabilita secondo i parametri previsti dall'ultimo comma dell'art. 614-bis c.p.c. (valore della causa, natura della prestazione, danno quantificato o prevedibile, ogni altra circostanza utile) ed altresì apprezzata con riguardo all'interesse del creditore alla prestazione.

[11]Tale regola è derogata dal comma 2 dell'art. 161 c.p.c. nell'ipotesi di sentenza c.d. inesistente, in quanto priva della sottoscrizione del giudice.

[12]Come precisato in Cass. III, ord. n. 24704/2020 “In tema di opposizione a precetto, la non debenza di una parte soltanto della somma in esso portata non lo travolge per intero, ma ne determina l'annullamento parziale, essendo comunque valida l'intimazione per la parte dovuta e le relative spese, anche nel caso in cui il debitore provveda al pagamento dopo aver ricevuto la sua notifica e prima di proporre opposizione, non incidendo l'adempimento sulla legittimità dell'atto”.

[13]Si legge: “Il Comune nel quale il creditore, con l'atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il suo domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma 3, c.p.c., deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il giudice dell'esecuzione e, pertanto, vale a determinare la competenza territoriale sull'opposizione al precetto medesimo proposta prima dell'instaurazione del procedimento esecutivo (artt. 26 e 27 c.p.c.); l'eventuale contestazione di tale coincidenza (per non esservi in quel Comune beni appartenenti all'esecutando, né la residenza del debitore di quest'ultimo), può essere sollevata soltanto dall'opponente, al fine di invocare la competenza del diverso giudice del luogo ove è stato notificato il precetto, e non anche dallo stesso creditore, che resta vincolato alla suddetta dichiarazione od elezione”.

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