Istanza di mediazione demandata dal giudice

Roberta Nardone

Inquadramento

La mediazione demandata dal giudice, cioè da questi disposta con ordinanza motivata assunta fino al momento della precisazione delle conclusioni o della discussione della causa, anche in sede di giudizio di appello, diventa anch'essa condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Il giudice, indicate le ragioni che fanno ritenere la controversia mediabile, fissa l'udienza successiva alla scadenza del termine (di tre mesi) previsto per la durata della mediazione dall'art. 6, d.lgs. n. 28/2010. L'attore o comunque la parte interessata deve, entro l'udienza di rinvio fissata dal giudice, presentare istanza all'Organismo di mediazione, pena la improcedibilità della domanda.

Formula

DOMANDA DI MEDIAZIONE DEMANDATA

ORGANISMO [1] DI MEDIAZIONE .... [2]

Iscritto al n. .... del Registro degli Organismi di mediazione;

Sede legale: .....

Natura mediazione: demandata dal giudice

Origine della demandata: ordinanza del giudice presso il Tribunale di .... [3] G.I. ....; procedimento n. .... R.G. ....

Udienza di rinvio [4] : ....

Sezione 1 – Parti della controversia [5]

PARTE ISTANTE

(persona fisica)

Il/La sottoscritto/a .... nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail ...., in proprio, rappresentato dall'Avv. ...., con studio in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. Cellulare .... fax .... e-mail/PEC ...., con mandato a conciliare (come da procura per la procedura di mediazione allegata) [6]

PARTE ISTANTE

(persona giuridica)

Il/La sottoscritto/a .... nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. Cellulare .... fax .... e-mail ...., nella qualità di legale rappresentante con mandato a conciliare conferito come da delega allegata dell'impresa: ragione sociale .... C.F./P.IVA .... con sede in via .... n. .... cap .... città .... prov. .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail/PEC ...., rappresentato dall'Avv. ...., con studio in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. Cellulare .... fax .... e-mail/PEC ...., con mandato a conciliare (come da procura per la procedura di mediazione allegata)

CHIEDE DI AVVIARE UN TENTATIVO DI MEDIAZIONE NEI CONFRONTI DI

PARTE INVITATA

(persona fisica)

Sig./Sig.ra .... nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail ....

(eventuale), rappresentato dall'Avv. ...., con studio in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail ....;

PARTE INVITATA

(persona giuridica)

Sig./Sig.ra .... nato/a a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F./P.IVA .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail ...., nella qualità di legale rappresentante dell'impresa: ragione sociale .... C.F./P.IVA .... con sede in via .... n. .... cap .... città .... prov. .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail/PEC ...., rappresentato dall'Avv. ...., con studio in .... alla via .... n. .... C.F./ P.IVA .... telefono .... tel. cellulare .... fax .... e-mail/ PEC .....

ALTRE PARTI INVITATE ALLA MEDIAZIONE

Sezione 2 – Ambito della controversia [7]

Controversia derivante da: .....

Sezione 3 – Oggetto, ragioni della pretesa, valore [8]

Oggetto della controversia: ....

....;

Ragioni della pretesa: ....

....;

Valore indicativo [9] : ....

....;

(eventuale) Documenti allegati [10] : .....

Sezione 4 – Dichiarazioni dell'istante

L'istante dichiara:

– di non avere avviato la medesima procedura presso altri organismi di mediazione;

– di accettare il regolamento dell'organismo;

– di conferire il consenso al trattamento dei dati personali a norma del d.lgs. n. 196/2003.

Luogo e data ....

L'istante ....

[1]Solo un Organismo iscritto al Ministero della Giustizia è legittimato a gestire una mediazione ai sensi del d.lgs. n. 28/2010 e del d.m.n. 150/2023.

[2]Ai sensi dell'art. 4, comma 1, d.lgs. n. 28/2010 la domanda di mediazione va presentata “presso un organismo nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia”. Pertanto la competenza territoriale dell'organismo di mediazione si identifica conseguenzialmente all'individuazione della competenza territoriale giudiziale disciplinata dagli artt. 18 ss. c.p.c.

È possibile derogare consensualmente alla competenza territoriale del mediatore come per quella del giudice ex art. 28 c.p.c.

[3]È opportuno allegare il provvedimento giacché il giudice nell'individuare in motivazione gli specifici indici di mediabilità della controversia potrebbe fornire importanti indicazioni per le parti e il mediatore, da sviluppare e su cui riflettere.

[4]Poiché, ai sensi dell'art. 5-quater, d.lgs. n. 28/2010, quando il giudice dispone la mediazione “fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di tre mesi dalla instaurazione del procedimento” (art. 6, d.lgs. n. 28/2010 come sostituito dal d.lgs. n. 149/2022 salvo proroga di ulteriori tre mesi prima della sua scadenza con accordo scritto delle parti) è opportuno indicare all'Organismo la data di rinvio per consentire la fissazione della procedura in tempo utile.

[5]Per indicazione delle parti si intende: nome, cognome, codice fiscale, domicilio per le comunicazioni, mandato per il difensore.

[6]Per la delega il decreto sulla mediazione non richiede forme particolari: valgono, quindi, i principi generali del codice civile in forza dei quali la forma deve corrispondere a quella richiesta ex lege per l'atto che il delegato dovrà o potrà sottoscrivere.

[7]Per “oggetto della domanda” si intende la materia oggetto della controversia

[8]Per “ragioni della pretesa” si intende i motivi, giuridici e non, per i quali la parte agisce

[9]La indicazione del “valore della domanda” serve a norma dell'art. 16 del d.m. n. 180/2010. Esso deve essere indicato per verificare la eventuale registrazione, richiesta per i verbali di valore superiore a euro 100.000,00 e, altresì, per determinare il compenso del mediatore che è basato sul valore della domanda. Il valore è determinato, ai sensi del menzionato art. 16, secondo le norme del codice di procedura civile (artt. 10 e ss. c.p.c.)

[10]Sebbene il d.lgs. n. 28/2010 nulla dica circa i documenti da allegare è consigliabile allegare all'istanza la documentazione relativa alla controversia all'atto del deposito dell'istanza, per consentire al mediatore designato la conoscenza completa della controversia, anche al fine di proporre un eventuale accordo risolutivo e, nel caso di mediazione demandata, è opportuno allegare gli atti processuali.

Commento

Principi generali

La mediazione demandata (o delegata o ope iudicis) consiste in una parentesi non giurisdizionale che si apre all'interno del processo. Il giudice può disporre l'esperimento di un procedimento di mediazione anche in relazione ai casi in cui non questa non sia prevista come obbligatoria, quando ritiene che sia possibile una composizione della lite (art. 5-quater, d.lgs. n. 28/2010) e senza acquisire il consenso delle parti.

La mediazione delegata può essere disposta anche in sede di giudizio di appello, divenendo una condizione di procedibilità della domanda giudiziale.

L'istanza di mediazione

Il contenuto della domanda di mediazione è disciplinato dall'art. 4, comma 2, d.lgs. n. 28/2010 a tenore del quale “la domanda di mediazione deve indicare l'organismo, le parti, l'oggetto e le ragioni della pretesa”.

Proprio il d.lgs. n. 149/2022, per indicare l'atto con cui si incardina il procedimento, ha sostituito, al citato art. 4, il sostantivo “istanza” (di mediazione) con “domanda”. Secondo la Relazione illustrativa all'art. 7, lett. c) del d.lgs. n. 149/2022 la modifica sarebbe stata giustificata proprio per evitare la confusione fra la domanda (relativa al contenuto dell'atto introduttivo del procedimento di mediazione) e istanza (relativa al documento contenente la domanda) attesa la inutilità pratica di mantenere tale distinzione.

Il contenuto della previsione normativa (art. 4, comma 2 cit.) è “praticamente equivalente” a quello dell'art. 125 c.p.c., concernente, in generale, i contenuti minimi di qualunque atto introduttivo di un procedimento giudiziale (che poi si declina diversamente nell'art. 163 c.p.c. quanto alla citazione, e nell'art. 167 c.p.c. per la comparsa di costituzione e risposta).

Ai sensi dell'art. 125, comma 1, salvo che la legge stabilisca diversamente, la citazione, il ricorso, la comparsa, il controricorso ed il precetto devono contenere l'indicazione dell'ufficio giudiziario, delle parti, dell'oggetto, delle ragioni della domanda nonché delle conclusioni.

Il Trib. Roma V, 11 gennaio 2022, n. 259, dott. Corbo, muovendo da questa constatazione, ha ritenuto che l'applicazione dell'art. 4 implichi che vi debba essere simmetria tra “i fatti narrati in sede di mediazione ed i fatti esposti in sede processuale, almeno per quelli principali”: diversamente dovrebbe essere dichiarata la improcedibilità per mancato assolvimento della condizione prevista dal legislatore.

L'art. 4 richiede espressamente, si osserva, tra i contenuti essenziali della domanda di mediazione, le “ragioni della pretesa”: con tale locuzione può intendersi, in un procedimento deformalizzato come quello di mediazione, la allegazione di una situazione ingiusta per la quale si prospetti una futura azione di merito, con il riferimento, tuttavia, a tutti e gli stessi elementi fattuali invocati nel giudizio contenzioso.

Non è richiesta, invece, la indicazione degli “elementi di diritto”, come nel caso della citazione ex art. 163 c.p.c. o del ricorso ex art. 414 c.p.c. (e, ai sensi dell'art. 125 c.p.c., per gli atti in generale).

La domanda di mediazione deve essere presentata presso un Organismo, generalmente scelto dalla parte istante, avente sede nel luogo del Giudice territorialmente competente per la controversia oppure prescelto in forza di accordo tra le parti (art. 4, comma 1, d.lgs. n. 28/2010). È testuale il richiamo alle regole processualcivilistiche per la determinazione della competenza territoriale dell'organismo di mediazione (artt. 18 e ss. c.p.c.) [11].

Nessuna deroga è prevista ai criteri di competenza territoriale dell'organismo di mediazione anche nell'ipotesi in cui questa si svolga con modalità telematiche, ai sensi dell'art. 8-bis del d.lgs. n. 28/2010 in quanto si tratta di mera modalità di svolgimento della mediazione che annulla qualsiasi difficoltà pratica legata alla sede, ma non legittima un surrettizio spostamento della competenza territoriale secondo criteri normativi previsti.

La domanda di mediazione presentata unilateralmente presso un organismo di mediazione che non ha competenza territoriale non produce effetti, – e pertanto deve ritenersi non verificata la condizione di procedibilità come si legge in Trib. Milano I civ., 26 febbraio 2016, Trib. Torino 10 giugno 2022, n. 2577; Trib. Foggia II civ., 19 luglio 2021, n. 1831.

Secondo il tenore letterale dell'art. 4, comma 1, d.lgs. n. 28/2010, come novellato dal d.lgs. n. 149/2022, in caso di più domande relative alla stessa controversia, la mediazione si svolge davanti all'organismo competente presso il quale è stata presentata la prima domanda.

L'onere di attivare il procedimento di mediazione grava sulla parte interessata al processo, di norma l'attore o l'appellante.

Il giudice, indicate le ragioni che fanno ritenere la controversia mediabile, fissa l'udienza successiva alla scadenza del termine (di tre mesi appunto) previsto per la durata della mediazione dall'art. 6, d.lgs. n. 28/2010.

Entro la detta udienza di rinvio – non sono previsti termini – l'attore o la parte interessata deve presentare istanza di mediazione, pena la improcedibilità della domanda giudiziale.

Ai fini dell'assolvimento della condizione di procedibilità, la S.C. – con la sentenza n. 40035/2021 (già nella vigenza del testo antecedente la Riforma Cartabia che pure prevedeva l'assegnazione del termine di giorni 15 per introdurre la mediazione ope iudicis – ha precisato che rilevava unicamente l'utile esperimento, entro l'udienza di rinvio fissata dal giudice, della procedura di mediazione – da intendersi quale primo incontro delle parti innanzi al mediatore, conclusosi senza l'accordo.

Precisazione che nella Riforma ha trovato conferma nel chiaro disposto dell'art. 5, comma 4 per cui per “utile esperimento” s'intende il primo incontro delle parti innanzi al mediatore sicché la domanda giudiziale è dichiarata improcedibile solo se, all'udienza di verifica fissata dopo la scadenza del termine di durata della mediazione (3 mesi), il procedimento non è stato iniziato o non si è concluso per una colpevole inerzia iniziale della parte, che ha omesso la presentazione dell'istanza entro l'udienza di rinvio fissata dal giudice (Cass. n. 40035/2021) giacché “la condizione si considera avverata se il primo incontro dinanzi al mediatore si conclude senza l'accordo di conciliazione”.

Nel corso dell'udienza fissata per la prosecuzione del giudizio, il Giudice accerterà se la condizione di procedibilità sia stata soddisfatta e, in caso negativo, pronuncerà sentenza di improcedibilità della domanda (art. 5-quater, comma 3, d.lgs. cit.).

Sono applicabili i disposti dei commi 4, (che prevede che la condizione di procedibilità si considera avverata quando le parti non raggiungono l'accordo al primo incontro), 5 (che fa salva la concessione delle misure cautelari ed urgenti, nonché la trascrizione della domanda giudiziale, in pendenza della condizione di procedibilità) e 6 (che disciplina il diverso operare della condizione di procedibilità consistente nell'esperimento del tentativo di mediazione nei particolari procedimenti ivi elencati).

L'improcedibilità

La disciplina dispone che ove il giudice, in ragione della natura, lo stato dell'istruttoria ed il comportamento delle parti, ritenga che la causa presenti indici di mediabilità e possa, quindi, essere definita mediante un accordo amichevole attraverso l'elaborazione di una proposta, dispone l'invio delle parti in mediazione senza necessità di raccogliere il consenso delle parti, cosicché accanto alla mediazione obbligatoria ope legis è prevista una mediazione obbligatoria ope iudicis. Ove il giudice disponga in tal senso, l'esperimento della mediazione diviene condizione di procedibilità della domanda giudiziale.

[11]Secondo quanto chiarito dal Ministero della Giustizia con la Circolare interpretativa del 27 novembre 2013 emessa all'esito della entrata in vigore dell'art. 84, d.l. n. 69/2013 come convertito dalla l. n. 98/2013 recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia, che modificava il d.lgs. n. 28/2010, la individuazione dell'organismo di mediazione competente a ricevere l'istanza va fatta tenuto conto del luogo ove lo stesso ha la sede principale o le sedi secondarie che si trovino nell'ambito di qualunque comune della circoscrizione del tribunale territorialmente competente a conoscere la controversia.

Ai fini della esatta individuazione della sede principale o della sede secondaria è condizione necessaria che queste ultime siano state regolarmente comunicate al Ministero vigilante mediante la compilazione e trasmissione della modulistica al tal uopo predisposta dall'amministrazione e visibile sul sito www.giustizia.it.

La Circolare precisa, inoltre, come condizione necessaria l'adozione, da parte dell'amministrazione, del provvedimento di iscrizione ovvero di modifica di esso in relazione ad ogni eventuale successiva richiesta di integrazione delle sedi.

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