Udienza di comparizione delle parti

Greta Pizzocri

Inquadramento

L'art. 473-bis.21 c.p.c. prevede che “All'udienza fissata per la comparizione delle parti, il collegio o il giudice delegato verifica d'ufficio la regolarità del contraddittorio e, quando occorre, pronuncia i provvedimenti opportuni. Salvo che il processo sia introdotto con ricorso del Pubblico Ministero, se l'attore non compare o rinuncia e il convenuto costituito non chiede che si proceda in sua assenza, il procedimento si estingue.

Le parti devono comparire personalmente, salvo gravi e comprovati motivi. La mancata comparizione senza giustificato motivo costituisce comportamento valutabile ai sensi del comma 2 dell'art. 116 e nella liquidazione delle spese.

All'udienza il giudice sente le parti, congiuntamente o separatamente, alla presenza dei rispettivi difensori, e ne tenta la conciliazione. Può inoltre formulare una motivata proposta conciliativa della controversia. Se le parti si conciliano, il giudice assume i provvedimenti temporanei e urgenti che si rendono necessari e rimette la causa in decisione”.

Formula

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il Giudice Delegato, nel decreto del giorno ...., ha ritenuto insussistenti i presupposti per una decisione “inaudita altera parte” su tale istanza urgente e ha fissato udienza al .... per la comparizione personale delle parti e per la discussione sull'istanza urgente proposta dalla ( ....) fissando con altro decreto sempre del giorno .... quale prima udienza di comparizione delle parti ex art. 473-bis.21 c.p.c. l'udienza del .....

Va rilevato che la nuova normativa, all'art. 473-bis.24 c.p.c., delinea al comma 1 il reclamo che le parti possono proporre in Corte d'appello avverso i provvedimenti temporanei e urgenti emessi dal Giudice all'esito della prima udienza di comparizione delle parti prevista dall'art. 473-bis.21 c.p.c. e al comma 2 prevede che è ammesso il reclamo anche avverso i provvedimenti temporanei emessi in corso di causa, limitando però, per questa seconda categoria, il reclamo ai soli provvedimenti dal contenuto più incisivo (quelli che “sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, nonché quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori ovvero ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori”).

Commento

Principi generali

Il comma 1 dell'art. 473-bis.21 c.p.c. prevede che all'udienza fissata con il decreto presidenziale, le parti debbano comparire personalmente salvo gravi e comprovati motivi. I gravi e comprovati motivi dovranno essere valutati dal giudice con maggiore “severità” rispetto alla precedente applicazione dell'art. 707 c.p.c. attesa la possibilità di svolgere l'udienza mediante collegamenti audiovisivi a distanza (art. 127).

La comparizione personale è sentita dal legislatore come rilevante per due ordini di motivi (Così Comoglio, Vaccarella (cura di) Codice di Procedura Civile commentato, con la collaborazione di Giorgetti, Finocchiaro, Scala, Milano).

a) per il tentativo di conciliazione delle parti (ad opera del Giudice il quale potrà sentire le parti anche separatamente);

b) per la possibilità per il Giudice di formulare alle parti una motivata (e scritta) proposta conciliativa della controversia. Proposta che potrebbe consistere anche nell'informazione resa alle parti, dal Giudice, circa la possibilità di avvalersi della mediazione familiare (art. 473-bis.10 c.p.c.).

Se il giudice propone la Mediazione familiare...

Quando il giudice prospetta alle parti la possibilità di avvalersi della Mediazione familiare non deve essere trascurato un aspetto fondamentale, quello del tempo di cui la mediazione familiare necessita per potersi realizzare.

Un tempo in cui le parti, se accettano di prendervi parte, devono rispettare la c.d. tregua legale. Tregua da intendersi non solo riferita alle ostilità personali ma che significa, soprattutto, una sospensione di tutto ciò che concerne le iniziative processuali, ricorrendo, se possibile, anche alla sospensione dei termini per il deposito delle difese (cfr. Servetti, Rodella, Vendramini, Mediazione familiare: il giudice l'avvocato e il mediatore, Milano, 2023, 93).

Uno spazio in cui le parti devono sentirsi libere di poter riflettere su quanto e come possono modificare e riorganizzare la loro relazione familiare, lavorando con il Mediatore in assenza delle tempistiche, spesso stringenti, del percorso giudiziale.

Come succede in tema di consenso informato previsto in altri ambiti professionali, è preferibile che le parti possano ricevere l'informazione sulla mediazione familiare direttamente da un mediatore e che questo avvenga in un ambiente dedicato, idoneo allo scopo (come ad es. lo spazio informativo sulla mediazione familiare, ove esistente, presso i Tribunali), in modo che esse possano decidere se intraprendere o no tale percorso sulla base di una comprensione più realistica di tutto l'iter (così Nicolussi, La nuova disciplina giuridica della mediazione familiare, in Famiglia e diritto, 11, 2023, 1016).

La proposta conciliativa formulata dal giudice

Nell'ultimo comma dell'art. 473-bis.21 possiamo leggere che: “...All'udienza il giudice sente le parti, congiuntamente o separatamente, alla presenza dei rispettivi difensori, e ne tenta la conciliazione. Può inoltre formulare una motivata proposta conciliativa della controversia”.

Questa proposta che rientra nelle possibilità del giudice assolve sia allo scopo di un tentativo di ridurre il carico dei processi civili ma può anche essere letta come un tentativo che il giudice mette in atto per essere altro rispetto al dualismo della coppia che si trova di fronte, proponendo una via in cui si possa sondare una visione alternativa a quella sostenuta da ognuna delle parti sino a quel momento.

La formulazione di questa eventuale proposta dovrà essere motivata e scritta e, quindi, un vero e proprio atto aggiuntivo a quanto potrà il giudice stesso dire, verbalmente, alle parti per tentare di conciliarle (cfr. De Filippis, Il nuovo diritto di famiglia dopo la Riforma Cartabia, Padova, 2023, 60).

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