Atto di intervento volontario adesivo nel procedimento arbitrale

Rosaria Giordano

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 816-quinquies c.p.c. nel procedimento arbitrale è sempre ammesso l'intervento del terzo ex art. 105, comma 2, c.p.c., ossia l'intervento adesivo dipendente. Ne deriva che in questa ipotesi al terzo basta costituirsi nel procedimento arbitrale dichiarando che intende parteciparvi per sostenere le ragioni di una delle parti, che è in genere quella cui la propria posizione giuridica è subordinata sul piano sostanziale.

Formula

ATTO DI INTERVENTO VOLONTARIO DI TERZO IN ARBITRATO

Nell'interesse di:

Sig. ...., nato a .... il ...., C.F. ...., residente in .... via ...., n. ...., rappresentato dall'Avv. ...., con studio in .... via ...., n. ...., giusta procura speciale

in calce al presente atto;

Terzo nel procedimento arbitrale iscritto al n. .... / .... e pendente tra:

Sig. ...., nato a .... il ...., C.F. ...., residente in .... via ...., n. ...., rappresentato dall'Avv. ....,

E

Società ...., Partita IVA n. ...., in persona dell'amministratore unico Sig. ...., nato a .... il ...., C.F. ...., con sede in .... via ...., n. ...., rappresentata dall'Avv. ....;

PREMESSO CHE

– tra le parti in epigrafe è sorta una controversia avente ad oggetto ....;

– le parti hanno deferito la risoluzione della predetta controversia ad un collegio di tre arbitri, con

sede in .... via .... n. .... e in data .... si è costituito il collegio arbitrale [1];

– l'istante è interessato ad intervenire nel procedimento di arbitrato in epigrafe, in qualità di terzo, poiché la controversia attiene alla locazione del ramo d'azienda ...., che la società ha sub-locato con contratto di ...., all'esponente, che quindi subirebbe un concreto pregiudizio dall'accoglimento della domanda di risoluzione negoziale proposta dal Sig. .... subendo gli effetti di una condanna al rilascio del bene [2];

Quanto sopra premesso, il Sig. ...., rappresentato dall'Avv. ....

DICHIARA [3]

di intervenire nel procedimento arbitrale in epigrafe ad adiuvandum della posizione della società .....

Luogo e data ....

Firma ....

È autentica

Avv. ....

[1]Nell'ipotesi di intervento adesivo dipendente non vi è alcuna preclusione rispetto al momento del giudizio arbitrale nel quale il terzo decide di intervenire.

[2]Infatti la sentenza pronunciata per qualsiasi ragione (nullità, risoluzione, scadenza della locazione, rinuncia del conduttore-sublocatore al contratto in corso) nei confronti del conduttore o il provvedimento di convalida di licenza o di sfratto per finita locazione o morosità esplicano l'efficacia di titolo esecutivo nei confronti del subconduttore, ancorché quest'ultimo non abbia partecipato al giudizio, né sia menzionato nel titolo, in quanto la subconduzione comporta la nascita di un rapporto obbligatorio derivato, la cui sorte dipende da quella del rapporto principale di conduzione, ai sensi dell'art. 1595, comma 3, c.c. (ex plurimis, Cass., n. 9899/2022).

[3]Trattandosi di intervento sempre ammesso deve ritenersi che nella propria comparsa il terzo possa limitarsi a dichiarare di intervenire nel procedimento arbitrale senza dover formulare alcuna richiesta in tale direzione.

Commento

Ai sensi dell'art. 816-quinquies c.p.c. nel procedimento arbitrale è sempre ammesso l'intervento del terzo ex art. 105, comma 2, c.p.c., ossia l'intervento adesivo dipendente.

Pertanto, in questa ipotesi, al terzo basta costituirsi nel procedimento arbitrale dichiarando che intende parteciparvi per sostenere le ragioni di una delle parti, che è in genere quella cui la propria posizione giuridica è subordinata sul piano sostanziale.

L'intervento “adesivo dipendente” è infatti quello mediante il quale il terzo non fa valere un proprio diritto, ma un semplice interesse, sebbene giuridicamente rilevante, a sostenere le ragioni di una delle parti in causa: in questo caso, l'intervento è funzionale soprattutto ad integrare la difesa della parte adiuvata, onde evitare il pregiudizio che il terzo potrebbe subire dall'emanazione di una decisione contraria alle conclusioni rassegnate dalla stessa.

In sostanza il terzo sarebbe pregiudicato dalla pronuncia resa tra le parti originarie nell'ipotesi di soccombenza della parte adiuvata, in quanto la sua situazione giuridica dipende sotto il profilo sostanziale da quella della stessa, di talché se cade il diritto della parte in causa, cade anche la posizione giuridica vantata dall'interveniente.

Numerosi sono i casi nei quali si ravvisa una tale dipendenza della situazione soggettiva del terzo sotto il profilo sostanziale: gli esempi canonici sono quelli del sub-conduttore (di cui all'esemplificazione proposta), nonché di colui che acquista un bene sequestrato nei confronti del creditore sequestrante e, più in generale, degli acquisti a titolo derivativo, fattispecie nella quali l'acquisto dell'avente causa dipende dalla validità del titolo in forza del quale ha acquistato il dante causa.

L'interesse richiesto per la legittimazione all'intervento adesivo dipendente nel processo in corso fra altri soggetti, deve essere non di mero fatto, ma giuridico, nel senso che tra adiuvante e adiuvato deve sussistere un vero e proprio rapporto giuridico sostanziale, tal che la posizione soggettiva del primo in questo rapporto possa essere – anche solo in via indiretta o riflessa – pregiudicata dal disconoscimento delle ragioni che il secondo sostiene contro il suo avversario in causa (Cass. n. 25145/2014).

Il terzo interventore non può domandare in questo caso la pronuncia di provvedimenti autonomi, i.e. diversi da quelli richiesti dalla parte adiuvata: pertanto i poteri processuali dell'interveniente consistono nell'espletamento di un'attività accessoria e subordinata a quella svolta dalla parte adiuvata, potendo egli sviluppare le proprie deduzioni ed eccezioni unicamente nell'ambito delle domande ed eccezioni proposte da detta parte (Cass. n. 24370/2006).

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