Invito negoziazione assistita (generico)

Cristina Asprella

Inquadramento

Tre sono i canali di negoziazione assistita previsti dalle norme (e sostanzialmente speculari, i primi due, ai canali già noti di mediazione obbligatoria e facoltativa) e, precisamente: una negoziazione assistita facoltativa; una negoziazione assistita obbligatoria che, come la mediazione obbligatoria, si struttura come condizione di procedibilità della domanda giudiziale; infine, una negoziazione assistita facoltativa in materia di separazione e divorzio.

L'invito – le cui modalità di comunicazione non sono indicate dalla legge – deve contenere l'oggetto della controversia nonché l'avvertimento che, qualora la parte non risponda entro 30 giorni dalla comunicazione, ovvero rifiuti di cooperare, il giudice potrà valutare questo comportamento ai fini della ripartizione delle spese di lite, eventualmente anche in sede di responsabilità per lite temeraria o di esecutività provvisoria del decreto ingiuntivo.

Alla stipula della convenzione di negoziazione assistita può addivenirsi, pertanto, anche dietro invito di una delle due parti (v. art. 4, d.l. n. 132/2014), con la precisazione che la mancata risposta a tale invito potrà essere oggetto di valutazione del giudice ai fini delle spese, oltre che ai sensi degli artt. 96 e 642, comma 1, c.p.c.

La convenzione, poi, deve avere forma scritta e riguardare diritti disponibili.

Per fornire uno schema di riferimento sullo svolgimento della procedura di negoziazione assistita, si consideri che il procedimento di negoziazione assistita, sostanzialmente identico sia nel caso di negoziazione assistita facoltativa che obbligatoria, inizia con l'invito rivolto da una parte all'altra, per mezzo del proprio avvocato, alla stipula di una convenzione con cui le parti si impegnano a collaborare con buona fede e lealtà per risolvere amichevolmente una controversia tra esse esistente. Se le parti consentono e si raggiunge la risoluzione amichevole, essa viene formalizzata in un accordo.

A partire dalla comunicazione del detto invito o dal momento della stipula della convenzione, al pari della domanda giudiziale, si producono effetti interruttivi istantanei e permanenti della prescrizione nonché un effetto impeditivo, per una sola volta, della decadenza.

Se l'altra parte aderisce all'invito si stipula l'accordo di convenzione di negoziazione assistita con cui, appunto, le parti si impegnano a collaborare con buona fede e lealtà per la risoluzione amichevole di una controversia, tramite uno o più avvocati iscritti all'albo; questa convenzione deve essere stipulata per iscritto, pena la nullità e gli avvocati devono certificare l'autografia delle firme di parte. Per legge la convenzione in parola deve anche contenere l'indicazione precisa del termine che le parti decidono di fissare per lo svolgimento delle trattative (termine che non può essere inferiore a un mese né superiore a 3 ma che può essere prorogato di un ulteriore mese su accordo delle parti) nonché l'oggetto della controversia che non può essere in alcun caso relativo a diritti indisponibili o materia lavoristica.

Formula

Spett.le ....

Via PEC/Raccomandata a/r ....

Oggetto: Invito a stipulare una convenzione di negoziazione assistita ai sensi degli artt. 2 e ss., d.l. n. 132/2014[1] .

Formulo la presente in nome e per conto del/la sig./sig.ra ...., nato/a a .... il ...., C.F. ...., residente in ...., Via ....

OPPURE IN CASO DI PERSONA GIURIDICA:

Formulo la presente in nome e per conto del/la sig./sig.ra ...., nella sua qualità di legale rappresentante p.t. della società ...., C.F./P.IVA ...., avente sede legale in .... via .... [2] ,

con riguardo alla controversia insorta e concernente [3] .....

La presente è volta a raggiungere una composizione bonaria tra le parti, che, su espresso invito del/la mio/a Cliente, potrà rivestire la forma di un accordo raggiunto all'esito della negoziazione assistita, ai sensi e per gli effetti del d.l. n. 132/2014.

Conseguentemente, la mancata risposta al presente invito entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della presente o il suo rifiuto, potranno essere valutati dal giudice ai fini delle spese di giudizio e di quanto previsto dagli artt. 96 e 642, comma 1, c.p.c. (art. 4, comma 1, d.l. n. 132/2014) [4] .

L'invito che precede resterà valido a condizione che un Vostro/ Suo riscontro pervenga entro e non oltre trenta giorni dal ricevimento della presente, con l'avvertimento che – in mancanza – si procederà a tutelare le ragioni del mio assistito nelle competenti sedi, con ulteriore aggravio di spese a Vostro carico [5] .

Distinti saluti

Luogo e data ....

Avv. ....

Il sottoscritto sig. ...., conferisce all'Avv. .... il potere di formulare per conto di .... /per suo conto, l'invito alla negoziazione assistita circa la lite insorta con ...., meglio descritta nella presente missiva, ai sensi e per gli effetti del d.l. n. 132/2014[6] .

È autentica ....

Avv. .... [7]

[1]Ai sensi dell'art. 2, comma 1, d.l. n. 132/2014, la convenzione di negoziazione assistita da avvocati è un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l'assistenza di avvocati iscritti all'albo anche ai sensi dell'art. 6 del d.lgs. n. 96/2001. L'art. 3, comma 1, dello stesso decreto prevede alcune ipotesi di negoziazione assistita obbligatoria disponendo che: “Chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa a una controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti, deve tramite il suo avvocato, invitare l'altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita. Allo stesso modo deve procedere [...] chi intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti cinquantamila Euro”. In queste ipotesi la negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale; tale improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto o rilevata d'ufficio dal giudice non oltre la prima udienza. Se il giudice rileva che la negoziazione assistita è già iniziata ma non si è conclusa, fissa l'udienza successiva dopo la scadenza del termine di cui all'art. 2, comma 3 (il tempo determinato dalle parti, fermo restando il limite previsto dall'art. 2, comma 2, lett. a). Allo stesso modo provvede quando la negoziazione non è stata esperita, assegnando contestualmente alle parti il termine di 15 giorni per la comunicazione dell'invito. Peraltro, l'art. 3, comma 2, del decreto stabilisce che allorché l'esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale, la condizione si considera avverata se l'invito non è seguito da adesione o se è seguito da rifiuto entro 30 giorni dalla sua ricezione o quando è decorso il periodo di tempo di cui all'art. 2, comma 2, lett. a (il termine concordato dalle parti per l'espletamento della procedura, in ogni caso non inferiore a un mese e non superiore a tre mesi, prorogabile per ulteriori trenta giorni su accordo delle parti).

[2]Ai sensi dell'art. 2 del d.l. 132/2014, la convenzione di negoziazione assistita, accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia, è redatta, a pena di nullità, in forma scritta ed è conclusa con l'assistenza obbligatoria di un avvocato, sin dall'avvio della procedura, il quale certifica l'autografia delle sottoscrizioni apposte alla convenzione sotto la propria responsabilità professionale. Ne consegue che deve ritenersi tamquam non esset la manifestazione di voler aderire al procedimento di negoziazione formulata non dal legale rappresentante di una società, bensì da una persona non qualificata e priva di delega, comunicazione parificabile, al più, ad una mera dichiarazione di intenti e non ad una formale adesione all'invito alla negoziazione (App. Milano IV, 10 gennaio 2023).

[3]Ai sensi dell'art. 4, comma 1, d.l. n. 132/2014 l'invito a stipulare la convenzione deve indicare l'oggetto della controversia.

[4]Ai sensi dell'art. 4, comma 1, d.l. n. 132/2014 l'invito a stipulare la convenzione deve contenere, altresì, l'avvertimento che la mancata risposta all'invito entro il termine di 30 giorni dalla ricezione o il suo rifiuto può essere valutato dal giudice ai fini delle spese di giudizio e di quanto previsto dagli artt. 96, commi 1, 2 e 3 nonché 642, comma 1, c.p.c.

[5]Ai sensi dell'art. 8, d.l. n. 132/2014, dal momento della consegna della comunicazione dell'invito a concludere una convenzione di negoziazione assistita si producono sulla prescrizione i medesimi effetti della domanda giudiziale. Dalla stessa data è impedita, per una sola volta, la decadenza, ma se l'invito è rifiutato o non è accettato nel termine di cui all'art. 4, comma 1, la domanda giudiziale deve essere proposta entro il medesimo termine di decadenza decorrente dal rifiuto, dalla mancata accettazione nel termine ovvero dalla dichiarazione di mancato accordo certificata dagli avvocati.

[6]L'invito deve contenere, ai sensi dell'art. 4, comma 2, d.l. n. 132/2014 la certificazione da parte dell'avvocato dell'autografia della firma della parte che formula l'invito.

[7]Dal sito del Consiglio Nazionale Forense è possibile accedere, previa registrazione, al gestionale per il deposito degli accordi di negoziazione assistita.

Commento

Tale procedura ha carattere obbligatorio, a partire dal 9 febbraio 2015, integrando una condizione di procedibilità della domanda giudiziale per tutte le controversie in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti nonché per ogni domanda di pagamento di somme non eccedenti Euro 50.000,00: con esclusione dei casi in cui vi sia già l'obbligo di esperire preventivamente il tentativo di mediazione (art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010). La condizione di procedibilità non trova applicazione nelle controversie elencate dall'art. 3, comma 3, ossia nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione; nei procedimenti di consulenza tecnica preventiva in funzione di composizione della lite ex art. 696-bis c.p.c.; nei procedimenti di opposizione o incidentali di cognizione relativi all'esecuzione forzata; nei procedimenti in camera di consiglio; nell'azione civile esercitata nel processo penale e, infine, secondo quanto previsto sempre dall'art. 3, però dal comma 1, ultimo periodo, nelle controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori. Vanno altresì escluse le controversie in cui la parte è abilitata a stare in giudizio personalmente. L'obbligo è assistito dalla introduzione di una eccezione in senso lato, rilevabile sino alla prima udienza, cui segue l'assegnazione di un termine alle parti affinché procedano al tentativo.

La convenzione di negoziazione può precisare entro i limiti previsti dalla normativa: la possibilità di acquisire dichiarazione di terzi su fatti rilevanti in relazione all'oggetto della controversia; la possibilità di acquisire dichiarazioni della controparte sulla verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste; la possibilità di svolgere la negoziazione per via telematica; la possibilità di svolgere gli incontri con collegamenti audiovisivi a distanza. Va precisato che non può essere svolta con modalità telematiche né con collegamenti audiovisivi da remoto l'acquisizione delle dichiarazioni del terzo di cui all'art. 4-bis. Tale norma stabilisce che, quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede, ciascun avvocato può invitare un terzo a rendere dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, presso il suo studio professionale o presso il Consiglio dell'ordine degli avvocati, in presenza degli avvocati che assistono le altre parti. Peraltro, ai sensi dell'art. 4-ter del decreto quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede ciascun avvocato può invitare la controparte a rendere per iscritto dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, ad esse sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste.

Salvo diverso accordo tra le parti la convenzione di negoziazione assistita è conclusa mediante uso del modello elaborato dal Consiglio Nazionale Forense in conformità alle disposizioni di legge.

Ove la negoziazione vada a buon fine, le parti provvederanno a sottoscrivere assieme ai rispettivi avvocati un accordo di componimento della lite, in cui saranno questi ultimi a certificare l'autografia delle firme e la conformità a ordine pubblico e norme imperative: a tale condizione, l'accordo costituisce titolo esecutivo (per l'espropriazione forzata) e per l'iscrizione di ipoteca.

L'accordo che compone la controversia deve contenere anche l'indicazione del relativo valore.

Va infine segnalato che con il d.lgs. n. 216/2024 il legislatore ha apportato correzioni e integrazioni alla disciplina della mediazione e della negoziazione assistita. Quanto a quest'ultima è stato sostituito l'art. 2-bis del d.l. n. 132/2014 sulla Negoziazione assistita in modalità telematica. La ratio dell'intervento normativo è speculare a quella che sorregge l'introduzione del nuovo art. 8-bis del d.lgs. n. 28/2010, essendo identiche le ragioni che sorreggono la modifica. L'intento è quindi di giungere ad una disciplina per quanto possibile armonica delle procedure di risoluzione alternativa delle controversie con riferimento alla modalità telematica di svolgimento e alla possibilità della partecipazione agli incontri da remoto. Nello specifico la norma prevede, al comma 1, che quando la negoziazione si svolge in modalità telematica, gli atti del procedimento, ivi compreso l'accordo conclusivo, sono formati e sottoscritti nel rispetto delle disposizioni del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82. La disposizione è di contenuto speculare al nuovo testo dell'art. 8-bis del d.lgs. n. 28/2010. La norma stabilisce, al comma 2, che il documento informatico contenente l'accordo conclusivo sottoscritto ai sensi del comma 1 è trasmesso in conformità all'art. 11, comma 1, norma che è stata a sua volta modificata dal d.lgs.  n. 216/2024. Questo comma nella nuova formulazione ha lo scopo di istituire un chiaro collegamento con l'art. 11 del d.l. n. 132/2014 che pone in capo agli avvocati in caso di conclusione di un accordo in sede di negoziazione assistita, di darne comunicazione, tramite il CNF al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati competente. Il comma 3 prevede che ciascuna parte possa sempre chiedere di partecipare agli incontri con collegamento audiovisivo da remoto. La disposizione è diretta a chiarire, anche per diversificare la partecipazione a un incontro con sistemi di videoconferenza dal diverso concetto di negoziazione assistita in modalità telematica, che ciascuna parte può sempre chiedere di partecipare a un incontro avvalendosi dei sistemi di collegamento da remoto. Il comma 4 riproduce il comma 2 del testo prima vigente, individuando gli standards qualitativi che i sistemi di collegamento da remoto devono assicurare perché l'incontro si svolga in termini di effettiva partecipazione, prevedendo che i sistemi di collegamento audiovisivo utilizzati per gli incontri assicurano la contestuale, effettiva e reciproca udibilità e visibilità delle persone collegate. Il comma 5 della disposizione esclude (ora come nella precedente versione, prima prevista al comma 3) espressamente l'acquisizione per via telematica delle dichiarazioni dei terzi previste dall'art. 4-bis del d.l. n. 132/2014  che devono, pertanto, essere rese in modalità necessariamente analogica e alla presenza delle parti e degli informatori. Ciò al fine di assicurare la verifica della genuinità di siffatte dichiarazioni e assicurare altresì al terzo che le rende la possibilità di verificare appieno le modalità in cui tali dichiarazioni vengono acquisite. Il divieto espressamente posto dalla disposizione per le dichiarazioni dei terzi di cui all'art. 4-bis non opera rispetto alle dichiarazioni confessorie previste dall'art. 4-ter del d.l. n. 132/2014 che possono essere acquisite sia su documento informatico che in modalità analogica. Infine l'ultimo comma della novellata disposizione stabilisce che quando l'accordo di negoziazione è contenuto in un documento sottoscritto dalle parti con modalità analogica, tale sottoscrizione è certificata dalle parti con firma digitale, o altro tipo di firma elettronica qualificata o avanzata, nel rispetto delle regole tecniche di cui all'art. 20, comma 1-bis, del d.lgs. n. 82/2005.

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