Adesione invito alla negoziazione assistita

Cristina Asprella

Inquadramento

Dopo l'invito a stipulare la convenzione di negoziazione assistita possono profilarsi diverse possibili strade. L'altra parte può rispondere all'invito nel termine prestando la propria adesione, ovvero può rispondere aderendo all'invito ma senza rispettare il termine e quindi dopo che siano trascorsi i trenta giorni previsti dalla legge. La seconda è che l'altra parte respinga l'invito a stipulare la convenzione ovvero non risponda in alcun modo allo stesso. Se la parte risponda positivamente all'invito entro i trenta giorni previsti dalla legge; la convenzione può essere validamente stipulata. Ci si domanda se a tale conclusione possa arrivarsi anche se la parte risponda positivamente, accogliendo l'invito, ma senza il rispetto del termine di trenta giorni. Diversamente, ove la parte rifiuti espressamente di aderire all'invito, sia nel termine che fuori termine, sia che non risponda affatto all'invito, si deve ritenere che non vi sia spazio per la stipula della convenzione di negoziazione assistita.

Nelle ipotesi di negoziazione assistita obbligatoria di cui all'art. 3, d.l. n. 132/2014, il comma 2 della disposizione specifica che la condizione di procedibilità della domanda giudiziale si considera avverata ove l'invito non sia seguito da adesione o sia seguito da rifiuto entro trenta giorni dalla sua ricezione, ovvero quando decorra il periodo di tempo di cui all'art. 2, comma 2, lett. a), cioè il termine concordato dalle parti per l'espletamento della procedura che, dice la disposizione, deve essere in ogni caso non inferiore a un mese e non superiore a tre mesi, e che è prorogabile per ulteriori trenta giorni su accordo delle parti.

La mancata risposta all'invito in negoziazione assistita o l'esplicito rifiuto possono essere valutati dal giudice ai fini delle spese processuali e, secondo quanto dispone l'art. 4, comma 1, d.l. 132/2014, anche ai fini di quanto previsto dagli artt. 96 e 642, comma 1, c.p.c. Pertanto, il giudice potrà valutare sia la mancata risposta che il rifiuto espresso ai fini della condanna per responsabilità aggravata per lite temeraria (art. 96 c.p.c.), nonché per l'autorizzazione dell'esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo ex art. 642, comma 1, c.p.c.

Formula

Preg.mo Avv. ....

Via PEC/Raccomandata a/r ....

Oggetto: .... / ....: replica alla Sua del .... - Comunicazione di adesione alla procedura di negoziazione assistita [1] .

Preg.mo Collega,

formulo la presente in nome e per conto del/la sig./sig.ra ...., nato/a a .... il ...., C.F. ...., residente in ...., via ....

OPPURE IN CASO DI PERSONA GIURIDICA:

Formulo la presente in nome e per conto del/la sig./sig.ra ...., nella sua qualità di legale rappresentante p.t. della società ...., C.F./P.IVA ...., avente sede legale in .... via .... [2] , il quale mi ha conferito specifico mandato al fine di riscontrare la Sua del .....

Con la presente, riservando ogni contestazione del caso sui vari punti di cui alla Sua, comunico ad ogni buon conto la volontà del/la sig./sig.ra ...., qui espressamente confermata con la sottoscrizione della presente, di aderire all'invito alla procedura di negoziazione assistita da Lei formulata.

Distinti saluti

Luogo e data ....

Avv. ....

Il sottoscritto sig. ...., conferisce all'Avv. .... il potere di aderire alla negoziazione assistita proposta nei suoi confronti ai sensi e per gli effetti del d.l. n. 132/2014[3] .

È autentica

Avv. .... [4]

[1]Ai sensi degli artt. 3 e 4, d.l. n. 132/2014 la comunicazione di adesione deve pervenire entro trenta giorni dalla ricezione dell'invito.

[2]Ai sensi dell'art. 2 del d.l. n. 132/2014, la convenzione di negoziazione assistita, accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia, è redatta, a pena di nullità, in forma scritta ed è conclusa con l'assistenza obbligatoria di un avvocato, sin dall'avvio della procedura, il quale certifica l'autografia delle sottoscrizioni apposte alla convenzione sotto la propria responsabilità professionale. Ne consegue che deve ritenersi tamquam non esset la manifestazione di voler aderire al procedimento di negoziazione formulata non dal legale rappresentante di una società, bensì da una persona non qualificata e priva di delega, comunicazione parificabile, al più, ad una mera dichiarazione di intenti e non ad una formale adesione all'invito alla negoziazione (App. Milano IV, 10 gennaio 2023).

[3]L'invito deve contenere, ai sensi dell'art. 4, comma 2, d.l. n. 132/2014 la certificazione da parte dell'avvocato dell'autografia della firma della parte che formula l'invito.

[4]Dal sito del Consiglio Nazionale Forense è possibile accedere, previa registrazione, al gestionale per il deposito degli accordi di negoziazione assistita.

Commento

Il d.l. n. 132/2014 (convertito, con modificazioni, con l. n. 162/2014) ha introdotto – tra le altre novità, tutte finalizzate a deflazionare il contenzioso arretrato e a “prevenire” quello nuovo – una procedura di negoziazione assistita, con cui le parti concordemente affidano ad avvocati il compito di svolgere delle trattative stragiudiziali, prima dell'inizio del processo, per evitarne l'instaurazione. La possibilità, di certo ammissibile anche prima di tale modifica normativa, è regolata espressamente dal d.l. n. 132, facendo riferimento ad una convenzione di negoziazione assistita (art. 2), con cui i litiganti convengono di cooperare con buona fede e lealtà per risolvere la controversia in via amichevole.

Alla stipula di tale convenzione può addivenirsi anche dietro invito di una delle due parti (v. art. 4), con la precisazione che la mancata risposta a tale invito potrà essere oggetto di valutazione del giudice ai fini delle spese, oltre che ai sensi degli artt. 96 e 642, comma 1, c.p.c.

La convenzione, poi, deve avere forma scritta e riguardare diritti disponibili.

La novità di maggior di rilievo sta nel fatto che tale procedura ha carattere obbligatorio, a partire dal 9 febbraio 2015, integrando una condizione di procedibilità della domanda giudiziale per tutte le controversie in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti nonché per ogni domanda di pagamento di somme non eccedenti Euro 50.000,00: con esclusione dei casi in cui vi sia già l'obbligo di esperire preventivamente il tentativo di mediazione (art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010). La condizione di procedibilità non trova applicazione nelle controversie elencate dall'art. 3, comma 3, ossia nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione; nei procedimenti di consulenza tecnica preventiva in funzione di composizione della lite ex art. 696-bis c.p.c.; nei procedimenti di opposizione o incidentali di cognizione relativi all'esecuzione forzata; nei procedimenti in camera di consiglio; nell'azione civile esercitata nel processo penale e, infine, secondo quanto previsto sempre dall'art. 3, però dal comma 1, ultimo periodo, nelle controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori. L'obbligo è assistito dalla introduzione di una eccezione in senso lato, rilevabile sino alla prima udienza, cui segue l'assegnazione di un termine alle parti affinché procedano al tentativo.

La convenzione di negoziazione può precisare entro i limiti previsti dalla normativa: la possibilità di acquisire dichiarazione di terzi su fatti rilevanti in relazione all'oggetto della controversia; la possibilità di acquisire dichiarazioni della controparte sulla verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste; la possibilità di svolgere la negoziazione per via telematica; la possibilità di svolgere gli incontri con collegamenti audiovisivi a distanza. Va precisato che non può essere svolta con modalità telematiche né con collegamenti audiovisivi da remoto l'acquisizione delle dichiarazioni del terzo di cui all'art. 4-bis. Tale norma stabilisce che, quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede, ciascun avvocato può invitare un terzo a rendere dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, presso il suo studio professionale o presso il Consiglio dell'ordine degli avvocati, in presenza degli avvocati che assistono le altre parti. Peraltro, ai sensi dell'art. 4-ter del decreto quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede ciascun avvocato può invitare la controparte a rendere per iscritto dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, ad esse sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste.

Salvo diverso accordo tra le parti la convenzione di negoziazione assistita è conclusa mediante uso del modello elaborato dal Consiglio Nazionale Forense in conformità alle disposizioni di legge.

Ove la negoziazione vada a buon fine, le parti provvederanno a sottoscrivere assieme ai rispettivi avvocati un accordo di componimento della lite, in cui saranno questi ultimi a certificare l'autografia delle firme e la conformità a ordine pubblico e norme imperative: a tale condizione, l'accordo costituisce titolo esecutivo (per l'espropriazione forzata) e per l'iscrizione di ipoteca.

L'accordo che compone la controversia deve contenere anche l'indicazione del relativo valore.

Va infine segnalato che con il d.lgs. n. 216/2024 il legislatore ha apportato correzioni e integrazioni alla disciplina della mediazione e della negoziazione assistita. Quanto a quest'ultima è stato sostituito l'art. 2-bis del d.l. n. 132/2014 sulla Negoziazione assistita in modalità telematica. La ratio dell'intervento normativo è speculare a quella che sorregge l'introduzione del nuovo art. 8-bis del d.lgs. n. 28/2010, essendo identiche le ragioni che sorreggono la modifica. L'intento è quindi di giungere ad una disciplina per quanto possibile armonica delle procedure di risoluzione alternativa delle controversie con riferimento alla modalità telematica di svolgimento e alla possibilità della partecipazione agli incontri da remoto. Nello specifico la norma prevede, al comma 1, che quando la negoziazione si svolge in modalità telematica, gli atti del procedimento, ivi compreso l'accordo conclusivo, sono formati e sottoscritti nel rispetto delle disposizioni del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82. La disposizione è di contenuto speculare al nuovo testo dell'art. 8-bis del d.lgs. n. 28/2010. La norma stabilisce, al comma 2, che il documento informatico contenente l'accordo conclusivo sottoscritto ai sensi del comma 1 è trasmesso in conformità all'art. 11, comma 1, norma che è stata a sua volta modificata dal d.lgs.  n. 216/2024. Questo comma nella nuova formulazione ha lo scopo di istituire un chiaro collegamento con l'art. 11 del d.l. n. 132/2014 che pone in capo agli avvocati in caso di conclusione di un accordo in sede di negoziazione assistita, di darne comunicazione, tramite il CNF al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati competente. Il comma 3 prevede che ciascuna parte possa sempre chiedere di partecipare agli incontri con collegamento audiovisivo da remoto. La disposizione è diretta a chiarire, anche per diversificare la partecipazione a un incontro con sistemi di videoconferenza dal diverso concetto di negoziazione assistita in modalità telematica, che ciascuna parte può sempre chiedere di partecipare a un incontro avvalendosi dei sistemi di collegamento da remoto. Il comma 4 riproduce il comma 2 del testo prima vigente, individuando gli standards qualitativi che i sistemi di collegamento da remoto devono assicurare perché l'incontro si svolga in termini di effettiva partecipazione, prevedendo che i sistemi di collegamento audiovisivo utilizzati per gli incontri assicurano la contestuale, effettiva e reciproca udibilità e visibilità delle persone collegate. Il comma 5 della disposizione esclude (ora come nella precedente versione, prima prevista al comma 3) espressamente l'acquisizione per via telematica delle dichiarazioni dei terzi previste dall'art. 4-bis del d.l. n. 132/2014  che devono, pertanto, essere rese in modalità necessariamente analogica e alla presenza delle parti e degli informatori. Ciò al fine di assicurare la verifica della genuinità di siffatte dichiarazioni e assicurare altresì al terzo che le rende la possibilità di verificare appieno le modalità in cui tali dichiarazioni vengono acquisite. Il divieto espressamente posto dalla disposizione per le dichiarazioni dei terzi di cui all'art. 4-bis non opera rispetto alle dichiarazioni confessorie previste dall'art. 4-ter del d.l. n. 132/2014 che possono essere acquisite sia su documento informatico che in modalità analogica. Infine l'ultimo comma della novellata disposizione stabilisce che quando l'accordo di negoziazione è contenuto in un documento sottoscritto dalle parti con modalità analogica, tale sottoscrizione è certificata dalle parti con firma digitale, o altro tipo di firma elettronica qualificata o avanzata, nel rispetto delle regole tecniche di cui all'art. 20, comma 1-bis, del d.lgs. n. 82/2005.

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