Invito alla negoziazione assistita per pagamento del compenso spettante all'avvocato per attività di assistenza giudiziale svolta in favore di cliente persona giuridica (artt. 2 e ss., d.l. n. 132/2014)

Cristina Asprella

Inquadramento

Il d.l. n. 132/2004 (convertito, con modificazioni, con l. n. 162/2014) ha introdotto – tra le altre novità, tutte finalizzate a deflazionare il contenzioso arretrato e a “prevenire” quello nuovo – una procedura di negoziazione assistita, con cui le parti concordemente affidano ad avvocati il compito di svolgere delle trattative stragiudiziali, prima dell'inizio del processo, per evitarne l'instaurazione. La possibilità, di certo ammissibile anche prima di tale modifica normativa, è regolata espressamente dal d.l. n. 132, facendo riferimento ad una convenzione di negoziazione assistita (art. 2), con cui i litiganti convengono di cooperare con buona fede e lealtà per risolvere la controversia in via amichevole.

Alla stipula di tale convenzione può addivenirsi anche dietro invito di una delle due parti (v. art. 4), con la precisazione che la mancata risposta a tale invito potrà essere oggetto di valutazione del giudice ai fini delle spese, oltre che ai sensi degli artt. 96 e 642, comma 1, c.p.c.

La convenzione, poi, deve avere forma scritta e riguardare diritti disponibili.

Tale procedura ha carattere obbligatorio, a partire dal 9 febbraio 2015, integrando una condizione di procedibilità della domanda giudiziale per tutte le controversie in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti nonché per ogni domanda di pagamento di somme non eccedenti Euro 50.000,00: con esclusione dei casi in cui vi sia già l'obbligo di esperire preventivamente il tentativo di mediazione (art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010). La condizione di procedibilità non trova applicazione nelle controversie elencate dall'art. 3, comma 3, ossia nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione; nei procedimenti di consulenza tecnica preventiva in funzione di composizione della lite ex art. 696-bis c.p.c.; nei procedimenti di opposizione o incidentali di cognizione relativi all'esecuzione forzata; nei procedimenti in camera di consiglio; nell'azione civile esercitata nel processo penale e, infine, secondo quanto previsto sempre dall'art. 3, però dal comma 1, ultimo periodo, nelle controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori. Vanno altresì escluse le controversie in cui la parte è abilitata a stare in giudizio personalmente. L'obbligo è assistito dalla introduzione di una eccezione in senso lato, rilevabile sino alla prima udienza, cui segue l'assegnazione di un termine alle parti affinché procedano al tentativo.

La convenzione di negoziazione può precisare entro i limiti previsti dalla normativa: la possibilità di acquisire dichiarazione di terzi su fatti rilevanti in relazione all'oggetto della controversia; la possibilità di acquisire dichiarazioni della controparte sulla verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste; la possibilità di svolgere la negoziazione per via telematica; la possibilità di svolgere gli incontri con collegamenti audiovisivi a distanza. Va precisato che non può essere svolta con modalità telematiche né con collegamenti audiovisivi da remoto l'acquisizione delle dichiarazioni del terzo di cui all'art. 4-bis. Tale norma stabilisce che, quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede, ciascun avvocato può invitare un terzo a rendere dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, presso il suo studio professionale o presso il Consiglio dell'ordine degli avvocati, in presenza degli avvocati che assistono le altre parti. Peraltro, ai sensi dell'art. 4-ter del decreto quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede ciascun avvocato può invitare la controparte a rendere per iscritto dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, ad esse sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste.

Salvo diverso accordo tra le parti la convenzione di negoziazione assistita è conclusa mediante uso del modello elaborato dal Consiglio Nazionale Forense in conformità alle disposizioni di legge.

Ove la negoziazione vada a buon fine, le parti provvederanno a sottoscrivere assieme ai rispettivi avvocati un accordo di componimento della lite, in cui saranno questi ultimi a certificare l'autografia delle firme e la conformità a ordine pubblico e norme imperative: a tale condizione, l'accordo costituisce titolo esecutivo (per l'espropriazione forzata) e per l'iscrizione di ipoteca.

L'accordo che compone la controversia deve contenere anche l'indicazione del relativo valore.

Formula

Spett.le Società ....

Via PEC/Raccomandata a./r. ....

Oggetto: Procedimento n. r.g. .... instaurato dinanzi al Tribunale di .... - Diffida al pagamento del compenso per l'attività di assistenza giudiziale prestata di cui alla fattura n. .... e contestuale invito a stipulare una convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014[1] .

Con la presente il sottoscritto Avv. ...., con studio in .... via .... rappresenta di essere in attesa, nonostante i molteplici solleciti, del pagamento del compenso dovuto per l'attività di assistenza giudiziale prestata nei Vostri confronti nell'ambito del procedimento n. r.g. .... instaurato dinanzi al Tribunale di ...., conclusosi con sentenza n. .....

Come a Voi ben noto, lo scrivente procuratore, all'esito della definizione del procedimento in oggetto, provvedeva ad emettere la fattura n. .... del .... di Euro .... [2] , quale saldo del compenso ancora dovuto per l'attività di assistenza giudiziale prestata in Vostro favore, avendo sino ad oggi corrisposto il parziale importo di Euro .....

A tutt'oggi, malgrado i numerosi solleciti e rassicurazioni, l'importo di cui sopra non è ancora stato ancora versato integralmente.

La presente è volta a raggiungere una composizione bonaria tra le parti, che potrà rivestire la forma di un accordo raggiunto all'esito della negoziazione assistita, ai sensi e per gli effetti del d.l. n. 132/2014.

Conseguentemente, ancorché la procedura abbia carattere facoltativo ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, la mancata risposta al presente invito entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della presente o il suo rifiuto, potranno essere valutati dal giudice ai fini delle spese di giudizio e di quanto previsto dagli artt. 96 e 642, comma 1, c.p.c. (art. 4, comma 1, d.l. n. 132/2014) [3] .

L'invito che precede resterà valido a condizione che un Vostro riscontro pervenga entro e non oltre trenta giorni dal ricevimento della presente [4] , con l'avvertimento che – in mancanza – si procederà a tutelare le ragioni dello scrivente procuratore nelle competenti sedi, con ulteriore aggravio di spese a Vostro esclusivo carico [5] .

Distinti saluti

Luogo e data ....

Avv. .... [6]

[1]Ai sensi dell'art. 2, comma 1, d.l. n. 132/2014, la convenzione di negoziazione assistita da avvocati è un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l'assistenza di avvocati iscritti all'albo anche ai sensi dell'art. 6 del d.lgs. n. 96/2001. L'art. 3, comma 1, dello stesso decreto prevede alcune ipotesi di negoziazione assistita obbligatoria disponendo che: “Chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa a una controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti, deve tramite il suo avvocato, invitare l'altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita. Allo stesso modo deve procedere [...] chi intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti cinquantamila Euro”. In queste ipotesi la negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale; tale improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto o rilevata d'ufficio dal giudice non oltre la prima udienza. Se il giudice rileva che la negoziazione assistita è già iniziata ma non si è conclusa, fissa l'udienza successiva dopo la scadenza del termine di cui all'art. 2, comma 3 (il tempo determinato dalle parti, fermo restando il limite previsto dall'art. 2, comma 2, lett. a). Allo stesso modo provvede quando la negoziazione non è stata esperita, assegnando contestualmente alle parti il termine di 15 giorni per la comunicazione dell'invito. Peraltro, l'art. 3, comma 2, del decreto stabilisce che allorché l'esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale, la condizione si considera avverata se l'invito non è seguito da adesione o se è seguito da rifiuto entro 30 giorni dalla sua ricezione o quando è decorso il periodo di tempo di cui all'art. 2, comma 2, lett. a) (il termine concordato dalle parti per l'espletamento della procedura, in ogni caso non inferiore a un mese e non superiore a tre mesi, prorogabile per ulteriori trenta giorni su accordo delle parti).

[2]Poiché nella presente formula si è ipotizzato che si verta in un'ipotesi di negoziazione assistita facoltativa con applicazione dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, la somma di denaro pretesa deve essere superiore a cinquantamila euro. Ne deriva che, nell'ipotesi in cui le somme richieste siano inferiori a questo limite si verterà in un caso di negoziazione assistita obbligatoria, ai sensi dell'art. 3, d.l. n. 132/2014.

[3]Ai sensi dell'art. 4, comma 1, d.l. n. 132/2014 l'invito a stipulare la convenzione deve contenere, altresì, l'avvertimento che la mancata risposta all'invito entro il termine di 30 giorni dalla ricezione o il suo rifiuto può essere valutato dal giudice ai fini delle spese di giudizio e di quanto previsto dagli artt. 96, commi 1, 2 e 3 nonché 642, comma 1, c.p.c.

[4]Quando la procedura di negoziazione assistita costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale, la condizione si considera avverata se l'invito non è seguito da adesione o è seguito da rifiuto entro trenta giorni dalla sua ricezione ovvero è decorso il periodo di tempo di cui all'art. 2, comma 2, lett. a), d.l. n. 132/2014.

[5]Ai sensi dell'art. 8, d.l. n. 132/2014, dal momento della consegna della comunicazione dell'invito a concludere una convenzione di negoziazione assistita si producono sulla prescrizione i medesimi effetti della domanda giudiziale. Dalla stessa data è impedita, per una sola volta, la decadenza, ma se l'invito è rifiutato o non è accettato nel termine di cui all'art. 4, comma 1, la domanda giudiziale deve essere proposta entro il medesimo termine di decadenza decorrente dal rifiuto, dalla mancata accettazione nel termine ovvero dalla dichiarazione di mancato accordo certificata dagli avvocati.

[6]Dal sito del Consiglio Nazionale Forense è possibile accedere, previa registrazione, al gestionale per il deposito degli accordi di negoziazione assistita.

Commento

Il procedimento di negoziazione assistita, sostanzialmente identico sia nel caso di negoziazione assistita facoltativa che obbligatoria, inizia con un invito rivolto da una parte all'altra, per mezzo del proprio avvocato, alla stipula di una convenzione con cui le parti si impegnano a collaborare con buona fede e lealtà per risolvere amichevolmente una controversia tra esse esistente. Se le parti consentono e si raggiunge la risoluzione amichevole, essa viene formalizzata in un accordo.

Tre sono i canali di negoziazione assistita previsti dalle norme (e sostanzialmente speculari, i primi due, ai canali già noti di mediazione obbligatoria e facoltativa) e, precisamente: una negoziazione assistita facoltativa; una negoziazione assistita obbligatoria che, come la mediazione obbligatoria, si struttura come condizione di procedibilità della domanda giudiziale; infine, una negoziazione assistita facoltativa in materia di separazione e divorzio.

L'invito – le cui modalità di comunicazione non sono indicate dalla legge – deve contenere l'oggetto della controversia nonché l'avvertimento che, qualora la parte non risponda entro 30 giorni dalla comunicazione, ovvero rifiuti di cooperare, il giudice potrà valutare questo comportamento ai fini della ripartizione delle spese di lite, eventualmente anche in sede di responsabilità per lite temeraria o di esecutività provvisoria del decreto ingiuntivo.

A partire dalla comunicazione del detto invito o dal momento della stipula della convenzione, al pari della domanda giudiziale, si producono effetti interruttivi istantanei e permanenti della prescrizione nonché un effetto impeditivo, per una sola volta, della decadenza.

Se l'altra parte aderisce all'invito si stipula l'accordo di convenzione di negoziazione assistita con cui, appunto, le parti si impegnano a collaborare con buona fede e lealtà per la risoluzione amichevole di una controversia, tramite uno o più avvocati iscritti all'albo; questa convenzione deve essere stipulata per iscritto, pena la nullità e gli avvocati devono certificare l'autografia delle firme di parte. Per legge la convenzione in parola deve anche contenere l'indicazione precisa del termine che le parti decidono di fissare per lo svolgimento delle trattative (termine che non può essere inferiore a un mese né superiore a 3 ma che può essere prorogato di un ulteriore mese su accordo delle parti) nonché l'oggetto della controversia che non può essere in alcun caso relativo a diritti indisponibili o materia lavoristica.

Se le parti non raggiungono un accordo dovrà essere redatta una dichiarazione di mancato accordo con certificazione dell'autografia delle firme da parte degli avvocati. Se, invece, si addiviene all'accordo, questo deve essere sottoscritto dalle parti e dagli avvocati ed è titolo esecutivo nonché titolo per l'iscrizione dell'ipoteca giudiziale, ovviamente con certificazione dell'autografia delle firme da parte degli avvocati e sempre che sia conforme alle norme imperative e all'ordine pubblico.

La riforma 2022 ha introdotto nuove facoltà di istruzione della controversia nel procedimento di negoziazione assistita. Infatti, a norma dell'art. 4-bis, d.l. n. 132/2014, quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede, ciascun avvocato può invitare un terzo a rendere dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, presso il suo studio professionale o presso il Consiglio dell'Ordine degli avvocati, in presenza degli altri avvocati di parte. Le domande rivolte all'informatore e le dichiarazioni da lui rese sono verbalizzate in un documento, redatto dagli avvocati, che contiene l'indicazione del luogo e della data in cui sono acquisite, le generalità dell'informatore e degli avvocati e l'attestazione che sono stati rivolti gli avvertimenti previsti dal comma 2 della disposizione (relativi alla qualifica dei soggetti davanti ai quali rende le dichiarazioni e dello scopo della loro acquisizione; della facoltà di non renderle; della facoltà di astenersi; delle responsabilità penali conseguenti alle false dichiarazioni; del dovere di riservatezza; delle modalità di acquisizione e documentazione delle stesse dichiarazioni).

A norma del seguente art. 4-ter, quando la convenzione di negoziazione assistita lo prevede, ciascun avvocato può invitare la controparte a rendere per iscritto dichiarazioni su fatti, specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia, ad essa sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste. La dichiarazione è resa e sottoscritta dall'avvocato che la assiste anche ai fini della certificazione dell'autografia. Il documento che contiene tale dichiarazione fa piena prova di quanto l'avvocato attesta essere avvenuto in sua presenza, e può essere prodotto nel giudizio iniziato dalle parti della convenzione di negoziazione assistita. Al documento è espressamente attribuita l'efficacia e le limitazioni di cui all'art. 2735 c.c. Il rifiuto ingiustificato di rendere le dichiarazioni sui fatti sfavorevoli al confitente e favorevoli all'altra parte è valutato dal giudice ai fini delle spese di giudizio, anche ai sensi dell'art. 96, commi 1, 2 e 3, c.p.c.

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