Invito a rendere dichiarazioni confessorieInquadramentoLa parte coinvolta in una procedura di negoziazione assistita potrà invitare la controparte a rendere dichiarazioni – ad essa sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste – su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia. FormulaAlla cortese attenzione di Sig.ra/Sig. .... [1] a mezzo .... [2] all'indirizzo .... Oggetto: invito a rendere dichiarazioni confessorie nell'ambito di una procedura di negoziazione assistita da avvocati ex art. 6, d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014 Formo la presente su incarico della Sig.ra/del Sig. ...., nata/o a ...., in data ...., residente in ...., via ...., n. ...., con riferimento alla controversia procedura di negoziazione assistita in materia familiare, avente ad oggetto .... [3] e che vede contrapposti la Sig.ra/il Sig. .... e la Sig.ra/il Sig. ..... Su mandato del suddetto Cliente, io sottoscritto, Avv. ...., del Foro di ...., con Studio in ...., via .... (recapito telefonico .... e PEC ....), ai sensi di quanto dispone l'art. 4-ter, d.l. n. 132/2014, La invito a rendere dichiarazioni ritenute rilevanti ai fini dell'espletamento della procedura di negoziazione assistita sopra indicata e riguardanti le seguenti circostanze di fatto: a) ....; b) ....; c) ..... [4]. Alla luce di tutto ciò, La invito a rendere dichiarazioni che dovrà essere sottoscritta dal Suo Avvocato, anche ai fini della certificazione della firma. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]L'invito a rendere dichiarazioni deve essere indirizzato alla controparte personalmente previa individuazione della residenza. [2]L'art. 4-bis, d.l. n. 132/2014, conv. con mod. da l. n. 162/2014, non individua la modalità con cui si deve procedere all'invio e, pertanto, potranno essere utilizzate sia l'invio a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno sia l'invio a mezzo PEC. Appare evidente la necessità di utilizzare una modalità di invio che possa certificare l'avvenuta ricezione da parte del destinatario. [3]Deve essere indicato l'oggetto della controversia che, ai sensi dell'art. 6, d.l. n. 132/2014, conv., con modif., da l. n. 162/2014, potrà riguardare la separazione personale, la cessazione degli effetti civili, lo scioglimento del matrimonio, la modifica delle condizioni di separazione e di divorzio, l'affidamento ed il mantenimento dei figli nati fuori dal matrimonio, il mantenimento del figlio maggiorenne non economicamente autosufficienti nati fuori dal matrimonio, la determinazione dell'assegno di mantenimento richiesto ai genitori dal figlio maggiorenne non economicamente autosufficienti, la modifica dei predetti provvedimenti, e le obbligazioni alimentari. [4]L'art. 4-ter, comma 1, d.l. n. 132/2014 prevede che i fatti oggetto delle dichiarazioni del terzo debbano essere specificamente individuati e, stante la formulazione letterale della norma, si ritiene che già in sede di invito il terzo debba essere messo in condizione di conoscere i fatti su cui verteranno le dichiarazioni che è chiamato a rendere nell'ambito della negoziazione assistita. CommentoL'art. 4-ter, d.l. n. 132/2014 – introdotto dall'art. 9, d.lgs. n. 149/2022 (c.d. Riforma Cartabia) – ha disciplinato l'attività istruttoria che può essere celebrata all'interno di una procedura di negoziazione assistita. Secondo l'opinione prevalente, risulta applicabili alla negoziazione assistita in materia famiglia l'art. 4-ter, d.l. n. 132/2014, anche se parte della dottrina ritiene la norma di scarso rilievo pratico nella misura in cui in materia di diritti indisponibili la confessione non è ammessa, fermo restando la possibilità di considerare le dichiarazioni come indizi e argomenti di prova liberamente valutabili (S imeone, I procedimenti su accordo delle parti, in A a .V v., La riforma del diritto di famiglia: il nuovo processo, a cura di Giordano e Simeone, Milano, 2023, 291). Sul punto occorre rilevare che l'insegnamento giurisprudenziale prevalente ritiene che le dichiarazione confessorie della parte hanno valore di prova legale – vincolando il Giudice a considerare provati i fatti che ne formano oggetto – solo se riguardano diritti disponibili (cfr. art. 2733, comma 2, c.c.), con la conseguenza che, laddove la parte renda dichiarazioni sfavorevoli in materia di diritti indisponibili, tali dichiarazioni non potranno essere considerate prove, ma meri indizi o presunzioni semplici che dovranno essere valutate dall'Autorità Giudiziaria procedente unitamente al materiale probatorio raccolto nel corso dell'istruttoria (cfr., in riferimento ai diritti indisponibili in tema di giudizi familiari, Cass. I, n. 3637/1977; Cass. I, n. 176/1982; Cass. I, n. 1170/1997 e Cass. I, n. 7998/2014). Secondo quanto prevede l'art. 4-ter, comma 1, d.l. n. 132/2014, nell'ambito di una procedura di negoziazione assistita, ciascun parte, per mezzo del proprio avvocato, potrà invitare la controparte a rendere dichiarazioni su fatti specificamente individuati e rilevanti in relazione all'oggetto della controversia. L'invito ad un terzo potrà essere rivolto alla presenza di due condizioni. In primo luogo, l'inserimento nella convenzione di negoziazione assistita di una clausola che consenta l'attività istruttoria prevista dall'art. 4-ter, comma 1, d.l. n. 132/2014. Tuttavia, potrebbe accadere che la necessità di assumere le dichiarazioni da parte del terzo sopravvenga nelle more della procedura di negoziazione assistita e, pertanto, in tali casi la convenzione di negoziazione assistita dovrà essere modificata attraverso l'inserimento di apposita clausola che consenta l'espletamento delle attività di cui all'art. 4-ter, d.l. n. 132/2014. In secondo luogo, la rilevanza e la specificità dei fatti su cui si chiederà al terzo di rendere dichiarazioni. La dichiarazione dell'altra parte riguarderà fatti e circostanze ad essa sfavorevoli e, di conseguenza, favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste. Le dichiarazioni confessorie rese dalla parte dovranno essere contenute in un documento sottoscritto dalla parte personalmente e dall'Avvocato che la assiste, il quale dovrà anche certificare l'autografia della firma (art. 4-ter, comma 1, secondo periodo, d.l. n. 132/2014). In forza di quanto stabilisce l'art. 4-ter, comma 2, d.l. n. 132/2014, il documento contenente le dichiarazioni confessorie della parte fa piena prova di quanto l'avvocato attesta essere avvenuto in sua presenza e potrà essere prodotto nel giudizio iniziato dalle parti della convenzione di negoziazione assistita. Nella fase giudiziale al predetto documento viene riconosciuta l'efficacia e la soggezione ai limiti previsti dall'art. 2735 c.c. e, di conseguenza avrà la medesima efficacia probatoria della confessione giudiziale e non potrà essere provata per testimoni nel caso in cui riguardi un oggetto per il quale la prova testimoniale non è ammessa dalla legge. Laddove la parte invitata a rendere dichiarazioni confessorie (art. 4-ter, comma 3, d.l. n. 132/2014) si rifiuti di renderle, tale contegno è valutato dall'Autorità Giudiziaria procedente – all'esito dell'eventuale giudizio instaurato successivamente alla conclusione negativa della procedura di negoziazione assistita – ai fini delle spese di giudizio e della responsabilità processuale aggravata (art. 96, commi 1-3, c.p.c.). Correttamente la più attenta dottrina evidenzia come la norma non richiami l'art. 232, comma 1, c.p.c. e, pertanto, nel caso in cui la parte non renda dichiarazioni senza giustificato motivo, «tale circostanza, se addotta e documentata, non potrà essere utilizzata dal giudice nel futuro processo civile per ritenere ammessi i fatti dedotti nell'interrogatorio, valutato ogni altro elemento di prova» (N ardone, La negoziazione assistita, in Aa .V v., Commentario sistematico al nuovo processo civile, a cura di Masoni, Milano, 2023, 724). |