Dichiarazioni delle parti agli arbitri per la proroga del termine per il deposito del lodo

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'art. 820 c.p.c. stabilisce che le parti possono indicare nella convenzione di arbitrato il termine entro il quale deve intervenire la pronuncia del lodo. Detto termine, in mancanza, è individuato in quello di duecentoquaranta giorni dall'accettazione della nomina. Il termine può in ogni caso essere prorogato, come nell'esemplificazione proposta, mediante dichiarazioni scritte di tutte le parti indirizzate agli arbitri.

Formula

DICHIARAZIONI DI PROROGA [1] DEL TERMINE PER LA PRONUNCIA DEL LODO

Preg.mo Collegio arbitrale

Nell'interesse dei:

Sig. ....;

E

Società ....;

Parti del procedimento arbitrale iscritto al n. ....

PREMESSO CHE

– tra le parti è insorta una controversia avente ad oggetto .... deferita a questo Ill.mo collegio arbitrale;

– sono ormai decorsi quasi duecentoquaranta giorni dall'accettazione dell'incarico da parte del collegio;

– l'istruttoria è ormai terminata ed è comune interesse delle parti istanti che il lodo venga pronunciato;

Per quanto sopra premesso, il Aig. .... e la Società, rappresentate dai rispettivi Avvocati ...., munite di apposite procure speciali che contestualmente si depositano [2];

DICHIARANO

ai sensi dell'art. 820 di prorogare il termine per il deposito del lodo di giorni trenta.

Luogo e data ....

Firme Avv. ....

[1]Non è necessaria la contestualità delle rispettive manifestazioni di volontà come nell'esemplificazione proposta, potendo le dichiarazioni essere compiute separatamente purché denotino un'espressa volontà di proroga del termine per la pronuncia del lodo (Cass. n. 17022/2011).

[2]Peraltro, in tema di arbitrato libero, la S.C. ha ritenuto che la proroga del termine fissato per la pronuncia del lodo può essere concordata sia dai difensori muniti di procura speciale, comprensiva della facoltà di transigere e dei più ampi poteri, che necessariamente includono anche la possibilità di concedere un termine per l'emissione del lodo, sia dai difensori privi di procura speciale, purché le parti non abbiano negato il proprio consenso alla proroga medesima, e l'accertamento dell'intervenuto accordo, risolvendosi nella ricostruzione della volontà delle parti, è rimesso all'apprezzamento del giudice del merito, che, se congruamente e correttamente motivato, è insindacabile in sede di legittimità (Cass. n. 22994/2018).

Commento

L'art. 820 c.p.c. stabilisce che le parti possono indicare nella convenzione di arbitrato il termine entro il quale deve intervenire la pronuncia del lodo. Detto termine, in mancanza, è individuato in duecentoquaranta giorni dall'accettazione della nomina. Il termine può in ogni caso essere prorogato, come nell'esemplificazione proposta, mediante dichiarazioni scritte di tutte le parti indirizzate agli arbitri.

Le parti hanno dunque il potere di prorogare consensualmente il termine per la decisione mediante dichiarazioni scritte rivolte agli arbitri.

È necessario che si tratti di manifestazioni di volontà espresse, sicché, come ha chiarito la S.C., la proroga del termine per la pronuncia del lodo arbitrale non può dunque essere ravvisata implicitamente nella concessione, ad opera degli arbitri, di un termine per memorie istruttorie su richiesta di una delle parti, ma postula l'effettiva ammissione di mezzi di prova, consentendosi altrimenti una proroga tacita del termine per la decisione senza il consenso di entrambi i contendenti, con inammissibile alterazione del contraddittorio (Cass. n. 18607/2014).

Inoltre, il consenso alla proroga del termine per la decisione da parte degli arbitri, risultante da atto scritto, deve essere espresso personalmente dalle parti o dai loro difensori muniti di procura speciale (Cass. I, n. 6069/2004).

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