Reclamo della parte contro l'ordinanza del Presidente del Tribunale di determinazione del compenso dell'arbitroInquadramentoL'art. 814 c.p.c., su cui la c.d. riforma Cartabia non ha inciso, stabilisce che gli arbitri hanno diritto al rimborso delle spese e all'onorario per l'opera prestata, se non vi hanno rinunciato al momento dell'accettazione o con atto scritto successivo. Le parti sono tenute solidalmente al pagamento, salvo rivalsa tra loro. Quando gli arbitri provvedono direttamente alla liquidazione delle spese e dell'onorario, tale liquidazione non è vincolante per le parti se esse non l'accettano. In tal caso l'ammontare delle spese e dell'onorario è determinato con ordinanza dal Presidente del tribunale indicato nell'art. 810, comma 2, ossia il Tribunale nel cui circondario è la sede dell'arbitrato, su ricorso degli arbitri e sentite le parti. Si consideri che la disposizione, pur silente sul punto, deve essere intesa nel senso che il ricorso si introduce con ricorso nelle forme del procedimento camerale e che gli arbitri ricorrenti devono provvedere alla previa instaurazione del contraddittorio nei confronti delle parti del procedimento arbitrale, sicché il presidente del Tribunale deve fissare un'udienza dinanzi a sé ed il termine per la notificazione del ricorso e del proprio decreto (Cass. n. 7062/2003). L'ordinanza del presidente del Tribunale è reclamabile in Corte d'appello. La formula che segue è predisposta per la formulazione del reclamo proposto dalla parte. FormulaCORTE D'APPELLO DI .... RECLAMO AVVERSO ORDINANZA EX ART. 814, COMMA 2, C.P.C. nell'interesse di: ...., nato/a a ...., il ...., C.F. n. ...., elettivamente domiciliato/a per i fini di questo procedimento arbitrale in ...., via ...., presso lo studio dell'Avv. .... che lo/a rappresenta e difende per procura ....; CONTRO ...., nato/a a .... il ...., C.F. n. ...., ...., nato/a a .... il ...., C.F. n. ...., e ...., nato/a a .... il ...., C.F. n. ...., tutti elettivamente domiciliati per i fini di questo procedimento in ...., via ...., presso lo studio dell'Avv. che li rappresenta e difende per procura ....; PREMESSO – con domanda di arbitrato notificata il ...., che si deposita in allegato al n. ...., la parte attrice in arbitrato ha promosso procedimento arbitrale instaurato in forza di convenzione di arbitrato costituita da clausola compromissoria contenuta nel contratto stipulato tra le parti in data [1] , contratto, che si deposita in allegato al n. ...., avente ad oggetto [2] ....; – sede dell'arbitrato [3] è ....; – la parte attrice in arbitrato ha spiegato le seguenti conclusioni ....; – la parte convenuta in arbitrato ...., ha concluso per il rigetto della domanda; – concluso il procedimento arbitrale, gli arbitri, dopo aver depositato il lodo, sottoscritto in data ...., hanno con separata ordinanza provveduto alla liquidazione delle spese e degli onorari per l'opera prestata; – tale liquidazione non è stata accettata dalle parti; – con ricorso depositato il giorno .... gli arbitri indicati in epigrafe hanno proposto ricorso al presidente del Tribunale di ...., volto alla liquidazione del proprio onorario e spese ai sensi dell'art. 814 c.p.c.; – istituito il contraddittorio, l'odierno esponente ha resistito al ricorso osservando quanto segue: ....; – nondimeno il giudice adito, con ordinanza del, comunicata il ...., ordinanza che si deposita unitamente alla relata di comunicazione al n. ...., ha accolto il ricorso, così provvedendo: .... Tanto premesso, il ricorrente come sopra indicato, rappresentato e difeso PROPONE RECLAMO chiedendo che la Ill.ma Corte di appello adita, fissata udienza di comparizione delle parti ed assegnato al reclamante termine per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza, voglia revocare l'ordinanza reclamata, accogliendo le seguenti conclusioni: ..... Si depositano i seguenti documenti: 1. ....; 2. ....; 3. ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]Ovvero di compromesso sottoscritto dalle parti in data ..... [2]Descrivere sinteticamente il contenuto del contratto. [3]La sede dell'arbitrato rileva ai fini del radicamento della competenza territoriale del Tribunale. CommentoAi sensi dell'art. 814, c.p.c. gli arbitri hanno diritto al rimborso delle spese e all'onorario per l'opera prestata, se non vi hanno rinunciato al momento dell'accettazione o con atto scritto successivo. Le parti sono tenute solidalmente al pagamento, salvo rivalsa tra loro. Va anche detto che gli arbitri possono ottenere delle anticipazioni ai sensi dell'art. 816-septies. Nulla dispone la norma con riguardo ai compensi degli ausiliari degli arbitri (segretari e, eventualmente, consulenti tecnici). Il consulente tecnico d'ufficio ha difatti titolo per chiedere il pagamento del proprio compenso esclusivamente agli arbitri, dovendosi escludere una responsabilità solidale di queste ultime poiché, a differenza di quanto avviene nel giudizio ordinario, la figura del consulente nell'arbitrato rituale, che pure ha natura giurisdizionale, non ha carattere pubblicistico, quale ausiliario del giudice, con qualifica di pubblico ufficiale, che esegue la sua prestazione per un superiore interesse di giustizia, ma una matrice privatistica, essendo le parti legate agli arbitri da un rapporto di mandato, in cui, ai sensi dell'art. 1719 c.c., il mandante ha l'obbligo di somministrare al mandatario i mezzi necessari per l'esecuzione del mandato e per l'adempimento delle obbligazioni contratte in proprio nome, tra le quali anche quella nei confronti del consulente (Cass. n. 6736/2014). Quando gli arbitri provvedono direttamente alla liquidazione delle spese e dell'onorario, liquidazione che si effettua sulla base del petitum, indipendentemente dal decisum (Cass. n. 8247/2009), essa non è vincolante per le parti se queste non l'accettano. La liquidazione delle spese e del compenso effettuata direttamente dagli arbitri ha cioè valore di mera proposta contrattuale, che diviene vincolante solo se accettata da tutti i contendenti, sicché la parte che non ha accettato tale proposta non ha interesse ad impugnare il capo del lodo arbitrale riguardante la liquidazione delle spese legali e degli onorari del giudizio, nonché degli onorari degli arbitri, del compenso del segretario e delle spese di funzionamento collegio (Cass. n. 20371/2014). L'accettazione essa deve essere manifestata da tutte le parti (Cass. n. 6108/1994), sicché l'accettazione di una soltanto di esse, in mancanza dell'accordo di tutte, non spiega effetto neanche nei suoi confronti (Cass. n. 4741/1998). Anzi, la liquidazione delle spese e del proprio compenso effettuata direttamente dagli arbitri può dar luogo anche ad obbligazioni parziarie ove i debitori abbiano accettato, anche per facta concludentia, la divisione dell'obbligazione originaria in due o più obbligazioni di diversa entità, ciascuna posta a carico delle parti; il frazionamento dell'obbligazione permane, dunque, nel caso in cui le stesse si siano limitate a contestare il solo ammontare complessivo del credito degli arbitri, riconoscendo, tuttavia, sia la sussistenza dell'obbligazione di pagamento che la sua misura frazionaria (Cass. n. 7772/2017). In caso di mancata accettazione l'ammontare delle spese e dell'onorario è determinato con ordinanza dal presidente del tribunale indicato nell'art. 810, comma 2, su ricorso degli arbitri e sentite le parti. Tale procedimento non è applicabile all'arbitrato irrituale (Cass. n. 7623/2006). L'art. 814 c.p.c. richiede che le parti «siano sentite», e siano, cioè, messe in condizioni di esercitare il proprio diritto di difesa, previa informazione circa l'esistenza sia di un'istanza di liquidazione, sia della fissazione di un'udienza per la sua discussione, dovendo a tal fine detta autorità giudiziaria applicare, per analogia, le norme sui procedimenti camerali (disponendo, cioè, che la parte ricorrente provveda alla notifica del ricorso e della data e luogo dell'udienza), controllando, prima di emettere il provvedimento richiesto, in caso di mancata comparizione delle parti, l'avvenuta instaurazione del contraddittorio (Cass. n. 7062/2003). La procedura in discorso richiede che il lodo sia stato pronunciato. In proposito, il diritto dell'arbitro di ricevere il pagamento dell'onorario sorge per il fatto di avere effettivamente espletato l'incarico, senza che, nella sommaria procedura di liquidazione apprestata dall'art. 814, esperibile allorché il lodo sia stato pronunciato, al presidente del Tribunale sia consentita alcuna indagine sulla validità del compromesso e del lodo e sulla regolarità della nomina degli arbitri, materie comprese nella previsione dell'art. 829 e riservate alla cognizione del giudice dell'impugnazione indicato dal precedente art. 828 (Cass. n. 21058/2019); viceversa in mancanza del lodo la richiesta di compenso da parte degli arbitri dà luogo ad un giudizio di cognizione ordinaria (Cass. n. 7623/2006). Gli arbitri devono stare in giudizio con la difesa tecnica (Cass. n. 7128/2006). Il presidente del Tribunale, al quale è preclusa ogni indagine sulla validità del compromesso e del lodo (Cass. n. 7128/2006), dovendo egli limitarsi a determinare l'ammontare dell'onorario (Cass. n. 18058/2004), procede alla liquidazione in base alla tariffa professionale forense (sempre che gli arbitri siano avvocati, altrimenti può scegliere i criteri equitativi di valutazione in relazione al caso specifico secondo il suo prudente apprezzamento: Cass. n. 53/2003), senza poter fare ricorso a criteri equitativi (Cass. n. 22322/2006). Nulla rileva la pendenza del giudizio di impugnazione per nullità del lodo (Cass. n. 24072/2013): ed infatti, il diritto dell'arbitro di ricevere il pagamento dell'onorario sorge per il fatto di avere effettivamente espletato l'incarico e prescinde dalla validità ed efficacia del lodo: non sussistono, pertanto, i presupposti della sospensione, ex artt. 295 o 337, del procedimento instaurato dall'arbitro per ottenere il residuo compenso, già liquidato, in attesa della definizione del giudizio di impugnazione del lodo, la cui eventuale nullità può giustificare solo un'azione di responsabilità ai sensi dell'art. 813-bis. L'ordinanza è titolo esecutivo contro le parti ed è soggetta a reclamo a norma dell'art. 825, comma 4, ossia mediante ricorso alla Corte d'appello, entro trenta giorni dalla comunicazione; la Corte, sentite le parti, provvede in camera di consiglio con ordinanza. Si applica l'art. 830, comma 4, concernente la sospensione dell'efficacia esecutiva, da parte della corte d'appello, per gravi motivi. Ribaltando la giurisprudenza preesistente, alla luce dell'intervenuta giurisdizionalizzazione dell'arbitrato a seguito della novella recata dal d.lgs. n. 40/2006, le Sezioni Unite della S.C. hanno sancito l'ammissibilità del ricorso straordinario per cassazione avverso l'ordinanza resa dalla Corte di appello in sede di reclamo contro il provvedimento del presidente del Tribunale di determinazione del compenso degli arbitri ex art. 814 come riformato dal d.lgs. suddetto (Cass. S.U., n. 25045/2016; Cass. n. 13395/2022). |